Creato da roby2012 il 19/02/2008
Spazio dedicato ai miei fratelli e sorelle
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Post n°23 pubblicato il 10 Giugno 2008 da roby2012
Se ne possono dire tante.... Si può anche credere che due magnifici esseri umani abitassero l'intero globo terracqueo e ne fossero padroni: un maschio di nome Adamo, una femmina chiamata Eva. Così ci hanno insegnato, fin da bambini.... Soli soletti, un uomo e una donna abitavano l'intera Terra: a che pro? Per guardarsi in faccia per due o tremila anni? Che significato si può trarre dal fatto che Dio avrebbe "piazzato" un uomo e una donna, soli come due naufraghi su un'isola deserta, a dominare l'intero pianeta, flora e fauna compresi? E come poter immaginare che, un bel giorno, mentre Adamo era - che so! - a far legna... Eva incontrò l'antico Serpente e fu convinta ad assaggiare la mela, il Frutto Proibito? Non sembra una favoletta per bambini, per di più NON a lieto fine? Ma questo è ciò che continuano a raccontarci... O forse, aprendo leggerissimamente le orecchie e la mente, si può finalmente scorgere una storia diversa e simile al tempo stesso? Chi erano Adamo ed Eva? Cos'era il Frutto Proibito? Intanto si deve tornare indietro nel tempo, in un periodo posto fra 60000 e 12000 anni fa, in epoca in cui i popoli della Terra conobbero Dio e le sue Milizie celesti. Due furono le civiltà che fiorirono in quel lasso di tempo assai lungo: Lemuria e Atlantide. Entrambe entrarono in contatto con la divinità e le Leggi di Amore che la divinità aveva loro insegnato: Dio ha seguito passo passo il corso di questi popoli che erano liberi nelle Leggi di Amore, avevano entrambe l'accesso ai Cieli e soprattutto non conoscevano la sofferenza e la morte fisica. Non c'è molto da stupirsi: questo avviene anche ai giorni nostri. Per questo motivo Gesù ci invita a lasciare i propri beni, la nostra proprietà, per seguirlo, per poter entrare con Lui nel Regno dei Cieli. E' il possesso che ha rovinato le civiltà passate, Lemuria ed Atlantide, ed è il possesso, questa diabolica smania di potere, di sete di denaro, di approvigionamento, di superfluo, di invidia reciproca e di odio fraterno, che farà sì che, anche la nostra generazione farà la stessa fine di Lemuria e di Atlantide. Il possesso è la causa, il Frutto Proibito. Ma noi non siamo i novelli Adamo ed Eva: Cristo ci ha già riscattati con il suo divin sacrificio, dando la sua vita per noi. Ora tocca a noi fare il passo, decisivo verso di Lui. Ora sta a noi imparare ad ascoltarlo. Ora sta a noi cominciare la nostra nuova vita in Lui, ogni giorno attendendo ad un nostro progresso d'amore, così come Lui ci ha insegnato. |
Post n°22 pubblicato il 02 Giugno 2008 da roby2012
Salve... partiamo da un presupposto certo, per arrivare a conoscere Dio. Partiamo da quanto Gesù ci ha tramandato nell'annunciare la Buona Notizia ad Israele, il Popolo di Dio: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. " Da queste parole noi possiamo comprendere che per arrivare a conoscere realmente Dio, occorre mettere in pratica queste semplici, "pesanti" verità: se vuoi seguire Gesù devi lasciare il mondo, devi allontanarti dalle cose del mondo, pur restando nel Mondo. Partiamo dal singolo. Un uomo si affaccia alla finestra e scorge il proprio vicino di casa salire su una fuoriserie rossa nuova fiammante; al suo fianco una donna assai piacente. Questo è solo un piccolo esempio della maniera in cui consista, per molti, un Dio. Guardiamo ora alla comunità: per ottenere quel dio chiamato "Hummer", il nostro uomo si è rivolto alle banche, che vivono dei risparmi altrui e sugli interessi praticati; il dio delle banche sono i clienti, i danarosi... ma soprattutto quelli pagano a rate. Le banche, a loro volta, sono collegate al potere, che sfrutta le economie collegiali di industrie e attività