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Messaggi del 28/04/2018
Post n°14458 pubblicato il 28 Aprile 2018 da Ladridicinema
Tag: recensioni I Tucci sono una famiglia povera di un piccolo paese del Lazio. Padre, madre, una figlia vanitosa e un figlio genio, costretto a fingersi idiota per stare al passo con la famiglia. Con loro vivono anche il cognato, botanico ma nullafacente, e la nonna, patita di serie TV. Un giorno accade qualcosa di completamente inaspettato: i Tucci vincono cento milioni di euro. Sull'onda dell'emozione decidono di mantenere segreta la vincita, ma, come spesso succede in questi casi, una parola di troppo scappa dalla bocca del capofamiglia e ai Tucci rimane soltanto una soluzione, prima di essere perseguitati da sedicenti amici e conoscenti: scappare. Nel bel mezzo della notte fanno le valigie e partono. Destinazione: Milano. La città che la signora Tucci sognava da ragazza prima di sposarsi. Una volta arrivati e preso possesso della loro nuova vita da miliardari, i Tucci si rendono conto che i tempi sono cambiati; i ricchi di oggi non sono più come quelli di una volta. Oggi sono tutti low profile, mangiano poco o niente, sono ecologisti, fanno beneficenza, si tengono in forma, vanno in giro con biciclette o macchinette elettriche. Essere ricchi, oggi, è diventata una gran scocciatura. E questa scoperta renderà le cose molto diverse da come i Tucci se le aspettavano. CAST
- REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON: GROUPAMA ASSICURAZIONI, IMPREBANCA, ESSEQUAMVIDERI (AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT). CRITICA"Satira sociale? Ridateci le Vacanze intelligenti di Sordi! Fausto Brizzi la butta in grottesco con Brignano e De Sica che coltivano i propri eccessi trash e la non inedita trovata dello scambio di persona. Ma il peggio viene quando si vuol far la morale: meglio tornare poveri e sinceramente cafoni. Catalogo di banalità e volgarità, con una inevasa voglia di ridere e la Mazzamauro che sembra tornata in Fantozzi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 dicembre 2016) "Ovvia la morale conclusiva insita in un titolo non distante dall'evergreen di Dino Risi. Remake 'all'italiana' del francese 'Les Tuche', il decimo film di Fausto Brizzi soddisfa le aspettative di comicità (...) e di freschezza nel racconto di un'attualità ontologicamente ridicola. L'assist di garanzia arriva dalla navigata verve di un Christian De Sica dal capello permanentato e da comprimari di livello, tra cui una ritrovata Anna Mazzamauro, nonna di questi tempi. (...) Film godibilissimo, con trovate e battute esilaranti nonché camei dal pedigree pop." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 15 dicembre 2016) "Natale è cinepanettone e De Sica sa come servirlo. Con i soliti cliché e gli stessi refrain volgari (...). II pubblico fedele, ma solo quello, si divertirà. (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 15 dicembre 2016) "Piacerà a chi come noi è convinto che Fausto Brizzi valga di più dei film che ordinariamente gli fanno fare. Qui è partito da premesse disastrose (come rifare un film francese e ritrovarsi un De Sica anche più caricato del solito) ma ha saputo trovare l'idea vincente assegnando i compiti di narratore a un ragazzino, l'unica testa pensante nella trucidissima famiglia." (Giorgio Carbone, 'Libero', 15 dicembre 2016) "Una cosa, anzi due, sul 'via libera' per questa farsa regionalistica, altrimenti invedibile: la 'maschera' di De Sica, barba e riccioletti rossi di uno 'sporco e buono' d'oggi in un borgataro d'altri tempi, tempista e plastico incapace; e il modesto, ma evidente sforzo di intreccio almeno nel sensato finale. Per il resto, c'è tutto il resto: una poco verosimile Italia di sottocultura, la voce fuoricampo del ragazzino saggio, la carrellata dei brand da 'product placement' per gli arricchiti, paradossi senza graffio." ('Nazione-Carlino-Giorno', 15 dicembre 2016) "Ci voleva un remake dal francese 'Les Tuche' (2011), passando per i nostri 'Un povero ricco' e il segmento diretto da Sordi di 'Dove vai in vacanza?', per restituirci un Fausto Brizzi quasi ai livelli dei primi 'Notte prima degli esami' (2005) ed 'Ex' (2009). De Sica ruggisce come il vecchio leone delle farse di Natale (anche la bizzarra capigliatura aiuta a vederlo come il re della giungla), così potente da lasciare spazio ai coprotagonisti tra cui spicca un dolcissimo Brignano innamorato e una Mazzamauro inossidabile." