Creato da darkside_79 il 07/11/2006

Serendipity

River of life (The DarkSide's window)

 

 

Post N° 76

Post n°76 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da darkside_79
 

immagine
Tom Waits-Blue Valentine
Brividi, che altro dire per un lavoro del genere. Quando sentii Waits per la prima volta stentavo a credere che quella voce fosse sua. Un bianco con una voce da nero che ricorda Satchmo. La sua versione di Somewhere sa farmi sinceramente piangere, e schiude in me certe strane visioni malinconiche suburbane (non so perchè, ma immagino piccole strade cittadine deserte, notturne, coi semafori che lampeggiano, qualche passante timido rasente i muri che appare e scompare furtivamente, wisky bar nottambuli e neon, cose così), le stesse visioni che sa regalarmi Miles Davis.
Questo disco mi fu consigliato da un mio professore di liceo, insieme ad altri due dischi che segnarono la sua vita musicale; me li ricordo tutti e tre, perchè mi investirono come un tir in corsa: Blue Valentine, Pictures at an exibithion degli ELP e Foxtrot dei Genesis. Per la serie "quando si deve dire grazie".

 
 
 

Post N° 75

Post n°75 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da darkside_79
 

immagine
Grant Lee Buffalo - Mighty Joe Moon
Non è solo il profumo delle lande d'America, di quel lato un pò rustico e rurale, nel quale non fai fatica a immaginare il fragore delle cicale, che è spesso sacrificato dietro le urla isteriche delle megalopoli. E' anche cuore e musica che tocca l'anima e offre quel gusto un pò retrò che affascina e ti lascia innamorare. Questo disco per me è semplicemente stupendo, ancora oggi, dopo tanti anni, rimane uno di quegli amori sempreverdi che mi fa divagare verso terre lontane, verso cieli stellati e odore di fieno. Gli altri lavori di questa band, prima dello scioglimento, sono tutti piacevoli (vedi Copperopolis) ma non c'è nulla da fare: questo Mighty Joe Moon ha una forza espressiva difficilmente pareggiabile. Per quel che vale un mio giudizio, consigliatissimo.

 
 
 

Di corsi e ricorsi (Milano non è come me)

Post n°74 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da darkside_79
 

All'inizio è il caos. Risucchiati nel vorticoso brulicare del traffico e degli arzigogolii urbanistici di Milano, raggiungiamo il nostro albergo dopo infiniti e perigliosi vagabondaggi. Nevrotici e un filo assonnati, con una fame grande così. Da lì ci dirigiamo al corso di aggiornamento promosso da un noto marchio, imbarazzati per il ritardo. Strano accorgersi al nostro arrivo, che io e il mio collega eravamo tra i primi. Il resto del gruppo partecipante, proveniente da tutta Italia, era ancora vagante per i meandri milanesi. Si son persi quasi tutti, così io son passato per puntuale.
Delle questioni tecniche del corso, e relativa esperienza, sorvolerò per buona pace di chiunque legga questa mia.
Vi salvo dall'abbiocco fulminante, 'che potrei davvero sedarvi.
Vi basti sapere che dopo due ore di dimostrazioni e teorie di marketing io avevo le lacrime dalla stanchezza e non sapendo come fare a tenermi sveglio, ho cominciato a bermi un caffè dietro l'altro (avevamo accesso libero alla macchinetta situata nell'area congressi) cominciando a soffrire di ipereccitazione da coffeinomania forzata.
immagineOspiti a pranzo nella sede centrale e poi in un bellissimo albergo (di cui ricorderò a vita l'idromassaggio gigante, meglio di un orgasmo), sono andato a dormire con qualche birretta in corpo, ma senza eccedere in bagordi e baccanali serali, che la mia stanchezza davvero imponeva qualche ora di sonno. Stamane, dopo altre 3 ore di corso, ho deciso di scappare. Non "tagliavo" da anni, ma suvvia...il grosso del corso me l'ero seguito e avevo deciso di raggiungere Marco, il mio amico di Milano. Mi viene a prendere e mi porta dalle parti della sua università a mangiare. Diciamocelo, un postaccio, davvero un quartiere da due dita in gola. Ma ragazzi, che ristorante... una trattoria pazzesca, di quelle che non scordi facilmente.

immagine
Tutto apparecchiato alla buona, senza fronzoli, con l'acqua che te la devi prendere da solo in frigo. Volevo pasta e fagioli, ma l'avevano finita. Così son finito a sbranare un piatto di costine indimenticabile.
Il pomeriggio, prima di tornare, me ne sono andato in centro. Passo spesso da Milano, ma difficilmente ho tempo e modo di dirigermi al duomo.
E lì, come spesso accade quando non ho soldi a sufficienza, mi imbatto in un banchetto di vinili usati che esibiva 5 bootlegs dei Floyd (me ne mancavano quattro su cinque) e io a sbavare senza poter far nulla. Quando faccio i miei raid cittadini con i soldi in tasca non trovo mai un acca. Sto giro, come mille altre volte, ero povero e ho trovato l'eldorado.
Amen...

immagine
Ritorno con nebbia e King Crimson a palla, e serata con amici a devastarci di calciobalilla. Pensiero prima di dormire, risalente all'altroieri, serata del mio ritorno a Torino: perchè un piatto di costine in una taverna con gli scarafaggi mi rende più felice di una cena in un mega albergo, tutto riverito e la(e)ccato? Faccio un pò di contrappunti al mio modus vivendi, e mi rendo conto che la forma spesse volte mi fa venire l'orticaria. E da ciò deduco che forse dovevo nascere altrove o in qualche altro tempo. Misteri del vivere. Bisognerebbe solo esserne capaci...

