Creato da: rivedelfiume il 26/06/2006
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Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso.....

Post n°11 pubblicato il 18 Luglio 2006 da rivedelfiume
 

Ci sono cose di cui non si parla mai, o se ne parla di nascosto, in modo allusivo, a volte offensivo, dando per scontato che tutti sappiano quello che c’è da sapere,  o che non ci sia nulla da sapere.

Che tutti sentano nello stesso modo, che ognuno sia perfetto e siano gli altri ad essere “sbagliati” .

Parole sprecate e silenzi dannosi per affrontare un tema che sta letteralmente alla base della nostra stessa sopravvivenza: la sessualità.
In balìa del capriccio delle mode, delle tendenze culturali, politiche e, soprattutto in Italia, religiose, di sessualità si parla o si tace, si ostenta o si nasconde, si fa indigestione o si fa la fame. In tutti i casi, spesso, ci si dimentica di affrontare l’argomento con la giusta dignità che gli spetta e con quel pizzico di buon senso necessario per venire realmente incontro alle esigenze non solo dei più giovani, che si affacciano alla vita e all’incontro con pulsioni e istinti potenti e vitali, ma anche di persone in età più matura, che non hanno mai avuto l’opportunità di chiedere “Tutto quello che avrebbero voluto sapere sul sesso”,
 parafrasando il famoso libro (e film),  o di instaurare un dialogo aperto e sincero con l’altro sesso, sulle questioni più intime.

Non si tratta di optare tra la liberazione e la repressione sessuale; non avrebbe senso quanto parlare di liberazione o repressione dell’alimentazione, o del movimento fisico. Quello di cui c’è bisogno, sempre e comunque, è un atteggiamento obiettivo verso la sessualità, esente dalle tradizionali reazioni di paura, di falso pudore, o di condanna e, d’altro canto, libero dal fascino che essa esercita, fascino accresciuto artificialmente dal lavorio dell’immaginazione e dall’iperstimolazione diffusa attualmente.

L’istinto sessuale non è di per sé né buono né cattivo, è una funzione biologica e come tale non è immorale, ed è una funzione di massima importanza, poiché assicura la continuità della specie. Pur essendo fondamentalmente un istinto, non possiamo non riconoscere le profonde implicazioni che esistono anche sul piano affettivo e mentale. “Trattare l’amore sessuale soltanto dal lato fisico sarebbe come pensare durante un concerto solo alle budella del gatto e alle code di cavallo usate per le corde del violino e per i crini dell’arco”, ha detto un poeta inglese, e la complessità di questo tema è proprio dovuta all’interdipendenza tra tutti i diversi aspetti del nostro essere, fisico, emotivo, mentale e spirituale.

Questo atteggiamento globale, olistico è il termine attualmente più corretto, cioè in grado di prendere in considerazione l’insieme della persona, e non solo singoli aspetti separatamente, è noto da millenni nelle culture orientali, in cui, non a caso, di sessulità si parla come di ogni altro campo della salute.

Che cosa è successo allora da noi? Da cosa nasce questo atteggiamento così ambiguo?

Le risposte possono essere tante, una molto provocatoria viene da Wilhelm Reich, uno dei maggiori contributi alla psichiatria, che distaccandosi da Freud ha dato poi vita alla bioenergetica. Oggi “La rivoluzione sessuale” è un libriccino che troviamo in tutte le librerie, ma Reich ha concluso i suoi anni in prigione per l’ardire delle sue tesi e lo scalpore suscitato nella  cultura occidentale per la sua ricerca. La repressione sessuale rende gli individui più facilmente manipolabili e plagiabili  - sostiene - mentre la libera espressione dell’energia sessuale ha un ruolo fondamentale per la salute psichico dell’individuo e per la sua capacità di diventare una persona responsabile, critica, creativa ed indipendente.

La sua tesi, inizialmente basata su dati di tipo sociologico, riguardante il rapporto diretto tra repressione sessuale e repressione politica, all’interno di diverse società, ha dato poi vita ad una scuola di psicologia che cerca di comprendere la personalità in termini dei suoi processi energetici, riconoscendo il profondo legame esistente tra mente e corpo, per cui ogni repressione di qualche cosa di fisico, si traduce in una sostanziale modifica del carattere.

