Creato da: elalamein42 il 20/12/2006
Una tomba in mezzo al deserto, dedicata ad una Sconfitta.

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DANIELA SEI UN MITO !!!

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Il terrorismo islamico ha minacciato di morte l' On. Daniela Santanchè (AN) per la sua battaglia contro il velo.

 

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LA DESTRA CHE NON C'E'

Post n°21 pubblicato il 03 Maggio 2008 da elalamein42
Foto di elalamein42

Cerco la Destra. Come il filosofo Diogene, con la lanterna in mano, sebbene in pieno giorno. Come quello cercava "l'uomo" in luoghi iperaffollati, dando ad intendere che tra quella folla di esseri umani dal solo punto di vista biologico, lui non sapeva individuarne uno degno di tal nome. Così vado cercando io la Destra, in mezzo a partiti, cartelli elettorali, movimenti, punti di riferimento morali, sigle, classici, autori, cani sciolti. La cerco e non la trovo.

Guardo nel Popolo della Libertà: trovo una lista elettorale capitanata da un Paperone che ha l'unico merito di essere stato il catalizzatore di una storica risposta del popolo italiano all'incipiente trionfo politico della Sinistra. Una lista elettorale nata da un giorno all'altro, per volere del suo capo. Il giorno che il Padrone della Libertà abdicasse, nessuno troverebbe nulla di strano se il suo successore fosse il figlio, o la figlia, o l'amante. Il Popolo della Libertà e il suo capo sono stati una diga contro la vittoria di una sinistra che già controlla magistratura, sindacati, Quirinale, case editrici, maggiori giornali, università, che detiene il monopolio non dell'informazione, ma della formazione del consenso, a partire dai testi didattici delle scuole elementari e medie. Qualche merito storico il Paperone ce l'ha avuto. Ma questo Paperone qui, è uomo dal curriculum assai inquietante. Amici anticomunisti, diciamocelo. Questo Paperone qui della trasparenza, del senso dello stato è l'antitesi storica. Questo Paperone qui e i suoi cari e i suoi amici e i suoi lacchè dovrebbero moralizzare la cosa pubblica, lottare contro le mafie ?

Guardo nel pianeta democristiano. Casini parla bene, è sempre lì lì per convincermi. Poi penso che Cuffaro è uno dei suoi. Poi penso che il difensore del crocifisso e della cristianità e dell'integralismo ratzingeriano, della Famiglia über alles, non può fare la Comunione, perchè divorziato. Tanto che Famiglia Cristiana, per dargli una mano, è costretta a fotografarlo più volte insieme alla sua famiglia, per far dimenticare alla cristianità i suoi peccati. I democristiani sono e restano democristiani.

Guardo a destra della defunta AN. Trovo la Destra. Una bella idea, all'inizio. Come dire: Fiuggi ci sta anche bene, ma i Popolari noooo !!! Ho seguito con interesse la nascita di questo soggetto, soprattutto perchè il suo leader, Storace, disse ai suoi inizialmente che non voleva fare un Superpartitino dell'ultradestra; l'idea era di prendere il posto di AN, dal momento che AN chiudeva ignominiosamente bottega. Personalmente la trovai una gran bella idea: lontani dai popolari, Dio ne scampi, ma anche dalle croci celtiche e le svastiche, con cui mai vorrò avere a che spartire. Mi pareva stesse nascendo una destra anti-eugenetica, anti-liturgia sinistrese del primo Maggio e del 25 Aprile, anti-politica, anti-islamica, conservatrice in tema di diritti civili, tradizionalista, comunitaria, filoatlantica e non antisemita. Una destra moderna che prendesse il posto della destra suicida di finiana memoria. Mi erano piaciute anche le uscite di Santanchè e di Salerno a favore di Israele, una linea di politica estera filo-occidentale, lontani dall'antisemitismo ottuso e becero di Forza Nova e del negazionista Romagnoli. Ma può una novità politica di tal genere essere guidata da Storace, Santanchè e Bontempo?... Senza contare che, alla viglia delle elezioni, La Destra andava ad allearsi proprio con Romagnoli e la sua Fiamma Tricolore. Si ricomincia con le goliardate; fine della novità.

