Creato da russocaio il 19/03/2007
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ANSA 23-07-08: Basta un euro, al luna park dell'Idroscalo di Milano, per simulare un'esecuzione capitale con un manichino su una sedia elettrica. L'attrazione e' arrivata da pochi giorni nel parco dei divertimenti e sta riscuotendo un grande successo di pubblico. Il manichino, realizzato in lattice, è fissato a una sedia: inizia prima a muoversi in maniera convulsa, poi a friggere e infine ad avvolgersi nel fumo, simulando con grande realismo l'esecuzione di una condanna a morte per elettrificazione. Video: http://magazine.libero.it/videotormento/crazy/ne8432.phtml Come è possibile che la prefettura di Milano autorizzi un "gioco" del genere? Come si fà a divertirsi in questo modo? Il manichino....... sarà meridionale? New: Il "divertente" gioco è stato sequestrato e il giostraio denunciato! |
Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nel 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divennne l'inno nazionale della Repubblica Italiana. http://video.giovani.it/inno-mameli-nostri-geni-eroi-fratelli-italia.html Brigata Catanzaro 1915-1918: "Piccoli, bruni, curvi sotto il peso del grave fardello, scesero alle stazioni delle retrovie e si incamminarono verso le colline Carsiche gli umili fantaccini della remota Calabria, la forte terra dalle montagne boscose e dai clivi fioriti dove pascolano a mille i placidi armenti. Chiamati lontano dalla Patria in armi, questi poveri figli di una regione abbandonata lasciarono le loro casette sperdute tra i monti, abbandonarono i campicelli e le famiglie quasi prive di risorse e vennero su nelle ricche contrade che il nemico mirava dall'alto, bramoso di conquista e di strage. Percorsero tutta la penisola verdeggiante e sostarono nelle trincee scavate nella roccia e bagnate di sangue. Fieri e indomiti, cresciuti nella religione del dovere e del lavoro, i Calabresi non conobbero la viltà, non coltivarono nell’animo gagliardo il germe della fiacchezza: alla Patria in pericolo consacrarono tutta l’energia dei loro rudi cuori, tutto il vigore delle floride vite. Apparivano selvaggi, ed erano pieni d’affetti nobilissimi; sembravano diffidenti, ed aprivano tutto il loro animo a chi sapeva guadagnarsi il loro amore; all’ingenuità ed al candore quasi puerili univano il coraggio e la risolutezza dei forti. Un piccolo servigio, una cortesia usata loro, ve li rendeva fedeli fino ad affrontare per voi con indifferenza il pericolo. I compagni d’arme delle regioni del Nord, dividendo un vecchio pregiudizio, per il quale i fratelli dell’Italia inferiore erano considerati alquanto retrogradi e selvaggi, guardarono da principio con una certa noncuranza sdegnosa quei soldatini dalla parlata tanto diversa e così schivi di convenzioni; "terra mata" e "terra da pipe" erano gli appellativi che talvolta scherzosamente venivano indirizzati ai modesti gregari nati e cresciuti nelle terre del meridione. Però, quando la fama incominciò a diffondersi e a divulgare il loro valore e la loro audacia; quando si videro quei forti campioni muovere decisamente e costantemente all’assalto sanguinoso di posizioni inespugnabili; quando infine seppe l’ecatombe offerta dal popolo dell’Italia negletta, allora in tutto il Paese nostro si levò una voce concorde di ammirazione e di plauso e si benedirono quelle coorti di giovani dalla salda fede e dal fervido entusiasmo". Bossi è stato condannato per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla in più occasioni, il 26 luglio e il 14 settembre 1997, pubblicamente offesa usando, nella prima occasione la frase "Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo", nel secondo caso, rivolto ad una signora che esponeva il tricolore, "Il tricolore lo metta al cesso, signora", nonché di aver chiosato "Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore". Per la prima affermazione, Bossi è stato condannato il 23 maggio 2001 ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena; il 