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Progetto Al Dalil collabora con Sharmegitto :)

Post n°210 pubblicato il 10 Agosto 2010 da livingcircle

Cari Amici,

oggi desidero segnalarvi questo post dedicato a come i Beduini vivono il Ramadan.

Lo ho scritto per Marco, un nuovo amico di Al Dalil e webmaster del più seguito sito su Sharm el Sheikh ed Egitto.

Marco con il suo blog sta facendo un ottimo lavoro raccogliendo informazioni davvero interessanti e ben selezionate, ci sembra inoltre una persona sinceramente rivolta al prossimo e positivamente costruttiva pertanto è stato un grande piacere per contribuire al suo lavoro.

Questo il link al suo blog e qui di seguito il post in versione integrale :)

Buona lettura.

Paola

COME VIVONO IL RAMADAN I VERI BEDUINI DEL SINAI?

VISTO CHE ANDIAMO IN VACANZA NELLA LORO TERRA, IMPARIAMO QUALCOSA DELLA LORO CULTURA

 

Per capire come vivono il Ramadan i beduini del Sinai, mi sono rivolto a Paola.

Vi ho già parlato di lei nei giorni scorsi a proposito delle discipline olistiche, il suo lavoro. Ma Paola è una persona assolutamente al di fuori dagli schemi. Si è trasferita a Sharm attratta dal deserto, dalla cultura delle popolazioni che vivono nel deserto del Sinai e col tempo ne ha ottenuto fiducia e reciproca simpatia.

Attraverso Paola si effettua un vero e proprio scambio culturale. Ogni tanto lei si stacca dalla realtà di Sharm per trascorre qualche giorno con i suoi amici beduini, condividendone tempi e ritmi, apprendendone la cultura e assimilandone le tradizioni.

Nessuno meglio di lei quindi potrebbe descriverci come vivono il Ramadan queste popolazioni che pur vivendo a pochi chilometri dai resort per turisti, sono ai più assolutamente sconosciuti. Vivono nella calma e nel silenzio la loro semplice esistenza, fieri delle loro tradizioni, lontani dal consumismo e ancora capaci di gioire delle piccole cose.

Siamo sicuri di essere più civili di loro?

Eccovi  quindi la testimonianza di Paola:

tappeto-preghiera.jpgIl vero significato della parola Ramadan spesso sfugge agli occidentali e agli appartenenti a religioni diverse da quella musulmana.
Ramadan è il decimo mese del calendario arabo ed è il mese dedicato alla Purificazione. Il mese in cui viene seguita una disciplina di preghiera e di vita più sentita, più spirituale e anche un pochino più ligia.

Secondo l’Isam i fedeli dovrebbero dedicarsi alla purificazione del corpo e dell’anima. Ed è per questo, che per un’intera fase lunare, dal sorgere del sole al tramonto, il musulmano si astiene dal bere, mangiare, fumare, fare pensieri e azioni impure. Un voto a Dio, un dono alla sua benevolenza e perdono.

Il mese del Ramadan rappresenta anche un’occasione per le famiglie di sanare piccoli e grandi dissapori, per gli amici ritrovarsi nel cuore e tendere una mano verso l’altro. La beneficenza è prevista dal Corano, che invita tutti ad aiutare i poveri e i bisognosi.

Naturalmente, con questi precetti di digiuno e astinenza dall’alba al tramonto, la vita slitta in quasi la sua totalità. Questo avviene in modo particolare presso le tribù Beduine che vivono ancora in stretto contatto con la natura.

Il Ramadan inizia quando la prima falce della luna nuova appare in cielo (e che cielo!). Sin da quel primo momento, la vita per un mese assumerà un sapore diverso. Ci si corica all’alba, dopo una cena leggera e la preghiera, e si dorme il più a lungo possibile, cercando di ignorare i sempre più caldi raggi del sole. Chi è impegnato in un’attività lavorativa è un po’ meno fortunato, ma può godere di una lunga pausa nelle ore più calde.

Nelle tende e nelle casette in muratura si svolgono le normali attività di pulizia e accudimento di bambini e animali.

Prima del tramonto le donne iniziano a preparare la colazione, che si chiama Iftar, prevalentemente costituita da una deliziosa bevanda a base di latte e datteri il “tamr el laban”. Segue la preghiera e la cena a base di carne di capra o pollo, accompagnata da riso e verdure.

Gli ingredienti della cucina del deserto sono piuttosto limitati rispetto a quella mediterranea, ma i metodi di cottura tradizionali e la varietà delle ricette li valorizzano al massimo.

Dopo aver mangiato ci si riunisce accanto al fuoco e la vita sociale ha inizio, chi chiacchiera, chi suona, chi danza, chi, in disparte, prega.

Le famiglie si incontrano e si fanno reciprocamente visita donandosi dolcetti che verranno gustati insieme al buonissimo the beduino sapientemente aromatizzato con le erbe del deserto.

Durante il Ramadan, interi gruppi familiari si spostano anche per molti chilometri, per fare visita ai parenti più lontani e a quelli che vedono meno frequentemente.  E’ una festa per tutti, un ritrovo e un’occasione, come dicevamo, per stringersi la mano.

Un’ora prima della preghiera dell’alba, il muezzin, con quello che a noi sempercorso-luna.gifbra un canto, informa che il sole sta compiendo il suo tragitto e che presto sorgerà. Iniziano i preparativi del pasto fatto per affrontare la giornata che verrà consumato prima della preghiera. Dopo è di nuovo tempo di sistemare i tappeti, stendere le coperte al suolo, e coricarsi cullati dal tepore della terra.

Per un intera fase lunare si vive con lentezza, coltivando interiormente la sensazione di pace, praticando il digiuno e la fratellanza durante le lunghe giornate scandite dalle preghiere e dal sole.

Così come è iniziato, il Ramadan termina al sorgere del primo spicchio di luna lasciando “la scena” ad una grande festa, Eid el Fetr, che per tre giorni celebrerà la ritrovata purezza del cuore.

 
 
 
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