commerciali sparse sul territorio nazionale ed estero... e non sempre in affari leciti. La pubblicità è l'anima di questo consumismo, che io considero la vera rappresentazione dell'AntiCristo di questi tempi. Se vi capiterà di guardare qualsiasi emissione pubblicitaria, vi accorgerete che, l'indicazione primaria è quella che "non ne potete più fare a meno". Tutto appare cristallino, dagli spaghetti (che provengono da un ignoto mulino "bianco") alle merendine (che ti tentano tre volte tanto), dalle bevande (dai poteri taumaturgici ed energetici) alle cucine (la più amata dagli italiani), dai profumi (l'uomo che non deve chiedere mai) fino ai supermercati stessi (i tuoi migliori amici, anzi, in alcuni casi TE STESSO), dai caffè (che ti innalzano fino a Dio) alle automobili (che ormai hanno TUTTO) etc etc...... Per fortuna l'uomo ha anche un arbitrio: quello di poter scegliere, nella e per la propria vita. Ma il Signore, rammentandoci la vigilanza, ci fa osservare che saremo sempre tentati, dal demonio. Ogni momento è buono, per colui che è giunto per seminare zizzania, per confondere le nostre menti. Quale Dio hai scelto, fratello? Quale Dio? |
Post n°20 pubblicato il 29 Maggio 2008 da roby2012
Due giorni orsono è nata una interessante discussione circa la visione che ebbe il profeta Ezechiele sul fiume Kebar, riportata di proprio pugno dallo stesso Ezechiele nelle Scritture dell'Antico Testamento. Secondo Roy (nick: "ex-pre") , uomo illuminato da forti principi teologici, la visione è da attribuirsi ad un'estasi, ad un rapimento divino, così che l'intera narrazione in esame è condotta sul leit motiv del misticismo e simbolismo più assoluti, poichè invero la Scrittura va interpretata simbolicamente. Perciò tutte le rappresentazioni bibliche sono parto di fantasie, di allegorie... e così citando tori e cavalli alati, carri sulle nuvole e troni di fuoco come se piovesse, l'amico Roy ci fa intendere che Ezechiele ci riportò le personali memorie delle sue meravigliose trasognanti avventure per il fine ultimo di recare, ai deportati di Israele, la buona notizia: "Ragazzi, udite, udite: Dio c'è!". Inutile dire che, proseguendo il "dibattito", non siamo riusciti ad accordarci sulla "giusta" collocazione di questa vicenda biblica. Ma forse qualcosa ancora da dire ci sarebbe, io penso. Perchè, troppo volentieri, vuoi perchè inesplicabile, vuoi perchè scomoda, la verità è stata contorta in lamiere mistiche ancor più inesplicabili, come se Ezechiele fosse solo un visionario, un esteta della meditazione, senza menomamente arrivare alla semplicissima conclusione che fosse un uomo come tanti, benche privilegiato dal Signore. Cosa aveva dunque di speciale Ezechiele? Cosa aveva di speciale Paolo quando, mentre procedeva in sella al suo cavallo, improvvisamente "rifulse una luce dal Cielo" e cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?". Era un forse un'estasi, o forse era proprio caduto da cavallo, alla vista di quella luce dal cielo?. Ezechiele ci riporta il giorno, il mese e l'anno della sua "esperienza" e il luogo esatto: sul fiume Kebar, nella regione dei Caldei. E'un uomo preciso, il profeta Ezechiele. Sarebbe il caso di rivedere, con i nostri umili, semplici occhi, questa scena: una Realtà luminosissima discende dal cielo presentandosi in tutta la sua magnificienza e splendore davanti ad un uomo, in una terra straniera, e quest'uomo cosa fa? Si getta a terra per lo spavento! Altro che estasi... Ma c'è di più. Ezechiele, una volta ripresosi, osservò che sul terreno vi erano quattro viventi con sembianze umane, abbigliati con vestiti luminosi come l'oro... e al loro fianco vi erano quattro oggetti che, inizialmente, il profeta descrisse come "Ruote", ma poco dopo aggiunse: "Udii che erano chiamate "Turbini". Questi Turbini avevano una grande circonferenza (nota: il "Papiro di