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UN ARTICOLO...

Post n°218 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da MANUGIA95
 

Ho trovato di estremo interesse questo articolo:

Martedì 13 Marzo 2007           di Giorgio Montagnoli 

www.scienzaepace.unipi.it  

"Scienza e pace" è uno splendido programma di lavoro che unisce persone impegnate nello sforzo di indirizzare al cambiamento l'attuale difficile situazione delle relazioni umane; al contrario "Scienza e guerra" è una realtà del passato che continua a mantenere desolante attualità. Nel tempo che dobbiamo partecipare a preparare, come operatori scientifici, quale fattore finirà col prevalere, la speranza o la realtà?

A favore della guerra ci sono numerose ragioni; una è che la scienza contemporanea è soprattutto orientata all'efficacia, in altre parole a produrre tecnologie più che conoscenze, e deve trovare finanziamenti consistenti: da dove, se non dal centro stesso dell'economia attuale, la costruzione di sistemi d'arma? Oltre alla ricerca, la costruzione prevede la loro preparazione e l'immagazzinamento. Qui incontriamo il primo vincolo: i magazzini sono di necessità limitati, ed è necessario il loro svuotamento periodico. Semplici considerazioni di utilità pratica che favoriscono le guerre; ma non sono ancora sufficienti a spiegarne l'attualità. Esiste una precisa relazione tra armi ed esseri umani. Questi ultimi giustificano la preparazione di nuove armi come difesa, giacché la sicurezza è una realtà di cui oggi non si può più fare a meno per la vigente strutturazione della democrazia, e delle lotte che essa sostiene o incontra. In aggiunta, ma probabilmente è il fattore decisivo, gli umani provano piacere in queste attività. Esaminiamo i processi che portano al piacere: la continuazione della vita (assunzione di nutrimenti), la propagazione della specie (relazioni sessuali), l'allontanamento della morte (dominio degli altri). Il terzo polo del sistema scientifico-industriale-militare che controlla le amministrazioni politiche, e cioè la scienza, partecipa direttamente alla preparazione delle armi; anche a determinarne l'efficacia, giudicata su tre finalità: distruzione, morte, sofferenza.
 
La tendenza attuale delle espressioni di potere è quella di controllare i primi due fini, ottimizzando invece l'arma rispetto al dolore. La sofferenza maggiore viene come "prezzo da pagare" da parte della scienza più avanzata per la salute degli umani, la medicina. Durante le guerre mondiali, la società era impegnata a preparare le armi, ma anche a recuperare i feriti, perché le armi sono certamente rilevanti, ma i combattenti rimangono il fattore limitante. In fase avanzata della seconda guerra mondiale, il "blocco alleato" ebbe l'insperato vantaggio di sviluppare il primo antibiotico, la penicillina, scoperto in Inghilterra ma elaborato negli USA, come territorio esterno ai bombardamenti: chi non ricorda il film di Orson Welles, "Il terzo uomo", con la sua colonna sonora ironica e ossessiva, incentrato sul contrabbando di penicillina a lato della guerra che si trascinava stancamente, perché si stava preparando il confronto successivo nel campo degli alleati? Certamente gli attuali vecchi, come lo scrivente, uscito fortunosamente, nella situazione di denutrizione, da una salmonellosi con un semplice sulfamidico. Nel "blocco dell'Asse" le ricerche erano più facilmente indirizzate allo sfruttamento dei prigionieri raccolti nei campi di sterminio, e considerati subumani, per ricerche oggi incredibili, non solo nei fini, ma nell'efferatezza dei metodi impiegati. Abbiamo ricordato l'impiego dei corpi di donne prigioniere nel campo di sterminio di Ravensbrück: era praticata una profonda ferita verticale in tutto il polpaccio, e mantenuta aperta per aggiunta di impurezze anche infettanti, col fine di studiare la rimarginazione di ferite larghe come quelle di combattenti di prima linea. La fotografia della cicatrice che abbiamo riportato era stata una prova concreta del trattamento disumano per l'accusa al processo di Norimberga. Sono tristemente noti criminali medici militari come Josef Mengele e Shiro Ishii, ma sono semplici risultati della nostra incapacità di leggere la realtà senza polarizzarla. Abbiamo bisogno di creare mostri, perché in realtà Mengele si spiega come assistente di un noto docente come Otmar Freiherr von Verschuer, che alla fine della guerra ha avuto la fortuna di avere solo la condanna del suo istituto di ricerca, che lo ha espulso.
 
