Creato da DocGull il 09/12/2006
Approfondimenti e dibattiti di GEOPOLITICA. Dite la vostra in libertà. Per cercare gli argomenti che più vi interessano utilizzate i tags, li trovate sulla sinistra, sono l'elenco dei temi trattati.
 

COME LEGGERE IL BLOG:

Per scegliere l'argomento di maggior interesse:

Per cercare un argomento che sia di vostro maggiore interesse rispetto agli altri, utilizzate i TAGS. Li trovate subito sotto questo box. Cliccate e vi si aprirà un menù a tendina. A quel punto scegliete l'argomento che preferite e si apriraranno tutti i posts relativi ad esso.

Come leggere i titoli degli articoli:

Di fianco al titolo dell’articolo si trovano gli argomenti, ad esempio il nome di un Paese: Iraq, Libano, Israele, ecc. o un argomento più generale: ad es. Energia, Opere pubbliche, ecc.

Di fianco agli argomenti troverai spesso dei numeri, Es. "Iraq 3", "Energia 2", ecc. Significa che, prendendo Iraq 3 ad esempio, quello è il terzo articolo dedicato all’Iraq. A volte potrai trovare due argomenti congiuntamente, come "Iraq 3 – Energia 4", significa che il medesimo articolo tratta sia di Iraq che di questioni energetiche.

 

Tag

 

Area personale

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Free hit counters

 
 

SITI DI INTERESSE - links

Clicca qui per accedere a siti di Centri Studi e Analisi geopolitiche, di Istituzioni internazionali, a siti che approfondiscono questioni di Criminalità Organizzata, Economia, Energia, a siti di Riviste a tematica geopolitica, nazionali ed internazionali.

 

Ultimi commenti

Contatti

1) Se desideri che vengano pubblicati tuoi articoli o inviare altro materiale attinente all'argomento trattato nel blog o comunque metterti in contatto, scrivi a: geopoliticando@libero.it

Se desideri che venga pubblicato anche il tuo nome o nick, indicalo nella mail che dovrà, a  sua volta, risultare attiva. Il materiale inviato non sarà restituito e Geopoliticando non ne garantisce la pubblicazione, nel caso che non sia ritenuto idoneo al blog;

2) Tutti possono inserire liberamente commenti agli interventi/articoli pubblicati;

 

Ultime visite al Blog

psicologiaforensemax_6_66lo_snorkiWIDE_REDsidopaulgiov_annabal_zacDGull.Geopoliticandoninograg1unamamma1nomore.norlessgeopoliticandodomusbishopelove10
 

 

Post N° 91

Post n°91 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da DocGull
 

LA SIERRA LEONE CACCIA LE DITTE CINESI A CAUSA DEL DISBOSCAMENTO DEL PAESE

___________________

Argomenti (tags) dell'articolo:

immagine CINA 6  SIERRA LEONE 1

____________________

Leggo con attenzione la notizia riportata nel titolo.

Come i lettori di Geopoliticando sanno (vd articolo di Geopoliticando "la Cina in Africa - Cina1") la Cina da tempo è in concorrenza soprattutto con gli USA per lo sfruttamento delle risorse del continente africano.

La Sierra Leone era uno dei Paesi vicini a Pechino e credo che sia la prima volta che si sviluppi un così evidente contrasto (non è il primo come potete leggere sotto).

Ma andiamo per ordine e vediamo quali sono state con precisione le decisioni prese.

Ebbene in Paese africano ha vietato l’esportazione di legname per “l’indiscriminato saccheggio delle foreste” compiuto da ditte estere, anzitutto cinesi.

Il ministero per le Foreste denuncia che nel nord la rapida deforestazione ha causato una grave erosione del suolo, costringendo i residenti a lasciare la zona.

A parlare Joseph Sam Sesay, ministro per le Foreste. Il Ministro ha aggiunto che “vengono come invasori e fanno quel che gli pare”. “La maggioranza di queste ditte sono cinesi, ivoriane, della Guinea”.

Il divieto rimarrà fino a quando al Paese non saranno date garanzie che gli alberi abbattuti siano rimpiazzati e che le popolazioni locali ne traggano utilità.

Sesay lamenta che “i tronchi sono stati tagliati ed esportati senza che il Paese ne abbia ricevuto benefici addizionali”.

