C’era una volta ..
Favola-diario del Pirata Kiwai, in non so quante puntate …
prima o poi mi stancherò.
Post n°1 pubblicato il 02 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D.2012 2 di Settembre
C’era una volta la libera repubblica di Liberonia. Era un arcipelago di isolette tranquille, dove fiorivano spontanei gli orticelli di pacifici internauti. Tra glitterati cuoricini e procaci curve di seminude donzelle, gli abitanti di Liberonia, coltivavano le loro fantasie di alter-ego .. chi giocava a fare il piacione, seminando il proprio orticello con poesiole, trovate in offerta speciale all’SW (il supermercato del web) e gestiva pacifico le sue corti di adoranti donnine tutte baci-baci e buon w.e. .. chi si divertiva a impersonare il ruolo del bel tenebroso, alternando le maschere tra Cupido e Meetic, con stuoli di cuori infranti in cerca di consolazione e fascinosi orticelli “osè” .. chi, si dedicava con impegno a infarcire l’orticello con fotografie di esotiche marine .. chi, vi collezionava video di lontane (nel tempo) e pressoché sconosciute melodie e canzuncielle .. chi tra le cinquantacinquenni più spregiudicate, vestiva discinti costumi da fascinosa modella .. o si sforzava di pubblicizzare improbabili ricettari di velenosissime pietanze …
Insomma una tranquilla comunità virtuale prevalentemente popolata di poetastri repressi, intellettuali in liquidazione, casalinghe in orgasmo onirico e panterone in ciabatte.
A Liberin, la capitale della felice repubblica, regnavano sovrani, nell’olimpo delle classifiche, i signori del Cedrino, il leguleio strizzacervelli e dei misteriosi pedata-dipendenti tedeschi ... ma come vedremo erano solo dei Re Fantoccio …
Non mancava neppure un organizzatissimo Comitato di Ricevimento in questo paradiso digitale .. chi timidamente vi si affacciava, veniva accolto con raffiche di richieste di amicizia, da sconosciuti ma gentilissimi collezionisti di figurine, che ostentavano con malcelato orgoglio, qualche migliaio di amici virtuali. Il malcapitato, ignaro della sua infelice sorte, ben presto si vedeva sommerso da una valanga di messaggi, segnalazioni, inviti e catene di solidarietà, cui rispondere o aderire .. in una frenetica e defatigante maratona sulla tastiera … poi spinto da irrefrenabile istinto di emulazione .. il blog e il primo post.
Orrore .. passano i giorni e il novello blogghista cerca inutilmente il primo commento .. niente, un tragico indifferente silenzio, avvolge tra le sue spire le poche righe del sudato exploit. Allora, timidamente, comincia il pellegrinaggio a mezzo tasto “esplora” … si apre, all’’ignaro, il variegato mondo di Liberonia … ma il viaggio è periglioso .. subito arrivano torve, tra le ultime visite, le icone dei padroni di casa, taluno infastidito della “violazione della sua privacy, come un contadino cui hai calpestato il campo, talaltro incuriosito dallo sconosciuto viandante .. ma guai a osare di lasciare un commento .. il più delle volte la risposta, comunque destinata a cadere nel vuoto (e chi se lo ricorda quale blog era..), è : ““Ma chi è questo .. che vuole?” Si, perché ben presto l’incauto neofita si accorgerà che Liberonia è uno strano luogo fatto di “compartimenti stagni” dove ogni gruppuscolo di amici virtuali difende sospettoso il territorio del piccolo clan. Ecco i Clan, qui comincia la nostra storia … e finisce la prima puntata. |
Post n°2 pubblicato il 04 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 3 di Settembre 2012 Seconda puntata. Gli ominidi rossi.
Un giorno di dicembre, anzi la vigilia di Natale .. mentre nella cambusa fervevano i preparativi per un pantagruelico cenone, Capitan Kiwai, vecchio pirata, temerario esploratore degli oceani burocratici e flagello di coloniali scaldasedie, puntando il canocchiale sull’orizzonte sconfinato del web, scoprì casualmente i lidi di Liberonia.
Incuriosito da quella terra sconosciuta, apparentemente abitata da aborigeni pacifici e ospitali, decise di approdarvi in cerca di nuove esperienze. Gettata l’ancora in una rada tranquilla e disabitata, il pirata si dedicò per qualche tempo a costruire il suo confortevole alloggio nella nuova terra. Qualche scambio occasionale di “perline colorate” con gli aborigeni più cordiali … qualche battuta esplorativa nei dintorni .. e la nuova casa fu pronta.
All’ombra del jolly roger e ingenuamente convinto di poter instaurare una pacifica convivenza con gli altri abitanti del grande arcipelago .. senza dover ricorrere ai cannoni del proprio veliero, Capitan Kiwai meditava di dedicarsi alla scrittura delle proprie memorie. Non che avesse deciso di ritirarsi dalla quotidiana battaglia, ma solo perché aveva deciso di anticipare i tempi, onde evitare che, venuta l’ora delle memorie, come succede a molti, l’arteriosclerosi potesse vendicarsi di una vita spesa a spernacchiare le “sane abitudini”.
Passarono così numerosi giorni tranquilli, dopo le quotidiane rotte per i perigliosi mari dell’italica burocrazia, il pirata, tornando nella quieta rada di Liberonia, si sollazzava scambiando opinioni con alcuni abitanti delle isole vicine, con i quali aveva instaurato amichevoli rapporti . Insomma, tutto sembrava far presagire un lungo e piacevole soggiorno. Ma purtroppo nemmeno Liberonia era un paradiso felice .. e il Pirata dovette ben presto accorgersene ..
Molto tempo prima, forti dell’esempio dei loro idoli sanguinari, che avevano regalato fame e miseria a milioni di uomini nel mondo reale, sopprimendo con la forza ogni dissenso, una sanguinaria tribù di ominidi, perennemente arrabbiati col resto del mondo, aveva invaso in massa l’arcipelago e imposto il dominio ideologico, inondando Liberonia di blog-fortificati, infiocchettati di bandiere rosse, pugni chiusi e ritratti di assassini, rigorosamente blindati ai commenti meno che servili …
Insomma Liberonia era di fatto la Repubblica Popolare del Bene Comune dove regnavano incontrastati i Signori del Pensiero Unico. Come in tutte le dittature l’argomento politica era “tabu”. Liberi di coltivare il loro orticello, più o meno glitterato, i cittadini di Liberonia non potevano osare ribellarsi all’incontrastato dominio degli ominidi rossi, pena violente reprimende, saccheggi, rapine e devastazioni. I pochi nativi che avessero solo tentato di formulare un pensiero appena men che ossequioso e allineato, venivano immediatamente bollati come idioti, delinquenti e .. berlusconiani.
