Creato da skarma64 il 05/03/2010

IlPiccoloMondoDiMery

se si fa molto silenzio si può sentire crescere l'erba...

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Post n°50 pubblicato il 19 Agosto 2018 da skarma64

Avevo scritto sul mio profilo che adoro i papaveri, fiori non da mazzo..

 

Cosa significa?

 

Significa che il papavero è un fiore libero,

 

lo puoi solo ammirare, ma non lo puoi recidere

 

perchè se lo strappi,

 

 immediatamente

 

appassisce fra le tue mani.

 

Puoi apprezzarne la bellezza,

 

 se ti piace l’allegria estiva con cui si affaccia fra le spighe di grano,

 

ma non lo puoi possedere..

 

non può stare nel vasetto sul tavolo di casa tua,

 

il suo posto è là..

 

 

 

Capita di riprendere le valigie in mano e proseguire un viaggio.

 

La parola”avanti” ci dà la direzione.

 

Si lascia alle spalle qualche percorso disordinato, o qualcosa di già conosciuto che non interessa più vedere.

 

Siamo viaggiatori, anche quando non ci spostiamo fisicamente. Siamo viaggiatori quando inseguiamo i nostri perché, quando vogliamo andare a fondo nelle cose che osserviamo, quando cerchiamo le ns affinità e quando i ns percorsi si incrociano con quelli di altri viaggiatori.

 

siamo viaggiatori quando cambiamo strada, allontanandoci dalle cose che non nutrono la ns anima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

...Un pianeta fuori rotta

Post n°49 pubblicato il 02 Dicembre 2011 da skarma64
Foto di skarma64

 

Quanta pena mi prende nell’osservare la deriva del nostro Paese ed il pervicace attaccamento al potere di quel piccolo personaggio che tutto dirige, e della gran parte dei politici che strepitano, ringhiano, sorridono, intascano, si auto assolvono, promettono, brindano…

Che pena nell’osservare i tanti che si aggrappano agli averi e solo a quelli, sordi al richiamo interiore dell’anima, e tristi per il vuoto che sentono dentro. Che pena vedere la miseria degli indigenti che si aggirano ai margini delle metropoli, quelli davvero soli e senza un soldo. Che pena osservare ogni giorno la grande massa di persone che corre a destra e sinistra con le sue automobili, disorientata ed ignara del proprio destino, cieca e sorda alla mirabile realtà cosmica che la circonda. Che tristezza, che orrore, davanti alle guerre quotidiane, alle distruzioni pianificate della vita e della natura. Che pena constatare l’ignoranza e la piccolezza delle menti che si chiudono la porta dietro le spalle, paghe della propria illusoria sicurezza, del misero orticello, mentre tutto fuori comincia a crollare.

MA DOVE STIAMO ANDANDO? DOVE PENSIAMO DI ARRIVARE? QUALE BARATRO CI STA ASPETTANDO?

Il grande SOLE nasce tutti i giorni e ci porta il respiro cosmico dell’Infinito, il sorriso di Dio, lo sguardo dell’UNO. Ci sostiene, ci alimenta, risuona nelle nostre radici. Il Sole ci ama senza condizioni. La sua luce crea i colori, i suoni, le emozioni e noi non comprendiamo, noi distruggiamo tutto con una facilità inaudita! Siamo dormienti, ammalati di un male che fa degenerare le cellule vitali del corpo e dello spirito ed avvelena l’aria del pianeta portandolo ad un lento ed inesorabile declino.

MA DAVVERO PENSIAMO CHE IL DIVENIRE SIA DETERMINATO DAL CASO? DAVVERO PENSIAMO CHE L’UNIVERSO EVOLVA IN MODO ACCIDENTALE? DAVVERO CREDIAMO DI ESSERE UNA CIVILTÀ ALTAMENTE EVOLUTA?

Attenzione! Bisogna aprire gli occhi e la mente. Occorre risvegliarsi affidandosi alla saggezza del cuore per comprendere ciò che sta accadendo sul pianeta, per smascherare gli abili illusionisti che ci governano e ne determinano la rotta. A tal proposito mi sento di dire: “Ma spegnamo le televisioni, gettiamole via! Liberiamoci da questo schermo di falsità e di opportunismi, da questa vetrina degli orrori“. Ovviamente non tutto è da mandare al macero. Tuttavia appare ormai evidente che la televisione è diventata uno strumento di disinformazione pianificata, di facile illusione. Purtroppo chi dall’interno dimostra vero coraggio viene facilmente allontanato.

CIÒ CHE DOMINA SOPRATTUTTO È IL DENARO, IL PENSIERO IMPERANTE DEI DETENTORI DEL POTERE.