La Cina, dicevamo, si autoaccredita come grande amica dell’Africa, con offerte di aiuto economico e affermazioni di sviluppo comune basato su una collaborazione paritaria (win-win, ama ripetere) e sul reciproco rispetto.

A molti in Europa fa comodo credere a questa verità di Cina amica dei popoli poveri.

I fatti naturalmente dicono spesso il contrario, nel senso che è impensabile ritenere che la Cina aigsca per motiv altruistici, intendiamoci, è legittimo fare i propri interessi e Geopoliticando non critica nè gli USA nè la Cina per questo, non è legittimo però agire a totale discapito degli ospitanti, come in questo caso.

Pechino in ogni caso continua ad essere un partner imprescindibile e l’annuale incontro dell’ African Development Bank, che si occupa di finanziamenti e aiuti per gli Stati africani, si è svolto a maggio a Shanghai.

Ma appunto, non sono tutte rose e fiori, anche nello Zambia qualche mese fa i minatori sono scesi in piazza contro le imprese cinesi per le basse paghe e la violazione dei diritti.

 
 
 

Post N° 90

Post n°90 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da DocGull
 
Tag: Iraq

VARATA DAL PARLAMENTO IRAQUENO MISURA DI RIABILITAZIONE VERSO I MEMBRI DELL'EX PARTITO BAATH DI SADDAM HUSSEIN

____________________ 

Argomenti (tags) dell'articolo:

 immagine IRAQ 6

____________________

L'agenzia Reuters ha battuto ieri una notizia molto importante.

Il parlamento iracheno ha varato una misura lungamente attesa per allentare le restrizioni imposte ai membri del partito Baath dell'ex leader Saddam Hussein consentendo loro di tornare alla vita pubblica.

Il Partito Baath era sostanzialmente il partito unico di Saddam Hussein, e comporto in stragrandemaggiornanza da sunniti, minoranza nel Paese, ma veri governanti all'epoca di Saddam Hussein.

Al loro arrivo gli americani hanno defenestrato tutti gli appartenenti che però di fatto componevano gli elementi più importanti dell'esercito e dell'amministrazione statale.

Una scelta folle che ha messo sul lastrico centinaia di migliaia di sunniti che si sono anche trovati accerchiati dalla maggioranza sciita.

Gli americani, con la superficialità di conoscenza del territorio che caratterizza molte delle loro opzioni militari, hanno solo ritenuto di fotocopiare ciò che avevano fatto per la Germania nazista defenestrando tutti gli iscritti al partito di una certa posizione.

Hanno però dovuto fare i conti con la realtà

Questa adozione del parlameno iraqueno è certamente una sconfitta per gli Stati Uniti in termini prettamente tecnici, ma una vittoria verso una ancora maggiore ristabilimento della pace a Baghdag e gli USA meritano comunque l'apprezzamento di avere sollecitato, seppur in ritardo, una giusta decisione.

Sono stati proprio gli Stati Uniti a sollecitare questa legge infatti. La speranza è che siano stati mandati in pensione buona parte degli analisti e strateghi che prima hanno segnalato armamenti che sembrano ormai inesistenti e poi hanno suggerito di cacciare i Sunniti Baath incrementando, con quella assurda scelta, gli omicidi di massa dei terroristi che hanno trovato terreno fertile nei sunniti disperati e in mezzo alla strada.

Meglio tardi che mai, questa di adesso è una scelta giusta, i crimini sono già fortemente diminuiti, i nuovi problemi nascono ora da un'equa spartizione delle risorse senza la quale, anche la media pacificazione di oggi non avrà vita lunga.

Il problema reale dell'Iraq oggi è quello dei curdi a cui è difficile negare una indipendenza reale dopo secoli di opprressioni e con il loro tettitorio pieno di petrolio.

Ne parleremo.

 
 
 

Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 09 Gennaio 2008 da DocGull

NUOVI MOVIMENTI TRA ISRAELIANI E PALESTINESI, PROSSIMA LA LIBERAZIONE DI

MARWAN BARGHOUTI?

____________________

Argomenti (tags) dell'articolo:

 immagine PALESTINA 9  immagine ISRAELE 8

____________________

Interessante articolo del Jerusalem Post del 7 gennaio su Marwan Barghouti.

