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Le scale dell'Italia

Post n°175 pubblicato il 19 Aprile 2013 da giovannatilocca
Foto di giovannatilocca

Le scale della nazione Italia sono sempre più affollate. C'è chi le scende gradino per gradino, c'è chi ruzzola precipitosamente fino alle cantine, e c'è anche chi sosta nei pianerottoli. E poi c'è chi sale ai piani alti e va su sempre più velocemente.

Un tempo le scale della nazione Italia erano quasi deserte. Ciascuno trovava la sua collocazione in un piano e lì restava vita natural durante. Ci eravamo illusi che così sarebbe stato per sempre, invece abbiamo dovuto abbandonare la nostra posizione e, gradino per gradino, stiamo scendendo sempre più in basso. Ma in tutto questo via vai c'è chi si è barricato nel suo piano, non è sceso di un centimetro, e si tiene aggrappato alla propria posizione e dà calci a coloro che scendono perché si sbrighino e non intralcino il meritato bengodi. Vi piace tanto scendere le scale e prendere calci? Evidentemente vi piace, altrimenti vi sareste voltati e avreste preteso che tutti scendessero le scale, e che nessuno potesse darvi calci. Meditate, e ricordate che le situazioni cambiano dall'oggi al domani, senza nessun avvertimento. Oggi si può fare ciò che domani sarebbe impossibile. Controlliamo come vengono spesi i nostri soldi, pretendiamo dei tetti agli stipendi e alle pensioni, aboliamo la spesa per la politica e per le mille cariche che si sono inventati per rubare il nostro denaro, pretendiamo pulizia ed efficienza nelle istituzioni. Possiamo farlo, in primo luogo con il voto, e poi con l'attenzione all'operato di questi votati. Non distraiamoci, se non stiamo attenti corriamo il serio rischio di ritrovarci tutti nelle cantine dell'Italia con le ossa rotte.

E le cantine sono già affollate. Ci stanno i nostri figli, i licenziati, i disoccupati, i cassintegrati, gli esodati, i pensionati minimi, e tutti quelli che non conoscono le persone "giuste". I genitori, i piccoli imprenditori e artigiani, i commercianti, stanno lentamente scendendo le scale. Qualcuno ancora non si è accorto, ma non tarderà a trovarsi di sotto. C'è come una spinta invisibile che ti trascina verso il basso e non puoi farci niente. La chiamano crisi e si abbatte su quasi tutti i settori lavorativi. Secondo me è la decadenza del nostro sistema economico che non regge più e si sfalda pezzo per pezzo. Una crisi si risolve, la decadenza procede e lascia ruderi e  macerie. Credo che in tale situazione ai cittadini non resti altro che cercare di rendersi autonomi ed esigere dal sistema il minimo di intrusione e il massimo dell'efficienza. Solo con la libertà di lavorare e produrre la popolazione può sperare di riuscire a soddisfare i propri bisogni. Continuando a tartassare con la burocrazia e le tasse si otterrà solo una massa di diseredati e un paese nel totale caos. Qualcuno ai vertici è in grado di capirlo? Lo dimostri!

 
 
 
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