E noi che facciamo? Come possiamo opporci a questo destino? Io credo che dobbiamo distruggere il denaro prima che lui distrugga noi. Possiamo fare questo allontanadoci gradualmente dal suo potere attrattivo e velenoso. Dobbiamo creare, inventare, donare gratuitamente la nostra energia per migliorare le sorti del pianeta, per salvarci dall’autodistruzione. Se tutti decidessero improvvisamente di agire in questo modo, ciascono verrebbe “arricchito” e sostenuto dagli altri ed ognuno avrebbe il nutrimento necessario alla sua vita ed alla sua evoluzione. L’Equilibrio e l’Armonia trionferebbero portando una PACE smisurata che farebbe rifiorire la Terra.

Un moto di risveglio delle coscienze s’è sviluppato in questi ultimi anni. Lo spirito immortale, lo “spirito intelligente“, come diceva Gustavo Rol, si sta facendo strada nei cuori pronti, nei cuori aperti all’Amore incondizionato, producendo una sottile onda di cristallo che sta crescendo ogni giorno. L’Anima sta elevando il suo “Suono” di saggezza e moltissime persone vengono sfiorate dal “Raggio Celeste” che le spinge ad agire per il Bene, per arginare la deriva pericolosa del pianeta. Ma ciò non basterà. Una grande energia dovrà ripulire la Terra dalle scorie del male che tanta parte ha intaccato. Allora vi sarà una rinascita.

Di Gabriele Frigerio.

 
 
 

Emozioni per ricordare

Post n°48 pubblicato il 30 Novembre 2011 da skarma64
Foto di skarma64

 

Ricordare è una gran cosa. E questo è ovvio.
Chi non trarrebbe giovamento dal riuscire a memorizzare velocemente e facilmente testi, immagini, suoni?

E’ molto meno ovvio realizzare che dimenticare può essere altrettanto utile che ricordare. Dimenticare, o meglio, vivere in modo diverso un ricordo. Lasciare che il ricordo si affievolisca, sbiadisca, come la stampa sulla carta chimica, con il passare del tempo.

Prova a chiedere a chi soffre di sindromi post-traumatiche.

Il problema lì è proprio non riuscire a lenire il ricordo di un trauma. L’esperienza emerge ripetutamente dalla memoria con la stessa forza emotiva del giorno in cui è stata vissuta, ritorna ancora, ancora, ancora…

La memoria è legata indissolubilmente all’emozione. Si àncora ad uno stimolo esterno e quando questo si ripresenta riaffiora il ricordo e l’emozione dell’evento.

L’emozione è associata alla produzione di adrenalina e l’adrenalina favorisce il consolidamento nella memoria di lungo periodo.

Ti ricordi dove eri e cosa facevi il 3 marzo 2002? Penso di no.
Ti ricordi dove eri e cosa stavi facendo l’11 settembre 2001, nel momento in cui hai avuto la notizia dell’attaco alle torri gemelle? Immagino proprio di sì.

E’ il cosiddetto “ricordo lampadina” reso particolarmente nitido dalle sue implicazioni emotive.

Più l’evento traumatico più produce un’imprinting mnemonico radicato.
Finché il ricordo è accettato e le emozioni legate a quel ricordo sono sopportabili non rappresenta un problema. Ma quando le implicazioni emotive provocano sofferenza, una sofferenza inaccettabile allora si vorrebbe non ricordare.

Le componenti del ricordo sono tre:

  • il ricordo del fatto
  • il ricordo dell’emozione vissuta in contemporanea o in conseguenza al fatto
  • l’emozione che quel fatto ci suscita adesso

Possiamo continuare a ricordare il fatto, possiamo ricordare l’emozione che abbiamo sentito e provare, oggi, la stessa emozione ma con un’intensità minore rispetto a quella provata allora.

Oppure possiamo rivevere ancora oggi il fatto con la stessa intensità emotiva, tanto da renderci il ricordo insopportabile, talmente insopportabile che, talvolta, si manifesta un meccanismo di difesa che porta a respingere l’evento e a segregarlo nell’inconscio. Ma anche in questo caso il ricordo ha la persistente caratteristica di riaffacciarsi in incubi notturni o pensieri ossessivi.

Per dimenticare, o meglio, per lenire le pene del ricordo, occorre rielaborare.

 

 

 
 
 

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Post n°47 pubblicato il 12 Settembre 2011 da skarma64

gabbiani

«Scappa da chi dice di possedere la verità e corri a fianco di chi la sta cercando. Scoprirai ciò che dà senso alla tua esistenza.»

 
 
 

ma che sono 'ste agenzie di rating?

