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Post n°192 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da pantouffle2011
Allora. Oggi ho capito una cosa: se non sei su Facebook non sei nessuno. Quello invece che devo ancora capire è perché dovrei voler essere qualcuno su Facebook. “Perché ci sono tutti - mi è stato risposto – perché ritrovi i compagni della tua infanzia…” A parte che vivendo in un paese piccolo io i compagnetti della mia infanzia li trovo all’alimentari dell’Alberina un giorno sì e uno anche, e se proprio devo dirla tutta, alcuni di loro preferirei davvero averli persi di vista per poterne conservare un ricordo romantico invece di ritrovarmeli mezzi calvi, con la pancetta e stupidi tali e quali che a 5 anni senza nemmeno più la scusa dell’età, voglio dire. Ma a parte questo vogliamo ancora raccontarci ‘sta favola che si va su Facebook per ritrovare le persone del passato? Eddài su, siamo seri. Che per quello non c’era mica bisogno di Internet. C’era già la Carrà, e mica da ieri: bastava trovare il modo di imbalsamarla e tanti saluti alla banda larga. La verità è che più che le modalità, a fare la differenza, quella vera, sono le finalità; se ci pensiamo, le carrambate come si concludevano? Figli abbandonati in orfanatrofio dalle suore si ricongiungevano 40 anni dopo con madri infelici e peregrine: si piangeva come vitelli per un quarto d’ora buono e poi tutti facevano ritorno al paesello natìo a far festa con orde di parenti che mai avrebbero pensato di avere. Adesso no, è tutta un’altra storia. Con Facebook ritrovi il compagno di banco delle medie, dici “Ah! Che bello. W la Juve.”, e chi ci pensa più. Tempo 10 minuti e passi a cercare la bellona della Quinta B che in 5 anni di liceo non t’ha mai detto neanche crepa. Ma è sparito il pathos, si è azzerata la magia. Perché lo scopo non è più quello di incontrarsi e ritrovarsi, ma di stare su un social network. Quello che è nato come un mezzo è diventato un fine: quello di poter dire ad alta voce in mezzo a tutti “Ci si becca su Facebook”. Per far vedere che si è sempre supergiovani, che si ha una vita sociale, un centinaio di amici e qualcosa da dire al mondo. Lo stesso si potrebbe pensare di chi apre un blog, è vero. Ma sentendomi chiamata in causa, a mia parziale discolpa posso dire che almeno io non tempesto amici, nemici, parenti e conoscenti occasionali con discutibili richieste di amicizia cui diventa imbarazzante dir di no. Senza contare che non vi infiammo il nervo sciatico pubblicando millemila foto della comunione dei nipoti o mentre ballo con le mutande in testa dopo aver perso la gara di chupitos, per dire. E se non siete proprio degli sciamannati ingrati sono sicura che mi sarete riconoscenti per questo. Ma Facebook a parte, devo dire che il dialogo tecnologico ha contagiato anche me. E proprio io che esco adesso dalla caverna, mi trovo addirittura a destreggiarmi fra mezzi diversi. Perchè diversi sono i rapporti che ti legano al destinatario. Per esempio, se scrivi per lavoro o se scambi le ricette della salama da sugo con la zia Santina, lo fai con le mails: tanta cordialità, per carità, ma poi ognuno a casa propria, per dire. Se invece devi ringraziare la collega del marito per la splendida cena in cui sei stata benissimo, spiegando ancora una volta che quella tosse che vi ha quasi soffocato in 3 non era nulla, davvero, perché il fumo del caminetto non dava assolutamente fastidio, no no per niente, anzi faceva tanta ma tanta atmosfera, allora non c’è niente di meglio di un sms. Poi è ovvio, se devi dire cose del tipo “la collega ha la rogna”, non c’è niente di meglio di WhatsApp. Che tra l’altro è gratis e almeno le stronzate non pesano troppo sul bilancio familiare. Ma alla fin fine il problema di fondo rimane: le cazzate, che siano scritte con la penna d’oca o con la forza del pensiero, sempre cazzate restano. Solo che con Internet la figura del pirla la fai davanti a molte più persone. Magari cercherò di ricordarmene la prossima volta che scriverò un post. Ciao guys. |
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Gentile omaggio di Alberto9 :-)
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Detto chiaramente, per me facebook può anche chiudere domani, non ne sentirei affatto la mancanza, ma per molti forse è un modo per sentirsi vivi, per essere partecipi di un grande formicaio, per condividere con tanti altri, milioni di idiozie, come se postate su quella piattaforma per miracolo diventassero cose intelligenti:-))).
Preferisco il blog, c'è meno caos, più confronto, ed è un bell'allenamneto per la mente, anche quando si parla di frivolezze...Poi si sa che i cazzoni sono dappertutto, ma se li conosci poi, come si dice, li eviti:-))))).
Ciaoooooooooooooooo!
Ma io, diversamente e in più, ho aperto su faccia-libro (questa l'ho sentito da 2 ragazzi de-roma, finto coatti... ti piace?) un gruppo che si chiama Vogliamo vedere la foto di Michi che balla con le mutande in testa dopo aver perso la gara di chupitos pensa, in poche ore ha già avuto 1750 adesioni e più di 1500 pollici su! Adesso sei moralmente obbligata, se non altro per il popolo della rete...
Il popolo della rete... mi fa venire n mente una cattura in massa di merluzzi. Immagine efficace, che ti pare?
Un mega-sorriso e un super bacio! (dalla neve...) :-))))))
[anche se lo so, sì, che sei legata ad Arlecchino per ovvi motivi regionali :-))) ]