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« Un po' di ....IRA Belfast Beirut – 10/12/09 »

So long

Post n°219 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da DiarioDiViaggio0
 

Una strana parola inglese che non vuol dire ciao, non vuol dire arrivederci, non vuol dire addio.
Il più delle volte è difficile tradurre dalle altre lingue espressioni, non si rende esattamente il senso.

Ho appena detto so long ad una persona, difficile dire amica, difficile perchè gli amici vanno coltivate dal vivo e non via web, nel web si fanno conoscenze al massimo amicizie, ma mai amici. Si conosce tantissima gente, si fa amicizia con qualcuno, si diventa amici di pochissimi.

Io poi non posso parlare, per motivi che ho già spiegato pochissime persone hanno il mio contatto diretto, e quelle poche che lo hanno l'hanno utilizzato in maniera bellissima, e per questo le ringrazio.
Io sono sparito e loro hanno accettato questo mio sparire anche se potevano contattarmi.

Altre persone lo hanno subito il mio sparire, magari quando proprio avevano bisogno di dire due cazzate o di sfogarsi. Li ho traditi? Mi domando se ho tradito anche la loro fiducia. Mi sono sempre vantato di non aver tradito le persone, perchè chiunque si sia aperto con me non ha mai ascoltato chiacchiere provenienti da altre fonti e ho sempre ritenuto questo il non tradire la fiducia, ma forse mi sbaglio.

Non mi è più difficile dire addio, per un lungo periodo della mia vita invece mi era impossibile, continuo a non chiudere le porte in faccia a nessuno ma capisco che ogni tanto bisogna dire so long, che non è un addio non è un arrivederci è continua a camminare per la tua strada forse un giorno ci rivedremo o forse mai più.

SO LONG MY FRIEND.

 
 
 
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COSA FARE SUBITO

Tanti passano di qua magari per la prima volta e non possono leggere tutti sti post, allora io ho pensato, ma se a loro piace il mio blog come posso aiutarli, e soprattutto fra un anno come posso aiutare me a rileggerlo, bisognerebbe mettere delle orecchie a questo diario per i passi piu' importanti.

Ed eccole le orecchiette.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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DA RADIOFRECCIA - 1998 LIGABUE

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
 
 
 
 
 

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