Creato da FenomenidiEmersione il 05/01/2013
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  I sette dormienti - Stratos Yolanthe

 

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Ultimi Commenti

 
FenomenidiEmersione
FenomenidiEmersione il 28/10/13 alle 22:33 via WEB
Tu parli di un'altra dissociazione. O almeno io così colgo. Colgo male, forse...
 
annare38
annare38 il 25/10/13 alle 20:18 via WEB
Che bell'inganno sei anima mia .. cantava un poeta
Ed "assolveva" di libertà il tempo senza costruzione d'autorità .. dentro ad un elogio di un battito puro ed assoluto Pur quando silente ..
Non è concessione comune la capacità di non scindersi ..
 
FenomenidiEmersione
FenomenidiEmersione il 16/10/13 alle 14:20 via WEB
« Le monadi non hanno finestre » soleva ripetere, categoricamente, Leibniz. Con tutte le probabilità di averlo male interpretato (uno dei miei molti gravi difetti è il perenne interpretare), ritengo che le monadi, così come gli atomi, siano prive di empatia e risuonino per il solo fatto di non potere “comportarsi” in altro modo. Ne sortisce un mondo che, levato un benevolo Motore Primo, esiste anch’esso per il solo fatto di non potere non esistere. Ed è un mondo privo di connotazioni positive o negative. Posseggo un’impronta scientifica, un’ambivalente percezione della vita: pur cogliendone l’essenza fine a sé stessa, ne godo, nei limiti delle mie possibilità. Ma sempre in una sorta d’ipnosi voyeuristica che esclude la piena partecipazione. Posso dire che sì, il mio voyeur e la tua monade si sovrappongono. E probabilmente anche monade ed individuo. Un grazie e un abbraccio monadico.
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 15/10/13 alle 13:28 via WEB
Mi piace questa immagine: l'individuo o meglio, il tuo personaggio, come monade .
Potrebbe apparire come sofferenza, la vita molto spesso lo è, ma mi piace considerarla come dato, come constatazione che gli incontri siano sempre attimi fugaci. Il tempo di diventarlo. Il tempo di essere. Non per questo meno belli. Tu lo chiami Voyeurismo, io potrei chiamarlo sguardo dal finestrino. Sì, manca la partecipazione. Chissà perché? Forse perché monadi?!
 
FenomenidiEmersione
FenomenidiEmersione il 04/10/13 alle 12:00 via WEB
« Me miserevole! Per quale varco potrò mai fuggire l'ira infinita e l'infinita disperazione? Perché dovunque fugga è sempre l'inferno; sono io l'inferno (...) » (John Milton, "Paradiso Perduto", libro IV, vv. 76-78) Forse la strada della saggezza la si percorre pur non essendone pronti, inconsapevolmente. Non è anch'essa un viaggio altro?
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 30/09/13 alle 23:56 via WEB
Chissà se ci spaventa di più la vita o più la morte!
Ci sono quelli che riempiono le loro giornate e le loro notti di millanta cose da fare sottraendo tempo prezioso al sonno oppure all'ozio. Che non sia per la paura di stare da soli con se stessi?

E' molto bella la frase che hai tagliato, chissà perché l'hai tolta? Amo moltissimo l'oriente in genere e l'India in particolare, ma non sono pronta per percorrere la strada della saggezza, non so se mai lo sarò. Non so neanche se mi piacerebbe vivere senza desideri e senza illusioni. Non sarebbe noioso? :)))

 
FenomenidiEmersione
FenomenidiEmersione il 26/09/13 alle 16:50 via WEB
Grazie, è molto bello quello che dici. Perché, per quanto si scriva per se stessi, lo scopo rimane quello di placare una fame interiore che non tende quasi mai a scemare. Nutrire è ancora più piacevole che nutrirsi.
 
FenomenidiEmersione
FenomenidiEmersione il 26/09/13 alle 16:50 via WEB
Non ho ancora capito se a spaventarci sia la vita (vedi Emil Cioran) oppure la morte (vedi Blaise Pascal). Non mi è ancora chiaro se la ricerca di illusione sia intrinseca all’umanità o sia un espediente escogitato per sopportare l’esistenza (il semplice esistere, indipendentemente da come esso sia). Non so se il saggio sia colui o colei che ha visto e non si illude più o chi, pur avendo visto, accetta l’illusione e vi si cala. Meglio sarebbe il non avere visto mai, difficile è tornare indietro superata quella soglia, qualunque soglia. In questo “racconto” v’era una frase ch’è poi stata tagliata: « Chi torna o non è mai partito o ha chiuso gli occhi! ». D’altronde la nostra fisiologia si basa sull’interpretazione della vita, non sulla vita stessa: ogni cosa (suoni, immagini, colori, forma, profumi, odori...) è filtrata dai sensi e quasi certamente distorta. Non irreale, ma “para-reale”. Se la nostra matrice non fosse avida di illusione, probabilmente non saremmo più qua. Ogni giorno siamo “felici” di qualcosa che non c’è (una donna che danza, che gioca, che abbraccia non si discosta di molto da ogni altra illusione. Chi acquista una donna non acquista che una parte di sé, rincorsa vanamente e in perpetuo). A nutrire i filari umani che da Lovanio a Bruxelles – e da qui in ogni parte del mondo – abitano le vetrine non è il sesso, ma la solitudine. Ed il contatto umano, anche se blando, delicato, rispettoso ed amorevole, costituisce sempre una sorta di autoaffermazione, un esercizio del potere d’esser vivi. La solitudine, io credo, nasce da questo potere frustrato, da questa non-affermazione dell’Io. Ma questi (i miei intendo) sono discorsi pesanti, noiosi, terribilmente soggettivi ed inevitabilmente, se pur involontariamente, moralistici. Anch’essi – come tutto – nascono da un bisogno di autoaffermazione. E forse il vero saggio è chi comprende la vanità di tale bisogno e si astiene, in una sorta di taoismo personale, dalla pubblica competizione. Viaggiare è tra le illusioni più belle e sensate. P.S. Grazie.
 
lotus.house
lotus.house il 23/09/13 alle 10:51 via WEB
è molto bello.. e mentre lo leggo vivo questo istante..e mi nutro
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 21/09/13 alle 22:25 via WEB
... hanno insegnato che chi si accontenta gode e che bisogna perdonare per raggiungere la pace!! Mah!!
saggio è invece chi vive le proprie illusioni, in barba al senno e al senso comune e in contrasto con le dottrine apprese il mondo non ha ancora imparato ad accettare l'uscita di scena altrui. Povero stupido, esclamano gli altri!! Eppure anche gli altri non fanno altro che illudersi. Ieri sera sulla statale n 3 che da Lovanio porta a Bruxelles per trenta chilometri e più un susseguirsi di almeno un centinaio di night club dove c'erano delle vetrine illuminate e arredate. Uno sgabello, una poltroncina e in alcune vetrine delle ragazze stavano sedute o in qualcuna danzavano. Le ho viste dal finestrino dell'automobile. Com'è bello pensare che una donna stia a danzare per me. Giochi con me. Mi abbracci, mi desideri come io la desidero. (se fossi un uomo sarei felice di questo)
Le illusioni si possono vendere e acquistare e non è diverso dal tuo venditore di caldarroste.
Grande illusione la vita, dal gioco dei bambini fino alla fine dei giorni.
Anche illusioni le mie fughe. I miei viaggi. La mia strada. I falsi amici che ridono alle spalle. Tutto è illusione. Nostalgia. Rimpianto.

ps. Tocca il cuore il tuo racconto e fa pensare!

 
 
 

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