Post n°46 pubblicato il 09 Agosto 2011 da skarma64

ma che sono 'ste agenzie di rating?

ne sento parlare solo quest'anno. Ho capito che assegnano voti e giudizi alle varie nazioni, stabiliscono la qualità di un paese: dalla classe A alla classe Zeta, con la diligenza di un San Pietro terrestre.

Sicchèla pagella di quesst'anno declassa l' America che dalla pole position dell'ultimo mezzo secolo scivola rovinosamente in una caduta libera che sembra toccare il fondo quest'anno,

la Cina invece sta scalando la vetta, fino in cima alla classifica

e l'Europa si piazza come può,  sembra il frutto di un lavoro di gruppo disorganizzato che fino a ieri ha scopiazzato dall'America per rendersi conto solo all'ultimo momento che ha scopiazzato non dal secchione ma dall'asino della classe .

Ok. Ma in base a cosa le agenzie di rating emettono i loro giudizi? in base a cosa un paese è emergente o meno?

in base al denaro..

Che valore! Che parametro di civiltà!

un paese è emergente perchè la sua economia è emergente: in o out a seconda di quanti soldi ha in tasca.

Ma è fantastico! Nel senso che la realtà supera la fantasia!

Io non potrei mai scegliere le persone di cui circondarmi basandomi su questo parametro...

Invece secondo 'ste agenzie la Cina è migliore: zoom puntato sul paese emergente.

Come può dichiararsi di classe A un paese che vent'anni fa ha passato sotto lo schiacciasassi la sua gioventù, in piazza tiennamen; che oggi tortura chi fa meditazione; che non ha un sindacato; che se la prende ostinatamente con un piccolo paese come il tibet(senza petrolio, solo monaci), nemico del dalai lama (ma che t'ha fatto 'sto dalai lama?)

ma se giudizio si deve emettere, giudichiamo la civiltà di un popolo: l'abilità di mantenersi senza inventare guerre,

giudichiamo un paese dall'istruzione che circola nelle sue scuole, dalla qualità dei suoi ospedali, dallo stato delle sue patrie galere e da chi le occupa..

Sapete che in Cina la meditazione viene perseguitata?

Addirittura chi pratica una certa forma di meditazione -il falun gong- che si combina di movimenti e respirazioni tipo tai chi o tipo il saluto al sole, viene finanche torturato, finanche ucciso.

In Cina. (potete ricercare in internet: tutto documentato)

Perche?

io me lo chiedo.

Chiedetevelo anche voi...

 

 

 
 
 

predilezione

Post n°45 pubblicato il 04 Agosto 2011 da skarma64
Foto di skarma64

di tutte le tradizioni spirituali, il tao è fra le meno popolari. I suoi seguaci sono poveri ed umili.

molto più numerose sono le tradizioni dove si parla di paradiso, perdono, estasi, potere o abbondanza. Il tao offre solo tre cose: buona salute, una via per superare il disorientamento esistenziale e il superamento della paura della morte.

per questo i seguaci del tao sono così pochi. non esiste fama, nè congregazione, nè gerarchia

 
 
 

tirando le somme..

Post n°44 pubblicato il 28 Luglio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

sai cosa viene voia?

viene voia di comprarsi un fazzoletto di terra agricola, metterci una roulotte di terza mano, magari togliergli le ruote e fare un basamento di cemento, così diventi esente da bollo di circolazione ed esente da ici e levarsi dai maroni.

diventare rom nel tuo paese.

a che cazzo serve stare fuori casa tutto il giorno se poi col tuo lavoro copri tante belle spese, onori tutte le tue bollette, ma non ti rimane in tasca uno sghello?

vi ricordate la pubblicità che diceva di spendere, di far girare il soldo, di rimettere in moto la grande macchina-economia?

beh chissenefrega di far girare un'economia, uscire di casa tutti i giorni per quello che corrisponde ad un terzo della tua vita,

un altro terzo lo dedichi alle ore di sonno e l'altro terzo di veglia è quanto ne rimane parzialmente scremato dagli impegni che ti invadono

chissenefrega -dicevo- far girare un'economia se poi non è quella di casa tua?

ecco, cosa viene voia, chiudere la vita in bellezza, magari un fazzoletto di terra e una roulotte, ma svegliarsi al mattino e vedere un panorama, fermare il ritmo della propria vita alla semplicità e ai gesti essenziali, circondarsi dell'amica natura, vangare un orto, dare il becchime a due galline, allevare due gatti e un cane, due alberi per legare un'amaca.

e nella roulotte poche cose,

faccio girare un'economia assurda intorno a me, ma per quanto mi riguarda nella mia vita ho bisogno di poche cose

forse libri tanti, quelli si: li adoro; e incensi, candele..