15 giugno 2007 la Prima sezione penale della Cassazione, respingendo il ricorso presentato dalla difesa, lo ha condannato in via definitiva. Per il secondo evento si è ricorso alla Camera, nel gennaio 2002, che non ha concesso l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bossi (allora ministro delle Riforme) per l'accusa di vilipendio alla bandiera, ma la Consulta ha annullato la delibera di insindacabilità parlamentare, nella sentenza 249 del 28 giugno 2006. All'inizio del 2006 la pena prevista per il reato di opinione è stata modificata, dall'originaria detentiva (che prevedeva fino a tre anni di reclusione), ad una pecuniaria (multa fino al massimo di 5000 euro). Bossi ha chiesto poi che anche la multa gli venisse tolta, in quanto europarlamentare, ma la Cassazione ha rigettato il ricorso confermando la condanna a pagare 3 mila euro di multa. Manuela Marrone in Bossi siciliana emigrata a Varese, 53 anni, maestra elementare sarà la seconda compagna di vita di Umberto. Senza di lei, forse, il talento creativo e disorganico di Bossi non avrebbe mai trovato un ancoraggio certo. La nostra relazione era già cominciata e venni a sapere che era sposato e, soprattutto, che aveva un bambino piccolo. Lì per lì, ammetto, ero tentata di mollare tutto". Ma fu l’esatto contrario: Manuela diventerà la seconda moglie di Bossi, gli darà tre figli (Renzo, Roberto Libertà e Sirio Eridano) e sarà una delle colonne della Lega. Se Bossi a scuola non ha studiato la colpa è forse di qualche insegnante meridionale? Quando nell'inno di Mameli si parla di "schiava di Roma" il riferimento và alla "dea Vittoria" come augurio di una sicura riuscita della guerra di indipendenza, non al popolo italiano "SCHIAVO" come pensa il "filosofo" Umberto Bossi. Se poi questo personaggio, non sopporta più i suoi parenti siciliani (compresi i tre figli), non può certo prendersela con tutto il mondo che vive oltre il PO. Tantomeno poi se non gli piace come insegna la moglie, che mandi via solo lei. In Italia esiste il divorzio, non serve certo fare la secessione! Bisogna che la Lega chiarisca una cosa. "TERRONI" e "MERIDIONALI" non sono la stessa cosa che si informino. |
Reuters 20-07-08: Il leader della Lega e ministro delle Riforme Umberto Bossi ha detto oggi di essere pronto a dialogare con l'opposizione e ad accettare proposte anche sul federalismo. Bossi, parlando oggi a Padova al congresso della Liga Veneta-Lega Nord, ripreso dalle telecamere, ha detto che dal suo partito non ci sono chiusure verso il Pd e il suo segretario Walter Veltroni sul tema della riforme. Ieri, Bossi ha detto che resterà al fianco del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui tempi della riforma della giustizia, che il premier vuole realizzare nei prossimi mesi. "Io non scarico i miei alleati. La riforma della giustizia è cosa che vuole Berlusconi e se la vuole lui va bene anche a me", ha detto ieri a Venezia, aggiungendo che occorrerebbe far eleggere i magistrati dal popolo. Alla manifestazione di oggi, Bossi non ha mancato di sollevare polemiche, facendo un gestaccio sul passaggio dell'inno nazionale su cui si dice "schiava di Roma". "L'Italia schiava di Roma...toh dico io", ha detto Bossi, alzando il dito medio, secondo quanto riferito dai media. Il leader del Carroccio si è poi espresso sulla riforma della scuola, auspicando per gli istituti padani solo professori del nord. http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=15093&cat=politica |