Il Pirata, che di vascelli battenti bandiera rossa ne aveva affondati più d’uno, lungo le proprie rotte professionali, allergico per natura al Pensiero Unico di qualsiasi natura e colore, dovette ben presto accorgersi che il suo “tranquillo rifugio”, tranquillo non sarebbe stato affatto .. e la cosa lo entusiasmò.
Ma come? – direte voi – era in cerca di un’oasi tranquilla e si entusiasma all’idea della guerra? Ma signori miei, un Pirata è un Pirata .. navigare senza dare l’assalto a qualche altra nave .. è noioso, la prospettiva di affrontare un’intera flotta (sia pure prevalentemente di zattere) era esaltante!
Fine della seconda puntata.
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Post n°3 pubblicato il 05 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 5 di Settembre 2012 Terza puntata. I pericoli del Mar Libero.
Come in ogni strategia bellica che si rispetti, prima di tutto si deve conoscere il nemico e le sue forze .. seppure poco esperto del Mar Libero, Capitan Kiwai aveva accumulato nel corso delle sue decennali scorrerie, una notevole esperienza nel riconoscere e nel valutare le forze ideologiche dell’avversario, ma il mare internettiano è ben più infido di quanto si possa ragionevolmente sospettare.
Innumerevoli vascelli più o meno armati solcano il web esattamente come nella realtà, e questo traffico si intensifica sempre più, man mano che aumentano i pesci che vi navigano ed aumentano le probabilità di una pesca fruttuosa … il che avviene sovente con l’approssimarsi delle elezioni. Ma i pirati non vanno a pesca .. i pirati saccheggiano i mercantili che portano il malloppo di consensi ricavato dalla “pesca”, esattamente come i loro antenati che saccheggiavano i galeoni spagnoli carichi dell’oro delle rapine americane.
Oggi come allora, i vascelli dei “traghettatori di consensi” non possiedono l’armamento culturale per resistere all’assalto di solitari ma agguerriti pirati e allora .. navigano in convoglio, convinti (forse a ragione), come gli americani della seconda guerra mondiale, che la perdita di qualche zatterone di cemento (guarda caso si chiamavano Liberty), sulle decine intruppate nel convoglio, fosse un prezzo accettabile da pagare ai sommergibili tedeschi.
Ecco allora che Capitan Kiwai imparò qualcosa che non sapeva: il web è infestato da “tinozze di cemento” .. destinate a navigare una volta, per attrarre l’attenzione ed essere sacrificate con poca perdita: i fakes. Si, quella miriade di nick farlocchi che gli “astuti vigliacconi” del web usano per rompere i c…. e distrarre dagli obiettivi più seri (per quanto seri possano considerarsi i barconi ideologici del totalitarismo). Spesso non valgono nemmeno la palla di cannone che devi sprecare per affondarli, però alcuni ne fanno collezione e se ne circondano per fingere seguito e importanza .. ma di questo parleremo un’altra volta.
E poi ci sono le MaxiBufale. Si celano negli abissi del web, mostri orrendi di pervicace ignoranza e feroce mistificazione … assetati del cervello di sprovveduti o inesperti naviganti, emergono periodicamente dagli abissi evocati dagli stregoni del complottismo.
Questi spietati assassini dell’intelligenza evocano le bufale abissali per terrorizzare i naviganti e spingerli a naufragare sulle scogliere dell’indignazione … esattamente come i cannibali accendevano grandi fuochi sulle scogliere, durante le notti di tempesta, per attirare verso un faro inesistente le navi in difficoltà. Anche di questi stregoni Capitan Kiwai ignorava l’esistenza … ne avrebbe appreso ben presto, a sue spese, la viscida aggressività e la mefitica, pervicace, ottusa resistenza ai colpi del buonsenso.
Fine della terza puntata
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Post n°4 pubblicato il 07 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 7 di Settembre 2012 Quarta puntata. Amici e nemici.
Abbiamo visto nella precedente puntata i nemici che il nostro pirata avrebbe dovuto suo malgrado imparare a conoscere .. ma in mare non si incontrano solo nemici e pericoli. Certo navigare issando il Jolly Roger, è manifestazione azzardata e abbastanza insolita, soprattutto quando si va a caccia di intolleranza e dogmatismo che sono “doti” diffuse pressoché universalmente .. e così fin dalle prime scaramucce, come vedremo, Capitan Kiwai si ritrovò circondato da agguerriti profeti di verità, pronti a scatenare la guerra santa contro l’infedele.
Ma come dicevo nel mare non si incontrano solo nemici … e fu proprio in nome di una comune credenza nella tolleranza e nel diritto alla libera espressione delle idee, che nel bel mezzo di una prima furiosa battaglia il nostro pirata si ritrovò con degli insospettati alleati.
Non che fossero tutti Fratelli della Costa, anzi .. sebbene accomunati dalla lotta contro i coloniali del Bene Comune, tra loro ciascuno batteva una diversa bandiera. Ma quando, pur gelosi della propria appartenenza, ci si ritrova a subire la prepotente invadenza e l’arrogante supponenza di chi ambisce ad un dominio incontrastato e etichetta il dissenso come stupida ignoranza .. l’avversario comune finisce col cementare le alleanze anche occasionali. E fu così che dalle timide e sporadiche scaramucce contro l’impero incontrastato degli ominidi rossi, si passò alla guerra di liberazione.
Naturalmente il rapporto di forze era inizialmente schiacciante per il Pirata e il piccolo gruppo dei Liberi Naviganti .. ma il numero non sempre fa la forza e per combattere un leone spesso non bastano molte iene. Il Pirata, nuovo di quei mari, fino a quel momento aveva ignorato le tecniche di dominio adottate dai coloniali, abituati ad aggredire singolarmente gli sprovveduti avversari.