come fece tiziano terzani: fuori da tutti i giochi.

nella propria tranquillità.

siamo in tanti ad uscire di casa tutti i gg per un misero stipendio, che serve a malapena a coprire le necessità

torniamo a casa la sera e via così di seguito, ma la vita non per questo migliora,

aumenta questo aumenta quello e tu vedi la sorgente prosciugarsi:

sai che finirà, che lavorerai di più, corrisposto di meno.

non è schiavismo questo? non siamo tutti trasportatori di pietre per le piramidi dei ns faraoni?, a differenza che i ns politici non lasceranno tracce di opere grandiose, tutt'al più avranno usato i ns soldi per qualche opera di cui serbano ricordo solo loro, qualche barca, case, un conto svizzero e qualche giovane puledra da montare.

abbiamo solo un problema in comune: quel grosso deficit tirando le somme del bilancio.

solo che a casa mia, che non son politica, spreco nel bilancio non ce n'è..

per questo voglio vivere in modo più semplice e mi organizzerò perchè possa un giorno realizzarlo davvero

iniziare a starne fuori, modificare la mia vita, le mie abitudini, i miei consumi..

non contribuire più, o il meno possibile, a pagare i vizi della ns casta...

La nostra casta politica invece un giorno si renderà conto di avere tagliato il ramo su cui era seduta..

 
 
 

tutto è relativo..

Post n°43 pubblicato il 12 Luglio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

 

Osservavo una farfalla cavolaia, poggiata sul tronco di un albero,

le sue ali  di tenue giallino col puntino nero sulla parte superiore si aprivano e dischiudevano e sembravano pulsare.

Avevo letto che questa razza di farfalle vive un giorno solo..

Da circa mezz’ora era posata su quell’albero: intendeva passarci la sua vita?

Tutto è relativo, pensavo,

 prendi per esempio questa farfalla..quale consapevolezza può avere del tronco di legno sul quale è posata?

 Potrebbe averne la stessa consapevolezza che noi abbiamo della montagna: una enorme massa di roccia ferma.

 

Se è vero che  vive solo un giorno, per tutta la durata del suo ciclo vitale non vedrà l’albero fare nessun cambiamento.

Non lo vedrà germogliare, né in seguito fiorire, né vedrà le sue foglie cadere in autunno.

Tuttavia anche noi  se potessimo vivere miglia glia di anni, noi vedremmo quella montagna modificarsi e nel tempo assumere nuove forme.

Noi vedremmo il pianeta terra per quello che è: un essere vivente in continuo mutamento..

 

"Hai appreso anche tu quel segreto del fiume: che il tempo non esiste?".

Un chiaro sorriso si diffuse sul volto di Vasudeva.

 "Si Siddharta" rispose.

 
"Ma è questo ciò che tu vuoi dire: che il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata, al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante, e che per lui non vi è che presente, neanche l'ombra del passato, neanche l'ombra dell'avvenire?".

 "Si, questo" disse Siddharta. "E quando l'ebbi appreso, allora considerai la mia vita, e vidi che è anch'essa un fiume, vidi che soltanto ombre, ma nulla di reale, separano il ragazzo Siddharta dall'uomo Siddharta e dal vecchio Siddharta. Anche le precedenti incarnazioni di Siddharta non furono un passato, e la sua morte e il suo ritorno a Brahma non sono un avvenire.

 
Nulla fu, nulla sarà: tutto è. Tutto ha realtà e presenza". Siddharta parlava con entusiasmo; questa rivelazione l'aveva reso profondamente felice. Oh, non era forse il tempo la sostanza di ogni pena, non era forse il tempo la sostanza di ogni tormento e d'ogni paura, e non sarebbe stato superato e soppresso tutto il male, tutto il dolore del mondo, appena si fosse superato il tempo, appena si fosse trovato il modo di annullare il pensiero del tempo?

 

 

Il fiume rideva. Sì, era così, tutto ciò che non era stato sofferto e consumato fino alla fine si ripeteva, e sempre si soffrivano di nuovo gli stessi dolori...