Tulli" conferisce alle Ruote la misura di 1 pertica = 50 metri di diametro) ed erano "costellati di occhi tutt'attorno". Inoltre i Turbini si alzavano, giravano ed erano comandati dallo stesso Spirito (nota: il Santo Spirito!) che animava i quattro viventi, scesi a terra. Infine appariva come se ogni Ruota avesse la caratteristica di essere come "una ruota dentro un'altra ruota". Se poi andassimo proprio a cercare la pagliuzza nell'occhio del nostro fratello (...) si potrebbe anche affermare che tante allegorie hanno confuso non soltanto la mente e ma anche il cuore degli uomini. Gesù ci ha chiesto di essere semplici, ma noi semplici non lo siamo stati affatto. Anzi: abbiamo innescato processi interpretativi che hanno consumato inchiostri, papiri e carte per secoli e secoli. Cosa ci voleva a capire che la Verità non sta mai nè da una parte nè dall'altra, e nemmeno nel mezzo: la Verità unica è Dio, e Dio è Amore. E questo Amore è stato visto con i propri occhi, da Ezechiele, poichè il Signore ha interagito con l'umanità di quei tempi: è sceso con i suoi Vascelli di Fuoco, ha parlato ai suoi profeti assiso sopra Troni Alati: per davvero, non per finta. |
Post n°19 pubblicato il 28 Maggio 2008 da roby2012
"Non chiunque mi dice: Signore! Signore!... entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la Volontà del Padre mio che è nei Cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. "Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; vi ho chiamati amici, perché, tutto quello che ho udito dal Padre mio, l' ho fatto conoscere a voi....Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri..." ( Giovanni:15,15-17). Il Cuore della Legge si riassume con una sola parola: Amore. A chi applica a sè stesso e agli altri questo Comandamento, che "è il più grande di tutti", il Signore apre la Porta del Regno dei Cieli. Ma ciò accadrà davvero quando gli uomini e le donne di questa Terra comprenderanno che non basta appena credere in Dio per essere salvi. Non basta solo adorare il Signore per essere tratti indenni fuori dalla materia. Non basta soltanto frequentare i luoghi di culto, confessare i propri peccati e ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo per essere immuni dal male e passare attraverso la stretta e difficile porta che conduce al Signore. Per raggiungere il Signore bisogna applicare e mettere in pratica il Comandamento d'Amore da Lui stesso amabilmente insegnatoci. E' indispensabile cominciare ad imparare veramente ad amarci gli uni con gli altri. E' indispensabile e determinante penetrare il Cuore della Legge. Eppure vedo ovunque che il fratello pone vincoli al fratello. Vedo il fratello giudicare e disprezzare il fratello. Vedo il fratello uccidere il fratello. Eppure abbiamo avuto migliaia di Segni da parte del Signore e migliaia di rivelazioni: ma non abbiamo ancora capito. Abbiamo posto per nostro principio il nostro orgoglio, il nostro interesse personale; abbiamo affossato le idee degli altri come fossero immondizia, senza nemmeno ascoltare, ma solo per il gusto di controbatterle. Come si può essere "cristiani/e", portatori/portatrici del Messaggio di Cristo, se poi ognuno pensa per sè? Se poi molti credono che basti un aspetto pio e contrito, per essere considerati "cristiani"? Se poi sia sufficiente conoscere le preghiere a memoria, foss'anche l'intera Scrittura a memoria, se poi nel loro cuore non alberga l'amore per il fratello? E vengo ora ad un angolo del Cuore della Legge. Ora, io ho letto che, alcuni fratelli condannano, seguendo la Legge, le pratiche spiritistiche. La Chiesa bolla come opera diabolica lo spiritismo. La Legge avvisa che, affrontando lo sconosciuto mondo degli spiriti e la loro evocazione, è facile incorrere in entità negative ed impure. Su questo siamo d'accordo. Chi mi può autorizzare a negare ad un padre di cercare