Vigilando attentamente ogni nuovo ingresso nelle acque dell’arcipelago, i Guardiani del Bene Comune (che evidentemente non hanno un c… da fare tutto il giorno), come esperti agenti della Stasi, si mettono in scia dello sconosciuto vascello, fino a individuarne l’approdo e sincerarsi che il nuovo navigante non costituisca pericolo alcuno .. se si limita a colonizzare un suo nuovo orticello o a pescare sirenette glitterate, no problem, tentano l’arruolamento per impolpare la collezione di figurine e poter diffondere il messaggio-esca di onesta e disperata indignazione .. ma poi lo lasciano al pascolo.
Ma se il neofita osa mostrare eccessive idee di indipendenza, ecco scattare l’allarme. L’abbordaggio di controllo è viscidamente soft .. un commento, una morbida divergenza, e poi progressivamente, se il malcapitato resiste, ecco spuntare minacciosi i cannoni .. la contrapposizione si accende e non tardano ad arrivare le bordate. Il più delle volte il malcapitato si arrende e, circondato dall’agguerrita flottiglia, intimidito promette di dedicarsi ad un innocuo piccolo cabotaggio “di tutto un po’”… se invece osa ribellarsi viene fatto bersaglio di un intenso cannoneggiamento, fino a quando cola a picco o abbandona malconcio gli infausti lidi. Inutile dire che i fondali di Liberonia sono cosparsi di relitti …
Fine della quarta puntata. |
Post n°5 pubblicato il 09 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 8 di Settembre 2012 Quinta puntata. La Piratessa
Fin dal primo avvistamento, il vascello del Pirata non lasciò dubbio alcuno alle vedette del Bene Comune .. si trattava evidentemente di un rompicoglioni … A vele spiegate, l’arrogante intruso solcava le acque del Mare di Liberin senza alcun rispetto per i santuari del Potere Rosso, osando addirittura lasciare qua e là commenti in dissenso .. Non che avesse violato le roccaforti principali, di cui evidentemente ancora non conosceva neppure l’esistenza .. ma qualche cannonata aveva osato spararla contro occasionali navigli coloniali, pur senza ingaggiare vere e proprie battaglie.
In un primo momento, forse per la curiosa anomalia delle sue scorribande, forse perché ritenuto scarsamente pericoloso, ma soprattutto perché solitario, il Gran Soviet del Bene Comune non ritenne necessario armare una flotta per dare la caccia ad un Pirata che, in fondo, non poteva preoccuparli.
Ma, come abbiamo già detto, c’era anche qualche altro vascello che sporadicamente sfidava l’Impero .. e un giorno fatalmente le loro rotte incrociarono quella del Pirata. Tra pirati si sa, la fratellanza è legge e non fu un caso che il primo alleato il Pirata lo trovasse proprio in una sofisticata piratessa, esperta navigatrice di quel periglioso mare.
E fu proprio dall’amicizia con la Sorella della Costa che il Pirata apprese molti dei “segreti” del mare internettiano e strinse le prime amicizie “pericolose” con i Liberi Naviganti.
I Banditi Berlusconiani (così venivano etichettati tutti i ribelli) sopravvivevano asserragliati nei loro blog, costretti a defatiganti blindature con liste nere e moderazione, per difendersi dai reiterati attacchi dei fakes rossi, scatenati in ondate di assalti suicidi.
La tecnica era rozza ma efficace .. una gretta soldataglia di nick farlocchi, armati di insulti dozzinali, si lanciava periodicamente all’attacco, incuranti delle sanguinose perdite, costringendo gli assediati a sprecare tempo e argomenti per respingere le provocatorie farneticazioni … ovviamente i danni erano pressoché insignificanti, ma il clima di assedio era sufficiente ad impedire una libera espressione del dissenso.
I risultati col tempo non tardavano a concretizzarsi in un solitario arroccamento dei dissidenti, che sovente finivano per accontentarsi di sopravvivere in libertà nei loro ristretti territori, rinunciando a contrastare attivamente la dittatura.
Nel passato, così raccontò al Pirata la nuova amica, vi erano state epiche battaglie e molti navigli del Bene Comune erano ignomignosamente colati a picco, soprattutto per uno spregiudicato sovraccarico di munizioni, (costituite da pesanti insulti gratuiti) che ne avevano determinato l’autoaffondamento (in gergo “bannatura”). Ma, tetragoni ad ogni insegnamento, i Coloniali comunardi avevano continuato a varare i loro pesanti galeoni da battaglia e subito attorno ad essi si ricostituivano le flottiglie di zattere solidali .. insomma il problema dei rifiuti era irrisolto anche a Liberonia!
Fine della quinta puntata. |
Post n°6 pubblicato il 11 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 11 di Settembre 2012 Sesta puntata. Il “Fossa Comune”, l’ammiraglia.
Erudito dalla nuova amica, il Pirata ardeva dal desiderio di attaccare battaglia a modo suo .. fidando nella potenza di fuoco dei propri cannoni e sulla velocità superiore del proprio veliero (com’è noto, uno dei pregi del Pirata è la modestia), decise di aprire le ostilità cominciando ad arrembare i convogli coloniali mirando ai galeoni portabufale anziché alle tinozze di cemento.
Incurante del fuoco di sbarramento degli zatteroni di scorta, miseramente armati di poveri viscidi commenti, il Pirata diresse le sue bordate verso le poche navi da battaglia del Bene Comune. E ben presto, contrariamente alle apparenze, si rese conto che la decantata potenza degli ominidi rossi, depurata della moltitudine di fakes e cloni insignificanti, si riduceva a ben poco: tolto un barcone ammiraglio e una tinozza d’assalto, il resto della flotta era ben poca cosa .. due, tre vaschedabagno ideologico in Cig e qualche pontone scarsamente armato .. per il resto zattere.
Non mi dilungherò nella descrizione delle prime scaramucce, né a raccontarvi le omeriche stragi di fakes e troll (il Pelide Achille in confronto era un pacifista) .. come in ogni buon testo di storia militare, indugerò sulla descrizione dell’armamento nemico, prima di passare alle vicende belliche.
Dunque, andiamo per ordine: il barcone ammiraglio della flotta comunarda, varato innumerevoli volte dopo i ripetuti naufragi-bannatura e battezzato con i più disparati e ridondanti appellativi, in realtà avrebbe le carte in regola per chiamarsi: Fossa Comune. Si, perché a bordo di questo Titanic dell’Idiozia giacciono in putrefazione tutti i peggiori luoghi comuni della retorica comunista, del complottismo miserabile, dell’indignazione pelosa.