 
 
 

Tara – l’Ideale Femminile nell’Arte Buddista

Post n°42 pubblicato il 08 Luglio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

ringrazio claudia che  ha stimolato la mia curiosità per questa dea

 

Tara, incarnazione femminile del Buddha, è una delle la divinità più popolari del pantheon buddista, in particolare in Tibet, Nepal e Mongolia. Dea della compassione universale, Tara rappresenta l'azione virtuosa ed illuminata.
La parola Tara deriva dalla radice 'tri' (attraversare), da cui il significato intrinseco del nome, che può essere tradotto come 'colei che permette agli esseri viventi di attraversare l'oceano dell’esistenza e della sofferenza'.
Si dice che la sua compassione nei confronti degli esseri viventi e la sua bramosia di salvarli dalla sofferenza siano più grandi dell’amore di una madre per i propri figli. Tara è inoltre considerata la protettrice della longevità, dei viaggi e del cammino spirituale dei devoti verso l'illuminazione.
In Tibet, dove Tara rappresenta la divinità femminile più importante, il suo nome è Sgrol-MA, che significa 'la salvatrice'. Il mantra di Tara (Om Tara Tuttare Ture Svaha) è quello che si sente recitare più frequentemente, dopo il mantra di Chenrezi (Om Mani Padme Hum).
Prima di essere adottata dal Buddismo, Tara (che in sanscrito significa 'stella') era venerata nell’Induismo come una manifestazione della dea Parvati. Le leggende indù narrano che Tara fu rapita da Soma, il dio della luna.
Fu combattuta una guerra per la sua liberazione, e al suo ritorno Tara diede alla luce il figlio di Soma.
Il culto del principio femminile venne introdotto nel Buddismo attorno al quarto secolo, e probabilmente Tara entrò a farne parte verso il sesto secolo.
Secondo il Tantra di Tara, la Dea nacque dalle lacrime di compassione del Bodhisattva Avalokiteshvara (il Buddha della Compassione). Si narra che Avalokiteshvara, guardando il mondo terreno dall’alto dei cieli, si commosse profondamente nel vedere gli esseri senzienti straziati dalla sofferenza. Le sue lacrime diedero origine ad un lago, sul quale sbocciò un fiore di loto da cui nacque Tara.
Secondo un’altra versione della leggenda, dalle lacrime che scorrevano sul volto del Bodhisattva nacquero due Tare: la pacifica Tara Bianca sul lato sinistro, e la guerriera Tara Verde sul lato destro.
Tara Verde, il cui simbolo è un fiore di loto semichiuso, rappresenta la notte.
Tara Bianca, il cui simbolo è un loto in piena fioritura, rappresenta il giorno.
Tara Verde incarna l’azione e l’integrità, mentre Tara Bianca simboleggia la serenità e la grazia.
Insieme, Tara Verde e Tara Bianca rappresentano la compassione senza limiti della Dea, che si adopera giorno e notte per alleviare la sofferenza dei fedeli.
In una terza versione della leggenda, si racconta che Tara nacque da un fascio di luce blu emanato da uno degli occhi di Avalokiteshvara, del quale viene ritenuta la consorte.
Nel Buddismo, il simbolismo dei colori riveste una grande importanza. I Sadhanas, gli antichi testi che stabiliscono le regole del culto, sono molto precisi per quanto riguarda i colori delle divinità visualizzate.
Ciascun colore definisce non solo la natura della divinità, ma anche le funzioni che essa è chiamata a svolgere. Nell’iconografia pittorica in particolare, i colori vengono utilizzati seguendo un determinato schema mistico, che varia a seconda della consapevolezza spirituale del sadhaka (devoto).
Non c'è quindi da stupirsi che i devoti di Tara visualizzino la dea in una molteplice varietà di colori!
Delle numerose forme conosciute, le più popolari e ampiamente venerate sono Tara Verde e Tara Bianca.
Tara Verde (in Sanscrito: Syamatara; in Tibetano: Sgrol-ljang), è la manifestazione più dinamica della divinità. Rappresenta l’aspetto guerriero di Tara, Dea della salvezza della e compassione. Il suo colore verde simboleggia il vigore giovanile e l’intraprendenza.

 

 

In un'altra leggenda si narra che Tārā, in una sua antichissima manifestazione come Yeshe Dawa (Luna della Consapevolezza Primordiale), dedicasse offerte al Buddha Tonyo Drupa per milioni di anni e da questi l'abbia istruita sul concetto di bodhicitta.

In seguito, avvicinata da dei monaci, si sentì dire che avrebbe dovuto mirare a una rinascita come maschio, per poi raggiunge l'illuminazione. Ella prontamente ribatté che l'essere di sesso femminile era una barriera per raggiungere l'illuminazione solo per gli ottusi che ancora illuminati non erano. Prese quindi la decisione di rinascere come bodhisattva femminile fino a che il Saṃsāra non si fosse svuotato. Dopo decine di milioni di anni di meditazione Yeshe Dawa manifestò la sua illuminazione suprema come Tārā.