 
 
 

prossime uscite

Post n°73 pubblicato il 17 Febbraio 2007 da darkside_79
 

immagine

Ecco in anteprima la copertina del prossimo disco dei Porcpine Tree in uscita ad aprile. Sul sito c'è già la tracklist, composta da sei tracce di lunghezza media:

1. Fear of a Blank Planet (7.28)
2. My Ashes (5.07)
3. Anesthetize (17.42)
4. Sentimental (5.26)
5. Way Out of Here (7.37)
6. Sleep Together (7.28)

Il 13 marzo invece, dopo quasi un lustro, tornano con un nuovo disco i Type O negative, con un nuovo lavoro che si preannuncia oscuro come i precedenti, nel pieno spirito di Steel e compagni. Si intitolerà Dead Again.

immagine


E passiamo ai Dream Theater, che a giugno usciranno con un nuovo disco. Per il momento, salvo contrordini, si sa il titolo dell'album (Systematic Chaos) e che alla sua uscita seguirà un tour mondiale.
Tratto dal sito ufficiale della band:

immagine
ROADRUNNER RECORDS is proud to announce the signing of progressive metal pioneers Dream Theater. A new studio album, Systematic Chaos is due in June. Dream Theater will hit the road in support of the album for a world tour, including major festival appearances in Europe.

 
 
 

 Tracce

Post n°72 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da darkside_79
 
Tag: Aria

immagine 

 
 
 

Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da darkside_79
 
Tag: Fuoco

immagine

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da darkside_79
 
Tag: Acqua

immagine 

 
 
 

Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da darkside_79
 
Tag: Terra

immagine

 
 
 

Post n°66 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da darkside_79
 



immagine


And the nurse will tell you lies
of a kingdom beyond the skies
But i'm lost within this half-world
It hardly seems to matter now

Play me my song
Here it comes again...

(Genesis-The musical box)

 
 
 

un nuovo inquilino a quattro zampe (adesso c'è anche un micione tutto nero)

