Post n°1437 pubblicato il
05 Marzo 2009 da
SANDRONE.Vg
Il dna estratto dai tamponi, dai mozziconi di sigarette e da altri oggetti relativi allo stupro della quindicenne al Parco della Caffarella non è né di Alexadru Isztoika Loyos, né di Karol Racz, i due romeni fermati.
Le analisi. E' ciò che risulta dalle analisi compiute dalla genetista Carla Vecchiotti, dell'istituto di medicina legale della Sapienza, analisi che confermano ciò che aveva rilevato la polizia scientifica.
Non si è trattato di un nuovo esame del test genetico, ma di una comparazione del dna prelevato dalla scientifica e quello dei due indagati. In procura è stato precisato che l'attività di laboratorio non è ancora conclusa. La polizia scientifica deve, in particolare, ultimare gli esami sugli indumenti della ragazzina e su altri reperti, compreso il trench beige con una macchia di sangue che la proprietaria di un bar diede alla ragazzina dopo lo stupro.
I due profili di Dna non sono riconducibili nemmeno al fidanzatino della quindicenne. Gli inquirenti avevano deciso di prelevare il codice genetico del giovane al fine di chiarire con maggior precisione l'appartenenza dei dna estrapolati dai reperti.
La richiesta di scarcerazione. In attesa dell'udienza del tribunale del riesame in programma lunedì prossimo, il pm Vincenzo Barba deve ora formulare il proprio parere sulle richieste di scarcerazione.
La posizione dei due romeni. Isztoika aveva in un primo momento confessato spiegando che con lui quella sera c'era Karol Racz. Alexandru poi ha ritrattato, ma era stato riconosciuto dalla ragazzina «senza ombra di dubbio», come sottolineato ieri dal procuratore Giovanni Ferrara. Inoltre nella confessione videoregistrata di Alexandru erano emersi particolari che, a detta degli investigatori, solo chi ha preso parte allo stupro poteva conoscere.
Racz è stato accusato da Isztoika, perché, secondo lui, Alexandru aveva paura di altri due romeni. Racz, inoltre, oggi ha ricevuto un'ordinanza di custodia cautelare anche per lo stupro del Quartaccio.
Il giallo dell'impermeabile. La barista che ha soccorso la quindicenne le diede l'indumento per tenerla al caldo. Solo ieri la proprietaria del bar si è accorta che sull'impermeabile erano rimaste alcune macchie di sangue. Ha subito avvisato la polizia che ha sequestrato il capo di abbigliamento per portarlo nei laboratori della scientifica dove, come per tutti gli altri reperti, verrà sottoposto a ad analisi approfondite.
Inviato da: marco.girotto1966
il 13/10/2012 alle 22:23
Inviato da: azione.nuova
il 28/03/2009 alle 14:48
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il 09/03/2009 alle 22:25
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il 02/02/2009 alle 22:59
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il 23/01/2009 alle 03:17