Riguardo a questa storia così si espresse il XIV Dalai Lama:

"C'è un vero movimento femminista nel buddhismo che è collegato alla deità Tārā. Perseguendo la sua educazione alla bodhicitta, ovvero la motivazione del bodhisattva, lei pose lo sguardo su quanti si sforzavano di conseguire il pieno risveglio, e si rese conto che erano troppo pochi quanti raggiungevano la buddhità come donne. Così fece un voto: "Io in quanto donna ho sviluppato la bodhicitta. Per tutte le mie vite lungo il percorso faccio il voto di rinascere donna e, nella mia ultima vita quando conseguirò la buddhità, anche allora sarò una donna." Questo è vero femminismo."

 
 
 

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Post n°41 pubblicato il 05 Luglio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

Il male nasce sempre dove l'amore non basta...

 
 
 

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Post n°40 pubblicato il 05 Luglio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

Quando riusciamo a ridere di una cosa che ci faceva arrabbiare, vuol dire che ha smesso di essere un problema.

 
 
 

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Post n°39 pubblicato il 28 Giugno 2011 da skarma64
Foto di skarma64

Le ns speranze ed i ns timori ci sono necessari, lavorano sulla ns personalità rinforzando il ns carattere e facendo maturare la ns coscienza.

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  Immaginiamo per un attimo che alla ns nascita possiamo leggere il libro della ns vita e perfino ricordarlo in tutti i suoi dettagli..

.

 

 Come sarebbe la ns vita? Non ci sarebbero traumi ma neppure le belle emozioni: solo una sequenza di fatti da vivere nell’arco di tot anni.

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 Si elimina certamente l’ansia che ci prende quando siamo ignari degli esiti, quando vorremo sapere in anticipo come evolverà una determinata situazione.. ma bisogna ammettere che in questa ipotesi scomparirebbe anche lo stimolo a crescere, a superare, raggiungere l’obiettivo.

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 Tenteremmo di aggirare gli episodi dolorosi, di evitare persone e rapporti difficili, in breve opporremmo resistenza e impediremmo la ns evoluzione che invece ha bisogno di queste esperienze.

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 È un prezzo alto da pagare, in termini di disturbi emotivi, ma tutte le ns lotte, tutti i dubbi e timori che abbiamo, anche quando crediamo che stiamo fallendo miseramente, sono i tentativi della ns anima di espandersi sul piano spirituale…

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Perchè?

Post n°37 pubblicato il 20 Giugno 2011 da skarma64
Foto di skarma64

in questi gg riflettevo sull'importanza di chiedersi perchè

e di chiedere "perchè?"

il perchè ci svela la connessione fra gli eventi,

ci rivela l'intimo legame fra le varie manifestazioni e l'uomo,

permette di intuire simboli ed analogie e ci aiuta a percorrere il sentiero della verità.

ci fa ragionare con la ns testa aiutandoci a scremare la ns personalità da condizionamenti inutili che ci tolgono più di quanto ci lasciano, grazie ai quali si sperimenta un leit-motive di vuoto o grigio alternato a note isolate di effimere soddisfazioni.

chiedere "perchè?" invita gli altri a fare lo stesso lavoro, uno stimolo ed un incitamento alla chiarezza.Per quanto siate dolorosi e rompiballe la gente vi ringrazierà, è come un esercizio di palestra: si fanno tante cose in automatico e raraamente ne indaghiamo le motivazioni.

Alle volte si scoprono cose interessanti su se stessi, alle volte capita che si parla veramente, anche con gli altri...

a questo proposito ( più o meno) ho trovato questo scritto:

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Ogni generazione ha il diritto di vedere la vita nel modo in cui ha senso per lei, non per i genitori, gli insegnanti o il mezzobusto che legge il telegiornale. Ma, purtroppo, la gente accetta quello che le viene propinato senza pensarci più di tanto. Non si pone la domanda più liberatori a di tutte: perché? Perché facciamo questo in questo modo? Perché crediamo a questo o a quello? Chi lo ha detto? La domanda "perché?" è la forza motrice dell'evoluzione.
Durante una mia conferenza negli Stati Uniti, un'amica americana mi raccontò una storia che evidenzia in modo illuminante ciò che intendo dire. Raccontò che un giorno, mentre preparava la cena, tagliò via gli angoli di una fetta di prosciutto prima di metterla in padella.

- Perché lo fai? - le chiese il marito. - Non lo so... mia madre lo faceva sempre. - Perché tua madre tagliava gli angoli del prosciutto? - Non lo so, lo faceva e basta... dov'è il problema? - Telefona a tua madre e chiedile perché tagliava gli angoli del prosciutto.
Lei telefonò a sua madre.
- Mamma, ti ricordi quand'ero piccola e tu tagliavi sempre gli angoli del prosciutto? Perché lo facevi? - Perché la mia padella non era grande abbastanza.
Se suo marito non le avesse chiesto perché, lei avrebbe continuato a tagliare gli angoli del prosciutto e, molto probabilmente, lo stesso avrebbero fatto anche i suoi figli. Ecco come una generazione permette che il proprio senso di identità venga condizionato dalle generazioni passate, genitori, insegnanti e operatori dei mezzi di comunicazione. Non si chiede perché.