Post n°65 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da darkside_79
 
Tag: varie

Vedete, sta accadendo. Succede sul serio. Da oggi in casa mia prende il via una nuova forma conviviale fra amici a quattrozampe. Tre sono habituè: Peppino (Pepe) e Lucky (Laky) sono due compari irresistibili, due pinscher nanerottoli, pieni di vita e affettuosi all'inverosmile. Immaginate due doberman bonsai, con le orecchie da pipistro e due occhioni grandi così. Che quando abbaiano sembrano un allarme automatico, che non stanno fermi un momento e che se li sgridi ti fanno di quelle faccine che voglio vederti ad arrabbiarti sul serio. Ecco, loro due sono i cani. Diversi eh? ognuno ha il suo specifico carattere, e per di più uno èimmagine snello e l'altro cicciotto, uno rompiscatole e l'altro mai invadente, uno stile zerbino e l'altro sempre un pò sulle sue. Le foto che vedete sono prese da internet, ma la somiglianza è stupefacente: specie la faccia da cane derelitto e abbandonato che ti fanno i miei due fenomeni quando la combinano grossa e vorresti piantargli un urlo. Ma come diavolo fai di fronte a uno che ti fa un muso del genere? Vieni te a fargli uno strillone al posto mio? E così da me comandano loro, è la giurisprudenza di casa mia. Il gorno che Pepe, che pure era al guinzaglio, fece un passo sbagliato sul marciapiede e fu colpito da una macchina che faceva retromarcia, rimanendo sballottato e ferito per terra, non vi dico. La mia corsa dal veterinario, con il mio cucciolo morente, fu non solo da ritiro della patente (e chissenefrega) ma fu anche l'espressione più nuda e annichilente dell'impotenza. Per me uno dei giorni più brutti della mia vita, con quel senso di fragilità e bastardo rimorso per non averlo protetto. Lui, così indifeso.
immaginePer la cronaca, me l'hanno salvato. Me l'hanno reso impacchettato come un regalo di Natale, con quelle due orecchie a punta che spuntavano dal collare di Elisabetta. Col tempo la vita è tornata a pulsare in lui, e oggi Pepe è un'esplosione di gioia e un turbine di esuberanza canina. Oggi m'ha fregato le sigarette e se l'è bellamente devastate, sbriciolando pacchetto e contenuto, lasciando il tappeto in condizoni post-belliche. Pensate, c'ho il cane salutista che mi aiuta a smettere.
Fin qui i cani, ma siamo solo a metà della storia.
Passiamo ai miagolini.
Il terzo habituè di casa mia è una palla di pelo color neve. Diciamo di Mathisse (detto Pupino, Roseo, De Pupinis, Pupi e mille varianti), il gatto numero uno. immagineBeh, gatto è un parolone. Pupino è come mio fratello, perchè se è vero che i cani stanno più con mamma, il batuffolone bianco vive pressochè in simbiosi con me. Pupino è totalmente bianco (strepitosa la somiglianza con questo bel micione preso da internet), ama i Pink Floyd (adora Granchester Meadows, e si esalta al rumore del moscone) e mangia tutto ciò che è commestibile, con predilizione per pesce e prosciutto cotto. O almeno, è bianco sulla carta, perchè bianco non lo è quasi mai. Mi spiego. Vedete, lui è uno spirito libero; pretende il suo ambito di autonomia. Se il mattino non gli apro la porta me la scardina a morsi, oppure torna su in sala e mi fa a pezzi la tapezzeria per ripicca. Così, insomma, preferisco dargli campo venendo incontro al suo spirito libero. Lui esce, e regolarmente torna la sera. Lo so, la cosa di per sè mi crea apprensione ogni santo giorno. Ma non puoi tenerlo in casa, di fondo bisogna anche saper capire le sue esigenze. Gli animali non sono soprammobili, e soprattutto non tutti sono ron ron, cuccia e lettiera in tinello. Vicino a me c'è spazio (non privo di insidie, ovviamente) e io a volte lo vedo soffrire a star chiuso in casa. Oggi non c'aveva grilli per la testa e non s'è mosso (sul perchè ne riparliamo tra qualche riga). E in questo preciso istante è ai piedi del mio letto con una zampa all'insù e l'altra sul nasino del tutto rosa (da cui Roseo). Dorme e fa un casino pazzesco. Sognando magari di svaligiare un container di salmoni.
immaginePupi, quando torna la sera, si presenta con il pelo imbrattato di imprecisati colori. Una volta mi è tornato blu (mi sto ancora chiedendo come sia possibile), e spesso si presenta a strisce nere, nonchè con variegate chiazze psichedeliche. Fa un salto in cucina, mangia come un porcello e comincia a strisciare fino in camera mia. In quel preciso istante sente l'esigenza di dare affetto, non solo di riceverlo. E fidatevi che io un gatto in formato adesivo del genere, mai l'ho visto. Non gli basta dormirmi in testa. Potesse si infilerebbe dentro il pigiama. Ecco, lui in casa è il comandante delle operazioni. Perchè è il doppio dei miei cani, e se qualcuno banfa, lui prende a zampate tutti e due e zitti e mosca. Legge della foresta, non è che casa mia sia diversa. 
Pepe ama sbertucciarlo con qualche manovra a sorpresa, gli gironzola intorno, lo "becca" con manovre veloci e Pupi, che è grasso davvero, non riesce a prenderlo in tempo e subisce per un pò. Ma è furbo, lo vedi che calcola i tempi. Se la prima zampata arriva troppo tardi, e la seconda troppo in anticipo, alla terza sembra aver ponderato le distanze. E così alla terza zampata il cane, che faceva tanto il gradasso, si prende la sua tranvata e sparisce per una mezz'ora buona e Pupino torna a dormire consapevole di aver ristabilito le gerarchie.
Ecco, tutto ciò fino a due giorni fa. Ora entra in campo la novità della settimana. Pupino da un paio di giorni ha le balle davvero in giostra e di uscire da casa non ci pensa nemmeno un pò. E il motivo di cotanta incazzatura sta nella stanza adiacente alla mia, dove si è materializzato un nuovo inquilino, prelevato dal gattile. Cagliostro (un'altra ala della mia famiglia propende per Merlino, ma la spunterò io, già lo so) non ce la faceva più a stare in gabbia al freddo; s'era preso una brutta bronchite e avrebbe rischiato di essere soppresso se non trovava una casa. Oddio, non che qui ci sia tutto sto spazio, anzi; già con due cani e un gatto siamo davvero allo stretto. Ma chi ci ha chiesto una mano ci ha fatto capire che la questione era seria, e insomma... 
Ora che Cagliostro ha messo le tende in casa, si ripresenta lo stesso problema di socializzazione, con una aggravante di cui dobbiamo tenere conto. Trattasi di un micione adulto, dolce e calmissimo, completamente nero, maschio e di grandezza speculare a Pupino. Pensa te: uno bianco e uno nero. Una coppia fantastica. Ma che non ha ancora socializzato a dovere. Mi piacerebbe spiegare al mio gatto che Cagliostro è un povero micione poco fortunato, che qualche illustre mente ha deciso di abbandonare per strada. Pupino però non ci sente molto, ed è piuttosto indispettito. Il primo contatto è stato più positivo del previsto, ma ci vuole cautela. Per il momento ci limitiamo a piccoli contatti, lasciando a loro i tempi e le modalità di convivenza. Saranno anche gatti. E probabilmente non sarà facile per i primi tempi.
Ma vai a capire perchè, quando si parla di socializzare, io mi fido più degli animali che degli uomini. 
E ho buoni motivi per essere fiducioso.

immagine  
  
 

 
 
 

Di splash wax, oceani di nebbia, cappellini all'indietro e Milano by night.

