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UNO ZIO "SOVVERSIVO"
Post n°6 pubblicato il 14 Dicembre 2009 da ginomoschella
Si affacciò un uomo alto. Dalla canottiera emergevano collo robusto spalle quadrate bicipiti accentuati. Qua e là fiorivano cespuglietti di peli. Eleonora, pronta, si lanciò per abbracciarlo. Sul volto di zio Piero si dipinsero incredulità e stupore: “Mio Dio! come sei cresciuta!”. E la voce si frantumò per l’emozione. Ripresosi la invitò: “Vieni in questa casa. Scusami non vi sono molte comodità, ma solo ciò che è sufficiente per le mie esigenze.” Eleonora raccontò, con qualche lacuna, gli ultimi avvenimenti. Ma egli, temprato da molteplici esperienze, già non era incline alle scorciatoie o alle soluzioni apparentemente facili ed in questo caso sentiva puzza di imbroglio. Non nascondeva la sua diffidenza e andava ripetendo avvertimenti e consigli: “Ti prego, non farti illudere dalle parole di quel soggetto. Tuo marito non ha bisogno di raccomandazioni. E’ un suo diritto il riconoscimento all’invalidità per cause di servizio. Quindi non vedo il perché tu debba andare da questo signore, che a quanto mi risulta è un poco di buono. Come tutti i fascisti del resto.” “Tu sei sempre lo stesso. Ha ragione la mamma quando dice che sei il migliore della nostra famiglia, il più istruito, però, è un peccato che, con la tua intelligenza, devi accontentarti di lavorare al porto pur di non chinare la testa. Perché zio, perché fai questo? Che beneficio ne hai? Non corri il pericolo di passare per sovversivo?” “Quando tua madre si sposò io fui molto felice, anche se fu costretta a trasferirsi da Messina in quel paesino sperduto in Aspromonte, e sai perché? Perchè lei in fondo era rimasta una bambina ed aveva bisogno di un uomo sano e sincero come tuo padre. Tu le somigli in modo impressionante. La tua ingenuità ti fa credere in un vampiro come se fosse il migliore dei galantuomini.” “Ti prego, non parlarmi così. Sono sicura di quello che faccio e certamente ti ricrederai anche sul conto del comandante.” Zio Piero pronunciò un “Va bene”, che evidenziava malumore e disappunto. E aggiunse: “Ora cerchiamo di sistemarci prima di mangiare, così potrai riposare con più tranquillità”.
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