Non bisogna però cadere nell’ eccesso opposto, perché liberazione non VUOL dire assoluta mancanza di guida, di sostegno, di regole, non vuol dire neppure caricare di eccessiva importanza un aspetto prima trascurato della nostra natura, ma integrano armonicamente col resto, riconoscendogli il posto che gli spetta, che sarà diverso da persona a persona. Soprattutto non vuol dire che senza sessualità non c’è salute psichica, ma vuole dire sicuramente che c’è differenza tra sentire un impulso e decidere di non seguirlo (per decisioni di tipo personale, religioso, per inopportunità o impossibilità contingente) e fare finto di non averlo. Se riconosciamo che la sessualità è energia, possiamo anche decidere di canalizzarla, di sublimarla, di trasformarla, l’importante è che questa sia però una scelta individuale consapevole, non uno schema imposto da una società bigotta che richiede ai giovani l’astinenza fino al matrimonio, senza informarli, senza offrire loro occasioni di dibattito e confronto, e poi pretende che dopo un ‘sì’, diventino capaci di incontrarsi intimamente senza problemi.

Quanta infelicità, quanti conflitti tra uomo e donna potrebbero essere evitati con una vera educazione sessuale, e non certo quella che

racconta la storiella degli spermatozoi che incontrano l’ovulo, o la fisiologia del glande e delle trombe di Falloppio e di altri termini orrendi  che togliendo ogni poeticità al corpo maschile e femminile credono di risolvere il problema dell’educazione. Quello di cui c’è bisogno è dialogo, confronto su ciò che si sente e si vive in prima persona; parlarne apertamente consente così ad ogni individuo di prendere coscienza delle sue peculiari esigenze, e di scegliere quindi consapevolmente, tempi, modi e atteggiamenti ad ognuno più congeniali, senza lasciare i giovani, e il discorso vale anche per quelli che giovani lo sono ormai stati, abbandonati a loro stessi e, ancor peggio, a chiacchiere di corridoio che rischiano di diffondere solo idee sbagliate su ciò che dovrebbe o non dovrebbe essere.

Si potrà così scoprire che non siamo gli unici ad avere delle difficoltà, dei dubbi, delle perplessità, dei timori, dei desideri, delle fantasie; e alleggerirci di questo peso, che ognuno crede di essere il solo a trasportare, ci lascerà già una notevole quantità di energia in più a disposizione per provare ad affrontare il sesso come una cosa sostanzialmente buona, bella, giusta. Come un modo per scoprire qualche cosa di nuovo di se stessi e degli altri, come un’occasione di partecipare in prima persona al meraviglioso mistero della creazione. Far l’amore è naturale, è come lasciarsi coinvolgere in una danza sempre nuova in cui trovano occasione di espressione il nostro essere bambini e adulti, dolci e aggressivi, spiritosi e drammatici, curiosi ed esigenti. Se sapremo far crescere la fiducia in noi stessi, e anche nel/nella partner, avremo un’occasione in più per rinsaldare ulteriormente il rapporto e approfondire a conoscenza reciproca. C’è sempre da imparare l’uno dall’altro, uomo e donna hanno sostanzialmente ritmi e modalità diverse di affrontare il rapporto sessuale e la condivisione delle reciproche esigenze permette di incontrare l’altro più in profondità, riconoscendone e valorizzandone I ‘unicità.

Far l’amore è un’arte, non una tecnica, quindi... spazio alla fantasia, all’allegria, alla creatività, senza mai generalizzare o dare nulla per scontato. E’ anche imparare a chiedere, a rispettare, a non lasciarsi prendere dall’abitudine, a non soffermarsi sulla tecnica ma sulle proprie sensazioni, imparare ad essere presente, al proprio corpo, a quello dell’altro, accettando il piacere, e scoprendo la gioia del dare piacere. il rapporto sessuale diventa, in questo spirito, non un fine, ma un mezzo, per creare un clima di tale intimità e dolcezza, da far capire il significato più profondo del famoso slogan “fate l’amore non fate la guerra”.

 
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lottersh
lottersh il 25/03/09 alle 05:02 via WEB
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