Come i lettori di Geopoliticando ricorderanno (Articolo Palestina 4, Israele 3, Arabia Saudita2) Barghouti  è il principale leader di Al Fatah, dopo Abu Mazen.

Barghouti è considerato un importante interlocutore anche in Europa e negli Stati Uniti, ma è prigioniero degli israeliani dal 2002, i quali lo accusano di aver partecipato (probabilmente l’accusa è corretta) ad alcuni omicidi di cittadini di Tel Aviv.

Tuttavia Barghouti è considerato un eroe dal suo popolo e la sua liberazione potrebbe portare a rendere più accettabili alcune rinunce ai palestinesi (come l'impossibile diritto al ritorno).

Geopoliticando ritiene che la carta della liberazione di Barghouti non è stata ancora giocata da Israele, magari anche per riavere indietro caporale israeliano Gilad Schalit, prigioniero dei palestinesi ormai da mesi.

Soprattutto in questa fase dove Israele e gli Stati Uniti sono orientati a legittimare fortemente Abu Mazen contro Hamas, giocando carte importanti per il raggiungimento di un accordo di pace, la liberazione di Barghouti potrebbe avvicinarsi.

Non siamo convinti quindi che le dichiarazione di circostanza rilasciate da Olmert al Jerusalem Post, che la liberazione non è in agenda, sia la “verità vera”.

In realtà a parlare di nuovo di questo scambio è il quotidiano libanese, in lingua inglese Al-Hayat (in realtà, coem citato dal Jerusalem Post, “London Based”). I palestinesi avrebbero richiesto anche la liberazione del terrorista libaneset Samir Kuntar e il terrorista Palestinese Amna Muna che si sono però macchiati di atroci delitti anche contro bambini e ragazzi israeliani. Israele avrebbe quindi (giustamente) rifiutato tale allargamento ma non si sarebbe rivelata, appunto, così contraria alla liberazione di BargHouti.

A parlare, sempre secondo Al-Hayat, sarebbe stata una fonte egiziana secondo la quale persino il leader di Hamas, Khaled Mashaal, andrà presto in Egitto per discutere di questo eventuale scambio.

Ora, al di là della veridicità dei particolari riportati dalla fonte, non c’è alcun dubbio che Israele a questo punto ha un doppio interesse nella liberazione di Barghouti:

  • uscirebbe certamente rafforzato il governo di Abu Mazen visto che Bargouti è un pieno  e leale sostenitore di Al Fatah;

  • Israele ne avrebbe certamente in cambio la liberazione di alcuni soldati israleliani nelle mani dei palestinesi, con grande soddisfazione in Patria.

Come sempre a cercare di far saltare un eventuale accordo ci penserà chi è contro questo avvicinamento, Hamas da una parte e i partiti di estrema destra israeliani, dall’altra.

PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIU’:

MARWAN HASSIB HUSSEIN BARGHOUTI:

È membro del Consiglio Legislativo Palestinese - ove fu eletto nel 1996 - e segretario generale di Al Fatah per la Cisgiordania.

Tornato in Palestina nel 1994, dopo gli accordi di Oslo, si propose come uomo del dialogo con Israele.

Convinto che il processo di pace di Oslo possa portare a un totale ritiro di Israele dai territori occupati e alla fondazione di uno stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme, incoraggia stretti rapporti con i leader israeliani favorevoli alla creazione di due stati separati indipendenti e sovrani.La "stagione del dialogo", tuttavia, si conclude per Barghouti nel 1998 quando - proseguendo l'espansione dei coloni israeliani nei territori - porta a compimento il suo personale processo di identificazione con il diffuso sentimento popolare che vede gli accordi di Oslo come un vicolo cieco per la causa palestinese.

Barghouti sintetizzò allora la nuova strategia di lotta con un celebre ragionamento: "Abbiamo tentato la strada dell'Intifada per sette anni, senza negoziare; poi abbiamo negoziato per sette anni, senza Intifada. Ora, forse, dobbiamo tentarle entrambe contemporaneamente"

Accusato di omicidio e condannato a cinque ergastoli dalla giustizia israeliana con una sentenza del Luglio 2004, Marwan Barghouti giace in carcere dal 15 Aprile 2002, quando fu catturato, a Ramallah, con un blitz dell'esercito di Tel Aviv. Dal carcere, pur consapevole di poter ambire alla leadership di Al Fatah, e non solo, ha sostenuto la candididatura di Abu Mazen a Presidente dell’Autorità palestinese.

