Creato da nolibibi il 31/10/2007

Il danno

Accadono cose nella vita che sono come domande. Passano minuti o anni e poi la vita risponde.

 

 

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Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da nolibibi

E col corpo continuai a vivere e a convivere, in quella casa sul lago trovai la pace ad un tormento e ritrovai la gioia e la voglia di andare avanti. Certe notti sentivo un pianto lontano, il pianto di un bambino... e non smetteva fino a quando non scendevo dal letto e andavo in terrazzo a guardare il cielo, sceglievo una stella e ad essa, rivolgevo la mia preghiera e le mie lacrime.

Passarono dieci anni, avevo un buon lavoro, come grafica in un piccolo studio e pochi ma buoni amici vicino. Tornavo in città, dai miei genitori un paio di volte al mese, Milano non era lontana geograficamente ma ormai anni luce, dal mio cuore e arrivarci mi pesava come un macigno sul l'anima. I miei non si erano mai rassegnati al mio distacco, all'allontanamento fisico e affettivo... mia madre piangeva ogni volta che ripartivo, mio padre e le sue mille raccomandazioni mi lasciavano indifferente. La mia vita era in quella casa sul lago, il mio riferimento affettivo quella dolcissima nonna... mi bastava e non volevo altro.

Una mattina andai al lavoro più presto del solito, passai a vedere se Tea avesse bisogno di qualcosa, era molto vecchia ma sempre lucida e speciale. Mi meravigliava il fatto che le sue due figlie non venissero a trovarla se non durante le feste comandate, che le telefonassero solo due o tre volte l'anno. C'era una ragazza che l'aiutava nelle faccende domestiche e con la spesa, ma per il resto nessun aiuto...aveva tante amiche che la venivano trovare, tutte molto più giovani di lei...e me.

Lei non si lamentava le giustificava, spiegandomi quanto lavoro avessero..."non si sono neanche sposate per star dietro al lavoro, mah quanto amore si perdono...però hanno fatto le loro scelte ed io le rispetto, sono due medici affermati, una è un chirurgo e lavora a Zurigo e l'altra un avvocato impegnatissima al Tribunale di Milano". A me erano sembrate solo due donne grigie e sò che lo pensava anche Tea...

Quando tornai trovai la casa vuota, una vicina mi disse che l'avevano portata via con l'ambulanza, non andai neanche su da me, uscii di corsa e raggiunsi l'ospedale. La trovai distesa su un lettino in una stanzetta a due letti, aveva una flebo al braccio e una gamba ingessata. Mi avvicinai e le presi la mano... chiesi cosa le fosse successo ma i medici erano di fretta e non mi risposero. Lei aprì gli occhi e mi sorrise... " volevo portarti delle rose e mettertele sul comodino...lo sai che oggi sono dieci anni che vivi con me?". " Non avrai mica fatto le scale Tea!?" le chiesi... "Si bambina....e sono caduta come una vecchia rimbambita....". Non ci potevo credere, si era rotta il femore per portarmi delle rose....mi sentii in colpa. Lei mi strinse la mano forte e mi disse...." da quando ci sei tu, la mia vita ha trovato un senso, mi fai sentire bene e importante...sei una brava signorina e io ti voglio bene come se fossi mia figlia, anzi, la nipote che non ho avuto".

" Ti voglio bene anche io nonna". Sorrise e porse le labbra come per darmi un bacio, mi avvicinai e lo presi ricambiando con tenerezza. La rassicurai sul suo stato, dopo aver parlato con un ortopedico, ci voleva tempo ma si sarebbe ristabilita. Tornai a casa e durante la strada provai ad immaginarla salire quelle scale con in mano i fiori, sorrisi tra me e le mandai un bacio nell'aria. Posteggiai la macchina attraversai il giardino e salendo le scale trovai i petali seminati su tutti i gradini...li raccolsi e li misi in una scatola.