Adnkronos 17-07-08: Le amministrazioni dovranno inoltrare obbligatoriamente la richiesta di visita fiscale anche nel caso di assenza per un solo giorno. Lo prevede la circolare firmata dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta insieme ad un regime orario più ampio per la reperibilità al fine di agevolare i controlli. Il testo indirizzato a tutte le pubbliche amministrazioni al fine di fornire indicazioni circa l'applicazione della nuova disciplina in materia di assenze dei pubblici dipendenti contenuta nell'art. 71 del decreto legge n. 112 del 2008. La circolare, che è stata inviata alla Corte dei Conti per la registrazione, si legge in una nota, chiarisce il nuovo regime delle assenze per malattia introdotto dal provvedimento, sia dal punto di vista della retribuzione spettante in caso di assenza sia per le modalità di certificazione. La decurtazione della retribuzione si applica ad ogni evento di malattia, a prescindere dalla durata, e riguarda i primi dieci giorni di assenza. Più precisamente, in caso di assenza per malattia, per i primi dieci giorni di assenza, è corrisposto al dipendente il solo trattamento economico fondamentale (stipendio) con esclusione di ogni altra indennità o emolumento. In pratica, precisa il ministero della Funzione Pubblica la decurtazione della retribuzione per i primi dieci giorni di assenza riguarderà solo il trattamento accessorio, che varia a seconda dei contratti collettivi di comparto e che può essere mediamente quantificata in un 25-30% della retribuzione complessiva. Per quanto concerne le modalità di certificazione della malattia, si specifica che il terzo evento di malattia nell'anno solare e le assenze superiori a dieci giorni debbono essere giustificati con la presentazione all'amministrazione di un certificato medico rilasciato dalle strutture sanitarie pubbliche o dai medici convenzionati, in quanto parte del Sistema sanitario nazionale. Non solo. I dipendenti della pubblica amministrazione che saranno beccati a svolgere un secondo lavoro in nero potranno essere licenziati. A margine di un incontro con i dirigenti dei ministeri, Brunetta spiega che sono in via di definizione una serie di programmi di collaborazione con la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti che dovranno fornire utili strumenti. Il ministro aggiunge quindi che la funzione della Gdf, in particolare, sarà quella di stanare chi svolge un secondo lavoro non in regola: Punteremo sull'evasione fiscale operata dai pubblici dipendenti. Se svolgono un secondo lavoro in nero evadono fiscalmente e quindi saranno soggetti alle conseguenze. Guarda il video: http://www.youtube.com/watch?v=bKwvUBYdjXE Una boiata pazzesca con spreco di energie e denaro pubblico. Vi spiego perchè! Dipendente che alle 8.00 del mattino avvisa che stà male. L'ufficio avvisa la ASL, reperisce il medico e lo invia al domicilio, ipotizzando che sia l'unico caso da controllare, arriverà sul posto verso le 11.00 probabilmente insieme al medico di famiglia, che a sua volta deve visitare il paziente. A questo punto il medico della ASL cosa dovrebbe fare? Se arriva per secondo prende atto della diagnosi del collega e se ne va. Se invece arriva per primo dovrebbe a sua volta visitare il malato? A quel punto l'altro medico a cosa serve? |
Adnkronos 16-07-08: Bruxelles. La Commissione europea ha avviato un'indagine formale sugli aiuti di Stato concessi al progetto integrato di centrale elettrica a carbone del Sulcis, in Sardegna, chiedendo la sospensione del progetto. Lo rende noto un comunicato diffuso a Bruxelles. L'Italia intende sovvenzionare il funzionamento di una centrale elettrica, ancora da costruire, acquistando parte dell'elettricita' prodotta a prezzi superiori a quelli di mercato. La centrale dovrebbe vendere la restante energia elettrica alle imprese locali ad alto impiego di energia a prezzi inferiori a quelli di mercato. Mò so cazzi tuoi: http://www.youtube.com/watch?v=Zjh42nsncFs&feature=related |
