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LA CITTA' CONQUISTA L'INCEDERE AMMALIANTE DI ELEONORA (Tratto dal capitolo: Il marito di Eleonora)
Post n°5 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da ginomoschella
I contorni nitidi della costa s’ingrandivano man mano che la nave si avvicinava alla terra. L’approdo segnava anche il momento del primo commiato tra il comandante ed Eleonora. Egli si profuse in un baciamano tenendo i suoi occhi fissi in quelli di lei. Ma Eleonora, aveva già ripreso il controllo di se stessa. Ed in quella posizione capì che, malgrado la divisa desse notevole importanza all’uomo, ella avrebbe potuto dominarlo a suo piacimento. I soldati scattarono sugli attenti. I passeggeri fecero ala. Abituata a sentieri impervi e scoscesi scivolò via svelta, leggera, regale. Il comandante perse per un attimo il controllo, quindi si ricompose, la sua voce tornò dura per pronunciare ordini secchi. Tutti erano un po’ fuori dalle righe e, per questo, solo Arturo, fido sgherro, si accorse dell’incongruenza di alcune frasi, pronunciate dal suo superiore. E intuiva la navigazione del suo pensiero disperso nel sorriso largo di lei, nello sguardo dolce che in un tratto si era pietrificato per tornare alla mobilità di prima. Esisteva al mondo una creatura parimenti perfetta e al tempo stesso dai mille volti? Eleonora attraversò la passerella e si diresse verso l’uscita. Sulla terraferma numerosi operai si destreggiavamo tra ponti ed impalcature. Lastre di marmo volteggiavano sulle teste dei passeggeri che ammiravano con il naso all’insù la nascita della nuova stazione marittima. Avanzava sicura, anche se i lavori incorso avevano mutato in parte l’aspetto del paesaggio e si stava eccitando sin dal primo impatto. Ella aveva sognato, si può dire da sempre, di vivere in città, in quella città con i venti che cambiano ad ogni angolo. Doveva recarsi da zio Piero, ma avrebbe potuto indugiare ancora un po’. Si fermò davanti a talune vetrine. Allora il commerciante usciva e provava ad invitarla seguendo, nella maggior parte dei casi, l’istinto professionale. Ella sorrideva e declinava l’invito. Quando le veniva rivolta una battuta inopportuna, sapeva come troncarla sul nascere. Era sufficiente un suo sguardo tagliente e sprezzante per ridicolizzare l’interlocutore. Tutti, poi, seguivano dall’interno il suo incedere elegante. Impiegò quasi un’ora per giungere a bussare alla porta dello zio.
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