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Finalmente possiamo gioire

Post n°141 pubblicato il 10 Novembre 2008 da DiarioDiViaggio0
 

PADOVA, 8 novembre 2008 – Un velo o un blocco, comunque qualcosa di strano da rivedere. La seconda meta dell'Australia, quella decisiva, non va giù agli azzurri. A dirla tutta, anche qualche lettura del primo tempo non ha convinto Nick Mallett e i suoi. Ma la parentesi sull'arbitraggio è aperta e chiusa qui, perché c'è da parlare di una grande Italia: "Bella partita davvero – attacca il c.t. azzurro – bella la nostra difesa, belle le decisioni prese. Quando arrivi sul 20-20 con l'Australia e sei ancora ben presente in campo, non puoi che essere soddisfatto". Questione di orgoglio: "La loro mischia ha fatto un gran lavoro, oltre le aspettative, ma i ragazzi hanno risposto alla grande, soprattutto in difesa".
Mediana Promossa - Mallett parla poi dei singoli: "Marcato? Sono davvero contento. Gli avevo chiesto delle cose e le ha fatte alla lettera. Il drop lo ha piazzato al tempo giusto e ha giocato bene anche la palla dalla quale è nata la nostra meta. E poi ha placcato sempre". Al suo fianco, come mediano di mischia, un più "timido" Canavosio: "Sono abbastanza soddisfatto anche della sua prestazione – prosegue il c.t. azzurro – certo c'è da lavorare ma per essere la prima volta che giocava in coppia con Marcato. Anche Orquera, quando è entrato ha fatto molto bene. Ripeto, devo essere soddisfatto". 
Buio Parisse
– Non riesce a vedere il bicchiere altrettanto pieno il capitano Sergio Parisse. Il torto subito in occasione della decisiva seconda meta australiana è lì che pesa come un macigno: "Vorrei rivederlo, a me non piace commentare l'arbitraggio ma è evidente che qualcosa di strano è successo. Nel primo tempo abbiamo avuto problemi in mischia, poi siamo cresciuti e l'ottimo lavoro in difesa ci ha permesso di tornare sotto e restare in partita a lungo". Mallett lo guarda in maniera paterna e a consolarlo aggiunge: "La moviola in campo, usiamola meglio". Chiude Robbie Deans, c.t. Dei Wallabies: "Sul 20-20 volevo andarmene. L'Italia è una squadra molto buona, che sa ragionare. Ha disciplina e ci ha messi in difficoltà".
Questo si può leggere sulla Gazzetta dello sport. Ho visto solo un piccolo pezzo di partita, purtroppo altri impegni mi prendevano, ho visto finalmente un Italia concentrata dal 1" al 80" e si finalmente si può gioire stiamo sempre più progredendo e se solo 5/6 anni fa loro erano distanti anni luce adesso sono qui ad un passo da noi.
Forza ragazzi

 
 
 
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COSA FARE SUBITO

Tanti passano di qua magari per la prima volta e non possono leggere tutti sti post, allora io ho pensato, ma se a loro piace il mio blog come posso aiutarli, e soprattutto fra un anno come posso aiutare me a rileggerlo, bisognerebbe mettere delle orecchie a questo diario per i passi piu' importanti.

Ed eccole le orecchiette.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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DA RADIOFRECCIA - 1998 LIGABUE

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
 
 
 
 
 

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