Da Wikipedia: L'immunità penale per i parlamentari è stabilita dall'art. 68, comma 2 Cost. che recita: "senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza". È quindi consentito: sottoporre ad indagini i parlamentari senza richiedere l'autorizzazione della Camera di appartenenza; arrestare il parlamentare in presenza di una sentenza irrevocabile di condanna; trarre in arresto il parlamentare nel caso in cui sia colto nell'atto di commettere un reato per cui è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Mentre non è consentito all'autorità giudiziaria, senza la preventiva autorizzazione della Camera: sottoporre a perquisizione personale o domiciliare il parlamentare; arrestare o privare della libertà personale il membro del Parlamento ad eccezione di una sentenza irrevocabile o della flagranza; procedere ad intercettazioni delle conversazioni o comunicazioni e a sequestro della corrispondenza. Altra prerogativa dei parlamentari è l'insindacabilità. Il parlamentare non può essere chiamato a rispondere per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle funzioni (c.d. insindacabilità, art. 68, primo comma, Cost. come modificato dalla Legge cost. 29 ottobre 1993n.3, che ha anche abolito l'autorizzazione a procedere). In altre parole egli non ha nessuna responsabilità penale, civile, amministrativa o patrimoniale per tali attività. E rispetto ai suoi elettori, è anche esente da "vincolo di mandato". Secondo la legge n. 140 del 2003 la Camera di appartenza del parlamentare può essere chiamata a pronunciarsi sul fatto che un determinato comportamento rientri o meno nell'ambito di applicazione della insindacabilità. Ove il giudice competente dissenta egli può sollevare conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale. Il parlamentare gode inoltre di ulteriori prerogative. (c.d. inviolabilità, art. 68, secondo e terzo comma Cost.). L'immunità è concessa al parlamentare in virtù della sua carica pubblica. Qualora egli decada dalla carica, mentre rimane ferma l'insindacabilità relativa al periodo in cui era nell'esercizio delle funzioni (quindi, in sostanza, per le opinioni e per i voti che ha espresso nella sua qualità di parlamentare), cessa la cosiddetta inviolabilità ed il soggetto può tornare a subire i provvedimenti in precedenza soggetti ad autorizzazione. Popolo sei nà monnezza: http://www.youtube.com/watch?v=gK3c4tNv3lk&feature=related |
"Il sacrificio della nostra patria è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e le nostre infamie" TRAMA: Alessandro Ortis, il cui nome è nelle liste di proscrizione del nuovo Governo, dopo aver assistito al sacrificio della sua patria si ritira, triste e inconsolabile, sui colli Euganeidove vive in solitudine e scrivendo a un suo amico, trattenendosi a volte con il curato, con il medico e con altre persone buone e leggendo loro e ai contadini che si affollano intorno a lui le "Vite" di Plutarco e il manuale Cencelli. Un giorno aiuta i cittadini a difendere i propri diritti, viene cosi a sapere dalla stampa che non è amato in parlamento. Ai primi di luglio si reca a Roma e conosce degli onorevoli della Lega, qui trova falsi amici, s'annoia, si tormenta e, dopo 30 giorni con decreto legge è licenziato. I giorni passano nella contemplazione degli spettacoli della natura e nell'amore per l’Autorità per l’energia. Sente che lontano da lei è come essere in una tomba ed invoca l'aiuto della divinità. Si ammala e, al padre di un senatore che lo va a trovare, rivela il suo amore per la giustizia. Appena può lasciare il letto scrive una lettera d'addio. Si reca a Ferrara, Bologna, Firenze, Milano, portandosi sempre dietro l'immagine del primo ministro, sentendosi sempre più infelice e disperato. Vorrebbe fare qualcosa per la sua infelice patria ma Bossi, con il quale ha un ardente colloquio, lo dissuade da inutili atti d'audacia. Inquieto e senza pace decide di andare in Francia ma, arrivato a Nizza, si pente e ritorna indietro. Quando viene a sapere che il suo ufficio è stato chiuso, sente che per lui la vita non ha più senso. Ritorna ai colli Euganei per rivedere degli amici, poi va a Udine per riabbracciare la madre, poi ancora torna sui colli e qui, dopo aver scritto una lettera a Berlusconi e l'ultima all'amico Catricalà, si uccide, piantandosi una bolletta dell’ENEL nel cuore e dell'ENI in bocca. Tutti a pecoroni: http://www.youtube.com/watch?v=765wKrSbWY8 |
