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Mercatino estivo ad Alghero

Post n°224 pubblicato il 15 Luglio 2014 da giovannatilocca
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Ciò che emerge è il mancato mercatino estivo ad Alghero. Non a San Giovanni, non in luglio al Balaguer, e poi si vedrà. Ma se vogliamo guardare un po' più in fondo vediamo una amministrazione lontana le mille miglia dalle preoccupazioni dei cittadini, dalla loro quotidiana lotta per sopravvivere alle continue richieste di denaro dello Stato, della Regione, del Comune. Tutti vogliono soldi da quegli incauti che si arrischiano a intraprendere una qualsiasi iniziativa o da quei risparmiatori che hanno voluto investire i propri soldi in un immobile. Chi ha stipendi e pensioni (e i "politici" in gran parte sono tra questi) non ha la più pallida idea di cosa voglia dire cercare di mettere insieme il denaro necessario ad affrontare dignitosamente l'esistenza con una attività autonoma. In gran parte i "politici" sono i primi che credono che i cittadini si arricchiscano in maniera spropositata con il loro lavoro utilizzando le risorse comuni. Infatti in città il benessere si taglia a fette, si nota ad ogni piè sospinto. Ne sono testimonianza le serrande arrugginite abbassate che aumentano di giorno in giorno e i cartelli AFFITTASI e VENDESI che si moltiplicano sugli immobili ...
E' arrivato il momento di cambiare sistema. E' evidente che la strutturazione dell'amministrazione cittadina non è più funzionale ad un mondo che è cambiato. Occorrono persone più attente ai bisogni concreti del cittadino e soprattutto occorre che chi si offre per operare delle scelte non abbia nessun interesse diretto e che venga cambiato il più spesso possibile.
Chi ci sta amministrando è in maggioranza il frutto di un mondo vecchio, inacidito e ammuffito. E' intriso di pregiudizi che gli fanno ritenere giusto che un amministratore debba godere di privilegi e che possa prendere delle decisioni in base a quanto personalmente gli conviene. Non è colpa sua, è solo frutto di una società che, arrivata al massimo del benessere, adesso sta rapidamente precipitando verso un più equilibrato livellamento mondiale. Questa dinamica è nella natura dello sviluppo storico e anche se a noi non fa piacere conoscere il declino, possiamo anche dire di essere stati testimoni della crescita. Ma in questa fase di mutamenti economici rapidi e inarrestabili l'accanimento degli amministratori sui cittadini è oltremodo deleterio. In questo periodo sarebbe opportuno invece lasciare libertà di intraprendere a chi ne ha il desiderio. Il meccanismo per continuare a sostenere le spese comuni deve essere rivisto e deve soprattutto contemplare il massimo rigore nell'eliminare ogni tipo di spreco. Una saggia amministrazione inizia con il tagliare le spese superflue, con l'utilizzare in sommo grado le risorse umane a disposizione, con il valorizzare al meglio le risorse naturali e questo si può fare solo concedendo il più alto livello di libertà possibile a coloro che intendono intraprendere un'attività produttiva.
Ma niente si può fare quando il pensiero è occupato da altro, quando ogni energia è spesa per mantenersi sulla poltrona, e quando sono tante le persone alle quali si devono dare delle risposte. Non mi riferisco a nessuno in particolare, ma posso tranquillamente dire che gli amministratori pubblici sono retaggio di un mondo che non c'è più, di un sistema che è cambiato, che non ha più bisogno di individui che si illudono di fare il bene della città solo perché ne decidono le sorti. La città va in declino anche senza di loro, non ne ha bisogno. Se n'è accorta la metà degli algheresi che non ha partecipato alle elezioni. Erano tutti al mare?
La società richiede ormai un totale rinnovamento nelle regole. Credo che la popolazione abbia i mezzi per far sentire le proprie necessità e per esigere che le strutture pubbliche siano al suo servizio. Chi è temporaneamente investito di una carica che gli consente di fare delle scelte deve fare di tutto perché i residenti siano messi nelle condizioni ottimali per mettere a frutto le proprie capacità e le ricchezze del territorio. Occorrono tanta buona volontà e tanta umiltà per mettersi veramente al servizio di una comunità che chiede di poter vivere del proprio lavoro e dei propri talenti. Con il patrimonio umano, culturale ed ambientale di Alghero non dovrebbe essere difficile realizzare questo sogno. Però bisogna essere in grado di vedere chiaro davanti a sé e di ascoltare la voce della città, che grida con tanta forza che anche un sordo sarebbe in grado di sentirla.

Voglio concludere con una citazione da "I Malavoglia" di Giovanni Verga anche per notare che in realtà non vi è niente di nuovo sotto il sole.
Lo speziale don Franco predica la rivoluzione e qui parla con il parroco e con il segretario comunale.
" - Gente vecchia! - conchiudeva don Franco colla barba in aria. - Gente buona pel tempo della camarilla. Al giorno d'oggi ci vogliono uomini nuovi.
- Adesso manderemo dal fornaciaio per farli fare apposta, - rispondeva don Giammaria (il parroco)
_ Se le cose andassero come dovrebbero andare si nuoterebbe nell'oro! - diceva don Silvestro (segretario comunale) ...
- Brava gente che sarebbe! borbottava don Giammaria. - A Favignana, o nelle altre galere, ne trovate quanti ne volete, senza mandare dal fornaciaio."

Fa sempre bene rileggere vecchi libri, per ritrovarvi i nostri pensieri.

 
 
 
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