ancora il figlio che non è più? Quale Legge mi proibisce di amare ancora, fino all'impossibile? Forse la legge dell'egoismo altrui, la legge della cecità altrui, la legge del menefreghismo altrui. Se il Signore ha fornito un mezzo (medium) per risalire l'impossibile corrente del fiume della vita, dando così all'umanità la prova grandissima e il dono meraviglioso che la vita continua, dopo che abbiamo oltrepassato la Soglia, è soltanto per Amore, che è il Cuore della Legge. Guardino e badino bene, tutti coloro che si agitano in acque ritenute quiete, fra candelabri dorati e sacre icone, fra crocifissi immensi e roccaforti inespugnabili, quanto il Signore ha detto a questa umanità cieca e sorda: "Io sono l'Alpha e l'Omega", il Principio e la Fine: a chi non osserverà e metterà in pratica la mia Parola, che è Amore... pur avendo profetato, in mio nome, e avendo scacciato demoni, in mio nome, io dirò: "Non ti conosco". Attenti, quindi, "voi che filtrate il moscerino ed ingoiate il cammello". |
Post n°18 pubblicato il 24 Maggio 2008 da roby2012
Per chi non lo sapesse... esiste un sito dove si respira un grande amore. Perchè un grande amore nasce spesso da una grande sofferenza. http://angeliinterra.mastertopforum.com/ Vi abbraccio con affetto! Roby |
Post n°17 pubblicato il 23 Maggio 2008 da roby2012
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Post n°14 pubblicato il 16 Maggio 2008 da roby2012
Al mattino un uomo si alza, si lava, si veste e poi, durante la colazione insieme alla sua famiglia, accende la TV per ascoltare le prime notizie. La sua bimba reclama il suo spazio televisivo, ma lui la rimbrotta: "lasciami sentire le notizie, non mi interessa che vuoi i cartoni animati". Sceso per strada incontra una ragazza che distribuisce volantini. La guarda e le dice: "No grazie, non mi interessa" senza nemmeno conoscerne il contenuto. In ufficio un collega mangia un nuovo tipo di crackers e glielo offre: ma lui risponde amabilmente: "No, ti ringrazio, ho appena fatto colazione, non mi interessa". Verso sera rincasa ed incontra un amico che gli vuole parlare di una sua realtà interessante, ma lui, conoscendolo bene, anticipa: "Guarda vado di fretta, non posso ascoltarti" Giunto nella sua casa, la moglie lo accoglie con un sorriso, al quale lui risponde con una smorfia di dolore. E' stanco per la giornata lavorativa e si siede in poltrona a guardare un telefilm. La moglie lo incalza con i problemi della giornata, ma lui risponde: "Adesso lasciami un attimo in pace, non farmi perdere il finale del Tenente Colombo!" In ultimo, prima di addormentarsi, rivolge un pensiero a Dio, giacchè lui è un uomo di fede. Gli chiede che i problemi possano risolversi... e che quella vacanza in "Signore mio, cosa ne pensi?" - Risposta: "Non ho tempo per te. Non mi interessa!" |
Post n°13 pubblicato il 13 Maggio 2008 da roby2012
Ricavo l'episodio da un libro pubblicato a Londra, e intitolato: "The History of Benjamin Kennicott (The Purgatory of a Parson)". L'autrice del volumetto - Mrs. Isabelle Major Evans - possiede notevoli facoltà medianiche, di cui si era sempre valsa per comunicare esclusivamente col padre defunto. Ora avvenne che essendo afflitta da una nevrite al braccio destro che le impediva di scrivere, fu consigliata recarsi da una medium curatrice, la quale riuscì rapidamente a guarirla. Se non che, durante le visite alla medium in discorso, quest'ultima ebbe un giorno ad esclamare: "Io scorgo un uomo vestito di nero, con una bibbia fra le mani, il quale mi mostra un fascio di carte manoscritte. Dice di chiamarsi... Kenny...Kenn...Kenn-acott..., e di essere vissuto nel secolo XVIII. Fece qualche cosa che riguarda la Bibbia. Egli si rivolge a me dicendo: " Procura di guarire presto la signora, poichè essa dovrà scrivere per me". Tornata a casa, la signora Evans chiese consiglio in proposito