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 29 dicembre 2016) "Funziona la coppia cinepanettoniana De Sica-Brignano. (...) Ovvie complicazioni, svariate risate e rare cadute di gusto. Christian De Sica, oscena capigliatura arancio, si conferma un finto guitto di classe, il più misurato Enrico Brignano un complice molto intonato." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 29 dicembre 2016)
Post n°14457 pubblicato il 28 Aprile 2018 da Ladridicinema
Tag: recensioni Tom Sherbourne è un ex soldato britannico che anela alla quiete. Spezzato dagli orrori della Grande Guerra, chiede di essere assegnato come guardiano del faro a Janus Rock, battuto dal vento e a pochi chilometri dalla costa. Nel viaggio incontra Isabel, una giovane donna intrepida che gli chiede di sposarla. Travolto dalla sua bellezza e dalla sua energia, Tom 'accetta' e ricomincia a vivere. Ma l'amore non basta ad affrontare la tempesta che minaccia all'orizzonte: due aborti spontanei e una bambina portata dal mare che la madre naturale torna a reclamare. Sospeso tra due oceani e indeciso sulla cosa giusta da fare, il melodramma di Cianfrance è un faro spento contro cui si arena un bastimento di intenzioni che non trova eco empatico nello spettatore. La bellezza dei quadri, i ritmi visivi solenni, le note 'rigogliose' di Alexandre Desplat, il valore interpretativo degli attori, su tutti lo 'spiaggiato' guardiano di Michael Fassbender, non sono sufficienti a correggere la 'portata luminosa' del film, che resta inespressiva e inespressa. La storia sullo schermo ha il respiro di un romanzo di Nicholas Sparks mentre svolge la vita di una famiglia costruita clandestinamente. Perché Tom e Isabel strappano alla furia del mare e alla madre legittima una bimba di pochi mesi. Il film interroga allora un uomo e due donne alle prese con un dilemma morale. Da una parte il dramma di una donna risoluta a non abbandonare la figlia che ha 'adottato' e allevato, dall'altra il dramma di una madre che ha creduto perduta la sua bambina. Una bambina con cui adesso non riesce più ad accordarsi. Tra loro, un uomo crollato sotto il peso del rimorso e della colpa. Dato il triangolo e i loro angoli, il film scivola liscio privilegiando la forma al (pro)fondo. Cianfrance cavalca il movimento ondoso dei paesaggi, eludendo i marosi interiori e l'approfondimento psicologico dei personaggi, in balia della loro emotività.
Post n°14456 pubblicato il 28 Aprile 2018 da Ladridicinema
Tag: recensioni
“Sono venuto per passare il Natale tutti insieme, non siete contenti!?” è l’unico momento in cui Natale a Londra raccorda titolo e storia, per il resto sempre di più i film natalizi con Lillo e Greg sono commedie buone per qualsiasi momento dell’anno, sia nell’ambientazione che soprattutto nello svolgimento. Se il film di Natale era (e come Boldi dimostra ancora è) un genere, questi non lo sono, a prescindere da quel che dice il titolo. Quelli con la coppia romana, tra alti e bassi, sono film di equivoci e sdoppiamenti, inganni e scambi di posto ma mai finalizzati alla farsa. Come sempre quel che fa ridere i due e che innesca bene le loro gag è un gioco di sotterfugi in cui qualcuno si finge qualcun altro, in cui c’è una doppia identità o un mascheramento, in cui si può parlare un doppio registro e dare due significati alle azioni. Anche nel loro primo esperimento, il segmento di Colpi di fulmine, con un fine romantico e tenero, interpretavano due personaggi doppi. È ancora una volta quindi l’impronta di Lillo & Greg, sebbene non sono accreditati come sceneggiatori, a dare una forma al film.