Milano, 26-06-08: L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha inflitto sanzioni per un totale di 264.937,04 Euro a nove società di vendita e di distribuzione, per scorretta misurazione del gas consumato dai piccoli consumatori. L’Autorità ha anche avviato 14 istruttorie nei confronti di altrettante società di distribuzione per la non corretta misurazione del gas ai clienti di maggiori dimensioni. Inoltre, una sanzione di 1,5 milioni è stata inflitta ad Aem Gas Spa, per ritardi nel pronto intervento gas. Le relative delibere (10-06-08, VIS n. 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59). Errate contabilizzazioni di bollette gas: Le sanzioni per l’errata contabilizzazione delle bollette del gas sono l’esito delle prime 13 istruttorie concluse dall’Autorità nell’ambito delle indagini su 43 operatori (di cui 7 imprese di distribuzione e 36 imprese di vendita di gas), avviate con la delibera n. 300/07 per verificare il corretto utilizzo del coefficiente ‘M’ (*). In particolare, per nove delle 13 società per cui il procedimento si è già chiuso (Eni, Enel Energia, Metanfriuli, Metanalpi Val Chisone, Metanalpi Sestriere, ET Servizi Tecnologici, ET Servizi Commerciali, Agrigas, Eta3) è stata accertata l’applicazione di un coefficiente "M" con valori superiori a quelli fissati, a danno dei clienti finali che hanno pagato importi maggiori di quelli dovuti. Le altre 4 società (Asec, Gas Natural, Powergas, Energeia) hanno invece dimostrato la propria estraneità ai fatti contestati. L’avvio delle istruttorie ha comunque indotto alcune società coinvolte ad attivarsi, nel corso del procedimento, per rimuovere completamente le cause e le conseguenze della violazione commessa. Tali società infatti hanno dimostrato di aver nel frattempo provveduto ad applicare i valori corretti, nonché a restituire ai clienti finali le somme indebitamente pagate, giustificando così l’applicazione, nella maggior parte dei casi, della sanzione minima prevista dalla legge n. 481/95 (25.822,84 euro); inoltre, così facendo, è venuta meno l’esigenza di adottare i provvedimenti prescrittivi. Alle due società che invece hanno omesso di fornire la prova dell’avvenuta restituzione (ET Servizi Tecnologici, ET Servizi Commerciali), l’Autorità ha intimato di procedere ai conguagli. Gli altri procedimenti avviati con la delibera n. 300/07 sono ad uno stadio avanzato di istruttoria. L’Autorità per l’energia elettrica ed il gas ha anche avviato 14 istruttorie formali, (gli atti di avvio sono in corso di notifica da parte del Nucleo speciale tutela dei mercati della Guardia di Finanza), nei confronti di altrettante imprese locali di distribuzione del gas, che potrebbero concludersi con sanzioni e/o con l’ordine di cessazione della condotta lesiva dei diritti degli utenti. L’intervento è motivato dalla non corretta applicazione del coefficiente K (*), che serve per determinare l’energia effettivamente consumata ed effettuare una corretta fatturazione ai clienti di maggiori dimensioni (ad esempio, industrie, grandi utenze artigianali o condomini). Dagli elementi in possesso dell’Autorità non risulta che le società interessate abbiano già rimediato all’errore, né che abbiano provveduto ai conguagli in favore dei clienti finali, ove necessari. Perciò, alle società di distribuzione è stato intimato di applicare il coefficiente K, nei valori stabiliti dall’Autorità, già a partire dalla prossima fatturazione. Entrambe le azioni sopra menzionate, fanno parte di un più ampio quadro di iniziative assunte dall’Autorità in seguito all’istruttoria conoscitiva su tutto il territorio nazionale per la corretta applicazione dei due coefficienti di misura "M" e "K" (avviata con delibera n. 124/07). I risultati di questa istruttoria, conclusa nel settembre 2007 (delibera n. 227/07), sono stati già acquisiti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano nell’ambito di una propria indagine. Sanzione di 1,5 milioni ad Aem Gas per ritardi nel pronto intervento. L'Autorità per l’energia elettrica e il gas ha anche imposto una sanzione di 1.493.000 euro ad AEM Distribuzione Gas e Calore S.p.A per aver violato, nel 