Guardo alla Lega: ma come può scaldarsi uno del Centro Italia alla Causa Padana? Condivido in pieno la lotta all'immigrazione clandestina, beninteso. Ma delle camicie verdi me ne frego. Federalismo fiscale: se ne può parlare. Ma dare ancora più potere agli enti locali sarebbe in suicidio. E in nome di che, del Dio Po? Di una nazione che non esiste se non nella fantasia di Borghezio? Ma fatemi il piacere. Eppure proprio la Lega ha catturato il bacino elettorale sfuggito alla Destra. Perchè le mere operazioni di immagine (vedi Santanchè candidata premier) restano fini a sè stesse, quando una forza politica, oltre alla mancanza di mezzi (leggi finanziamento pubblico) unisce una desolante mancanza di radicamento nel territorio. E poi: i profeti della destra sociale e della critica antipartitocratica sarebbero la miliardaria Santanchè e l'uomo d'apparato ex dirigente di An, ex governatore, ex ministro, ex inquisito Storace?

A destra c'è Forza Nuova. Cattolicesimo in versione talebana. Antisemitismo viscerale, che rimanda non al fascismo, ma alla sua versione crucca, più mostruosa e sanguinaria. Antiamericanismo figlio di un complesso di inferiorità e di una sudditanza psicologica nei confronti della Sinistra, mai sopito; basti vedere con quanto fervore vanno a manifestare fianco a fianco coi compagni dei Centri Sociali, appena possono, incuranti dell'indifferenza, degli insulti, del disprezzo di questi ultimi.

Poi ci sono i naziskin e gli ultras del calcio. Nulla a mio parere che non potrebbe essere curato con una buona dose di manganellate da parte delle forze di polizia e dei tutori dell'Ordine. Perchè la Destra, per come la vedo io, non è ribellismo, è Ordine, prima di tutto. E Tradizione. E Integrazione.

Insomma: la Destra come la Titina. La cerco e non la trovo. Eppure sarebbe il momento storico della Destra, in Italia. Non nostalgica che cammina con la testa rivolta all'indietro, nè goliardica prigioniera dei suoi riti. Una Destra che si confronta con la modernità, ma che pone dei limiti alla modernità stessa. Che non ha paura del passato e non ricorre alle ridicole circonlocuzioni di Roberto Fiore, quando si è interrogati su fascismo e leggi razziali (sempre la stessa solfa: non sono uno storico ... non è questa la sede ... ). L'entrata in guerra nel '40 al fianco della Germania è stata una cazzata, c'è poco da fare. Le leggi Razziali sono un crimine e una vergogna, c'è poco da dire. La condotta di guerra italiana, nonostante singoli gloriosi atti di eroismo, è stata ridicola, c'è ben poco da dire. Altre cose deve dire la Destra. Deve dire della mitizzazione mistificatrice della Resistenza nel dopoguerra, della dittatura di Sinistra nella cultura. Una Destra che dice no al matrimonio omosessuale. Che dice no al nichilismo figlio del Sessantotto. Che dice no all'eugenetica. No al disprezzo delle tradizioni e delle identità. Una Destra d'Ordine. Meritocratica. Antipartitocratica, come da suo DNA. Antiliberista. Antiglobalizzatrice. Che dice no alla logica mercantilistica schiavizzatrice che sta dietro alla tolleranza liberista del fenomeno dell'immigrazione clandestina; che dice no al buonismo ipocrita degli sradicati di sinistra, allegri teorici dello "spaesamento". Che dice no al fondamentalismo islamico e al virulento proselitismo musulmano. Perchè questo per il Paese dovrebbe essere il momento storico dei tagli alle spese, drastici, di una visione spartana della vita, perchè l'Italia sta vivendo clamorosamente al di sopra delle proprie possibilità; una Destra non berlusconiana di nani e ballerine, ma propugnatrice di un Rigore, morale, amministrativo, economico. una Destra che caccia via a calci nel culo i giudici che vogliono rimuovere i crocefissi. Una Destra che lotti contro le mafie e le criminalità, non che si allei con esse, una Destra che sottragga alla Sinistra il monopolio della Cultura della Legalità (mi sento male quando penso che Rita Borsellino si è candidata con la Sinistra; la cosa deve farci riflettere, e molto ...). Che sancisca la fine dei poteri occulti, che garantisca il ritorno del potere in mano al popolo; ma non sotto forma di una democrazia discutidora fatta di chiacchiere e di nessuna decisione e nessuna responsabilità. Una Destra di Popolo, contrapposta a una Sinistra di chierici e cicisbei.