Post n°64 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da darkside_79
 

Immersi in una terrificante prigione di nebbia, con lo stridente best degli Eagles (che rimanda a orizzonti ben diversi) a farci compagnia, raggiungiamo la fiera del disco di Novegro, giusto affianco a Linate, intorno alle 11.30. Riccardo ed Enrico sono già lì ad aspettarci, sorridenti e per nulla straziati dalla levataccia (tanto gli acciacchi li senti sempre dopo). Questa fiera è la Disneyland di ogni appassionato di musica, cade tre volte l'anno ed è sempre un vero tuffo al cuore nuotare fra centinaia di banchi stracolmi di ogni genere di supporto, dal vinile, al cd, passando per ogni tipo di oggettistica che rimandi allaimmagine musica. Io gongolo come un bimbo davanti ai venditori provenienti un pò da tutto il mondo. Certo, in prevalenza italiani, ma ci sono tedeschi, olandesi, spagnoli, est-europei e pure giapponesi coi loro cassonetti stracolmi di obi colorate.
In verità quello che sarà il mio colpo di giornata lo individuo quasi subito. Esposti nella bacheca a muro di uno dei tanti venditori, ci sono 4 vinili dei Floyd piuttosto appetibili, quattro bootlegs: Crackers (cofanetto di 3 lp's), Amsterdam 69 (splashwax di colore marroncino con una valanga di colori a tempestare il vinile, davvero bello a vedersi), Libest spacement monitor (il vinile in questo caso è rosa trasparente con macchie scostanti viola scuro qua e là, anche questo davvero bellino) e un doppio lp di Roger Waters. Ci passo e ripasso quattro volte davanti a quella bancarella, il più delle volte con faccia disinteressata, facendo le ronde per vedere se quei dischi erano ancora lì o se avevano già preso il volo. Frattanto completavo il giro della fiera, giusto per capire se c'era qualcosa che potesse interessarmi di più. Ovvio, se le mie tasche traboccassero di bigliettoni, potrei andare a Novegro e portarmi a casa tonnellate di dischi, ma siccome la situazione è un pò diversa, bisogna saper individuare pochi pezzi e portarli a casa al prezzo migliore.
La tecnica usata ieri è quella a pagina 4 del manuiale del collezionista: "tecnica dell'aggiunta con sconto progressivo". immagineIn pratica funziona così: chiedo quanto mi toglie se prendo due dischi, ricevendo già uno sconto accettabile. Poi chiedo cosa accade se ne aggiungo un terzo, ricevendo un ulteriore sconto. Infine aggiungo il quarto e se le cose sono andate per il verso giusto, dovrei aver per lo meno portato a casa un disco gratis, se non qualcosina di più. Nel mio caso ieri, il totale sconto è stato di 85 euro, a fronte di una spesa di 250. Pago felice e vado a fumare appena fuori dallo stand; in effetti mi è andata talmente bene che il venditore viene da me due minuti dopo, con una faccia un pò presa male, e mi chiede con cortesia e apprensione "di non dire al suo collega di stand (assente quando ho comprato i dischi) il prezzo finale di tutta questa immaginecontrattazione". Riccardo, Michela ed Enrico se la ridono sotto i baffi, ma in realtà io sono sicuro che ci abbiamo guadagnato entrambi, e che il commercio, salvo casi autolesionistici di una delle parti, tende a creare i suoi equilibri fra domanda e offerta. Verso le 4, Enrico e Riccardo ci lasciano, ma nel frattempo da Bergamo è arrivato Alessandro con la sua ragazza. Lo accompagno a fare un giretto, giusto il tempo di gustarmi la sua felicità nel prendere un Darwin! del Banco del Mutuo Soccorso a poco prezzo (e se penso a un ragazzo così giovane che ascolta musica di questo livello, mi riempio di speranza in un futuro migliore). Poi ci avviamo alla macchina e portiamo i due bergamaschi alla fermata degli autobus.
Mi sono sempre ripromesso che la prima volta che fossi venuto a Milano mi sarei fermato per trascorrere una serata insieme ad alcuni amici che vivono lì. Per inciso, in questo caso, Marco e Fabio. Ospiti da me qualche mese fa, reduci da una nottata indimenticabile dove abbiamo suonato sino a che non ci siamo addormentati sugli strumenti in camera mia, ci siamo accordati che ci sarebbero venuti a prendere all'albergo intorno alle 20. Io e Michela, usciti dalla fiera verso le 5, avevamo tutto il tempo di prendere la  tangeziale e passare dalla est alla nord, dove, in zona Cinisello Balsamo, risiedeva il nostro hotel.  
Ora, può anche darsi che vivere a Torino non equivalga a considerarsi metropolitani in tutto per tutto. Almeno a vedere cosa ci è accaduto. Mentre il sole tramontava e l'immancabile nebbia cominciava a ritornare prepotente, io e la mia bambina abbiamo cominciato ad inanellare una serie di sbagli fantozziani (uscite, strade, rotonde, ponti e chi più ne ha più ne metta) al punto da perderci desolatamente nel via vai terrificante della cintura di Milano. Totalmente privi di speranza, ed esausti dallaimmagine nebbia che ci negava la vista dei cartelli, ci siamo per un momento abbandonati al nervosismo e a strane manie suicide (e Dio solo sa cosa significa una strada a 4 corsie, e scoprire all'ultimo, mentre stai sulla destra, che devi girare a sinistra con 765849000 auto sfreccianti e incuranti della nebbia che ti mandano in tilt). Dopo insulti variegati degli automobilisti, corna, fanculo a ripetizione che giungevano non si sa da chi attraverso quel mare di nebbia, e pure una Renault con targa tunisina ferma in mezzo alla strada per montare un divano sul tettuccio della macchina (schivata all'ultimo), abbiamo trovato rifugio in una macelleria, per chiedere informazioni. Poi mezz'ora dopo è stata la volta di un vigile che ci ha indicato la strada (memorizzarla è valso un intero esame universitario da studiare). Dopo casini, contromano, isterie e trick e track, vediamo l'insegna dell'albergo, fra la nebbia, come una visione estatica.
L'hotel lo conosciamo, durante il week end pratica tariffe convenienti (sennò ciau bale come si dice da noi), e quando capita ci fermiamo volentieri, assaporando un pò di comfort a 4 stelle.
immagineAlle 20 arriva Marco (con l'immancabile cappellino all'indietro, per me ci è nato insieme e ha i capelli finti attaccati intorno) con la sua ragazza. Ci porta nella sua zona, sfrecciando nella nebbia con invidiabile dimestichezza. Alla pizzeria ci raggiungono Fabio e ragazza e prende il via una serata davvero divertentissima, con qualche birretta qua e là e tanta voglia di sparar cazzate. Dopo cena riinfiliamo le strane vie suburbane e spuntiamo in quartiere Bicocca dove ci aspetta un locale che mai avrei detto. Si chiama Blues house. Situato in un capannone riattato c'è un palco con tutti gli strumenti e un bel pò di tavolini tutti intorno. Pullula di rockettari, e per una volta, non mi sento a disagio in mezzo alla folla del sabato sera. On stage una cover band degli Zeppelin davvero apprezzabile, con un cantante bravissimo e musicisti coi controbip che ci fanno saltare sulle note di "immigrant song".  immagineSaranno state le birrette, la giusta atmosfera che permeava il locale e di certo anche la buona compagnia, ma io ieri sera quelle cover me lo sono godute come non mai, divertendomi come un pazzo. Ma poi non c'è nulla da fare, quando sento il dirigibile mi vien voglia di far casino. Mi vedessero i colleghi di lavoro...
Nottata movimentata in albergo, con i fumi dell'alcool a evaporare e a farmi dormire davvero malissimo. Poi stamane via, in mezzo al nebbione per tornare a Torino. Piccola nota a margine: al casello di Torino, la nebbia è sparita e ha svelato la mia città baciata da un sole splendido, quasi primaverile.
Dolce casa mia...