Insomma le condizioni in questo momento ci sono tutte, le parti in causa ragioneranno sul momento più opportuno per procedere.

 
 
 

Post N° 88

Post n°88 pubblicato il 07 Gennaio 2008 da DocGull
 

"Petrolio e guerre nel  Medio Oriente"

SEMINARIO

Venerdì 11 Gennaio 2008 alle ore 9.30 presso Link Campus University of Malta, Via Nomentana 355 - Roma, si terrà il seminario sul tema:  "Petrolio e guerre nel  Medio Oriente" tenuto dal giornalista  Abdel Bari Atwan.

Note sul relatore

Abdel Bari Atwan è stato editore capo di Al-Quds Al – Arabi, la testata più rinomata del giornalismo arabo fondata nel 1989.

È nato in un campo profughi palestinese.

Ha trascorso la sua giovinezza in Palestina ed ha iniziato i suoi studi presso l’Università Egiziana.

Nel 1978 si è trasferito a Londra dovre ha completato gli studi post-laurea presso il SOAS (School of Oriental and African Studies).

Come giornalista, scrittore e relatore è considerato uno dei maggiori esperti del Medio Oriente a livello mondiale come giornalista e  come  scrittore.

Abdel Bari Atwan è media consultant sul Medio Oriente  per tutti i maggiori networks televisivi e radiofonici.

Firma regolarmente articoli su testate britanniche e su riviste di attualità e politiche di tutto il mondo.

E’ l’autore del best seller mondiale “The Secret History of Al- Qa’ida” del 2006 e di diversi studi pubblicati sul Medio Oriente.

Abdel Bari Atwan è il giornalista a cui Bin Laden ha rilasciato la sua ultima ed unica intervista.

 
 
 

Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da DocGull
 

COMMENTI AL RAPPORTO DELL'INTELLIGENCE AMERICANA SUL NUCLEARE IRANIANO

 _____________

Argomenti (tags) dell'articolo:

     STATI UNITI D'AMERICA 3  IRAN 6

____________________

 Abbiamo aspettato qualche settimana prima di scrivere sulla questione che è stata di grande attualità nelle scorse settimane.

Ci riferiamo al rapporto del National Intelligence Council, il principale organo di intelligence americano, sull’Iran.

Brevemente il rapporto analizza l’attuale situazione affermando che l’Iran non appare intenzionato a sviluppare armi nucleari.

Come sempre si sono aperte le cateratte del cielo per attaccare l’amministrazione Bush e gli Stati Uniti dimenticando ancora una volta che il rapporto pone le proprie basi nella stessa amministrazione americana ma soprattutto nella società d’oltreoceano, contraddittoria quanto si vuole, ma coerente nelle sue lezioni di libertà.

Diciamo innanzitutto che il nuovo rapporto non spiega se siano arrivate nuove informazioni rispetto al precedente del 2005 (che dava per molto probabile la volontà dell’Iran di dotarsi di armi nucleari) o vi siano solo state diverse valutazioni basate sulle medesime informazioni.

Il Rapporto non nega affatto, in ogni caso, la possibilità dell’Iran nella continuazione delle proprie ricerche nucleari a scopi militari.

Brevemente afferma che: 

  • L’Iran mantiene la possibilità di sviluppare armi nucleari;
  • L’Iran sta accelerando il programma di arricchimento dell’uranio per scopi civili;
  • E’ molto difficile convincete Teheran ad abiurare in maniera ufficiale la volontà di produzioni di armi nucleari;
  • L’Iran ha la tecnologia per svilupparle.

A questo aggiungiamo che l’Iran, allo stato attuale, potrebbe produrre armi, qualora lo volesse, alla fine del 2009 e quindi che l’Iran rimane potenzialmente una minaccia.

Se questo è vero, è anche vero però che la minaccia nucleare, termina il rapporto, non sembra poi così impellente e vicina.

Che conseguenze ha portato l’analisi del National Intelligence Council?

1) Ha praticamente cancellato la possibilità, in temi brevi, di qualunque intervento americano contro Teheran, lo stesso dicasi per Israele.

2) Ha reso molto più difficile proseguire con la politica delle sanzioni.