Al comando il Genio della Lampada, rissoso bidello di lungo corso, emulo convinto del capitano Achab, che di fissazioni però ne ha due: il Vaticano e Berlusconi. Dalla putrescente stiva del suo barcone, estrae periodicamente triti e sputtanatissimi video sul presunto falso lancio della statuetta del Duomo, sulle presunte scie chimiche, oppure foto ritagliate del Papa che fa un presunto saluto nazista o di un presunto Napolitano (che non è Napolitano) in divisa fascista .. ma guai a mettere in dubbio, seppure timidamente, le sue verità, ti insulta, ti da del coglione berlusconiano e ti butta a mare .. se però sei un fedele servo sciocco, siccome gli piace il caffè corretto (Borghetti), si limita a un paio di sberloni e li mette ai ferri nella stiva.
Vabbè, per oggi può bastare .. fine della sesta puntata.
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Post n°7 pubblicato il 12 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 12 di Settembre 2012 Settima puntata. Il “Lingerie”, la tinozza d’assalto.
Nella precedente puntata, abbiamo avvistato il barcone ammiraglio della flotta comunarda e conosciuto il ghigno presuntuoso del suo bidello-comandante .. come detto l’armamento ideologico non si può certo definire imponente, ma l’arma più pericolosa, di questo come di altri navigli del Bene Comune, Capitan Kiwai doveva scoprirla ben presto ..
Accuratamente occultata dietro il solito ciarpame propagandistico, la vera forza distruttiva del “Fossa Comune” era un’atomica ignoranza!
Nei suoi reiterati assalti al suo obiettivo preferito (il Cavaliere Nero), il bidello faceva tuonare le sue “bordate giuridiche” di devastante imbecillità, sostenendo con proterva noncuranza una versione tutta personale della legge e della giurisprudenza, capace di annichilire anche il buonsenso in una nebbia di livida menzogna. Insomma un nemico tanto ignorante, quanto pericoloso.
Analogo armamento sfoggiava un altro possente galeone della flotta comunarda: il “Lingerie”, nelle ambizioni dei comunardi un incrociatore da battaglia, in realtà solo una pesante baleniera. Al comando, ca và sans dire, la pettinatrice in pensione: Mutanda Rossa.
Possentemente armata di post e articoli (rigorosamente scopiazzati) è adusa a navigare compiaciuta, attorniata da una miriade di zattere ossequiose e servili, in ottusa adorazione dei meriti usurpati.
Diverse dalle tinozze di cemento (fake) di cui vi ho già parlato, le zattere sono delle bagnarole di stupidità che fanno da strascico al barcone della Mutanda (come un rosario di canotti gonfiati di indignazione pelosa), sempre pronti a commentare con due righe di appecoronamento gli exploit della nave scuola … ma delle zattere parleremo meglio nel proseguo.
Ma torniamo a bomba .. anche il “Lingerie” è una vecchia carretta del mare, ripetutamente affondata, per reiterate manovre alla Schettino, sugli scogli dell’educazione. Incurante della Convenzione di Ginevra sull’uso di armi proibite dal buongusto, Mutanda Rossa è nota nel Mar Libero per l’uso spregiudicato di bordate di insulti in stile lavandaia. L’armamento, come è evidente, è di tipo obsoleto, ma anche il “Lingerie” è dotato di possenti corazze di ignoranza, contro le quali si infrangono, sovente per pura commiserazione, le cannonate nemiche .. insomma un avversario dannoso, ma non pericoloso.
Fine della settima puntata. |
Post n°8 pubblicato il 13 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 13 di Settembre 2012 Abbiamo visto nella precedente puntata il codazzo di zattere che accompagna i due “pezzi grossi” della flotta comunarda, ma dobbiamo ancora dedicare qualche riga a quelle che abbiamo chiamato le due, tre vaschedabagno ideologico in Cig e ad un paio di pontoni armati, che completano l’organigramma della flotta rossa .. poi parleremo dei “corsari-clone” e degli stregoni complottardi. Dunque, sono almeno tre i pescherecci armati che accompagnano stabilmente i due capibastone: Giorgino, Paperino e Cacasenno. I primi due navigano di conserva al limite delle acque territoriali della democrazia, sbiadite figure di fiancheggiatori, robustamente ideologizzati, ma più adatti ad un “servizio d’ordine” della Fiom, che a contese intellettuali o teorizzazioni eversive .. insomma carne da cannone. Come vedremo le loro sporadiche battute di caccia al Pirata, si concluderanno con rapide inversioni di rotta alle prime bordate di risposta. Uno, Giorgino, quarantanove anni si descrive così: Quello che lascia perplesso è il suo odio dichiarato per: Vanta un diploma della Scuola Radioelettra, ma si dichiara precario .. non è dato sapere se la precarietà è legata alle sue approssimative capacità professionali (fino alla scossa fatale) o alla sua dichiarata fannullaggine. L’altro, torinese col complesso di Walt Disney, è la vivente dimostrazione dell’alienazione da catena di montaggio, veste le piume del papero più sfigato del mondo, tinte di bianconero, spacciandosi per innocuo, ma non fa mai mancare la sua untuosa servile presenza al seguito del convoglio comunardo, sparacchiando col suo fuciletto a tappi … insignificante.
La sua bagnarola l’ha battezzata “Anarcannabis” e sebbene abbia subito, in un non lontano passato, l’ostracismo dei superiori per scarsa ortodossia, rientrato nei ranghi, si affanna a dimostrare la sua fedeltà, immolandosi in missioni suicide. Dotato di scarsissimo armamento intellettuale e sovente vittima di crisi di astinenza, Cacasenno ha condotto ripetutamente ad ignominiosi naufragi la sua tinozza .. ogniqualvolta ha tentato dislessici assalti al suo nemico giurato. A seguito dell’ultimo vergognoso naufragio, mentre affondava col suo sgangherato barcone, ha lanciato l’ultimo rauco raglio, promettendo di abbandonare il Mar Libero per più stagnanti acque .. l’auspicio è che almeno per una volta abbia detto la verità. Fine dell’ottava puntata.
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Post n°9 pubblicato il 17 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 17 di Settembre 2012 Nona puntata. Le zattere e pontoni.
A completare la sgangherata flotta si devono aggiungere i pontoni armati, ossia quelle zattere di maggiori dimensioni che arrancano al seguito del codazzo bellicoso e vantano un’inesistente capacità operativa.