David Icke

 
 
 

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Post n°36 pubblicato il 31 Maggio 2011 da skarma64

incontri ravvicinati

grazie claudia!

 
 
 

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Post n°35 pubblicato il 31 Maggio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Madre Teresa di Calcutta

 

 
 
 

..Non restiamo sull’uscio..

Post n°32 pubblicato il 23 Marzo 2011 da skarma64
Foto di skarma64



“Per superare il mio malessere devo capirne l’origine!”

“Sono anni che cerco il punto di partenza dei miei disagi...le sue motivazioni originarie”

Ho sentito spesso frasi come queste, dietro le quali esiste una convinzione abbastanza rischiosa:  che la risoluzione di una sofferenza emotiva passi necessariamente ed esclusivamente dalla comprensione del perché si è innescata.
Se ci focalizziamo troppo sul cercare nel passato cosa è accaduto per far nascere dentro di noi un problema, se ci ostiniamo a voler capire a tutti i costi l’antico perché del nostro disagio, possiamo perdere di vista l’obiettivo più importante: come fare, ora, nel presente, a stare meglio.
La risoluzione di un malessere interiore non passa necessariamente ed esclusivamente dal comprendere perché si è innescato. C’è gente che passa la vita cercando di stabilire a chi o a cosa dare la colpa del loro disturbo. Per loro, inconsciamente, non è più così importante risolvere: l’unica cosa che conta è CAPIRE PERCHE’ !!!
Attenzione a questo atteggiamento!

Spesso c’innamoriamo dei perché e trascuriamo i come.

Concentriamoci di più sul percepire come fa la nostra mente a produrre stati d’animo negativi e positivi.  Scopriamo come configura  diversamente i dati per arrivare a un risultato piuttosto che a un altro. Se scopriamo questa differenza di modalità possiamo davvero iniziare a cambiare la qualità della nostra vita.

La nostra personalità è determinata da una serie di dinamiche emozionali, da un certo modo di assemblare e interpretare i dati che ci arrivano dall’ambiente.
Non sprechiamo tutto il tempo a capire perché abbiamo un certo tipo di dinamiche invece di altre. Usiamolo per sentirle queste dinamiche, per muoverci con esse, dentro di esse; dobbiamo imparare a modificarle o, meglio, ad orientarle per il nostro benessere psicofisico. Sarebbe proprio il caso di dire: Dinamizziamoci!

Vi propongo un esempio figurato:
Immaginate di essere sull’uscio di casa vostra, mentre la temperatura è sotto zero e i vostri denti battono dal freddo. Immaginate di ritrovarvi in mano un mazzo con numerose chiavi e di non sapere più quale sia quella giusta. Provate a infilarne una, ma non è quella giusta. Cosa fate a questo punto?
Avete un problema. Fa freddo, dovete entrare in casa, e avete inserito la chiave sbagliata. Cosa fate quindi?  Cominciate a chiedervi perché non è quella giusta? Magari cercate di capire di chi è la colpa per cui  vi trovate in quella situazione? Cercate di scoprire la motivazione originaria per cui vi trovate con tante chiavi e non sapendo qual è quella giusta ne avete inserita una sbagliata? Se fate così, rischiate di  assiderarvi!.
Io, personalmente, inizio a provare tutte le chiavi del mazzo, e lo faccio molto velocemente. Trovo la chiave che apre la porta. Entro. Accendo il camino e mi ci siedo di fronte. Inizio a riscaldarmi…e solo dopo…magari…se proprio lo desidero…inizio a riflettere sull’accaduto.
Per aprire una porta bisogna trovare la chiave giusta fra quelle del nostro mazzo. Proviamole tutte. Non restiamo sull’uscio a domandarci come mai non l’abbiamo ancora trovata. Inseriamole nella serratura, una dietro l’atra, fino a quando la porta non si apre.
Il nostro obiettivo è stare al caldo, stare in un luogo sicuro e accogliente. Togliamoci dal gelo! Questo è davvero importante.

 

 

ho trovato questo scritto in giro per il web, forse era di osho, ma non ne sono sicura, ma al di là di chi lo ha prodotto io lo dedico a tutte le persone al quale serve..

quelle persone che sono entrate in un conflitto intimo e personale o in un particolare momento di crisi dentro o fuori da sè

perchè al di la di spiegarsi tutte le motivazioni che hanno portato alla "patologia" e fare un consulto di sapienti,

occore prestare le cure immediate.

allora invito tutte le anime che stanno soffrendo per un motivo o per l'altro,

che conosco e non,

di fare magari già adesso

magari anche una piccola cosa

ma qualsiasi cosa per sè stessi che faccia stare bene

o faccia stare meglio

anche solo un poco.

perchè scendere in sè stessi e capirsi

è un atto finalizzato a

volersi più bene.

vi abbraccio forte

 
 
 

..