Vogliamo concludere ricordando che come non era perfetto il primo rapporto del 2005, non è detto che lo sia quello del 2007, tuttavia le decisioni in politica estera hanno coma base proprio i rapporti di analisi di Intelligence, pertanto gli iraniani, qualora abbiano obiettivi nascosti, aumenteranno le proprie attenzioni per non disperdere quel clima di solidarietà internazionale creatosi dopo quest’ultima analisi, gli americani ed israeliani intensificheranno il lavoro delle proprie intelligence senza tuttavia forzare analisi del tutto sballate che non apporterebbero alcun beneficio alla causa di Washington.

Staremo a vedere.

 
 
 

Post N° 86

Post n°86 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da DocGull
 

OMICIDIO DI BENAZIR BHUTTO, A CHI E' CONVENUTO DI PIU'

__________________

Argomenti (tags) dell'articolo:

  

PAKISTAN 2

____________________

E così alla fine ci sono riusciti, Benazir Bhutto è morta, morta nel modo che piace agli assassini veri, quello plateale, sanguinario, dirompente.

Chi il maggiore colpevole dello scempio?

Ricordiamo innanzitutto che la Bhutto, prima donna premier di un paese musulmano (1988-90 e altri tre anni DAL 1993 AL 96) simboleggiava già di per sé un elemento da eliminare.

Erano in tanti a volerla fuori dai giochi.

Occorre dire, tuttavia, che gli estremisti terroristici islamici avevano un maggiore interesse alla sua morte in questo momento . Certo, non necessariamente chi ha un maggiore interesse agisce per primo, resta il fatto che ne guadagna di più.

Certamente anche l'attuale governo presieduto dal generale Musharaff, aveva un qualche interesse alla sua eliminazione viste le prossime elezioni di gennaio 2008 che avrebbero potuto vedere vincente il partito della Bhutto.

Non si deve dimenticare inoltre che il marito di Benazir Bhutto ha subito accusato proprio il governo Musharaff della morte della moglie.

Tuttavia ci pare onestamente difficile ipotizzare un coinvolgimento diretto del governo pakistano, non tanto per mancanza di interesse, quanto per la situazione contingente.

Il motivo è che in questo momento l'ex premier pakistano era un pericolo più per Al Quaeda che per Musharaff.

Musharaff è infatti fortemente pressato dagli Stati Uniti affinchè favorisca in qualche modo un processo democratico all'interno del suo Paese, non avrebbe avuto convenienza, se non immediata ma sostanzialmente inutile, all'uccisione di Benazir Bhutto. Anche l'indignazione internazionale non lo favorisce.

Le motivazioni erano e sono molto più forti per i criminali assassini di Al Queda che fanno capo in questo caso a Bin Laden (chi lo sa se è ancora vivo) ma soprattutto al suo così detto braccio destro, Al Zawahiri.

Basti pensare che si sono subito creati panico e timore nelle borse internazionali ma soprattutto un clima da guerra civile in Pakistan.

Chi ha interesse a ciò, Musharraff od Al Quaeda?

La risposta è netta, oltretutto la stessa organizzazione criminale islamica ha rivendicato l'omicidio.

Che cosa succederà ora?

Si deve, prima di proporre nuovi progetti e nuovi leaders per il Paese, riportare immediatamente la calma ed impedire una escalation di violenza già iniziata dagli sconvolti sostenitori della Bhutto.

Solo se capiranno, con l'aiuto della comunità internazionale, che così facendo aiuteranno gli assassini, sarà possibile ricominciare immediatamente un cammino di lotta alla preistoria rappresentata dall'estremismo islamico verso quel futuro che la Bhutto ha inutilmente tentato di creare per il suo Paese.

PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIU'

Benazir Bhutto era nata il 21 giugno 1953, in una famiglia benestante proprietaria terriera. Suo padre, Zulfikar Ali Bhutto, aveva fondato il Partito del Popolo Pakistano (PPP) ed era stato presidente e primo ministro del Pakistan dal 1971 al 1977.

Dopo essersi laureata ad Harvard e a Oxford, Bhutto era tornata in Pakistan nel 1977, poco prima che i militari salissero al potere destituendo suo padre. Benazir Bhutto aveva ereditato la leadership del PPP dopo l'uccisione del padre nel 1979 quando al potere c'era il generale Mohammad Zia-ul-Haq.