Tra questi, spicca per le sue esibizioni di volgarità gratuita, una capi-nana (no non è un errore di battitura) per sua stessa dichiarazione sessualmente menomata .. 56enne ferrarese, affetta, a suo dire, da inguaribile devastazione degli organi riproduttivi (in frantumi) si affanna a devastare quelli altrui con la sua assidua presenza. Non è dato conoscere le cause dell’esibita menomazione, ma è un fatto che l’unica arma di cui sembra disporre è, ironia della sorte, perennemente puntata sugli attributi sessuali degli interlocutori. Non che il “Gorilla”, questo il nome del pontone, sia sovente impegnato in scontri diretti .. ma non manca mai di far tuonare il cannone della sua ignoranza a sostegno dei navigli maggiori. Immancabili i suoi commenti, sempre improntati ad una sofisticata volgarità postribolare … Quando ironizza sulla trita storiella della tassa sul sesso, non trova di meglio che proporne una anche sui rutti e chiosa: “E la tassa sui rutti no? (non oso pensarci,a casa mia saremmo rovinati!)” Bell’ambientino .. non c’è che dire!
A proposito di “ambientino” riprendiamo il discorso sulle zattere .. Rigorosamente prive di autonomia cerebrale, le zattere, come i medioevali servi della gleba, prestano le loro quotidiane corvèe di commenti e, nel tempo libero, zappettano faticosamente i loro spelacchiati orticelli personali, dove taluni hanno riprodotto stentate imitazioni della tinozza pilota, talaltri, accantonati l’elmetto di cartone e la spada di legno, s’ingegnano a raffazzonare qualche misero post.
Ve ne descrivo solo uno per meglio capire di che misera truppa stiamo parlando: Avatar modello “evidentecheladòmanonlodico” .. grande occhiale scuro, labbroni chirurgici, generosa latteria .. 44 anni, si dichiara femmina (?) .. niente blog, solo uno scarno profilo e una citazione che suona come una tremenda minaccia: “Io scriverò finchè gli uomini si nutriranno di carta stampata” Poi oltre settecento “amici” tra cui, in mezzo a possenti dorsi di culturisti, brillano nick “impegnati”: RapaceXX, 3mendo, gigi.letto, dolce-lingua.., incontri.XXX, voglioletettone, PrincipAmante, ecc ecc Insomma un vero cenacolo intel-lettuale! E da vera intellettuale si esprime in pregnanti commenti: “Non vogliamo più rimbambiti al governo, che vadino all'ospizio, hanno rovinato l'Italia e i ragazzi Italiani.”
Non perderò tempo a descrivere altri rottami naviganti, più divertenti sono invece altri due navigli solitari, di cui nel proseguo vedremo le esilaranti esibizioni: il Gioiosopendulo e il Vacuum.
Fine della nona puntata |
Post n°10 pubblicato il 20 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 20 di Settembre 2012 Decima puntata. I solitari
Eravamo arrivati ai navigatori solitari .. Questi due barconi somigliano più a fabbriche galleggianti di fakes, che a vere e proprie navi da battaglia .. per di più, come le famigerate corazzate tascabili del Terzo Reich sono dotati di vili sistemi di mascheramento, con i quali si illudono di non essere riconosciuti.
Il Gioiosopendulo, al comando del “Logistico movimentatore di lamiere”, è un peschereccio attrezzato per rastrellare a strascico sprovveduti naviganti del mare internettiano. Questa specie di “lampara della bufala” attira le proprie vittime abbagliandole con ologrammi delle più trite teorie complottarde, che ostenta con proterva presunzione, come verità evangeliche.
Specializzato in idiozie pseudoscientifiche, che il suo neurone, devastato da promiscue frequentazioni, partorisce a raffica, il Logistico imperversa al largo in una presuntuosa solitudine, che abbandona periodicamente per tendere risibili agguati al suo nemico giurato: il Commodoro Ouisted. Delle loro epiche battaglie e dei suoi ripetuti naufragi nel ridicolo parleremo più in là …
Ma se il Logistico razzista ha un nemico naturale nel Commodoro, il Pirata vide ben presto spuntare all’orizzonte le sudice vele del suo più assiduo scassa palle … Fin dalle prime scorribande nel Mar Libero, il Pirata aveva incrociato il “Vacuum”, una carretta carnevalesca dalle multiformi sembianze, che incrocia instancabilmente nel web.
Grazie ad un impieguccio sinecure, il suo comandante tal Shimuniteon, lavora a tempo pieno alla costruzione di suoi alter-ego che utilizza disinvoltamente per aggredire i Liberi Naviganti, nella sciocca convinzione di non essere riconosciuto. Purtroppo per lui, la povertà di contenuti, la morbosa passione per i Pink Floyd e la vuota vis polemica che lo contraddistinguono sono un indelebile marchio di fabbrica e le sue mascherate, da tempo, non ingannano più nessuno. Il Vacuum, nella sua “configurazione base” miseramente armato di soli lanci di agenzia (prevalentemente Roiters o Ansa) e sgamuffi articoli dell’Unità, si camuffa da “Batterio” su YouTube e “Indignato Appecoronato” quando si intruppa al seguito del “Lingerie” con i suoi compagnucci coloniali … ma il suo travestimento preferito è quello da “Clone Ubriaco”. Con questo mascheramento da mercantile “né di destra, né di sinistra” il Clone Ubriaco innalza il suo gran pavese di idiozie, facendo il verso al Pirata. Vestito di una rivoltante ipocrisia esibisce, nelle risposte agli sporadici commenti, un indignato fastidio per le scorribande del Pirata, reo a suo dire di aggredire i convogli comunardi, con le ironiche bordate dei suoi post. Vestito da vendicatore mascherato si industria a imbastire pietose parodie antipiratesche, all’insegna di un grigio perbenismo sinistro, talmente triste da far impallidire anche lo spigato siberiamo di fantozziana memoria.
Anche delle incursioni suicide del Clone parleremo più avanti .. Fine della decima puntata.
