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Post n°170 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da DiarioDiViaggio0
 

Vorrei parlare brevemente e senza nessuna cognizione di causa, non sono avvocato e poco ho studiato le leggi vigenti, della condanna a Calisto Tanzi.

Io che la storia della Parmalat la seguo da tanti anni non sono riuscito a capire come tanti dipendenti Parmalat abbiano investito le loro liquidazioni e i loro risparmi in quell’azienda, lo sapevano fino i muri che c’erano grossi problemi di insolvenza, chi viveva quella realtà e in quella zona lo sapeva, ma forse anche loro si erano innamorati e il prosciutto, quello buono di Parma, gli foderava non solo gli occhi ma anche tutti gli altri sensi.

Che Calisto non sia mai stato un signore era un’altra di quelle cose che si sapeva, a Parma ci sono 4/5 famiglie importanti, ma sicuramente le due più conosciute sono i Barilla e i Tanzi, e a Parma si dice che la differenza si vede da distante, non solo nei padri ma anche nei figli. Credo e la sentenza l’ha confermato che Calisto, Stefano, e la figlia di cui non ricordo il nome, sapessero esattamente cosa succedeva in azienda e quindi andassero condannati, non ad una pena esemplare come alcuni titoli di giornale scrivono, ma ad una pena giusta.

Quello che mi ha lasciato al quando stupito (che come parola è molto vicina a stupido) è che solo loro sono i colpevoli (loro e quei cretini che hanno deciso di patteggiare la pena) mentre gli altri imputati tutti assolti, eppure sono fior di professionisti, signori pagati molto bene per fare il loro lavoro, perché sapevano farlo, quindi  mi domando come non possono essere colpevoli se hanno firmato bilanci falsi?

Ma forse si hanno ragione i politici la riforma giudiziaria serve, ma serve fatta da magistrati, dagli avvocati, dai giudici, insomma dagli addetti ai lavori e non dai politici.

 

Ieri sera ascoltavo una trasmissione radiofonica su RAI1 dove gli ascoltatori chiamano e pongono domande ad “esperti”. Naturalmente uno dei temi trattati era il nuovo scandalo corruzione nei comuni, l’esperta ha detto una cosa a cui io penso da tanto tempo, la politica quella alta va fatta fare ai politici, ma l’amministrazione fa fatta fare a tecnici, quindi al governo serve il politico nella funzione di: Capo del Governo, agli Esteri, agli Interni e per le politiche giovanili e alla famiglia, ma negli altri ministeri servono tecnici. Nelle amministrazioni comunali e provinciali e regionali servono tecnici ed amministratori, non persone di partito a cui si deve dare una sedia, o meglio ci sono quei due o tre posti che devono essere politici per gli altri servono tecnici.

In parlamento servono i politici, perché li si fa politica e non amministrazione, al governo servono tecnici.

Ultima cosina, Fini, cioè uno dei massimi esponenti della centro destra e legato alla chiesa cattolica, dopo circa 70 anni e per primo in maniera così forte ed autoritaria, da buon “politico laico” ha detto chiaramente che la chiesa cattolica non si è schierata in maniera decisa contro le leggi razziali promulgate dal regime fascista, beh mi aspettavo che certe cose venissero dette da ambienti di sinistra.

 
 
 
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COSA FARE SUBITO

Tanti passano di qua magari per la prima volta e non possono leggere tutti sti post, allora io ho pensato, ma se a loro piace il mio blog come posso aiutarli, e soprattutto fra un anno come posso aiutare me a rileggerlo, bisognerebbe mettere delle orecchie a questo diario per i passi piu' importanti.

Ed eccole le orecchiette.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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DA RADIOFRECCIA - 1998 LIGABUE

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
 
 
 
 
 

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