al suo defunto padre, il quale la informò che si trattava di uno spirito in pena, da lungo tempo nel mondo spirituale, il quale abbisognava del suo concorso per iniziare la propria redenzione. Allorchè egli si manifestò tramite la signora Evans, fece un'ampia confessione sulle vicende della propria vita incarnata, in cui si era dimostrato acciecato dai preconcetti religiosi. invaso da smisurato orgoglio, nonchè spietato di cuore, annunciando che dal proprio messaggio ai viventi, fecondo di insegnamenti per questi ultimi, dipendeva il primo passo che egli avrebbe compiuto sulla via della redenzione. Quindi spiegò ulteriormente di essere stato un pastore anglicano talmente ligio alla propria ortodossia - da lui ritenuta superbamente l'unica infallibile - da dimostrarsi intollerante e spietato con chiunque non la pensasse esattamente come lui. Inoltre, egli aveva aggiunto che le sue pubblicazioni di esegesi biblica, e la sua cognizione della lingua ebraica, lo avevano insuperbito al punto da reputare se stesso l'unico campione al mondo degno di ascendere, a suo tempo, alle più eccelse glorie del Paradiso. Una delle colpe più gravi di cui si era macchiato erano le spietate persecuzioni inflitte a coloro che dissentivano in qualche modo dalla sua ortodossia. Noto in proposito che si riuscì a controllare e documentare le "gesta" da lui compiute nel nome di Dio. Giunta per lui l'ora fatale della resa dei conti, egli, in conseguenza dell'inesorabile "legge di affinità", gravitò pesantemente nella dimora spirituale che gli competeva, la quale apparteneva alle cosiddette "Sfere di probazione", dove l'ostinatezza irriducibile del suo temperamento lo trattenne per un secolo e mezzo, fino a quando riuscì a compiere il primo passo verso la redenzione mediante il purgatorio dei rimorsi, che in lui furono risvegliati per l'intervento di "Giovanni il falegname", il quale ottenne lo scopo rendendo amore per odio, come a suo tempo si vedrà. Lo spirito di Benjamin Kennicott, sulla via del ravvedimento, comincia rivolgendosi ai viventi in questi termini: "Fratelli amici miei, io vi parlo questa volta dalla soglia in cui si scorgono le meravigliose contrade in cui soggiornano gli spiriti di coloro che durante l'esistenza terrena hanno osservato le Leggi di Dio. La maggioranza delle anime che si disincarnano non vi perviene che dopo un lungo pellegrinaggio più o meno laborioso. "Fratelli, e a coloro che così ragionano che io mi rivolgo con le mie confessioni, e vi supplico di ascoltarmi attentamente. "Io giacevo morente e coscente, ma pienamente soddisfatto di me stesso, quindi ben sicuro intorno al glorioso imminente premio che mi attendeva. Era accorso ad assistermi un vecchio prete amico mio, un vero sant'uomo. Egli formulava delle semplici, familiari, ma profondamente spirituali esortazioni rispondenti alla situazione; ed io, per quanto giunto agli estremi, pensavo orgogliosamente che avrei patrocinato la causa assai meglio. D'improvviso mi colse un senso di estremo esaurimento vitale: mi aspettavo di essere accolto da un coro di angeli osannanti d'innanzi al trono di Dio. Invece, appena lo spirito esulò dal corpo, io provai la sensazione di sprofondare in un abisso senza fondo; mi trovai avvolto in una caligine impenetrabile e grigia; ma quando riuscii ad intravvedere qualcosa dell'ambiente che mi circondava, mi avvidi di trovarmi ancora nella mia camera da letto. Udivo piangere sommessamente la mia cara moglie e scorsi sul letto il mio corpo, sebbene a tutta prima io non ritenessi che fosse il mio corpo: ero dunque morto? Impossibile. Nessun coro di angeli plaudenti era accorso a darmi il benvenuto. Non saprei dire quanto tempo vagai attorno alla mia dimora terrena; ramingavo senza scopo un pò dovunque nei dintorni domandandomi:"Perchè mai mi si tratta in questo modo? E' un insulto alla mia