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Post n°11 pubblicato il 26 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 26 di Settembre 2012
Fin qui abbiamo descritto il principale naviglio comunardo, ma certamente manca all’appello più d’una barchetta, che descriveremo nel corso della narrazione .. per ora è doveroso dare un’occhiata alle principali figure dei Liberi Naviganti. Contrariamente a quanto sbandierato dai Comunardi, questi “Banditi Berlusconiani, come li definiscono loro, sono tutt’altro che omologabili sotto un’unica bandiera, anzi loro caratteristica è proprio la diversità di origini e di esperienze. Ma una caratteristica li affratella e li ha fatti trovare schierati su un fronte comune: l’amore per la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e un epidermico fastidio per il dogmatismo e l’intolleranza. Ma c’è un’altra caratteristica che accomuna questi “dissidenti” .. il rifiuto sistematico dell’ignoranza e della mistificazione. Armati di una, ormai rara, dotazione di deprecata cultura, questi ostinati difensori della libertà individuale sono adusi a navigare in solitaria sulle rotte del mare internettiano, incuranti dell’ecclesiastica obbedienza imposte dai Comunardi .. ovvio che si siano, prima o poi, trovati a doversi difendere dagli assalti degli ominidi rossi. Non tutti però, tra i Liberi Naviganti, amano affrontare furiosi combattimenti con la flotta comunarda, taluni perché convinti dell’inutilità del combattimento, si limitano alla difesa dei loro isolotti, talaltri per un tacito accordo di non belligeranza, che i comunardi, consci della loro inferiorità di armamento, hanno sottoscritto di buon grado. Ma come abbiamo visto l’Impero mal sopporta la libera espressione del dissenso e alcuni tra i Liberi Naviganti ha l’insana pretesa di manifestarlo troppo apertamente .. ecco allora che nel Mar Libero è frequente assistere a furiosi combattimenti tra la flotta comunarda e pochi ma agguerriti velieri. Due tra i più “navigati” velieri dissidenti sono alleati di vecchia data: Il “Neruda” è un poderoso galeone pesantemente armato di cannoni documentali a “pagine incatenate” e di batterie di linck a mitraglia. Lo “Psichiatry” invece, recentemente tornato in mare, dopo un lungo stazionamento in bacino di carenaggio, ha ripreso immediatamente il suo posto in prima fila nel bombardamento serrato delle roccaforti del Bene Comune. Terzo ma non ultimo tra i pericolosi nemici del Bene Comune un insospettabile corridore, che dopo aver dato il suo generoso contributo in più di una battaglia, a bordo dei vascelli di altri Liberi Naviganti, ha finalmente deciso di varare un suo personale naviglio, battezzandolo per l’occasione “il Maratoneta”. Una menzione a parte merita ancora il Commodoro Ouisted e il suo “Ummagumma” .. sofisticato naviglio da parata, capace di ingaggiare furibondi scontri con la più torbida ignoranza sinistra, rappresentata nel suo abissale culmine dal Gioiosopendulo e dal suo comandante razzista. Insomma, più che una battaglia, un’opera buffa. Della bionda Piratessa abbiamo già parlato .. infaticabile navigatrice del mare internettiano, veleggia da sempre al di sopra dei marosi sul suo Veliero Volante, misteriosa ed inarrivabile col suo armamento di criptiche e sognanti immagini .. inutile dire che i colpi inopinatamente sparati dai barconi comunardi cadono sempre miseramente nel vuoto. Anche per oggi può bastare, fine dell’undicesima puntata.
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Post n°12 pubblicato il 30 Settembre 2012 da liberty.bay
A.D. 30 di Settembre 2012
È esattamente questa la giusta chiave di lettura: se da un lato incontreremo sempre una sgangherata armata ottusamente solidale, annegata in una follia collettiva di pervicace ignoranza … dall’altra, nonostante il risibile tentativo di omologare i Liberi Naviganti, in una comune collocazione “berlusconiana”, incontreremo solo spiriti liberi, affratellati esclusivamente dalla comune insofferenza per il becero dogmatismo. Lo sparuto gruppo di ribelli, cui si era associato Capitan Kiwai, non di rado ha incontrato sulla sua rotta numerosi vascelli amici, con i quali ha pacificamente scambiato la preziosa merce del dialogo e del confronto … ma l’indole tollerante e tranquilla di molti e il comprensibile desiderio di evitare il fastidio di uno sgradevole scontro con l’ignoranza rabbiosa degli ominidi rossi, ha spesso determinato la scelta di percorrere rotte più serene. Insomma, non a tutti piace l’odore della polvere da sparo. Dopo alcuni scontri in mare aperto, incurante dei consigli del saggio Avvocato Bia, sultano siculo, con numeroso harem di affezionate amiche, Capitan Kiwai decise di dare l’assalto ad una delle principali roccaforti nemiche, nel cuore dell’Impero: il Nido della Lavandaia, la base strategica della Mutanda Rossa.
Il Nido della Lavandaia è un isolotto blindato, circondato di alte mura ideologiche, che seppure di obsoleta fattura e in progressivo disfacimento, custodiscono ancora gelosamente i simulacri dei mostri assassini che hanno devastato, in un tempo fortunatamente ormai lontano, le libertà del mondo. Nei primi tempi l’isolotto era una fantasmagorica accozzaglia di simbologia sinistra (come ne sopravvivono ancora taluni, sperduti nel Mar Libero): Annegati in un brodo nauseabondo di bandiere e stelle rosse, pugni chiusi e ciarpame similare, galleggiavano i ritratti sbiaditi di Gramsci, Togliatti, Di Vittorio e Berlinguer .. Poi i tempi duri della guerra .. già dopo le prime incursioni dei Liberi Naviganti, i ripetuti bombardamenti avevano progressivamente sepolto sotto le macerie l’arrogante iconografia, ma dopo una serie di pesanti attacchi guidati con spericolata ironia dal Pirata, affannata a rabberciare i danni, la Mutanda aveva dovuto progressivamente abbandonare il suo pantheon di mostri e ripiegare su innocue figurine di gatti spelacchiati e qualche cartello con banali citazioni ... A nulla erano servite le raffazzonate provocazioni e i disperati tentativi di contrattacco, condotti da zattere sodali, a base di segnalazioni inconsistenti .. una tragica serie di bannature aveva messo fine al suo incontrastato dominio. Sebbene al Nido della Lavandaia si diano ancora appuntamento gran parte degli ominidi per celebrare in un’orgia di servilismo gli scopiazzati post della Mutanda e innalzare al cielo lugubri lamentazioni contro la censura, le sortite in mare aperto del suo Lingerie sono destinate a farsi via via più rare e gli ingloriosi naufragi sempre più frequenti. Fine della dodicesima puntata.
