Silenzi
Sono più corte le giornate. Lo sguardo si perde alla continua ricerca di un qualcosa che riporti la mente a quei giorni di primavera e al caldo del sole d'estate, quando anche il cuore batteva impazzito e felice di quel sole che sembrava innondare anche lui. Non era il sole, ma il calore che veniva dalla speranza, da una serenità che nasceva dall'essere e sentirsi viva. Si ripercorrono giorni, ore, strade, luoghi...senza bisogno di consumare suole, ma solo ricordando attimo dopo attimo...risate, parole, giochi iniziati e vissuti da un'anima che leggera, ti faceva sentire un'adolescente a dispetto dello specchio. Tornano impietosi quei desideri e quella voglia...voglia... di spezzare catene di paure che, cadendo ai tuoi piedi ti avrebbero resa capace d'osare ... di rischiare. Ed era sole...in cielo così come nella vita. che ti faceva superare percorsi impervi in territori poribiti, entrando in proprietà private che non sembravano più tali e che conoscevi così bene, finendo col credere che fossero tue... la tua terra, il tuo regno, e là, seduta all'ombra d'un platano attendevi sorridendo e respirando l'intenso profumo che veniva da scespugli di gelsomini, piccoli, teneri e fragili come te che invece ti sentivi in grado di spiccare il volo verso orizzonti lontani..così tanto da essere impercettibili e tinti dei colori più belli, colori che solo il cuore può vedere, quelli che passano in uno sguardo, che non vede altro che un volo ad ali spiegate, dove sono solo le correnti a portarti in alto ... sempre più in alto...verso il sole e la sua luce.
. Si accendono le luci della città che non rischiarano sensazioni, ma sbiadisono solo ombre che, ora non sanno più nascondere niente ai tuoi occhi, non ha ancora steso il suo velo scuro e pesante la notte e alzando appena un po' lo sguardo si vede chiaramente il lento passare di nuvole. Solitarie, lontane, sono delle mani le sagome dei monti, che s'allungano come a voler graffiare il cielo, quasi a volerne portar via il luccichio di quelle prime stelle che s'affacciano a far strada, ad una falce di luna che taglia netta e stende le ombre degli alberi del bosco. S'ascolta il volo di un piccolo gufo..per lui è il momento del risveglio. Stretta nella calda giacca di lana ne segui il lavoro della maglia con un dito. Fa freddo...e chiusa la finestra che da' sul giardino, giri le spalle al mondo, mentre il passo ti riporta in cucina. E' già ora di cena e il bisogno sarebbe invece quello, di sentirti augurare "buona serata". Mentre tutto si ricompone e si scompone ... in silenzio... è finito ancora un altro giorno.
Giuly
Inviato da: flaviaflavia1
il 09/05/2011 alle 19:47
Inviato da: YASMINE12M
il 29/04/2011 alle 09:29
Inviato da: PRONTALFREDO
il 01/04/2011 alle 22:26
Inviato da: dolcissimagabbana
il 17/03/2011 alle 10:17
Inviato da: YASMINE12M
il 16/03/2011 alle 08:54