Con tutto il romanticismo profuso (Eleonora Giovanardi è innamorata di Greg, Paolo Ruffini lo è invece diEleonora Giovanardi, Monica Lima e Enzo Iuppariello si amano ma per farlo ingelosire lei si fingerà invaghita diPaolo Ruffini) c’era da aspettarsi un trionfo di neve e alberi di Natale e invece no. Natale a Londra, letteralmente rifiuta il Natale tanto da doverlo inserire in una battuta, proprio come Natale col boss era costretto ad inserire un piccolo alberello ornamentale per non deviare troppo dal titolo. È tutto abbastanza ridicolo e finalizzato a tenere in vita qualcosa che va morendo ma in fondo sarebbe giustificabile e quasi interessante se la macchina funzionasse. Però non è così. Lillo e Greg sono fratellastri figli di un boss che si dispera perché gli mancano i soldi e non può viaggiare a Londra per vendere un suo ristorante, andranno loro due a fare il lavoro e si troveranno in mezzo ad una storia di debiti per uscire dalla quale decidono di rapire i cani della regina. In Natale a Londra tutto ciò che si affida ad un’attenta pianificazione o ai valori produttivi è un disastro, lo mostrano bene le scene con montaggio alternato oppure l’orribile rissa (così maldestra da spegnere anche lo slapstick diLillo) o la direzione degli attori che non sono comici (cioè Eleonora Giovanardi). Al contrario tutto ciò che è affidato ai singoli è quel che funziona, ovvero i già citati Lillo & Greg ma anche le esplosioni verbali di Frassica, l’unico a centrare (addirittura!) i tempi comici per intervenire.
Post n°14455 pubblicato il 28 Aprile 2018 da Ladridicinema
Tag: recensioni Fulvio è l'unico dei tre fratelli Canfora ad aver lasciato il paese d'origine per andare a lavorare in città. Vicecapo del personale in una grande azienda licenzia senza rimorsi fino a che non è lui stesso ad essere licenziato e, dopo essere finito in carcere per aver picchiato il proprio superiore, viene affidato al fratello, da anni parroco del paese in cui sono cresciuti. Costretto in un luogo lontano da ogni modernità Fulvio decide di aiutare la chiesa locale in crisi di fondi inventandosi un miracolo: fa credere a tutti che la statua del santo piange. Accorrono così turisti e pellegrini riempiendo le tasche degli esercizi locali fino a che il Vaticano non decide di mandare qualcuno a certificare l'evento, momento in cui Fulvio dovrà confessare la truffa e tutto il paese si armerà per convincere gli inviati della Santa Sede della veridicità del miracolo inventato.
Post n°14454 pubblicato il 28 Aprile 2018 da Ladridicinema
È stata svelata la line up completa dell’edizione 2018 del Concerto del Primo Maggio a Roma. Gli artisti che animeranno Piazza San Giovanni in Laterano sono: Gianna Nannini, Fatboy Slim, Max Gazzè & Form, Carmen Consoli, Ermal Meta, Sfera Ebbasta, Lo Stato Sociale, Cosmo, Le Vibrazioni, Calibro 35, I Ministri, The Zen Circus, Canova, Willie Peyote, Ultimo, Nitro, Achille Lauro E Boss Doms, Gazzelle, Francesca Michielin, Frah Quintale, Gemitaiz, Maria Antonietta, Galeffi, Mirkoeilcane, John De Leo, Wrongonyoue e Dardust Ft. Joan Thiele. La serata sarà condotta da Ambra Angiolini e Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, il concerto sarà trasmesso in diretta fino a mezzanotte su Rai 3. Si esibiranno al Concertone 2018 in qualità di vincitori di 1M NEXT 2018: Erio, La Municipàl e Zuin. Il vincitore assoluto verrà poi proclamato durante l’evento ed avrà la possibilità di ricevere i premi di SIAE, Nuovo Imaie, Altoparlante e MEI. Sul palco di Piazza San Giovanni suoneranno anche Esposito (vincitore di Area Sanremo - concorso partner di 1M NEXT fin dal 2016), Braschi (selezionato dal contest iLiveMusic), Giorgio Baldari (dal contest musicale per la Sicurezza Stradale #buonmotivo) e gli Indigo Face, band alternative-pop londinese che ha trionfato alla finale di 1MEurope 2018 che si è svolta al Cargo2 di Londra.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45