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Post n°13 pubblicato il 04 Ottobre 2012 da liberty.bay
A.D. 4 di Ottobre 2012 Tredicesima puntata. La guerra dei Fakes.
Abbiamo visto come attorno al Nido della Lavandaia si affannano le zattere e approda talora qualcuno dei barconi di scorta, per fare un contorno solidale alla Signora dello Scopiazzo… In realtà molte tra le zattere sono coinquiline della Mutanda che, come un capo camorrista di Scampia, ha il controllo assoluto dello spaccio di idiozie, nel suo agglomerato di case popolari. Ma anche tra cosche mafiose non sempre regna la pace e infatti recentemente, dopo una breve pausa, si è riaccesa una faida tra i comunardi ..
Da tempo l’unità granitica della cosca rossa si era incrinata per una zuffa tuttaltro che ideologica tra la Mutanda e una sua “compagna” di merende. Infaticabile portavoce del Chierico Rosso, (meglio noto come “colui che lavorò due giorni”: il triste valdese Ferrero) la Theologa, aveva navigato per anni di conserva alla Mutanda, in quello che molti avevano ritenuto un inossidabile sodalizio “a scopiazzare”.
Ma, inopinatamente convinta di possedere eccelse virtù artistiche, la Thea aveva affiancato alla solita paccottiglia ideologica, anche un pretenzioso blog museale, nel quale affiancava, senza ritegno, le proprie opere a capolavori pittorici del passato. Naturalmente non mancavano le espressioni di estasiastica ammirazione degli analfabeti comunardi, ma quando il Pirata, incrociando casualmente questo sacrario dell’arte, fece notare che un noto vaso greco era stato spacciato per etrusco, lo scontro si fece subito violento e le bordate di pernacchi aprirono ben presto un’insanabile falla nell’orgoglio dell’artista.
Forse fu a causa del mancato (impossibile) supporto nella diatriba culturale, o forse solo per l’inopinata accettazione della stelletta di gold blogger, (che venne provvidenzialmente a sanare in parte l’umiliato orgoglio d’artista), sta di fatto che esplose repentina una violenta faida tra le due star.
La Pittrice “scissionista”, tutta impettita per la sua stelletta, fu subito costretta “ai materassi” (scusate il gergo da “Padrino” ma è inevitabile) e nel clan camorristico si aprì una sanguinaria e profonda spaccatura .. Mentre da un lato i fedelissimi della Mutanda strillavano al tradimento, taluni si barcamenavano sventolando multicolori stracci della pace .. ma quando nel corso del furioso cannoneggiamento il Lingerie e l’Anarcannabis (immancabile suicida) affondarono per l’ennesima volta, il conflitto divenne insanabile.
Anche il Crostasinistra, il veliero della Pittrice, aveva riportato nello scontro non trascurabili danni e per qualche tempo si rifugiò nel sicuro Porto Rifondato, protetta (si fa per dire) dai soliti berciamenti ufficiali del suo Vate Valdese. Ma, riprendendo una sua vecchia e mai abbandonata passione per la fabbricazione di zattere-fakes, la Pittrice non tardò a riprendere il mare, al comando, per l’occasione, di una tinozza varata di fresco: il Vuotaserpe.
Dotato del più trito e tradizionale armamento sinistro: da Gramsci a Di Vittorio, da Berlinguer ad Arrigoni, infilandoci per sovrappeso Verdi e Garibaldi, protetta dalle intoccabili corazze della Resistenza, il Vuotaserpe prese il largo, pronto a cannoneggiare gli attributi altrui con le castronerie di Ferrero.
Naturalmente incrociò ben presto anche la rotta del Pirata e dei Liberi naviganti, rei di sparare, a tempi alterni, qualche bordata sulle miserevoli rovine del comunismo cubano e del suo putrefatto dittatore.
Lo scontro, per oggettiva inferiorità argomentativa, fu breve e il Vuotaserpe abbandonò rapidamente la battaglia .. Non fu l’unico scontro .. le scaramucce dialettiche si moltiplicarono anche sul piano ideologico, ma essendosi sviluppate (stranamente) nel reciproco rispetto, si erano risolte senza affondamenti.
La cosa evidentemente non poteva passare inosservata al Nido della Lavandaia, dove l’irriducibile Cacasenno, conduceva la crociata contro la scissionista. Nella più classica tradizione camorristico-mafiosa la breve tregua non poteva durare e infatti, all’ennesimo naufragio dei capi clan, colpiti da sconosciuti sicari e dopo una moria improvvisa di zattere, il conflitto si è improvvisamente riacceso, più violento che mai.
Inutile dire che i Liberi Naviganti, Capitan Kiwai in testa, veleggiano al largo in preda a incontenibili risate. Ma ecco che nel bel mezzo dello scontro irrompono rumorosi, squallidi e demenziali fakes a dare manforte ai contendenti .. in una ridda caotica di insulti e accapigliamenti senza quartiere la camorra comunarda sprofonda nel caos .. tutti i particolari in cronaca.
Che dire? Tiriamo la catena!
Fine della tredicesima puntata. |
Post n°14 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da liberty.bay
A.D. 22. di Ottobre 2012 Quattordicesima puntata. Un passo indietro.
Abbiamo visto come nell’infuriare della faida camorrista fossero emersi, tra i rottami di svariate zattere, i fantasmi di alcuni fakes d’assalto, secondo una prassi tanto negata, quanto attivamente coltivata dai comunardi.
Tra questi naturalmente, oltre alla sedicente Pittrice, non poteva mancare l’esagitato intossicato, Cacasenno da Verona, che miseramente colato a picco per l’ennesima volta col suo Anarcannabis, non aveva trovato di meglio che esibirsi in risibili cloni di se stesso. Inconsistente e ridicolo sotto ogni forma, bisogna dire che l’aspetto più preoccupante del soggetto e della sua infausta presenza, non consisteva tanto nel disastro ecologico che provocava immancabilmente con le sue lamentazioni lacrimevoli (responsabili di un preoccupante innalzamento del livello delle acque del Mar Libero) bensì nella sua petulante e ottusa pretesa di essere un martire della sua demenziale ideologia.
Impenetrabile e tetragono a qualsiasi sollecitazione alla normalità, questo disertore dei servizi psichiatrici alternava fasi depressive di autocommiserazione, con violenti attacchi di superomismo paranoico in cui esibiva le sue risse notturne, condite di bestemmie e minacce di sanguinosi conati rivoluzionari.