 
 
 

Lotte titaniche (Keith Emerson vs Rick Wakeman)

Post n°63 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da darkside_79
 

Quando l'argomento è Wakeman versus Emerson si scatenano sempre micidiali batti e ribatti di cui, a distanza di anni, non riesco ancora a cogliere l'opportunità. Detto che in musica, a mio modestissimo parere, non è necessario fare classifiche di alcun genere, specie quelle con pretesa di oggettività (anche quelle sui dati di vendita hanno solo un valore parziale, che nulla hanno a che fare con la qualità del prodotto), io mi limito a far convivere nello stesso post, due artisti eccezionali. Che immaginereputo differenti sotto molti punti di vista, e che ho avuto la fortuna di vedere entrambi dal vivo. Wakeman l'ho visto e ascoltato a Voghera, giusto pochi anni fa. Un prog festival che vide sullo stesso palco la PFM e gli Yes (roba da leccarsi le orecchie), con i nostri connazionali del tutto all'altezza dei soci britannici (non capisco l'esterofilia fine a se stessa; abbiamo tante band straordinarie pure noi, ed in quella serata Di Cioccio e soci lo dimostrarono ampiamente. Bravi come gli Yes, senza podi inutili). immagineFantastico Wakeman vestito da mago Merlino con uno stuolo di tastiere, moog, mellotron e classiche attrezzature, capace di far drizzare i capelli a chiunque. Nel suo repertorio solista c'è di tutto e di più per restare basiti, ma io ho un disco che porto nel cuore. Non è il migliore del suo repertorio, questo sento di premetterlo. Trattasi di "Return to the centre of the earth", il primo album di Wakeman che ho ascoltato, nel 1995. Senza tacere le partecipazioni importanti (tra le quali Ozzy Osbourne), quelle note e quell'atmosfera mi offrono ancora oggi rimembranze passate, scolpite negli anni in cui ascoltavo quel disco per la prima volta, restando colpito dalla sua bravura.
Di contro (ma non qui, lo ricordo), c'è Keith Emerson. Vogliono sempre metterli a confronto, come se gareggiassero per un posto d'onore fra i geni dei tasti bianchi e neri. Per me lo sono entrambi, nelle loro differenze e nelle loro specificità. Senza secondi classificati. Emerson è un altro mostro della musica moderna, capace di farmi immagineletteralmente impazzire l'anno scorso, quando suonò in periferia di Torino, e mi procurò uno dei più lancinanti mal di testa che io ricordi. Quel moog (il primo esemplare, ancora funzionante) sembrava una centralina telefonica dei primi anni del '900. Continuava a inserire e spostare spinotti multicolori, e quando partiva all'attacco gli spettatori venivano investiti da una forza sonoro-vibrante pari a 50 bassi suonati nella stessa stanza. Avete presente uno tzunami capace di farti tornare sù pranzi e cene degli ultimi due mesi? Avevo lo stomaco che saltava come quando sto in Maratona e il Toro parte in contropiede. E questo per i bassi. Gli alti invece erano come siringhe sparate nell'orecchio, ad un volume pazzesco. Dopo un'ora ammetto di aver avvertito qualche problemino d'udito, incalzato dal numero impressionante di tasti e note replicati alla velocità della luce. La sordità apparente mi ha perseguitato per qualche giorno, con quel classico sibilo che non ti molla più. Ma che roba... me lo sono pure visto sdraiarsi a pancia in giù su un pianoforte a coda fantastico, suonando al contrario roba che io manco saprei minimanete eseguire in posizione dritta. Alla fine della fiera, e qui concludo, Elp e Yes sono due capisaldi della mia collezione discografica. Non ho mai pensato di confrontarli. E continuerò a non farlo. Mi basta sognare. A far classifiche ci pensino gli altri... 