Nella vita di quel tempo, le ricerche orrendamente disinvolte in entrambi i campi che si affrontavano, in particolare negli USA come in Germania e Giappone, ammettevano anche un impiego indiscriminato di umani ritenuti di livello inferiore: nemici prigionieri, malati mentali, nani, omosessuali e in genere diversi, popolazioni non stanziali - il razzismo è una componente che non ci togliamo da dosso. Alla fine della Guerra, il generale Douglas MacArtur conclude un accordo segreto col medico giapponese sopraricordato S. Ishii, al quale, in cambio di oltre diecimila pagine di dettagliate informazioni sui suoi criminali dati di sofferenze umane, viene concessa l'immunità dalle accuse dei terribili esperimenti a capo di migliaia di medici sia civili che militari. La situazione ha incontrato cambiamenti, ma è tutt'altro che terminata. Si può utilmente consultare il sito soawne  per trovare notizie di oggi su un'istituzione statunitense funzionante, la School of the Americas (SOA), che oggi ha solamente cambiato nome in "Western Hemisphere Institute for Security Cooperation" (WHISC). Si tratta di un istituto militare fondato originalmente in Panama nel 1946 (data politicamente legata alla fine della II guerra mondiale) per portare stabilità nell'America latina. Senza rumore, l'istituzione nel 1984 è stata spostata nella base di Fort Benning in Georgia. Durante i suoi 60 anni, ha istruito più di 60 mila militari dell'America latina nelle tecniche contro-sommossa, tattiche di interrogatorio, formazione all'uccisione e alla attività di bande armate, spionaggio e guerra psicologica; suoi licenziati hanno mani sporche di sangue.
 
Le notizie sono facilmente raggiungibili in rete; è però difficile leggerle senza entrare in una condizione di attenzione morbosa o di disgusto insostenibile; probabilmente scriverne è ancora un compito senza senso, perché non sviluppa una tensione di apprendimento. Molte delle ricerche criminali rimangono militari, e le informazioni sono riportate su libri dedicati. Il problema è che la ricerca in queste direzioni continua, perché siamo passati a sistemi molecolari di altissima efficienza, che non necessitano di previa sperimentazione su umani. La sperimentazione avviene a termine su conflitti armati, limitati e sotto controllo; in quasi tutti i teatri di guerra localizzata (per due soli esempi, per l'esercito USA "Restore of hope" in Somalia e la guerra del Libano e a Gaza per quello israeliano) sono state provate nuove armi; alcune poi non sono entrate in impiego normale. Nella realtà, l'efficacia delle armi va sperimentata, e ci sono notizie inquietanti riportate dai giornalisti inviati nei campi di battaglia. Nello scorso ottobre, F. Masella e M.Torrealta di RAI News 24 hanno riportato due situazioni inquietanti. Negli scontri di Gaza sono state riscontrate nei combattenti ferite incurabili fino a dover amputare arti, probabilmente a causa di una bomba a bassa letalità, fatta cadere da droni (aerei senza pilota), e che secondo la rivista militare “Defence Tech”, viene chiamata DIME (Dense Inert Metal Esplosive). Nel mese successivo, in collaborazione con A. Saso, gli autori riportano notizia di campioni raccolti nel cratere di un'altra bomba israeliana, probabilmente una Bunker Buster, questa volta a Khiam (Libano Sud). Sui campioni, il ricercatore inglese Dai Williams dell’organizzazione ambientalista Green Audit, ha trovato inspiegabili tracce di uranio arricchito (analisi confermata da altri laboratori, anche italiani), e si è detto convinto di una nuova classe di armi; il pericoloso e costoso l'uranio arricchito non deriverebbe da processi di fissione ma da nuovi processi fisici tenuti segreti da molti anni. Che responsabilità portano i fisici israeliani, non tanto nella ricerca che rimane un fatto ovvio di conoscenza, ma nell'averla tenuta segreta, a disposizione di impieghi criminali dei militari israeliani?
 
 
 
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