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Don Bosco e Manfredini

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Don Matteo Rigoni (con don Bosco in Noviziato di Foglizzo)

Post n°7 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da my.point.of.view

MESSAGGIO NUMERO 13

Memorie di Don Matteo Rigoni degli anni 1884/1888
Ex Direttore della Scuola Manfredini - Salesiani di Don Bosco

Terminata la funzione, Dn. Bosco assistette ad una scena curiosa. Tutti i chierici uscivano sfilando attraverso il cortile, e portando ognuno la sua sedia. Dn. Bosco domandò a Dn. Bianchi la spiegazione del fatto. Sentì a rispondere non esservi che una sola sedia per ciascuno in tutta la casa e quindi i chierici essere costretti a portarsela seco nei vari locali di refettorio, di scuola di studio, di camerata «Oh, così mi piace,» disse Dn. Bosco, «Questa casa comincia bene». Con nostro grande dispiacere Dn. Bosco ripartiva nel pomeriggio  del giorno 5. Se il «povero vecchio, semi cieco» come si sottoscriveva sovente nelle sue lettere, avesse ritardato di qualche giorno la sua partenza, novello Francesco d'Assisi, avrebbe raccolto nuovi motivi per inneggiare alla Santa povertà primitiva dei suoi nuovi figliuoli. Di questi alcuni pochi portavano le calze nere, altri le avevano bigie, quali bianche e quali rosse, chi dormiva sul materasso, e chi sul pagliericcio, un bel gruppo erano maestri di ramazza e si davano il turno per la pulizia degli ambienti, altri servivano a tavola i propri compagni in santa letizia, altri ancora aiutavano il cuoco, lavavano i piatti e le posate, e non dico di più. Ma la pace era grande, l'allegria insuperabile, la  vita correva gioconda, si studiava, si pregava e si giocava. Intanto la Madonna ci mandava poco alla volta tutto il necessario, e dava segni di predilezione per questa cosa, il primo grande noviziato di Dn. Bosco. […] Intanto Dn. Bosco non dimenticava il suo Noviiato di Foglizzo; a intervalli Dn. Bianchi e Dn. Barberis ci portavano i suoi saluti e qualche massima spirituale da predicare; del resto essi erano sempre il portavoce delle parole di Dn. Bosco. Un giorno Dn. Bianchi di ritorno da Torino, avutomi nel suo ufficio, mi disse che Dn. Bosco mi mandava saluti speciali, e che dopo aver chiamato mie notizie raccontò il sogno nel quale mi vide a passeggiare  con lui, ma voltandogli le spalle…«Ah sì?,» interruppi io, «l'ha raccontato anche a Lei? Sono contento che l'abbia fatto sapere anche a Lei; così spero che Lei mi aiuterà a non voltargliele mai, ma ad essere sempre tutto di Dn. Bosco e di Maria Ausiliatrice». Dopo qualche tempo arrivò la notizia che nel mese di maggio avrebbe avuto luogo la consacrazione del tempio del Sacro Cuore di Gesù a Roma. […] mentre a Roma si procedeva di galoppo, a Torino il maestro Dogliani andava organizzando una massa di circa 80 cantori accompagnati da tre insigni maestri, il Petrali di Bergamo, il Gallo di Milano, e il Bersano di Torino. Un giorno, con mia sorpresa, anch'io ricevetti l'annunzio che mi preparassi a tenere compagnia ai cantori dell'Oratorio fino a Roma. La prima mossa per muovere un novizio dal suo noviziato, da chi sarebbe partito? Io penso o dal maestro Dogliani che ne avrebbe fatto richiesta a Dn. Bosco, o da Dn. Bosco stesso che mi volle a Roma per l'aiuto che avrei ancora potuto portare nel canto, e perché gli alunni dell'Oratorio mi avrebbero visto con loro volentieri, mentre colla mia veste da chierico sarei stato per loro come un uccello di richiamo in favore del nostro Noviziato. Questo posso dire, che ho proposto di condurre con me un po’ di buon esempio. Intanto ho incominciato a prepararmi, ripassando quella musica che già conoscevo in gran parte, e studiando quelle parti che mi erano ancora ignote. Non istavo più nella pelle! Quale gioia, in tanta attesa! Il 5 maggio 1887 già mi trovavo a Torino in mezzo a tanti amici tutti in festa; era il giorno della partenza. Dn. Bosco ci aveva preceduti; era partito il 20 aprile. […] Le feste propriamente dette durarono cinque giorni, con un crescendo continuo di concorde e di vera pietà da parte dei fedeli. […] Il Santo Padre gli chiese notizie di tante cose, e Dn. Bosco gli parlò di tutto, specialmente della chiesa del S. Cuore. Infine gli raccomandò i giovani cantori venuti daTorino che molto desideravano
di vederlo e di essere da lui benedetti. Il Papa fu soddisfattissimo di quanto aveva udito, disse che certamente voleva vedere i giovanetti di Dn. Bosco e parlare ad essi. […]

 
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