dignità". Quando mi svegliai, ebbi l'impressione di non trovarmi più solo. Nellla nebbia che continuava ad avvolgermi dardeggiavano strisce di luminosità sanguigna, nelle quali intravvedevo forme umane terrificanti, le quali mi rivolsero parole gridando forte, con esultanza maligna, che io ero capitato nell'ambiente che mi meritavo, nel quale essi mi davano il benvenuto. Cosi dicendo, due tra essi mi afferrarono senza riguardi, trasportandomi in una sorta di grande aula di giustizia in cui stava riunita una moltitudine di essi, in preda a festosa, diabolica allegria. Mi venne risposto, in mezzo ad una tregenda di ghigni e di scherni, che quella era la dimora dell'umana fattuità orgogliosa, la quale stimava sè stessa un modello di tutte le virtù. D'improvviso mi apparve da lontano una luminosità blanda azzurrina di ben altra natura, e una voce ne scaturì e mi parlò. Osservai che non appena si fece udire quella voce, i demoni fuggirono all'impazzata, lasciandomi solo. La voce mi disse che io potevo evitare di rimanere in quell'ambiente di pena, purchè io lo desiderassi; ovvero se io riconoscevo di aver condotto un'esistenza orgogliosa, maculata di durezza di cuore e me ne pentivo sinceramente, allora avrei potuto avviarmi verso condizioni spirituali migliori. Rimasi ivi un secolo e mezzo fino a quando, non resistendo a tanto strazio mi ricordai di quanto aveva detto la voce amica che aveva parlato nella luce azzurrina e gridai disperatamente:"Lucis, buon Lucis, aiutami! Insegnami la via della redenzione!". Finalmente era sorto in lui il primo albore di sincero pentimento e di attanaglianti rimorsi, con ciò iniziandosi alla propria redenzione. E finalmente, dopo un secolo e mezzo che egli anelava di ricongiungersi con la consorte adorata, gli fù possibile rivederla.... "Io poi rividi tutte le vicende della mia vita, a cominciare dalla mia fanciulezza, consapevole di emettere grida strazianti di rimorso, pronunciando nomi di vittime o brevi esclamazioni di orrore per qualche impresa spietata compiuta in nome di Dio. "Amico, penso che tu avrai a riprendere la forma terrena, giacchè quest'anima in pena non ti riconosce; e questo è anche il modo migliore per riavvicinarvi". Io ascoltai meravigliato tali parole enigmatiche, ma subito dopo, e con immenso mio stupore, vidi quello spirito radioso rattrappirsi, perdere ogni splendore, di venire in tutto umano, e in un attimo trasformarsi in 'Giovanni il falegname', esile, infermo, disfatto dai digiuni, con le mani incallite dal rude lavoro. "Amico mio, non disperare. Io vengo per una missione d'amore. Compiesti in Terra ciò che credevi il tuo dovere, e sebbene io ne abbia sofferto crudelmente, le mie prove furono un nulla al confronto di quelle patite da Nostro Signore Gesù Cristo, che a mia volta io mi sforzavo di servire nel modo creduto il migliore". Mentre io guardavo allibito quel corpo infermo e disfatto a me ben noto, esso ridivenne per incanto il radioso spirito di prima, il quale continuando a parlarmi con la tonalità di voce di Giovanni disse: 'Fratello mio, tu mi desiderasti, ed io sono accorso. Vogliamo diventare buoni amici?". Cosi esprimendosi, mi stese ambo le mani, ma io non osavo stringerle fra le mie. Allora egli si chinò su di me, mi gettò le braccia al collo e mi baciò in fronte. Sintesi da "La crisi della Morte" di Ernesto Bozzano |
Post n°12 pubblicato il 11 Maggio 2008 da roby2012
Queste sono solo alcune delle fedeli testimonianze bibliche in riferimento all'oggetto di questo post. Lascio ad eventuali vostri interventi ogni commento:
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Inviato da: paralotti
il 06/01/2009 alle 11:27
Inviato da: Pytagoricum
il 05/01/2009 alle 19:27
Inviato da: Giles2004
il 01/01/2009 alle 15:58
Inviato da: TessyPD
il 30/12/2008 alle 10:11
Inviato da: lauviaha
il 15/12/2008 alle 16:24