Mr Nice Guy

Di mattina, ci sono quelli che si svegliano di buon umore, e quelli che si svegliano di cattivo umore. I primi cominciano la giornata in discesa, tutti pieni di energie e di voglia di fare, i secondi la cominciano in salita, facendo sforzi enormi anche soltanto per vestirsi. Da 10 anni a questa parte, le mie mattine cominciano tutte in salita ripidissima. Roba da alpinismo estremo.

A quanto pare, a seconda di come è regolato l’orologio biologico, fra gli esseri umani si possono distinguere i cosiddetti “gufi” e “allodole”. Ci sono quelli che la mattina si trascinano stancamente con gli occhi pallati, e la sera zompettano vispi come grilli, e quelli che alla mattina bisognerebbe sparargli col fucile a tranquillanti, ma che al calar del sole si spengono come lampadine. Quelli che all’una di notte è ancora troppo presto per andare a letto, e quelli che alle dieci di sera sono già fra le braccia di Morfeo.

Fino ad una decina d’anni fa, anche se ho sempre preferito la notte al giorno, io appartenevo all’odiosa categoria delle allodole. Magari avevo comunque l’occhio pallato per tutta la mattina, perchè se vai a letto alle 2, poi non è che alle 7 sei fresco come un calippo, però mi svegliavo tutto allegro, pensando alle cose da fare con animo positivo ed entusiasta. Da 10 anni a questa parte, sono diventato un gufo con la depressione.

Quando non hai più la tiroide, la mattina devi prendere le pastiglie con gli ormoni tiroidei, che è un po’ come prendere la pillola anticoncezionale per le attrici porno: la prendi tutti i giorni alla stessa ora, senza farti domande e senza pensarci troppo. Una volta che hai trovato il dosaggio giusto per la tua massa corporea, è così e basta. L’unica differenza, è che se prima ti svegliavi in autonomia, poi fino a quando non ti sono entrati in circolo gli ormoni sei dell’umore più tetro dell’universo.

La prima cosa che faccio quando mi sveglio, quindi, è prendere le pastiglie. Per tutta l’ora successiva, io vivo con la convinzione che l’universo sta malignamente macchinando contro di me, per rendermi la vita difficile, pormi ostacoli insormontabili e ridurre la mia esistenza alla miseria più totale. Se un pensiero mi attraversa la mente, nel giro di pochi secondi avrò realizzato la futilità dei miei sforzi e le inevitabili conseguenze catastrofiche di qualsiasi progetto. Insomma, la depressione più nera.

Questa cosa, è normalissima. Tutti quelli che hanno problemi di tiroide vivono la stessa storia tutte le mattine che Dio manda in terra. Tutte le mattine, è uguale, per un’ora intera, qualsiasi pensiero si trasforma nella consapevolezza che il mondo ti odia, e che sei destinato ad una fine orribile. L’altro giorno parlavo con la mia amica Ingegnera, che anche lei sta avendo gli stessi problemi che ho avuto io, e le spiegavo che va tutto bene, che è normale, e che fortunatamente c’è modo di gestirsi questa cosa.

Il sistema che abbiamo adottato tutti, un po’ con l’esperienza e un po’ grazie ai consigli degli altri, è di seguire una routine efficiente e ben precisa che ci impedisca di pensare. C’è una specie di timer che parte dal momento in cui prendi le pastiglie, che dura da un’ora a un’ora e mezza, in cui vanno evitati tutti i ragionamenti, le interazioni e le attività decisionali. Questa routine, nel mio caso, consiste in pastiglie-caffè-colazione-post-bagno-vestirsi-uscire, e va eseguita in un’ora. Senza pensare, senza farmi domande, senza interagire con nessuno. Trascorsa un’ora in questo modo, torno ad essere una persona normale.

Chiaramente, la cosa peggiore che può succedere in quell’ora, è di dover interrompere la routine per qualche motivo, magari con dell’interazione. Svegliarmi di fianco ad un’allodola piena di energia, che vuole parlarmi prima che io abbia terminato la mia routine di un’ora, ha delle conseguenze cataclismatiche.

Di conseguenza, sono arrivato ad odiare con tutto il cuore queste stramaledette allodole. Del tipo che fra le attenuanti del codice penale, ci dovrebbe essere pure quella dell’omicidio mattutino. Purtroppo, non ci si può fare nulla. Quando un’allodola si sveglia, comincia immediatamente a cinguettare, e pretende interazione. Purtroppo, strozzarla non appartiene all’elenco delle interazioni possibili.

Chi come me vive la mattina come un dramma esistenziale, spesso adotta l’atteggiamento alla “stammi lontano se ti è cara la vita”. Posso parlare per esperienza, non funziona, e il rischio di litigi è talmente alto da essere quasi certezza. L’unico sistema valido, è anticipare la sveglia di un’ora e affidarsi ad una routine consolidata ed efficace. Se la prima domanda che la persona che vi sta di fianco, magari la domenica mattina, è “cosa vuoi fare oggi?”, l’unico sistema è farsi trovare belli svegli e preparati. Quando l’allodola si sveglia alle 7, il gufo deve essere in piedi dalle 6.

Grazie a Dio, la Miss dorme incazzata e si sveglia con la Luna storta e Saturno contro. Così non mi tocca strozzarla.