Certe notti, lungo certe spiaggie, avvengono strani episodi di trasmutazione alcolica che trasformano ignari passanti in belve feroci pronte a rigurgitarti la loro vita infelice...
Ore 18 abbondanti, sole in tramonto che bacia la sabbia trasformandola in oro, odori di carne alla griglia, di sale marino e protezione solare; baristi e bariste intenti a pulire i banconi prima dei giochi. Io e l’amico barbuto attendiamo spalle al muretto una terza persona, ma intanto arriva la prima:
SILOS
Silos è una ragazza rotondetta dalla forma apparentemente cilindrica, fuma tanto, beve tanto e parla altrettanto; racconta di come è stato faticoso affrontare la separazione con il suo convivente, di come ha dovuto affrontare il suo tradimento, di come tutto fosse stato un macigno da dover sopportare. Dopo il calar delle tenebre però era già dietro una cabina con la birra in mano a dar di lingua a qualcun’altro.
Intanto la campanella dell’Happy risuona lungo la spiaggia e gli ubriachi viventi spuntano fuori da dietro pineta, aumentano e vanno all’assalto. Sembrano un’orda affamata, li vedo al barcollo con coppie di birre a tenere impegnate entrambi le mani mentre una di queste creature s’avvicina pericolosamente verso di noi, già tremo:
LA BIDELLA
La bidella è una ragazza di 37 anni di Ravenna che dice di avere due figli, una passione per la fotografia, una separazione alle spalle e gli ultimi cinque anni di matrimonio passati senza nemmeno baciarsi. Racconta aneddoti intraprendenti sui ragazzi dei licei ravennati, ci offre birra in cambio di starla a sentire ed invita ad andare al Tikoa. L’amico barbuto la segue mentre io resto nel mio Sottomarino in attesa del terzo.
Così rimango da solo tra il buio e le luci della pista da ballo, inerme, indifeso, in attesa del terzo che sembra goderci nel farmi aspettare. Accendo una meravigliosa per comprimere l’ansia e il fumo s’espande, qualcuno mi riconosce e intercetta, mi viene a parlare:
LA FINTA BIONDA
“Non è che faresti fumare anche me? Ti offro un po’ di birra...”
Lei è una finta bionda, finta riccia, finta santa, allunga una Moretti da 66 da dentro la borsa e si riempe il bicchiere; le chiedo come ha passato gli ultimi anni ma in realtà non è che m’interessi granchè, nonostante il suo aspetto belloccio, i vestiti succinti, il suo fare intraprendente; le chiedo come procede la sua storia d’amore con L. e lei risponde Game Over poi ripassa la brace di meravigliosa e scompare nel buio.
Mi chiedo se tutti quelli con in mano una birra abbiamo in ugual quantità tristezza nell’altra; e sbirciando nei dintorni non riesco a notare nessuno che non sia contagiato. Poi l’amico barbuto ritorna da solo e con in mano due birre, dice di aver visto la Vale, la sua Vale e di stare da cani, di aver abbandonato la Bidella a se stessa durante la salsa&merengue.
Oddio non c’è soluzione, sono e mi sento nel mezzo di un’orda di ubriachi viventi ai quali fatico a sfuggire, ma non sento minacce poi abbasso lo sguardo e mi guardo le mani e capisco; ho una birra calda ormai vuota, la lingua impastata, un senso latente di distorcimento.
Non è che anch’io mi sarò trasformato in ubriaco vivente?!
Inviato da: cassetta2
il 30/11/2022 alle 18:21
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:02
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il 10/09/2016 alle 11:27
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il 15/07/2016 alle 13:29
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il 20/03/2016 alle 23:42