Inizialmente eletta primo ministro nel 1988, Bhutto era stata accusata di corruzione e destituita dall'allora presidente nel 1990. Tornata al potere nel 1993 dopo il suo successore, Nawaz Sharif, aveva dovuto dimettersi per divergenze con il presidente.

Nel 2006 Bhutto aveva aderito a una Alleanza per il ritorno della democrazia con il suo storico rivale Sharif, ma i due si erano trovati in disaccordo sulla strategia per trattare con il presidente Pervez Musharraf. Bhutto pensava che sarebbe stato più opportuno negoziare con Musharraf, mentre Sharif aveva escluso qualsiasi mediazione con il generale.

Bhutto era recentemente tornata in Pakistan nell'ottobre 2007 dopo otto anni di esilio volontario dopo che Musharraf, con il quale aveva negoziato sulla transizione del Pakistan verso una democrazia civile, le aveva garantito protezione rispetto ai vecchi procedimenti per corruzione a suo carico.

Il giorno stesso del suo ritorno, mentre l'ex premier viaggiava in auto per Karachi, un attentatore si era fatto saltare in aria uccidendo 139 sostenitori e membri della scorta.

Il 26 dicembre, Bhutto aveva promesso di combattere per i diritti dei lavoratori durante la sua campagna per le elezioni generali di gennaio e aveva anche sostenuto la volontà di combattere l'estremismo e il terrorismo islamico.

 
 
 

Post N° 85

Post n°85 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da DocGull
 

SARKOZY A ROMA, L'ALITALIA E LA FIDANZATA ITALIANA

Argomenti (tags) dell'articolo:

immagine FRANCIA 2

  immagine INTERESSE NAZIONALE 

 ____________________

Non ce ne vogliano coloro che non amano la dietrologia (neanche noi a dire il vero), ma i sospetti della nuova fidanzata italiana, proprio nel momento in cui il Governo è in procinto di decidere a chi affidare la nostra derelitta Alitalia, vengono.

Non contento il presidente francese fa un ulteriore "giretto simpatia" in Italia incontrando il Papa.

Geopoliticando ritiene che nessuna delle due cose sia una coincidenza, quanto meno nei tempi dell'annuncio (e ci riferiamo alla "fidanzata" italiana, sig.ra Carla Bruni).

Le valutazioni a favore o contro le ipotesi Air France sono numerose, onestamente ritengo che non sia nel nostro interesse finire nelle mani francesi, per quanto riguarda la compagnia di bandiera, per vari motivi.

Come non è forse noto a tutti Germania e Francia, durante l'epoca d'oro dell'asse Parigi-Berlino, si sono spartite le sfere di influenza in Europa e la Francia ha decico che l'Italia fosse "propria sfera di influenza".

L'acquisizione di Alitalia andrebbe quindi letta anche in questo senso, se il nostro Paese ritiene di dover avere due centri aereoportuali internazionali (Milano e Roma) mi pare quanto meno bizzarro che i francesi (come hanno già annunciato) decidano invece che l'italia debba avere solo Roma.

Mi pare proprio che non ci siamo, non siamo la Francia che al di là di Parigi ha il vuoto, la struttura dell'italia è ben diversa, in tutti i sensi.

Stando così le cose non escluderei accelerazioni e trabocchetti per accelerare un'eventuale caduta del Governo Prodi al fine di evitare la cessione di Alitalia ad Air France.

Ritengo, per questo ed altri motivi, che la proposta interna di Air One vada tenuta in più che seria considerazione.

 
 
 

Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da DocGull
 

ANCONA SEDE DEL SEGRETARIATO DELL'ADRIATICO

Argomenti (tags) dell'articolo:

  immagine INTERESSE NAZIONALE

 ____________________

La mia città, Ancona, diventa la sede dell'importante segretariato dell'Iniziativa Adriatico - Ionica.

Grecia e Croazia ambivano allo stesso ruolo.

E' invece il nostro Paese a divenirne giustamente sede.

Le attività del Segretariato vertono su sei diverse "tavole rotonde":

  • lotta alla criminalità organizzata;
  • economia, turimo, cooperazione fra PMI;
  • ambiente;
  • trasporti e comunicazioni marittime;
  • cultura;
  • cooperazione inter-universitaria.

I lavori sono preparati da periodiche riunioni promosse dai coordinatori nazionali.