Come vedete ne sto parlando al passato, perché (ma è solo un auspicio) sembra che, come ripetutamente promesso, dopo l’ultimo ignominioso naufragio, abbia puntato il timone verso lidi lontani, liberandoci tutti dalla sua ammorbante presenza ... di fatto comunque sembra scomparso.
Ciò non toglie che negli annali internettiani il soggetto si sia guadagnato un imperituro ricordo quale esempio clamoroso di imbecille autolesionista.
Nella sua relativamente breve presenza nel Mar Libero, Cacasenno ha collezionato un numero di naufragi che lo pone, nella speciale classifica dei dementi, subito dopo gli inarrivabili capatazz rossi, buon terzo, su quel podio dell’ignoranza becera che sembra essere titolo di vanto per i comunardi.
Incapaci di comprendere che i loro naufragi, lungi dall’essere causati da proditorie segnalazioni dei loro tradizionali nemici, supportati da prezzolati censori della libertà, sono frutto esclusivo della loro volgare ignoranza, queste ipocrite vittime della libertà di espressione, si vantano dei loro fallimenti. Di qui la risibile sequela di incondizionata solidarietà delle zattere sodali.
Abbiamo appena visto che, durante la recente guerra dei fakes, anche qualche insignificante zattera comunarda è stata inopinatamente affondata .. tra queste brilla l’occhialuto Facciapadella, insignificante servo sciocco del re dei bidelli, noto all’inclita e al volgo come “l’appecoronato rosso” per la sua ottusa sottomissione ai dettami del gran capo. Come ogni zattera che si rispetti, l’Appecoronato non manca mai nel coro dei plaudenti, anzi brilla per feroce indignazione verso i nemici e buonismo tutto cuore e abbracci per i sodali, ben memore della violenta fustigazione subita quell’unica volta che, nella sua gelatinosa carriera, ha osato pronunciare un larvato distinguo. Orbene, tornato a galla dopo l’estemporaneo affondamento, è lì da oltre un mese a ricevere, con in mano l’inesauribile bottiglia di spumante dozzinale, le congratulazioni per il suo ritorno … ma congratulazioni di chè ???
Vabbè anche per oggi può bastare .. fine della quattordicesima puntata.
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Post n°15 pubblicato il 02 Novembre 2012 da liberty.bay
A.D. 2 di Novembre 2012 Quindicesima puntata. Rigurgiti.
Vi avevo appena recitato il de profundis per il tossico bestemmiatore, ostentatamente emigrato con la sua valigia di scempiaggini .. che eccolo di ritorno. Il pellegrino deve aver trovato una fredda accoglienza nei lontani lidi in cui sperava di radicare, oppure ha rimediato anche lì le meritate pedate. Non importa, certamente una dose di pesanti carezze, per lui, sono sempre pronte, ma sembra che sia intenzionato a navigare sul fondo, onde evitare altri ignominiosi affondamenti .. insomma “fa l’indiano”.
Ma torniamo ai recenti sviluppi .. mentre in alto mare regna una apparente calma e l’evocatore di abissali bufale sembra aver esaurito il suo repertorio di amenità complottarde, il Nido della Lavandaia è stato sconvolto dall’ennesimo tsunami con conseguente spazzatura della spazzatura ..
Ma si sa, gli tsunami hanno un raggio vasto e “nell’ondata purificatrice” ancora una volta è stata travolta anche l’altra latrina ideologica del Bene Comune: il Picco dell’Idiozia, il rifugio del Genio della Lampada.
Il bidello di lungo corso è noto per le sue farneticazioni pseudo-complottarde e per essere affetto da una sindrome paranoide di berluscofobia compulsiva. Grazie allo sfascio del servizio socio-sanitario per le malattie mentali, questo soggetto schizzoide, estremamente pericoloso per se e per gli altri, si moltiplica per partenogenesi come un virus epidemico. Il Mar Libero è infestato di sue zattere-clone, disseminate quà e là, la cui inconsistenza è pari solo al fetore di putrefazione che emanano.
Ma il solerte disoccupato (sembra che non fosse all’altezza nemmeno del suo ruolo di lavacessi) crede nella sua mente devastata di essere un sottile intellettuale e nelle sue sortite a bordo del Fossa Comune (l’ammiraglia che abbiamo già descritto) si esibisce in dotte disquisizioni sulle sorti del mondo. È così che, dando fuoco alle bordate della sua indignazione, pensa di colpire gli odiati nemici con le sue teorie sulla malvagità dei ricchi (ovviamente tutti berlusconiani) riuniti nella “furba” setta massonica del Nuovo Ordine Mondiale, responsabili del mancato trionfo del Comunismo, che lui (astuto) chiama Bene Comune.
Affannandosi nella “matematica dimostrazione” delle sue teorie, non esita a tacciare di pedofilia il Papa, a mostrare (false) foto del medesimo in atteggiamento nazista e, preso da furore fotografico, a spacciare un oscuro Guf abissino, nientepopodimenochè per Napolitano.
Inutile dire che queste maldestre bufale gli sono valse l’incondizionato plauso dei soliti imbecilli della sua corte, ma anche vergognosi naufragi sotto le bordate dei Liberi Naviganti.
Come tutti i folli però, anche il Genio della Lampada ha momenti di lucidità e, consapevole di non poter credibilmente sostenere la bontà del comunismo realizzato, né tantomeno la superiorità morale dei quattro sopravvissuti nostrani, che comunisti si chiamano tuttora, ha furbescamente innalzato la bandiera dell’utile idiota per eccellenza: il diversamente laureato.
Infatti in nome di questo forcaiolo contadino ha arringato il suo seguito di zattere appecoronate e inneggiato alla “pulizia etnica” dei berlusconiani per lungo tempo ... poi, folgorato da mistica previsione (in realtà sputtanato, con il suo vate, dall’ennesima ruberia degli impresentabili “uomini dei valori”) ha repentinamente buttato la maschera, professandosi comunista.
Non si è stupito nessuno.
fine della quindicesima puntata. |
Inviato da: lamiapelle
il 26/09/2012 alle 14:04
Inviato da: liberty.bay
il 20/09/2012 alle 16:57
Inviato da: CHARLIE625
il 14/09/2012 alle 23:24
Inviato da: kiwai
il 10/09/2012 alle 13:27
Inviato da: lamiapelle
il 09/09/2012 alle 21:29