Creato da cuoredigabbiano il 29/05/2007

Adiacenze

Nelle adiacenze dell'anima...Pensieri, immagini, emozioni ed altro...

 

 

Thinking Blogger Award

Post n°66 pubblicato il 22 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

link

Sono felice di aver ricevuto un premio e da una persona dolce e sensibile come Grazia che, tra oltre al blog su libero (http://blog.libero.it/ilgiardinodigraz/), ne ha uno su tiscali, http://vocinelsilenzio.blog.tiscali.it/, in cui aiuta chi ha bisogno di far sentire la propria voce in un mondo dove l'indifferenza al dolore altrui è così "rumorosa".
 
Il mio blog, attraverso scritti vari, racconta un po' di me, del mio essere donna con gioie e paure, sogni e disillusioni, in una società dove tutto è così incerto, dove è sempre più difficile interagire positivamente con gli altri. Anche per questo, pur avendo un mio sito, ho aperto un blog, per poter condividere e comunicare con Voi. Qui, più che altrove, si riesce a entrare in contatto, pur se virtualmente, con persone che vivono emozioni e sentimenti più o meno simili. Ed è bello "sentire la voce" di tutti Voi, fa bene al cuore, lo riempie e mi dà la consapevolezza che in fondo, in questo mondo in corsa verso non si sa dove, c'è chi si ferma a guardarsi intorno e dentro per trovare risposte a domande che sembrano semplici ma che non hanno sempre una risposta... l'unica certezza è che, oggi più che mai, avvertiamo forte questa solitudine interiore mentre andiamo su strade buie e difficili da percorrere verso una meta sconosciuta a tutti.
 

Detto questo passo alla consegna del Thinking Blogger Award  rispettando le regole:

(5 Blogs That Make Me Think') e le tre regole base di questo meme:

1) partecipare al meme solo se si è stati nominati.

2) lasciare un link al post originario inglese ( ed eccolo qui )

3) inserire nel post il logo dello 'Thinking Blogger Award

 

I miei cinque nomi, a cui va il Thinking Blogger Award,   sono:

 

1) marea14, per il suo impegno sociale e civile. I suoi post sono sempre centrati sui problemi derivanti da una cattiva gestione politica, giuridica che porta al degrado generale del nostro paese.

2) goccedivaniglia, per la sua arte. Dipinge e scrive col cuore mentre la musica l'accompagna per sentieri non sempre facili.

3)carmen46c, per la sua forza di Donna. Dipinge, scrive, dà coraggio a tutti, ha sempre un sorriso per ognuno di noi.

4) bluewillow, per letture consigliate. Le sue segnalazioni e recensioni sono davvero interessanti.

5) speziale62 (ma qui son di parte) che ha un cuore grande grande. La  sua sensibilità traspare nelle immagini e nei colori delicati delle sue tele e dei suoi versi.

Ma darei l'award a tutti, ognuno di voi è speciale e trasmette sensazioni e messaggi importanti. E' stato difficile scegliere i primi 5 nomi, non me ne vogliano gli altri, in particolare: Fosco, Kiku0, Cinzia, Mario, Phil, e tutti, tutti voi.

 
 
 