Post n°31 pubblicato il 20 Marzo 2011 da skarma64
Foto di skarma64

 

forse questo mondo potrebbe essere un paradiso se veramente sapessimo aiutarci l'uno con l'altro..

avete notato che è più facile capire le dinamiche che muovono il carattere degli altri che non le proprie?

ed avete notato che alle volte è più facile capire il senso di eventi che accadono ad altre persone che non il senso di quelli che viviamo in prima persona?

 oppure capita che comprendiamo degli eventi che ci sono accaduti quando ormai è trascorso un pò di tempo.

come se fosse una pagina di libro o di vita che bisogna tenere ad una certa distanza per poterla mettere a fuoco.. perchè se è troppo vicina le scritte appaiono confuse e illeggibili

come se fosse necessario un debito distacco fra noi e l'oggetto della ns osservazione,

 come se ci fosse da regolare uno zoom per la consapevolezza..

 

 riflettendo sui vostri commenti:

il filo comune che in sintesi conduce i vs graditissimi commenti è risultato l'intreccio di questi tre:

il tempo

l'esperienza

una manopola che regoli la giusta misura del distacco

vi abbraccio

 
 
 

Tiziano Terzani - Il Senso del Male

Post n°30 pubblicato il 15 Marzo 2011 da skarma64

 

completamente d'accordo, grande Tiziano!

 
 
 

....

Post n°29 pubblicato il 15 Marzo 2011 da skarma64
Foto di skarma64

« Gli uomini si ammazzano di lavoro per avere un salario.
Cercano un salario per andare a divertirsi per poi ritornare ad ammazzarsi di lavoro...
Si fanno un mucchio di illusioni riguardo la loro vita, ma noi non siamo altro che un sacco di pelle puzzolente riempito di ossa.
Tuttavia quest'uomo è Dio, Buddha se solo lo volesse
»

 
 
 

oggi

Post n°28 pubblicato il 11 Marzo 2011 da skarma64
Foto di skarma64

ho saputo del japan questo pomeriggio.

guardo poco i telegiornali, ultimamente.

è come se vivessi ritirata in un piccolo mondo autistico

una dimensione che trascende ogni cosa.

ci sono: nell'attimo presente. l'attimo dopo sono già volata via.

e ci sono con tutta l'anima in ogni relazione che il quotidiano mi offre.

non mi nego, anzi mi offro.

a cominciare dal mio lavoro, in un pronto soccorso.

ma appena posso mi ritiro in un mondo splendido fatto di silenzio.

dove sto bene.

mi sento come un cellulare attaccato alla spina: mi ricarico, mi rigenero.

il tramonto alla sera diventa per me un tempio a cielo aperto e mentre lo osservo svaniscono i rumori anche se mi trovo in città.

il sole sul terrazzino con un buon libro in mano diventa una medicina ayurvedica

io ogni gg come un pirata borseggio la routine quotidiana e i suoi stress ritagliandomi piccoli semplici momenti.

come una mezza sanyasi mi tengo a distanza dalle materialità e dal circolo vizioso dei desideri

e tutto funziona, se sono felice.

e se ormai non mi tange più la cattiveria di alcune persone, nè mi angoscio più per i problemi improvvisi e neppure provo più delusione per quellle aspettative disattese per le quali ipervalutavo erroneamente qualcuno o qualcosa.. e sono serena anche di fronte a certe situazioni..

questa terra sconvolta, le immagini dell'acqua che invade e travolge

questa spaccatura che immagino là sul fondale rivestito di oceano

spaccatura di crosta che muove e che scatena l'acqua che l'ha protetta fino ad oggi come una coperta

ecco io sento come una spaccatura dentro me stessa

sensazione che ho provato uguale nel 2004 e sento come uno squarcio

come una ferita 

come se l'amore per questa creatura, pianeta terra, che ci ospita

fosse l'amore di un bimbo verso la mamma

e mi sento come si sente un bambino quando si accorge che la mamma soffre:

mi sento spaesata, mi sento che soffro anch'io.

e seppure sopporto tanti problemi con due coglioni così

e mi permetto di dire che li porto in giro con eleganza del tutto femminile,

 di fronte a questi eventi non c'è rifugio neppure nel mio mondo autistico

perchè oggi mi sento triste senza rimedio.

 

 

 

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