Li custodisco ancora, secchi e un po’ sbiaditi...ma profumano  di un amore speciale.

 

 
 
 
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Molti di coloro che fuggono davanti alla tentazione,
sperano in segreto,di esserne raggiunti.

G.Guareschi

 

Ed ho compreso che l'amore, anche se riposto nella propria anima, al sicuro da rimorsi o rimpianti, è destinato a rimanere per sempre, oltre il pensiero, oltre i nostri gesti, oltre le nostre parole, oltre i ricordi, oltre la vita.

ilpoetadellamore

 
 

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Io sono due donne: una desidera sperimentare tutte le gioie,

tutte le passioni, tutte le avventure che la vita può darci,

l’altra vuole essere schiava della routine, della vita familiare,

delle cose che si possono pianificare e raggiungere.

L’incontro di una donna con se stessa è un gioco che

comporta dei rischi.

E’ una danza divina.

Quando ci incontriamo siamo due energie sovrannaturali,

due universi che si scontrano. Se nell’incontro non c’è il rispetto

dovuto, allora un universo distrugge l’altro. 

(“Undici minuti” Paulo Coelho)


Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano...
(Paulo Coelho)

 

Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto.

Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso.

Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare,

ho capito che ero libero di scegliere il mio destino

da Lo Zahir

 

Credevo di saperti amare,
forse non l'ho saputo fare,
ma è vero, giuro, è vero,
io ci ho messo la testa e il cuore,
e anche adesso ci vuole amore
per volerti come ti voglio, e lasciarti andare,
ma non dimenticarti di me.
Farai la vita che vuoi fare,
non ti dovrò mai più volere,
ma è vero, giuro, è vero,
tu per me resterai importante
non potrò cancellare niente
neanche quando la vita ti porterà distante,
ma non dimenticarti di me.
Ci si incontra, ci si prende, ci si perde,
scusa se non ho saputo far di più.
Solo tu, sempre tu
fuori e dentro di me,
senza te non mi so rassegnare.
Dove sei, cosa fai,
di che amore sarai,
come faccio per farti tornare.
Di qualunque delitto ti perdonerei
io che accetto di tutto per riaverti qui.
Solo tu.
Farai felice chi ti è accanto
farai l'amore come sai,
ma è vero, giuro, è vero,
non ci riesco a volerti male,
vorrei solo poterti avere
più di quanto non riesco a dirti con le parole,
ma non dimenticarti di me.
Certi amori van difesi fino in fondo
scusa se non l'ho saputo fare anch'io.
Solo tu, sempre tu
anche senza un perché,
anche se mi hai già fatto morire.
Cosa fai senza me,
dimmi il peggio di te
che così ti potrò cancellare.
Non ti posso pensare senza un'anima,
devi solo insegnarmi ad odiarti un po'.
Solo tu, sempre tu
fuori e dentro di me,
senza te non mi so rassegnare.

Solo tu.

 

Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso. [Il tempo ritrovato-Proust Marcel ]

 
 

GRAZIE DI CUORE!

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"per le emozioni che sa trasmettere" da occhi_di_gatto

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 "perchè vedo in lei una grande donna e la sua vita mi tocca sempre l'anima" da Primula979

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"…perché lei è tutto tranne che un danno!Per le notti insonni che passo a leggerla inebriandomi delle emozioni e sensazioni che mi dona…[sarebbe un danno per me se andasse via!]" da Dolcetetide

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"Per lo stile semplice e garbato, perchè trovo originale ed avvincente l'idea di annodare le varie immagini di una storia, con un impalpabile filo di mistero e seduzione"  da Rumore Segreto

*

"perchè anche se entro sempre in punta di piedi, leggere da lei, dà sempre emozioni forti! "da Miss Margot

*

"perché questo blog è un romanzo, emozionante, vero, coinvolgente e pieno di vita."  da Chris



 

 
 
 
 

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