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« I limitiParigi »

Cosa vuol dire essere di sinistra

Post n°200 pubblicato il 12 Marzo 2009 da DiarioDiViaggio0
 

Cosa vuol dire essere di sinistra?

Ha ancora senso dichiararsi di sinistra o di destra?

Si me lo domando anche perché in questo momento credo che prima di essere di destra o di sinistra bisogna essere uomini e non quaquaraquà. E non è una frase fatta, penso che il livello dell’italiano medio sia bassissimo quasi inesistente, difficile trovare persone con cui potersi confrontare serenamente difficile trovare persone che siano preparate anche in una piccola specificità, difficile trovare persone che vogliano applicarsi che vogliano insomma provare a crescere. Se prima non cresce l’italiano medio sicuramente non cresce l’Italia.

Questo detto perché io mi professo di sinistra? Io che non sono marxista, e tanto meno leninista, io che non vedo solo il buono di Ho Chi Min e di Che Guevara, perché continuo a professarmi di sinistra?

Perché secondo me chi è di sinistra deve avere alcune caratteristiche principali:

1)      Deve essere aperto al confronto di idee, chi è di sinistra è progressista e quindi cerca il meglio nelle idee di tutti e non si chiude nel suo piccolo mondo dicendo sono bravo solo io. Gli studenti che qualche giorno fa dicevano noi non vi vogliamo nel nostro corteo perché siete di destra secondo me non sono di sicuro di sinistra.

2)      La sinistra come la destra dovrebbe mirare a volere il bene del paese, quindi obbiettivo comune ma differenti strade per arrivarci, per il bene del paese si intende il bene dei cittadini, la sinistra per arrivare a questo cerca prima il bene comune perché attraverso il bene comune si arriva al bene personale, la destra invece per arrivare al bene del paese ricerca il bene personale perché meglio sta il singolo meglio sta la comunità.  Quando si ricerca il bene del singolo non si può ricercare il bene di ogni singolo, ma della maggior parte dei singoli, quindi vuol dire che parte dei singoli che formano la società sarà calpestato da altri perché è normale che sia cosi, quando invece ci si preoccupa del bene della comunità ci si preoccupa più degli ultimi e meno dei primi.

3)      La sinistra è contro la militarizzazione di un paese,  ma non per un paese allo sfascio o in mano ai delinquenti quindi si all’essere attenti ai militari ma si anche alla legalità. Essendo contro la militarizzazione dovrebbe essere pro leva obbligatoria, perché la leva non obbligatoria comporta militari molto politicizzati.

4)      Una persona di sinistra deve essere prima di tutto laica, poi può professare tutto quello che vuole e crede, questo vuol dire che non deve confrontarsi con la morale religiosa che comunque influenza più del 75% della popolazione mondiale.

5)      Ho sempre creduto nella libera impresa, ma credo anche che lo stato non possa esimersi da mantenere nelle sue mani alcuni settori fondamentali per il bene del paese, quindi penso che sia giusto che ci siano ospedali, scuole e trasporti privati, ma in questi settori lo stato deve essere presente con le sue strutture per proteggere comunque i cittadini. Questo però non vuol dire che lo stato debba dare aiuti indiscriminati a destra e a manca spendendo i soldi della cittadinanza per aiutare pochi imprenditori. Giusto avere dei paracaduti sociali per lavoratori che si trovano in difficoltà, però bisogna che ognuno si assuma le sue responsabilità quindi gli imprenditori ci debbano mettere del loro, e i lavoratori devono fare altrettanto, se un azienda va male non è sempre e solo perché il progetto dell’imprenditore è sbagliato, a volte le colpe vanno ripartite.

6)      Avere imprese statali vuol dire dare servizi e non dare posti di lavoro, giusto dare a tutti i cittadini la possibilità di studiare, di essere curati e di muoversi a costi vicini allo zero, dando non il minimo ma il massimo, giusto che chi guadagna di più aiuti i più deboli, ma è altrettanto giusto che le risorse non vengono buttate nel garantire stipendi a persone che non fanno il loro lavoro.

Essere di sinistra secondo me è questo, forse mi sono scordato di alcuni temi, forse non sono di sinistra o forse sono semplicemente un italiano, che ha bisogno di un partito tutto suo, visto che difficilmente ci riconosciamo in pieno in un partito già esistente.

 

 
 
 
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COSA FARE SUBITO

Tanti passano di qua magari per la prima volta e non possono leggere tutti sti post, allora io ho pensato, ma se a loro piace il mio blog come posso aiutarli, e soprattutto fra un anno come posso aiutare me a rileggerlo, bisognerebbe mettere delle orecchie a questo diario per i passi piu' importanti.

Ed eccole le orecchiette.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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DA RADIOFRECCIA - 1998 LIGABUE

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
 
 
 
 
 

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