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La Manovra d’estate

Post n°334 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da russocaio
 
Foto di russocaio

Sole-24Ore 13-08-08: inserto "Le Guide", a cura di Gianni Trovati (sotto l’egida del direttore Ferruccio de Bortoli), mi sono occupato di un codicillo approvato prima della sosta estiva dal Parlamento. E’ l’articolo 4 quater della legge 129/2008 di conversione del decreto-legge 97/2008, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 2 agosto) che sospende tutti gli obblighi di trasparenza per la pubblicazione dei compensi pagati da Agenzie di Stato, enti pubblici, Università, e società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica (come la Rai o Sviluppo Italia). Sospesi anche gli obblighi sul tetto massimo dei manager (278 mila euro) e possibilità di cumulo con pensioni e retribuzioni. Un autentico regalo della Casta agli Amici degli Amici, con il beneplacito del Ministro Giulio Tremontidi Gabriele Mastellarini per "Il Sole24Ore"

Rinviata la trasparenza sui compensi erogati dalla Pa centrale e prescritta dall’articolo 3, commi 44 e seguenti, della Finanziaria 2008. È servito il classico codicillo-salvacondotto, inserito lo scorso 30 luglio dal Senato, nella conversione del DI 97/2008 con le proroghe estive. È stato inserito l’articolo 4-quater, che blocca e rimodula l’applicazione delle norme sulla trasparenza e sui compensi pagati da agenzie, enti pubblici, università e società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica, comprese le controllate. La Finanziaria in vigore dallo scorso primo gennaio fissa un tetto massimo di 274mila euro lordi derogabile per sole 25 unità, e prevede la pubblicazione su Internet di tutti i compensi percepiti nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le pubbliche amministrazioni e le spa pubbliche. "Nessun atto comportante spesa può ricevere attuazione se non sia stato previamente reso noto attraverso la pubblicazione sul sito web", prescrive il comma 44 che ha ricalcato il precedente comma 593 della Finanziaria 2007, poi abrogato. Grazie al recente intervento del Parlamento, quell’obbligo di trasparenza è sospeso fino all’entrata in vigore di un regolamento del Presidente della Repubblica da emanare entro il 31 ottobre, su proposta del ministero per l’Innovazione e di concerto con il ministero dell’Economia. Ad oggi, quei nove commi tornano ad esistere solo sulla carta e molte società pubbliche, come la Rai (che aveva approntato due appositi siti) non divulgheranno i compensi, mentre quelle adempienti (come Poste italiane) potrebbero legittimamente ritirare le liste on-line. A proposito di Rai, finisce "sottovuoto" anche un altro comma della Finanziaria che prevede il deposito presso la Commissione parlamentare di vigilanza, delle retribuzioni versate ai dirigenti e di tutti i compensi pagati per la conduzione di trasmissioni. E sul tetto massimo di 278mila euro viene sancita una deroga significativa: le eventuali pensioni e gli stipendi percepiti come dipendenti delle pubbliche amministrazioni non concorreranno al calcolo del massimale.

Intanto la rai spende a piene mani per delle stronzate come l'isola dei famosi.

 
 
 
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