A Destra ci sarebbero molte risposte alle esigenze del Paese. Ma parlo della Destra dei miei sogni. Una Destra che non c'è.

 
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L'OCTOBRE NOIR DU PRESIDENT

Post n°20 pubblicato il 21 Ottobre 2007 da elalamein42

Che ottobre nero, povero Sarko! I sindacati regressisti d'oltralpe affossano la sua lotta ai privilegi con un megasciopero. Un tambureggiante piagnisteo filantropico boccia i suoi sforzi per il contenimento dell'immigrazione, divenuta in Francia una calamità (5 milioni contro i 3 dell'Italia, stando al Nouvel Observateur). I media regressisti stanno dannandosi l'anima per rivalutare quel 68 coraggiosamente attaccato dal Presidente. Come dire: tutta l'Europa è paese, non bastano i trionfi elettorali per cambiare, nè l'iperesposizione mediatica, nè l'iperattivismo.  Come se non bastasse, les bleus di Chabal perdono la finale del Mondiale di rugby con gli odiati inglesi (sì, odiati, diciamocelo chiaramente: il buonismo filoeuropeista non ci faccia mai dimenticare che nel nostro continente ci siamo scannati fino a sessant'anni fa e sotto sotto ci detestiamo ancora tutti). Tuttavia non provate a consolare Sarko con la storiella dello "sfortunato al gioco, fortunato in amore", giacchè in questo interminabile ottobre, pure la moglie lo ha lasciato ! Il motivo ufficiale? L'ex première Dame di Francia Cécilie Sarkozy ha bisogno di star lontana dai riflettori. Poverina, essersi andata a trovare proprio un leader politico in ascesa, uno che sotto i riflettori ci campa da una vita, dev'essere stata una disgrazia non da nulla. Per sfuggire ai riflettori di Francia pensate, si è dovuta rifugiare sotto i riflettori libici, quando si è incaponita (con successo) di liberare le quattro infermiere bulgare. Tipica impresa di una persona che ama stare nell'ombra, vivere una vita normale, lontana dalle luci della ribalta.

Ma mi faccia il piacere, diceva Totò.

 
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FISCHI PER FIASCHI

Post n°19 pubblicato il 11 Settembre 2007 da elalamein42

Dice: a Parigi non hanno fischiato il nostro inno nazionale. No, infatti: hanno detto che abbiamo rubato la coppa del mondo, hanno fatto di quell'animale di Zidane un eroe nazionale, hanno detto che siamo ladri, imbroglioni e provocatori, che siamo corrotti, che compriamo le partite, ma l'inno no, non ce lo hanno fischiato. Il fatto che non abbiano fischiato, dà la misura di quanto siano ipocriti. L'eleganza di accettare una sconfitta non l'hanno avuta, ma hanno ostentato al mondo quella di tollerare il nostro inno. Ci hanno gettato addosso tonnellate di fango, ma hanno tenuto all'etichetta. A San Siro gli italiani hanno fatto sapere la loro risposta, unanime, fischiando in 80.000 l'inno nazionale francese, quella Marsigliese che rievoca i fiumi di sangue della loro rivoluzione, di cui sono tanto orgogliosi.

E la stampa italiana (quella altrettanto buonista e ipocrita) si vergogna, si dissocia, si autoflagella, si straccia le vesti per questa manifestazione di "maleducazione".

A me i fischi di San Siro, invece, hanno rievocato un grazioso siparietto della politica italiana Anni Ottanta: interrogato sulla tempesta di fischi che il suo Congresso indirizzò a Enrico Berlinguer, l'allora leader socialista Craxi dichiarò, con ghigno satanico, che era dispiaciuto di non saper fischiare.