Un filo di rossetto e via

Post n°65 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano


Carla ascolta il silenzio, lì dove scivolano i pensieri provenienti da viaggi lunghi e faticosi. Quel silenzio che sembra rompere i timpani dell’anima.
Da quando il suo compagno l’ha lasciata, il tempo trascorre lento. Con passo felpato avanza nel labirinto tondo delle ore scandite da lancette dure a muoversi su quel piatto polveroso e ruvido, attaccato dietro la porta della sua anima.
Le manca proprio quell’uomo o la compagnia di un uomo? Non era mai riuscita a stare da sola, né a mantenere un rapporto per lunghi periodi. E finita una storia, Carla ne cercava subito un’altra. Una sorta di dipendenza dall’uomo. Ne aveva sete e fame. Da qualche parte nascosto c’era il sogno di un grande amore. Quel sogno che cresce parallelamente al tuo corpo, alla tua anima. Sta lì, a volte lo curi, altre volte lo ignori, ma è sempre lì pronto ad affacciarsi quando lo invochi per aiutarti ad andare avanti, e darti la forza di rischiare. Di vivere, nonostante tutto, tra i meandri di rapporti che scivolano su letti ora tortuosi, ora lineari, insidiosi o sinceri.
Carla è di nuovo sola nella sua stanza affollata da ombre minacciose. Ne ha paura. Come una bambina si stringe forte, simulando quella posizione fetale in cui ci si sente al sicuro, protetti dal mondo esterno. Quel silenzio rumoroso le ricorda un episodio lontano, una tragedia di molti anni prima, ma così vicina da sentirne forte, nelle viscere, gli echi dolorosi.
Diciotto anni prima sua sorella era volata via. Chissà dove. Luisa era più piccola di un paio d’anni. Era una ragazza timida e introversa, debole. Il suo unico interesse era stato lo studio. Diplomata in ragioneria col massimo dei voti, grazie alle ore trascorse sui libri, si era impiegata a soli 20 anni nel Banco di Roma. Non aveva amici, non usciva, non andava a cinema o a prendere un gelato con un’amica. Qualche volta Carla aveva tentato di tirarsela dietro, ma lei rifiutava duramente. Quando Carla tentava di parlare con la sorella, questa ascoltava e si raccontava poco, qualche cenno, qualche parola. E tutto quello che sapeva della sorella, Carla l’aveva intuito giorno dopo giorno. Non l’aveva mai sentita amica, e forse neanche sorella. Carla aveva cercato di convincere la madre a rivolgersi ad uno psicologo. Ma la donna, vittima di quella mentalità che vuole lo psicologo come medico dei pazzi, si era sempre rifiutata.
“Lascia stare Carla, vedrai crescerà. E’ timida, ma lavorando, lottando nella vita, imparerà pian piano a reagire, ad uscire dal suo guscio.”. E finiva lì. Ma forse in cuor suo era anche lei preoccupata.
Carla osservava la sorella, cercava di capire, di parlarle. Forse era la paura di non essere all’altezza, si sentiva inferiore chissà per quale motivo e non aveva fiducia negli altri…Chissà quali esperienze viveva. A volte capita che, pur vivendo sotto lo stesso tetto, non si sa molto dei propri familiari. Come trascorrono le loro giornate fuori casa, se ridono, se hanno una vita sociale, se stanno bene in mezzo agli altri. Nella sua famiglia ognuno raccontava poco di se stesso. Non sempre si stava a tavola tutti insieme, non avendo tutti gli stessi orari. E quando capitava, c’era il telegiornale che zittiva anche chi aveva voglia di parlare.
Carla ricorda i primi mesi di lavoro della sorella. Era diventata più taciturna, più nervosa. Sicuramente per un tipo come lei era difficile l’inserimento in un ambiente di lavoro. Ma non immaginava fino in fondo le problematiche della ragazza. La vedeva assorta nei suoi pensieri, seduta su una poltrona vicino alla finestra. Da lì guardava il mondo con occhio sospetto, sofferto. Sempre più sofferto. Carla capiva che sua sorella stava sempre più male. Ma Luisa non voleva parlarne.
Cominciò a sentirla piangere di notte, in silenzio senza far troppo rumore. E Carla ne soffriva. “Forse le passerà, come dice la mamma. Reagirà. Di fronte ad un problema dopo il primo momento di riflessione dolorosa, poi si è costretti a reagire”. E Carla sperava in questo, perché non sapeva proprio come aiutarla.
E arrivò la reazione. Un mattino di quella maledetta primavera. Luisa era volata via, lasciando sul pavimento sotto la finestra le sue ciabattine rosa, quelle che Carla le aveva regalato per il suo 21° compleanno. Aveva deciso di volare in un altro mondo. In questo si sentiva fuori posto, inadeguata, a disagio.
Carla aveva trascorso giorni, notti, mesi e anni a cercare di capire quel gesto. A cercare di capire se e dove aveva sbagliato. Avrebbe potuto aiutarla? E come? Spesso durante futili litigi aveva incolpato la mamma di non aver saputo capire sua figlia. Aveva cercato di trasferire su quella donna, già sofferente, anche i suoi sensi di colpa. Ma tutti ormai vivevano, senza parlarne, il dolore per non aver saputo aiutare Luisa. La piccola, dolce, timida Luisa.
Questo senso di colpa Carla lo portava con sé. La condizionava nei suoi rapporti. Da allora aveva cominciato ad essere troppo oppressiva, sospettosa, materna nei rapporti con gli altri. E aveva paura della solitudine.
Carla piange ora, rompendo così quel silenzio rumoroso. Piange la morte della sorella, la sua morte.
Piegata su se stessa, come un gatto d’inverno acciambellato su un giaciglio di fortuna per ripararsi dalla pioggia e dal freddo, urla il suo dolore.
All’improvviso si alza. Va in bagno, fa una doccia fredda, quasi a voler levare le impronte degli angeli in volo. S’infila un abitino che mostra il suo bel corpo, quello che Luisa le aveva sempre invidiato. Mette un paio di scarpe col tacco a spillo. Scioglie i suoi morbidi capelli biondi, passa sulle labbra un filo di rossetto per dare luce al suo viso triste e via. Chiude dietro di sé la porta, lasciando la Carla vittima al buio. Mentre lei s’infila nel buio della città alla ricerca …di Luisa.