2006, l’obbligo di servizio per le imprese di distribuzione del gas di intervenire sul luogo della richiesta entro 60 minuti, per almeno il 90% delle chiamate di pronto intervento. La condotta illecita è legata allo scoppio in Via Lomellina a Milano che, nel settembre del 2006, causò il crollo di uno stabile e la perdita di quattro vite umane. A seguito dell’incidente AEM Gas registrò infatti un incremento di richieste di pronto intervento cui non diede efficace risposta. La delibera (VIS 46/08) è disponibile sul sito www.autorita.energia.it. La condotta della società è stata ritenuta grave in quanto idonea a mettere a rischio la sicurezza del servizio di distribuzione e l’incolumità delle persone e delle cose. Nello stabilire l’entità della sanzione è stato però riconosciuto che AEM Gas si è adoperata affinché tutte le richieste di intervento fossero evase, seppure con ritardo, adottando alcune misure per fronteggiare la situazione di emergenza. Analisi aumenti Elettricità e Gas dal 1° Luglio 2008: http://www.autorita.energia.it/com_stampa/08/080627_cs.pdf |
All'indomani della manifestazione di piazza Navona ancora non si sono spenti gli echi delle ingiurie e le volgarità, a Montecitorio la consegna tra le file del Pd è di prendere le distanze dall'ex pm. IlTempo 10-07-08: Così il vicepresidente dei deputati del Pd Marina Sereni non ci pensa due volte a puntare il dito contro Di Pietro che ha fatto una manifestazione "più contro il Pd e il presidente Napolitano che contro Berlusconi". La bocciatura definitiva arriva nel pomerigio dallo stesso Veltroni: "La manifestazione è stata il più bel regalo che Berlusconi si potesse aspettare.Una sinistra riformista non va in una piazza nella quale si ascoltano follie come gli attacchi al Quirinale, gli attacchi al Papa... Spesso portati da persone che dovrebbero mostrare il proprio curriculum di impegno civile prima di dare lezioni". E aggiunge: "Sembrava che la sceneggiatura l'avesse scritta Berlusconi". Poi lancia l'ultimatum a Di Pietro: "Decida se stare con noi, in un'area riformista e prenda l'impegno conseguente o se stare con Grillo e Travaglio". Poi, sull'accordo con l'Idv, dice: "In quel momento fu giusto. Abbiamo aiutato il Parlamento a non essere frammentato". Ma al di là delle dichiarazioni è stata la linea assunta dal Pd durante la votazione del lodo Alfano nelle commissioni della Camera, a parlare chiaro. Il Partito democratico ha sì votato contro il blocca-processi ma non ha usato lo strumento dell'ostruzionismo per rallentare i lavori. Tant'è che il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia, Enrico Costa, ha riconosciuto che "da parte dell'opposizione il clima è stato di grande concretezza e confronto". Non solo. Sono stati presentati dall'opposizione 280 emendamenti ma secondo gli esperti del regolamento della Camera, solo 22 del Pd dovrebbero essere soggetti a votazione. Insomma non ci sarà ostruzionismo nemmeno in Aula. Nella discussione di oggi in Aula che dovrebbe concludersi con il voto in serata, il Pd ha iscritto a parlare una trentina di deputati e tutti cominceranno leggendo uno stesso breve testo in cui viene ribadito che l'unica cosa che interessa alla maggioranza è garantire l'impunità al presidente del Consiglio. Malesseri sono emersi anche nell'Udc con 15 deputati che erano per l'astensione e 14 per il no. Tuttavia, tutti hanno accettato poi il principio della disciplina di gruppo. Quindi oggi l'Udc si asterrà. Casini spiega: Il ddl Alfano è solo un rattoppo, tuttavia il danno è ridotto perchè così almeno i processi non vengono bloccati. La Democrazia: http://www.youtube.com/watch?v=KpHSyTtc_ss |
Post n°266 pubblicato il 10 Luglio 2008 da russocaio