 
 
 

ascolti serali del 28/1/2006

Post n°62 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immagineSpock's Beard-Five
Non ho una profondissima conoscenza del fenomeno rock progressive contemporaneo. Significa che mi muovo in ampie praterie, ascolto moltissimo, ma ritengo di non possederlo ancora ad un livello sufficiente (scarsa reperibilità e difficoltà di indagine mediatica, che spero di colmare presto). Fra tanti dischi di gruppi un pò anonimi, voglio plaudire ad un lavoro a mio parere davvero piacevole. E' un disco, questo, che metto sù con grande piacere. Anche se bisogna essere predisposti all'ascolto. La bellissima track iniziale "At the end of the day" è già un buon assaggio di cosa questi signori sanno fare, ma il botto è nella track finale. Già, perchè "The great nothing" è un perfetto esempio di come si possa andare avanti oltre 20 minuti, muovendosi attorno a due-tre idee di base e replicandole con affascinanti arrangiamenti. Ci sono altri lavori degli Spock's che apprezzo (non tutti, ma altri 2-3 di certo). Questo però rimane in assoluto il mio preferito.

 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immagine
Kevin Ayers-Joy of a toy
Bohemienne nel modus vivendi, di neppur tanto vaghe somiglianze barrettiane, almeno dal lato dell'eccentricità, questo signore continua a stupirmi ad ogni ascolto.
Un disco come Joy of a toy è un concentrato di puro romanticismo, spesso indirizzato a ballate sognanti, altre volte a vagheggi ironici e scanzonati. Membro dei Soft Machine, lascia la band percorrendo un percorso solista che io riesco ad apprezzare quasi in toto, addirittura fino agli ultimi lavori, leggermente diversi dai primi. Questo album svetta fra i miei preferiti in assoluto della scena canterburiana, anche se a mio modesto parere non va limitato ad un genere, perchè il calore di questo artista è straripante ben oltre le etichette. Se amate sognare, tirate alla luna come fa lui e lasciatevi innamorare. Ne varrà sicuramente la pena.

 
 
 

Waiting for

Post n°60 pubblicato il 25 Gennaio 2007 da darkside_79

Alcune uscite previste per i primi mesi del 2007.

immagine
Threshold- Dead Reckoning (a giudicare dai primi spifferi, si preannuncia un grande disco). Data prevista 23 marzo 2007

immagine
Porcupine Tree- Fear of a blank planet (immagine non disponibile, qui sopra vedete l'album "In absentia").
Si preannuncia per la metà di aprile l'uscita del nuovo, e attesissimo, lavoro di Wilson e soci. Sappiamo di sei canzoni (alcune già testate in qualche data del tour di Deadwing) di lunghezza medio-lunga. Mi auguro di ascoltare l'ennesimo stupendo album.

immagine

Franco Battiato- Il vuoto
Il sito ufficiale nulla dice, se non del singolo (il vuoto, appunto). Ma a metà febbraio dovrebbe uscire il disco con omonimo titolo (e quella sopra dovrebbe essere la copertina). Speriamo un pò più ispirato di "X stratagemmi" e del precedente "Ferro Battuto", che mi erano piaciucchiati senza entusiasmarmi.
 
 
 

