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Semafori TAROCCATI 4 arresti

Post n°312 pubblicato il 18 Settembre 2008 da russocaio
 
Foto di russocaio

Ilsole24ore 18-09-08: L'inchiesta era partita un anno fa, per appurare la presenza di semafori truccati in modo da multare più guidatori possibile, facendo scattare il rosso in anticipo rispetto al solito. Ora, però, è emerso il filone legato a presunte irregolarità nell'appalto per gli apparecchi di controllo delle infrazioni a quei semafori. E la Guardia di Finanza di Milano ha fatto scattare quattro arresti (di cui tre domiciliari) e altre 17 denunce. Le accuse sono associazione per delinquere e turbativa di commesse pubbliche. In carcere è finito Raoul Cairoli, amministratore della Ci.Ti.Esse di Rovellasca (Como), attiva da una ventina d'anni e una delle principali aziende italiane che forniscono ai Comuni apparecchi di controllo sul traffico (principalmente per velocità e semafori) e servizi connessi (manutenzione, assicurazione, verbalizzazione). Ai domiciliari altri tre imprenditori del settore: Giuseppe Astorri (Scae), Simone Zari (Centro Servizi) e Antonino Tysserand (Tecnico Traffico). I 17 denunciati sono pubblici ufficiali responsabili delle gare di appalto nei rispettivi Comuni, tra cui Paullo (Milano), Spino d'Adda (Cremona), Invorio (Novara), Albese con Cassano e Vertemate (Como), Lendinara (Rovigo), Portoferraio (Livorno), Vetralla (Viterbo), Tora e Piccilli (Caserta), Gazzada Schianno (Varese), Redondesco (Mantova), Castellina Marittima (Pisa), Castelnuovo Rangone e Campolongo Maggiore (Modena), Certaldo (Firenze), Cologna ai Colli (Verona) e Larciano e Lari (Pistoia). Complessivamente i finanzieri hanno riscontrato irregolarità in 29 Comuni sui 130 controllati. In 16 hanno anche sequestrato apparecchiature (T-Red per i semafori e Autovelox per la velocità) e installazioni (Autobox, che "ospita" gli Autovelox fissi). In sostanza, i denunciati avrebbero stilato i bandi privilegiando le apparecchiature fornite dagli imprenditori arrestati: sono state richieste caratteristiche che solo tali apparecchiature hanno. Si sospetta che dietro a queste scelte ci sia stata la corruzione e per questo l'indagine prosegue. Va comunque detto che, nel caso del T-Red, è possibile che effettivamente all'epoca dei fatti non ci fossero altri rilevatori in grado di soddisfare le stesse esigenze: ancora oggi, la maggior parte degli apparecchi è in grado di scattare solo foto (due per ciascun trasgressore è il minimo previsto dai decreti ministeriali di omologazione), mentre il T-Red filma tutti i passaggi, eliminando ogni dubbio sulla sussistenza dell'infrazione, facendo emergere eventuali giustificazioni per i multati (per esempio, la necessità di far passare un'ambulanza) e consentendo un controllo continuo (gli altri modelli si disattivano negli istanti in cui attendono di scattare la seconda foto al trasgressore). Da quanto emerso dalle indagini, i Comuni non acquistavano direttamente i dispositivi elettronici ma li noleggiavano, pagando le imprese fornitrici con una percentuale sulle contravvenzioni: le aziende posizionato le apparecchiature su strade a scorrimento veloce, in modo da ottenere una maggiore remuneratività. La Guardia di finanza ha sequestrato vari dispositivi, tra cui T-Red, autovelox e autobox. di Maurizio Caprino

 
 
 
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