ASCA 10-07-08: Senza adeguata vigilanza, le imprese non avrebbero difficoltà a trasferire sui prezzi l'effetto ''Robin tax''. Lo afferma il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, Alessandro Ortis, ricordando che l'Authority ha già assunto un primo provvedimento per evitare tali operazioni con la richiesta alla Guardia di finanza di collaborare nell'attività di vigilanza. ''Non vi è dubbio che, afferma Ortis, in assenza di una forte ed immediata iniziativa le imprese non avrebbero alcuna difficoltà a trasferire interamente sui prezzi tale maggiorazione di imposta. Ciò è particolarmente vero nei settori del gas e dei prodotti petroliferi, i cui mercati appaiono più che imperfetti dal punto di vista del livello competitivo'' Le "opposte" dichiarazioni degli ex compagni di merende Enel & Eni CONTI, DONAZIONE? PAGHIAMO TASSE E SIAMO PIU' COLPITI DI ALTRI Roma, 10 lug - L'Enel farà una donazione al fondo sociale per aiutare le fasce deboli colpite dal caro petrolio? ''Siamo dei bravi cittadini, paghiamo le tasse fino in fondo e siamo colpiti più degli altri''. Cosi ha risposto l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, interpellato a margine della relazione dell'Authority per l'Energia. SCARONI, DONAZIONE A CARICO DEGLI AZIONISTI NON DEI CONSUMATORI Roma, 10 lug - La ''Robin tax'' non sarà scaricata sui consumatori, ma andrà a carico degli azionisti. Lo ha assicurato l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, a margine della relazione annuale del presidente dell'Authority energia, Alessandro Ortis, che oggi ha parlato di un rischio di traslazione della tassa a carico dei consumatori. Scaroni, confermando che l'impatto della ''Robit tax'' sui conti dell'Eni sarà inferiore ai 500 milioni, ha specificato che ''questa cifra andrà a carico degli azionisti e non certo dei consumatori. Non abbiamo nessuna intenzione di ricaricare questo aggravio'' Nei giorni scorsi l'Eni ha annunciato una donazione di 200 milioni di euro al fondo. Entrambe sono aziende pubbliche. Sia Conti che Scaroni incassano milioni di euro a nostre spese. Conti lascia intendere di essere sull'orlo del baratro mentre Scaroni non batte ciglio e si adegua. Cosa ci sarà sotto a questo diverso approccio verso la Robin Tax? |
AffariItaliani 12-06-08: Brutte notizie per i fannulloni: i dipendenti pubblici che timbrano il cartellino e poi escono per lavorare altrove, oppure che si fingono malati, rischiano una condanna per tentata truffa e una pena fino a tre anni di reclusione. E' quanto si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna inflitta ad un uomo, impiegato del Comune di Acerra, dalla Corte d'appello di Napoli. L'imputato, secondo quanto emerso nelle indagini, aveva indotto in errore l'ente locale presso cui prestava servizio "mediante artifici e raggiri", ossia facendo apparire la sua presenza in ufficio in determinati giorni, oppure presentando certificati per malattia, mentre in realtà svolgeva un secondo lavoro in un bar, dove svolgeva mansioni sia al banco che alla cassa. La Suprema Corte (quinta sezione penale, sentenza n.23623) ha rigettato il ricorso dell'imputato contro la condanna inflittagli rilevando che "nel provvedimento impugnato vi è richiamo a plurimi dati, rappresentanti da deposizioni e servizi di appostamento", alla luce dei quali emergeva la situazione di doppio lavoro. E proprio alla luce di questo, ecco la prova "dell'ingiusto profitto" ai danni del Comune, messo a punto dall'uomo per avere "un'indebita retribuzione di giornate lavorative". L'entità della pena ora sarà rideterminata dalla Corte d'Appello perchè è venuta meno la condanna per l'alterazione del badge di servizio. Vita da Statale: http://www.youtube.com/watch?v=3RfGljpdygk Sulla sentenza nulla da eccepire, mi chiedo. Come è possibile che un dipendente possa agire in questo modo? Il sindaco e l'assessore cosa facevano? Il diretto superiore di questo tizio perchè non controllava? Acerra non è una metropoli (45.000 ab.) era facile vedere in giro questo signore, ma nessuno parlava! La verità è che se uno può comportarsi in questo modo, è perchè altri lo permettono. Inutile poi dargli la croce, evidentemente funziona cosi. Casualmente in questa città si trova "Il Museo di Pulcinella" |
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