Maria

 
 
 

Alba sul mare

Post n°64 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

Alba sul mare
a sorseggiare le onde salate,
mentre s'infrangono sui pensieri
la loro agonia diventa mia.
La schiuma biancheggia
sotto la solitudine del cielo,
scappano i gabbiani
rincorrendo i silenzi lassù.
Infinita appare l'anima mia
e senza fondo,
ne respiro i vapori stillati
dalle pazze corse.
Ora raggomitolata
aspetto la risacca
per ricongiungermi labbra e mano
senza il rischio di annegare,
bloccata tra ieri e domani,
nella traccia misteriosa della vita.
 
Maria 16 dicembre 2007

 
 
 

Stringo il sole tra le mani

Post n°63 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

Guardo alla mia finestra
il sole calare lentamente nel mare.
Lo stringo tra le mani
e il cuore accende la mia malinconia.
 
Oh giovinezza dal profumo di zagara
sul corpo acerbo dei sogni
spronavi i passi palpitanti
per inebriarti dei colori della vita.
 
Oltrepassai il campo di grano
ma la mia veste si strappò
lasciandoti uno scampolo di bianco cotone
e ancora oggi il mio ventre ne è nudo.
 
Sui bordi del fiume ti ho cercata
per riprendere quello che credevo mio per sempre,
il respiro del tuo bacio
su labbra ormai deserte di te.
 
Percorro ora questi sentieri
sognando ancora l'amore, quello infinito,
bagnarmi l'anima ardente
al suono struggente di un lontano violino.
 
Maria 11 dicembre 2007

 
 
 

Mi guardo intorno e ho paura...