I Paese partecipanti all'iniziativa sono, oltre l'Italia, l'Albania, la Bosnia- Erzegovina, la Croazia, la Grecia, il Montenegro, la Slovenia.

Aree di assoluto interesse nazionale per il nostro Paese, è proprio questo che dà importanza all'iniziativa.

 
 
 

Post n°83 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da DocGull
 
 

PREMESSE E RISULTATI DELLA CONFERENZA DI ANNAPOLIS

____________________

Argomenti (tags) dell'articolo:

 immagine PALESTINA 8  immagine ISRAELE 7

____________________

Con questo scritto vogliamo spiegare che cosa ha permesso che si tenesse, nel novembre 2007, la conferenza di Pace di Annapolis negli Stati Uniti, proposta dal Presidente Bush.

Come altre volte accaduto nella storia ciò è stato reso possibile proprio da coloro che mai l'avrebbero voluta: Hamas.

Infatti nel Giugno 2007, dopo alcuni giorni di aspri combattimenti tra le due fazioni palestinesi
(la stessa Hamas ed Al Fatah del premier Abu Mazen), la Striscia di Gaza è finita sotto il pieno controllo di Hamas e la Cisgiordania, come conseguenza, sotto il controllo di Al Fatah e quindi di Abu Mazen.

Lo stesso presidente dell’ ANP  (Abu Mazen) ha più volte rilasciato dichiarazioni sulla situazione di illegalità venutasi a creare a Gaza dove, di fatto, a comandare è Hamas e non il governo legittimo presieduto da Abu Mazen stesso.

Questo fatto ha sbloccato la situazione perchè si è rotto il governo di unità nazionale che Israele aveva sempre boicottato proprio per la presenza di Hamas che ha sempre, lo ricordiamo, all'interno del proprio Statuto l'obiettivo di distruggere Israele.

E' quindi nato un nuovo obiettivo di Gerusalemme, quello di rafforzare Al Fatah a discapito di Hamas.

Come farlo? Dimostrando ai palestinesi  il fallimento di Hamas nell’amministrare i bisogni dei cittadini, compreso quello della pace e il successo di Al Fatah nel perseguire la pace e nel ben governare i territori palestinesi.

E' in queste condizioni che si è arrivati alla conferenza di Annapolis.

Quali sono stati i risultatati degli incontri?

Holmert e Abu Mazen hanno annunciato, al termine della Conferenza, l'inizio  di negoziati per un accordo entro la fine del 2008 e che una commissione congiunta si metterà al lavoro, a partire dal 12 dicembre, per riprendere il cammino della roadmap, verso "un trattato di pace".

I punti principali dei quali si è discusso sono stati, innanzitutto quello dei confini dello stato palestinese. I palestinesi chiedono il totale ritiro di Israele dalla Cisgiordania occupata nel 1967, inclusa Gerusalemme est.

Israele appare disposta a un ritiro da quasi tutta la Cisgiordania, ma rivendica alcune aree dove si concentrano molte colonie ebraiche e vuole il controllo di una fascia di territorio lungo il fiume Giordano, offrendo quindi uno scambio di territori. E' da tempo che Geopoliticando sostiene il principio dello scambio dei territori, così come per primi avevano indicato i "saggi" israeliani e palestinesi nel c.d. "Piano di Ginevra" (vd. articolo di Geopoliticando: "Sviluppo del Piano di Pace Saudita - Parte Seconda" - Palestina 2 - Israele 1).

Più difficile uno scambio all’interno della città di Gerusalemme. I palestinesi rivendicano l'uso esclusivo della parte est, attualmente occupata da Israele che potrebbe però rivedere la sua posizione. Abu Mazen ha fatto sapere che Gerusalemme est sarà la capitale del nuovo stato palestinese.

Per la vicenda dei profughi si delinea invece un duro scontro. I motivi sono quelli che abbiamo letto precedentemente, ci sono situazioni sulle quali è possibile anche affrontare dolorose rinunce, altre che non possono neanche essere poste in discussione.

Qual è la reazione di coloro che non erano presenti (Hamas in particolare ma anche la "destra" israeliana)?

Possiamo subito dire che a questi tentativi di pace reagiranno tutti coloro che perseguono altri obiettivi. Costoro sanno bene che il Presidente Bush ha ragione nel dichiarare che “se la visione del Medio Oriente che emerge da Annapolis fallisce, per la regione si aprirà un futuro di violenza e di terrore senza fine” .

