PIERLUIGI LUPORACCONTI |
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Post n°51 pubblicato il 25 Settembre 2008 da pigilli
Cinque partite, quattro sconfitte. E si parla dell’arbitro. Questo succede a Roma. Dalla società ai tifosi, passando per l’allenatore la stampa e le radio romane. Insomma, la colpa è degli arbitri. La verità è un’altra. La Roma non sta più in piedi. E pur volendo giustificare la squadra con le molte assenze per infortunio… ci sono nuovi! Ma i nuovi sono delle bufale. Giocatori presi per il nome e poco stimati da Spalletti. Cicinho è l’esempio più lampante. Per non parlare della Bestia, una specie di omone che non fa paura neanche ai bimbi di tre anni, una versione patinata di Fabio Junior. Riise, risata, me fa tanto ride… diceva Verdone in un film. Ma c’è poco da ridere, è un giocatore normale e che in questo momento fatica a raggiungere la sufficienza. Menez potrebbe essere l’unico buono, ma siamo lontani anni luce dalle magie di Mancini. Ecco le note più dolenti. Le cessioni. A cuor leggero si è fatto a meno di Mancini, il giocatore più forte dopo Totti. Poi si è lasciato partire Ferrari che comunque faceva la sua parte e Giuly. Cerci, il talentino di casa, viene quasi venduto all’Atalanta. Insomma, il disastro. Per non parlare di Spalletti. Finto quanto una Lacoste venduta a Portatportese. A Parigi quest’estate aveva sognato di allenare il Chelsea, poi si è ritrovato a passeggiare sull’erbetta secca di Trigoria e a contare i soliti noti. Sempre troppo pochi per spiccare il volo. |
Post n°50 pubblicato il 01 Settembre 2008 da pigilli
“E hanno pareggiato, pensa se perdevano…” mi ha detto preoccupata mia madre stamattina mentre succhiavo il latte dalla tazza. Errore. Non c’entra il risultato sportivo. Quello che abbiamo visto ieri alle stazioni di Roma e Napoli e poi nel settore ospiti dello stadio Olimpico è a dir poco sconcertante. Sconcertante non perché siamo improvvisamente tutti educati e puliti, ma perché il calcio non c’entra nulla, e non c’entra nulla la comune passione che milioni di italiani nutrono per questo sport. |
Post n°49 pubblicato il 09 Luglio 2008 da pigilli
D’estate tutti al mare. Code di auto per andare al mare. Tutti stesi al sole, ad abbronzarsi. Senza lagnarsi, anzi, felici come lucertole. Io non ci vado al mare. Io mi riparo dal sole con l’ombrellino di mia madre e cerco sempre l’ombra e non mi piace sudare. In ufficio ho colleghe talmente nere che sembrano appena sbarcate dalla Repubblica del Congo. Faccio fatica a riconoscerle! Ma torniamo al mare… se non hai proprio i soldi ti ritrovi su quelle spiaggette stracolme di gente, a boccheggiare. E ogni minuto passa quello che ti vuole vendere la collanina, fare il tatuaggio, leggerti il futuro, e c’è pure la cinesina che ti pastrugna la schiena per dieci euro. E magari mentre finge di massaggiarti te lo fa pure rizzare... voi ci andate al mare? Ditemi di no. |
Post n°48 pubblicato il 21 Novembre 2007 da pigilli
Scoperta la grotta dove furono allattati dalla lupa: Romolo e Remo. I mitici gemelli di Roma! La leggenda vuole che i piccoli, nati dall’unione di Marte (dio della guerra) e Rea Silvia (vergine Vestale) che in realtà subì violenza nel bosco sacro, dalle parti di Caracalla, siano stati abbandonati in una cesta sulle acque del fiume Tevere. E una lupa scesa dai monti si prese cura dei cuccioli, allattandoli. Da qui il simbolo di Roma. Romolo divenne fondatore della città e primo re. La grotta si troverebbe vicino al Circo Massimo. A 16 metri di profondità. Sotto la casa appartenuta all’imperatore Augusto. La stanza, ispezionata da una sonda laser, presenta decorazioni con motivi geometrici riquadrati, conchiglie bianche, e un’aquila nel centro della volta. Questo luogo è noto come il Lupercale perché in passato ci venivano celebrati i Lupercalia, riti pagani in onore a Marte e a Fauno Luperco. E dove in un certo senso si festeggiavano le origini di Roma. Insomma, sotto le strade e le case capitoline ci sono leggende nascoste e tesori ancora da scoprire. |
Post n°47 pubblicato il 12 Novembre 2007 da pigilli
«Ero seduta all'aperto a prendere un aperitivo al bar con un amico - ha raccontato una ragazza ancora sotto choc - quando abbiamo sentito le esplosioni, i rumori di vetri infranti, abbiamo visto l'auto in fiamme e siamo fuggiti. Io ho trovato riparo dentro il bar, prima che chiudessero la saracinesca. Il mio amico si è fatto aprire il portone di un edificio e siamo rimasti barricati per mezz'ora, ma ora ho paura di tornare a casa» (dal Corriere.it) Un pullman bruciato, un auto bruciata, altre auto coi finestrini spaccati, motorini rovesciati, paletti stradali divelti, cassonetti incendiati, altri cassonetti rovesciati in strada ad impedire la circolazione, prese di mira persino le fioriere... “Hanno spaccato tutto” dice un commerciante “erano incappucciati e vestiti di nero, avevano mazze e pietre”. Un altro afferma che hanno assalito pure i negozi. Senza contare gli assalti alle caserme, al commissariato e al palazzo del Coni. Stamattina la zona circostante lo stadio è un campo di guerra. Una notte folle e un bilancio da guerra civile. Stamattina via Guido Reni assomiglia ad un viottolo di Beirut, i muri anneriti dalle bombe carta e dal fuoco sprigionato dai cassonetti. Cosa c’entra tutto questo col calcio? Con la passione e la bellezza di questo meraviglioso sport? Non ha più senso tifare una squadra se poi accadono queste tragedie. Il calcio va fermato. E per molto tempo. Finché non ci sarà la sicurezza e la tranquillità di tornare allo stadio. Ormai la gente tranquilla preferisce vedere le partite a casa. L’agente della Polstrada ha sbagliato, su questo non c’è dubbio. Ma gli “ultras” che si mettono a bruciare mezza Roma cosa vogliono ottenere? Le “vendette” non appartengono al vivere civile. C’è la giustizia. Confidiamo in quella. |
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il 08/02/2018 alle 13:34
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