Di dolci fruscii, notti parmensi e sulla coscienza di Zac

Post n°59 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da darkside_79
 

Condensare questa due giorni a ritmo di samba in poche righe non mi sarà facile. immagineSalto i preliminari (comprensivi di treno perso, un altro acciuffato per un pelo e trasporto alla fiera via taxi perchè l'appuntamento con Enrico è per forza di cose venuto meno). Le 8 euro di ingresso sono un insulto al buon senso, e così il mio tesserino di giornalista, per l'ennesima volta, mi corre in aiuto; ma noto subito qualcosa che non torna. Quella che veniva spacciata per una fiera vinilica è in realtà un coacervo di collezionismo di varia natura che spazia dai fumetti ai giochi in scatola, dai babaccetti degli ovetti Kinder ai soldatini, per finire con aereomodelli e dischi. C'è poi un padiglione dedicato alla high-tech, che manco ho visto per rispetto verso il mio amore per il vecchiume. Riccardo ed Enrico mi aspettano con latenti conati di vomito per ciò che hanno già avuto modo di appurare prima del mio arrivo, pregustandosi la mia faccia da bimbo sculacciato. In realtà qualcosina c'è. Vale più per me che per loro. Visto che nel bagagliaio della loro auto tengono i doppioni da vendere, che messi insieme valgono il triplo di ciò che c'è in questa fiera. Ma io sono scarsetto rispetto a loro, e 4-5 dischi li trovo pure. In più, mentre passeggiavo fra le bancarelle extra-musicali mi sono imbattuto in una medaglia commemorativa del 25ismo anniversario della scomparsa del Grande Torino (1974), più foto vecchie a tinte granata. E insomma, pace per i dischi rari (che non c'erano), ma gaudio per questi reperti che arricchiranno un'altra delle mie (seimiladuecentotrentasette) collezioni.
Verso l'ora di pranzo ci raggiungono Emanuele e famiglia. Lui, sedicenne neofita del vinile, compra cosette qua e là e mi chiama per una perizia su un disco che avevo ben visto (Piper mono inglese, una bella chicca che io tra l'altro non ho). Le 600 euro di etichetta appiccicate sul vinile, mi avevano fatto desistere dal ronzarci intorno a meno di 15 metri. Mi permetto solo di dire a Ema che il disco è originale dell'epoca, quando scopro che il venditore, forse in carenza di liquidità, si era deciso a fare opera di beneficenza vendendolo alla metà. Io sbianco come un peto di putto idropico quando vedo la sua mamma pagare quel disco e metterglielo nel sacchetto. E me ne esco dalla fiera con qualche giramento di anima nemmeno tanto celato. Sia chiaro: sono felice che il mio piccolo amico Emanuele possa aver colto un'occasione simile, al pari di come lo sono quando Riccardo o Enrico mettono a segno i loro colpacci. Ma insomma, se solo l'avessi saputo che quel tre-denti nemmeno tanto bianchi di un venditore aveva fretta di sbarazzarsi di quel Piper, mi sarei volentieri prestato
immagineall'acquisto ben prima che Emanuele arrivasse alla fiera. E' andata così, mi consolo al pensiero che almeno a godere è uno dei Lunatics (il miglior rappresentate della linea verde fra l'altro, caro ragazzo davvero). E torno con lui, i suoi genitori e Michela a Parma, non prima di aver abbracciato con affetto Riccardo (il quale tenterà una mossa a sorpresa cercando di regalarmi, avete capito bene, un The Division Bell azzurro americano) ed Enrico. Non si può non voler bene a due svalvolati del genere, ed io sono fiero di loro.
Parma, dicevo. Una ridente cittadina dal gusto nobile e vagamente edonista. Il centro storico profuma di passato con pennellate qua e là di modernariato. La visita alle chiese, duomo compreso, è tipica di ogni mio itinerario di viaggio, e ne rimango compiaciuto. Sia dal lato architettonico, sia dal lato figurativo.
Così come apprezzo il parco ducale (e quel laghetto con le anatre e l'isolotto in mezzo) e le mura di cinta (gigantesche) attraverso le quali, solcato il ponte sul fiume Parma, si accede al centro storico. Rimango colpito dai bei giardini, da un certo modo di porsi della gente e dall'ondata di giovani che attraversano la strada. Ci avviamo verso la torre (e presumo il palazzo) del duca, poi infiliamo una via ricca di negozi illuminati, mischiandoci in una fiumana umana. Dopo lunghe falcate e sbirciate in molti interstizi cittadini, troviamo rifugio al duomo dove rimango incantato alla vista degli affreschi. Uno su tutti, il Coreggio, capace di dipingere con un tale senso di prospettiva da creare nemmeno tanto piccoli scherzi ottici. Quelle figure lassù sembravano uscire dal muro e svelarsi come statue di marmo, con braccia e gambe ben al di fuori del perimetro della volta. Non solo apprezzo, ma in cuor mio, come spesso accade vivo di emozione e immaginemeraviglia.
Con Emanuele e genitori, passiamo delle ore davvero rimarchevoli, vuoi per i comuni interessi per l'arte e la musica, vuoi per la simpatia e l'amicizia che ci hanno dimostrato. Il papà di Ema è Gilmour in formato padano, se non lo conoscessi e lo beccassi per strada gli chiederei l'autografo. Mai visto una somiglianza simile. Tra una birra e una pizza trascorrono le ore fino al loro commiato. Io e la mia bambina ci ritiriamo in albergo (niente male fra l'altro, come sempre lei sa scovare le offerte giuste nei posti giusti) e dormiamo di gusto sino alla tarda mattinata di domenica.
Comincia il giorno secondo, e dopo aver saggiato le delizie culinarie di una città rinomata anche per la sua buona tavola, nel mio cuore comincia a pulsare il solito richiamo domenicale. Nella tasca laterale della mia valigia c'è il corredo, nella mia testa comincia a fischiare un pò di sano orgoglio piemontardo, io e Michela ci avviamo a piedi verso il Tardini di Parma. Prima in incognito in mezzo ai tifosi parmigiani, poi finalmente granata sino alle dita dei piedi quando raggiungiamo il nostro settore e possiamo dare il via alla vestizione. Saremo in tremila, davvero un bel mare di bandiere e sciarpe granata. La partita si preannuncia ostica, perchè i padroni di casa sono affamati come non mai in questi 17 anni di permanenza in A. Fatta di grandi vittorie e fior fior di giocatori che hanno vestito la maglia gialloblù.
Ma insomma, non è nemmeno il caso di fare beneficenza (cosa che come al solito accadrà) visto che anche noi, in quanto a punti, non è che siamo così messi bene.
immagineAccade, con buona frequenza, che la tifoseria del Toro, calda, passionale, romantica e inimitabile, dia sfoggio di un tremendismo ben al di sopra del cuore un pò aritmico e abulico dei nostri giocatori. E così mentre sugli spalti si canta e si sostiene il colore di Torino con costante e selvaggia continuità, in campo siamo di fronte ad una combriccola di gitanti scoglionati fatta di undici morti di sonno, di cui almeno tre in coma profondo (Barone, De Ascentis e ahime, a sto giro, pure Jajo Balestri), e i restanti in evidente debito di ossigeno, palle e idee. E così vige la legge del più affamato e non solo perdiamo, ma pure meritatamente. Di là lo senti che bramano, che sbuffano, che mordono l'erba. I nostri sembrano vacche al pascolo e la cosa mi irrita immagineprofondamente. Pazienza, ci metteremo in lista per i proventi dell'8 per mille, visto che in quanto a carità nessuno ci batte.
Torniamo in albergo leggermente delusi, ma una cena pazzesca (e se dico pazzesca, credetemi, è pazzesca per davvero) e la dolcezza della mia bambina, mi fanno sentire felice di aver affrontato questi due giorni così intensi, e come sempre indimenticabili. Stamattina abbiamo preso il treno e ci siamo precipitati al lavoro, senza nemmeno toccare casa. Con la barba sfatta e l'occhio un pò vitreo son tornato al solito tran tran quotidiano. Il mio ultimo pensiero va a Zaccheroni e al suo gruppo di mezze tacche. Caro Zac, se nel mio lavoro fossi moscio come quei quattro sbarellati che metti in campo, non so proprio come potrei mettere insieme il pranzo con la cena. Altrochè fiere del disco, viaggi a Parma e bevute di Lambrusco. Massù, coi soldi che pigliate. A Torino poi, fate ste moscerie. Che appena la piazza si accorge che uscite con le maglie profumate di Coccolino e che nessuno puzza di capra perchè non ha sudato nemmeno una goccia, finite appesi sulla Mole per gli zebedei. Ci bevo sù un bicchierino di Barbera, calice amaro degli sconfitti. Che poi a essere granata non ci perdi mica, che voi giocatori manco sapete cos'è l'amore per la mia città. Il cilicio fra le chiappe se lo mettano loro, io me ne vado a letto più granata che mai. Con la mia bambina, le rimembranze di Parma, i dischi, la mia musica, gli amici incontrati, i loro bagagliai stracolmi di rarità, le bandiere, il duomo, le nostre mangiate e i miei sogni nel cuore. Piccole istantanee di voglia di vivere.
E di sicuro dormirò benissimo.     