Infatti Hamas ha già dichiarato che Annapolis è stata una “perdita di tempo” mentre la “destra israeliana” non accetterà mai la “cessione” di Gerusalemme Est, pena ripercussioni sul Governo.


E’ molto probabile quindi che vi sarà una forte escalation di violenza e di tensione, proprio per la consapevolezza della bontà del tentativo di Annapolis, le parti in causa lo sanno bene. Solo un fortissimo sostengo da parte di quella parte della comunità internazionale che vuole la pace potrà impedire che le probabili future violenze portino ad un nuovo blocco delle trattative.

 
 
 

Post n°82 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da DocGull
 

KOSOVO INDIPENDENTE?

____________________

Argomenti (tags) dell'articolo:

 

serbia 5 - KOSOVO 2

___________________

E così ci avvicianiamo a un mezzo epilogo della buffonata sul kosovo.

Su questo argomento perdiamo volentieri il tradizionale aplomb di geopoliticando.

Abbiamo sempre criticato senza se e senza ma l'intervento militare in kosovo che portò alla cacciata dell'autorità militare ma anche amministrativa della Serbia da un territorio, piaccia o no, serbo, anche se a maggioranza albanese.

Le motivazioni che hanno portato all'intervento NATO sono state errate e ingiustificate, nessun motivo umanitario spinse a quell'intervento, nessuna strage di albanesi era in atto, c'era, questo si, una certa repressione dello stato serbo nei confornti del PKK, c.d. esercito di liberazione kosovaro-albanese e non c'era un'adeguata libertà nei confronti della cultura albanese maggioritaria.

Da quando in qua questo può motivare il distacco di un territorio nazonale?

La verità purtroppo è stata la troppa fretta dell'epoca, più che un'autentica simpatia verso gli albanesi, quasi tutti i governi credettero alla favola delle stragi totalmente smentite poi dai fatti, come verificato al momento dell'entrata delle truppe NATO in Kosovo. C'era poi la necessità di favorire le comunità musulmane in europa (per chi non se lo ricordasse gli albanasi, sia di Albania che del Kosovo sono al 90% musulmani) nel tentativo di ergersi a palidini della difesa dell'islam europeo (che illusione diremmo ora, visto che ciò accadeva poco prima dell'11 settembre).

Le stragi si erano verificate in Bosnia, compiute da tutti contro tutti e non certo solo dai serbi. E si trattava oltretutto dei serbo bosiaci mentre il kosovo apparteneva a Belgrado (Serbia effettiva).

Bene, che cosa ha comportato questa guerra?

Gli oppressi sono diventati oppressori e viceversa, sono forse questi gli obiettivi delle iniziative militari di pace?

Sul Kosovo vogliamo essere estremisti perchè vedere oggi l'Europa che non sa ovviamente che pesci pigliare in quanto dire di no all'indipendenza adesso appare impossibile, ci fa arrabbiare ancora di più.

Di fatto non c'è soluzione, forse solo una cessione del nord del kosovo, abitato ancora da un certo numero di serbi, alla Serbia.

Geopoliticando intende affermare la propria contrarietà ad interventi militari che ribaltano solo i ruoli, e ciò proprio in visione della nostra neutralità sui fatti, compreso questo. Non è una contrairtà ideologica, ma pratica poichè questo tipo di interventi non risolve i problemi ma cambia solo i colori dei buoni e dei cattivi, senza risolvere nulla!

Che cosa propone l'Europa a Belgrado per fargli accettare la secessione del Kosovo?

Nientepopodimeno che un'accelerazione dell'accesso all'UE. Praticamente viene chiesto a Belgrado ciò che non è stato chiesto a nessuno dei paesi oggi aderenti alla Comunità, cioè la secessione di un proprio territorio, come potranno mai i serbi, oggi Paese democratico, accettare una tale forzatura? L'ingiustizia è palese, se per portare giustizia ad un popolo contemporaneamente di creano ingiustizie per il vicino, che pace mai è stata portata?

Adesso l'Europa propone di inviare ulteriore polizia europea, è un rimandare il problema per l'ennesima volta, è l'ennesimo fallimento della politica estera europea.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963