Post n°62 pubblicato il 09 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

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Ho paura. In momenti come questi ho paura. Sento la fragilità mia e di chi mi circonda e tremo.
Se mi soffermo un attimo e torno indietro nel tempo, mi rendo conto che sono trascorsi pochi attimi dal mio affacciarmi su quel terrazzino tra monti e valli, sotto il sole e la luna, tra il cattivo e il bel tempo. Non capivo allora quella strana alternanza, né il mutare del mio umore, del colore dei miei occhi e del sapore della mia pelle.
Mi giravo e rigiravo nei miei pensieri, cercando di capire il rebus, di intravedere chi dirige il gioco e di comprenderne la logica. Ma non riuscivo mai a incastrare le parole in modo tale da leggervi una risposta sufficientemente valida.
Da quei giorni ad oggi non è cambiato molto. Sono ancora qui a riempire le caselle vuote.
Che senso ha tutto questo?
Penso a quella farfalla vista stamani nel giardino della mia scuola, forse appena uscita dal suo bozzolo. Bellissima. Delicata. Ma ora sarà già adagiata sotto un filo d’erba per sempre noncurante delle alternanze.
Forse sta proprio qui la risposta? Vivere un pugno di ore, mostrarsi nella propria bellezza a chi ci passa accanto con passo attento e poi andarsene? Andarsene dove? Tremo. Non ho fede, l’ho persa, nel buio di certe ore, sul sentiero che dalla valle porta al monte o su quello che dal monte scende a valle. Ora sono ferma e non mi va di incamminarmi. Aspetto la luce del giorno.

 
 
 

Dedicata a Donna Carmela.

Post n°61 pubblicato il 09 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

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Su tela vergine s'adagia il pennello
ebbro di colori vince il nulla
e forgia ricordi, afferra sogni
custoditi laggiù nel buio dell'anima.
 
La passione divampa, avvolge,
consacra alla ragione
quei girasoli che inseguono
la pienezza del tempo.
 
Freme la tua mano, donna,
nell'attesa del tocco finale.
 
Ora a guardare quella creatura
il cuore di sorpresa rinasce.
L'arte è come quel cappellino:
fa ombra al dolore.
 
Maria 3 novembre 2007

 
 
 

Finita l’estate

Post n°60 pubblicato il 09 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

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Un tempo il mio passo forte andava
su salite erte rincorrendo
il volo dell’albratos
e ad ogni caduta
sofferente mi rialzavo
e sotto il pesco in fiore
incipriavo le ferite.
Oggi, finita l’estate,
mi fermo sotto quell’albero
a mirare lo spazio infinito
tra la terra e il cielo
e intingere le ciglia
nel colore dorato dei raggi
che sorridono al tempo
.

Maria

 
 
 

Passeggiando nei borghi

Post n°59 pubblicato il 09 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

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Per le stradine dei borghi
arroccati sui monti
ci perdiamo come bambini curiosi
a fianco di portoni
a rubare profumi di legna
che brucia nei camini.

Cascate di risa e di sospiri
riecheggiano tra torri e castelli
fin nei boschi addormentati.
Affondiamo gli sguardi
nelle pietre muschiate,
spuntano storie antiche
dipinte e incastonate
dallo scandire sordo
della memoria.

Arazzi rosei
si alzano sui tetti,
profumano i cuori
di viole e di lillà.
E si accendono luci
sul sentiero
che conduce i sogni
nelle nostre mani.

Maria

 
 
 

Solstizio d'inverno

Post n°58 pubblicato il 02 Dicembre 2007 da cuoredigabbiano

Molti non credono nella cura dei sogni, altri hanno vergogna di raccontare dei loro sogni o semplicemente di ammettere che sognano... I sogni sono il pane della vita, quelli che ci aiutano ad affrontare la scalata, a rialzarci dopo una caduta, a guardare avanti con quella luce che solo chi sogna e spera possiede. Lasciate aperta la porta ai sogni, lasciateli entrare e uscire, raccontateli ai vostri cari e... sognate, la realtà è già dura di per sè, ma senza sogni sarebbe insensato sperare di farcela! E' peccato non sognare!

 

Oggi il sole fugge

guardando di sbieco

chi attende la notte

per aprire

la porta ai sogni,

come fosse peccato

stenderli alla luce.

Maria

 
 
 

Il mondo è bello perchè è vario, ma...

Post n°57 pubblicato il 28 Novembre 2007 da cuoredigabbiano

Pochi sanno che sono le diversità
a rendere il bosco bellissimo...
ma molti profittano di esse
per renderlo pauroso.

Maria

 
 
 

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