 

 
 
 

Post N° 58

Post n°58 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da darkside_79




immagine
 
   
 
 
 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da darkside_79

La programmazione della due giorni che partirà domani alle ore 6.30.

H. 6.30 sveglia
H. 7.05 partenza da Torino Porta Nuova
H. 10.19 (FS permettendo) arrivo a Modena, dove ci aspetta Enrico, un amico collezionista di Treviso che ripagheremo in qualche modo del favore.
H. 11 Io e Michela dovremmo aver raggiunto la fiera del disco di Modena. Ci raggiungeranno Riccardo dalla Toscana, ed Emanuele da Parma.
H. 13 Dopo le prime due ore di esplorazione fiera, caccia serrata al tortellino. Si preannuncia una mangiata indimenticabile. Ed una bevuta senza limite.
H 15-18 Dopo contrattazioni estenuanti, ricerche ossessive e conciliaboli, ognuno di noi dovrebbe aver ultimato i suoi acquisti. immagine
H 18.30 Partiamo da Modena destinazione Parma sfruttando un passaggio da Emanuele, ci trasferiremo in Hotel.
H 20 cena con Ema e doposerata con la sua famiglia e/o con la sua compagnìa.

Domenica

Sveglia libera.
H 12 Mangiata pantagruelica in qualche taverna del parmense.
H 14.30 Ci traferiremo al Tardini di Parma, settore ospiti, per la partita Parma-Torino.immagine
H 17 Due opzioni: in caso di sconfitta ci trasferiremo in albergo in penitente meditazione. Ci autoflagelleremo con gatti a nove code e andremo a dormire, senza cena, con il cilicio fra le chiappe. In caso di vittoria, cenone stile natalizio in qualche ristorante parmigiano con ricchi premi e cotillons.

Lunedì

H 6.30 Sveglia e sgombero dell'albergo.
H 7.05 Partenza da parma e ritorno a Torino, via Milano.
H 14 Si torna al lavoro senza nemmeno passare da casa.


 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da darkside_79

immagine

 
 
 

Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da darkside_79
 
Tag: Aria

immagine

 
 
 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: darkside_79
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 45
Prov: TO
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

acusimano1964graziatripolivaltersandriclaudio.dudinecrisciesterdiletta.castelliniktalgianca.gaetaohmerjuani_ucerophybes0smartvibstony169maria.carmen87aleidamarch0
 

TAG

 
 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

I MIEI LINK PREFERITI

 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963