 
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JUST IN TIME (STRAVAGANZA AUTOBIOGRAFICA)

Post n°18 pubblicato il 06 Settembre 2007 da elalamein42

I tempi, come insegna la Bibbia ebraica, sono tutto. C'è un tempo per nascere, uno per morire, uno per pregare, uno per combattere. Tutto sta a coglierli ... in tempo. E io li ho sbagliati tutti. Quando c'era da moraleggiare in pubblico, ho fatto l'anticonformista; quando c'era da arraffare in privato, mi sono fatto prendere dagli scrupoli. Non era sbagliato fare l'ipocrita in sè, non era sbagliato arraffare in sè, adesso me lo hanno mostrato: erano sbagliati solo i miei tempi. In queste condizioni non sorprende che uno apra un blog fuori tempo, per di più dedicandolo a una sconfitta. Eppure gli illusi, i desengañados, i vinti, gli sberleffati di tutti i tempi hanno un fattore che li rende temibili agli occhi degli opportunisti: sono gente tremendamente libera, usa a servire solo ed esclusivamente i propri sogni. E puoi fregarli una volta sola, ovviamente.

E questo bloggaccio sguaiato e fuori dai denti, politicamente scorretto, non meritava forse di essere abbandonato come un figlio di un dio minore. Aveva ancora tanto da urlare. Ma forse non è troppo tardi ...

 
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IO RICORDO.

Post n°17 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da elalamein42

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Tra il settembre 1943 e l'immediato dopoguerra, le truppe partigiane jugoslave di Tito uccisero circa diecimila italiani. Una pulizia etnica ante litteram, dal momento che le finalità dell'eccidio non erano nè militari (le vittime furono in gran maggioranza civili), nè politiche (accanto a fascisti e repubblichini vennero giustiziati antifascisti italiani, anche di fede comunista). Le morti avvennero per fame, stenti ed esecuzioni nei campi di concentramento jugoslavi. E per il genocidio delle foibe: dove italiani, senza distinzione di età e sesso, furono gettati, spesso ancora vivi, dentro cavità naturali del paesaggio carsico, dette appunto foibe, dove volavano persono venti metri prima di toccare terra. Croati e sloveni hanno operato una gigantesca opera di rimozione e disinformazione su questi barbari avvenimenti. Gli stessi sloveni che sono già in una Comuità Europea che è un aggregato di solitudini senza storia, in attesa dell'ingresso della Turchia, o magari dell'Irak. Ancora più gigantesco e riprovevole il silenzio che la storiografia italiana prona all'egemonia culturale rossa ha gettato sulle foibe, tacciando di "provocatori" tutti coloro che osavano sollevare l'argomento. Dubbi sulle foibe sono stati avanzati in tempi recenti dal Capo dello Stato Presidente Giorgio Napolitano, precisamente in una lettera aperta a Il Manifesto del 2004, in cui ridimensionava l'argomento, usando peraltro l'espressione "tardivo revisionismo". Lo stesso Napolitano che oggi, solenne come un beccamorto, officia alle cerimonie del Giorno del Ricordo. Nel Giorno del Ricordo ricordiamo anche che Napolitano, nonostante la fama di migliorista, cioè di ex comunista di tendenze riformiste e occidentali, definì gli operai ungheresi in rivolta contro l'oppressione comunista, "teppaglia" controrivoluzionaria. Ricordiamo e vogliamo ricordare che la presenza del Presidente Napolitano alla rievocazione dei moti del '56 non è stata gradita dai reduci ungheresi, che ricordavano anch'essi. Non possiamo fare a meno di ricordare le parole di Franco Giordano (Rifondazione Comunista) di contrarietà all'istituzione di un Giorno del Ricordo per le foibe, nel terrore che questo possa ingenerare una pericolosa deriva "revisionista". La memoria delle foibe è stata gelosamente custodita dalla destra. Una destra spesso extraparlamentare, neofascista e impresentabile. Ma a cui l'omertà comunista ha consegnato su un piatto d'argento un cavallo di battaglia fatto di verità storica. Una destra che la storia rimossa delle foibe ha difeso in solitudine per decenni. Io oggi sento di rinnovare a questa destra, da una parte la mia avversione politica al mito neofascista, ma dall'altra il mio ringraziamento di cittadino italiano per questa meritoria battaglia storiografica e politica a favore del Paese e di una memoria condivisa. Oggi Io Ricordo.

 
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