Messaggi di Settembre 2014
Post n°101 pubblicato il 30 Settembre 2014 da fenormone0
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Post n°100 pubblicato il 22 Settembre 2014 da fenormone0
Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l'ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e, "creature di sangue caldo e nervi", come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita. (Raymond Carver) L'avevano sepolto in fretta, ma il ricordo, quello, era rimasto. |
Post n°99 pubblicato il 16 Settembre 2014 da fenormone0
L'egoismo equivale al suicidio. L'uomo egoista si piega come un albero solitario e sterile... ma l'amore di sé stesso, nel senso più elevato, in quanto è aspirazione reale verso il perfezionamento del proprio essere, è la sorgente di tutte le grandezze. L'uomo deve lasciare in sé questo egoismo ostinato della sua personalità, allora soltanto l'amor proprio avrà diritto di imporre la sua volontà. (Ivan Turgenev) Al tatto, spesso, riconosco la verità. Se la guardo troppo fissa mi appare come una bugia. |
Post n°98 pubblicato il 09 Settembre 2014 da fenormone0
La posta giaceva sul tavolo della prima colazione. Una notevole pila di lettere, perché avendo Leonida da poco festeggiato il suo cinquantesimo compleanno, arrivavano ancora ogni giorno gli auguri dei ritardatari. Leonida si chiamava proprio Leonida. Per quel nome opprimente non meno che eroico poteva dir grazie a suo padre, che a parte questa eredità, da povero insegnante di ginnasio qual era, non gli aveva lasciato altro che un'intera collezione di classici greci e latini, nonché dieci annate del "Tübinger altphilologische Studien". Per fortuna il troppo solenne Leonida si lasciava facilmente trasformare nel più agile e semplice Leo. Così lo chiamavano i suoi amici, e Amelie lo aveva sempre e soltanto chiamato Leon. Lo fece anche adesso, mentre con la sua voce scura accentuava la seconda sillaba di León in un acuto strascicato e melodioso. (Franz Werfel) Non aveva capito. Per un motivo o per un altro era rimasta sulla soglia. |
Post n°97 pubblicato il 02 Settembre 2014 da fenormone0
Di nuovo a Vienna e di ritorno a casa da una visita nei quartieri fuori mano, mi sorprese un rovescio di pioggia che, con sferzate d'acqua, costringeva la gente a rimpiattarsi rapida sotto i portoni e altri ricoveri, e anch'io cercai in fretta un tetto sotto cui ripararmi. Per fortuna a Vienna c'è un caffè in attesa a ogni angolo, e io mi rifugiai in quello proprio lì di fronte, con il cappello già gocciolante e le spalle bagnate fradice. All'interno si rivelò il solito tradizionale caffè di periferia, senza il contorno accattivante di quelle orchestrine alla moda che in centro imitano i locali tedeschi, ma pervaso invece dall'atmosfera familiare della vecchia Vienna e affollato di gente modesta che consumava più giornali che dolciumi. A quell'ora, verso sera, l'aria già di per sé viziata presentava nelle azzurre volute di fumo un fitto disegno marmorizzato, e tuttavia il caffè aveva un aspetto lindo con i suoi divani di velluto palesemente nuovi e con la cassa di alluminio chiaro. Nella fretta non mi ero dato la pena di leggere il suo nome da fuori, ma a che scopo d'altronde? E adesso ero lì seduto al caldo, e guardavo impaziente di là dai vetri inondati d'azzurro e mi domandavo quando quella pioggia molesta avrebbe avuto la compiacenza di spostarsi di qualche chilometro. (Stefan Zweig) Il marciapiede odorava di acquazzone, il pavé mi accoglieva con un certo entusiasmo.
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