Nel momento in cui si esce dalle scuole superiori e si entra all’università o nel mondo del lavoro, raddoppiano improvvisamente le serate in cui uscire a far festa. Prima c’era solo il sabato, poi appare anche il venerdì sera. E per qualche anno è pure divertente. Ma quando ti pesa il culo, l’idea di uscire il venerdì sera è praticamente una coltellata.
La maggior parte delle persone che lavorano, quando arriva il venerdì viene presa da una sorta di frenesia, fatta di preparativi accurati ed agende fittissime di impegni. Nel momento in cui il finesettimana si profila all’orizzonte, la parola d’ordine diventa immediatamente “uscire”. Già a pranzo li vedi smaniare con i programmi per la sera, per il giorno dopo e pure per la domenica. Roba che li guardi negli occhi, e li vedi che l’idea di stare a casa li terrorizza per davvero. Che ne so, magari hanno paura di buttare via la vita, se per caso gli salta l’uscita.
Che poi, parliamo un attimo di questa vita sociale. Alla fine, la stragrande maggioranza delle volte tutto si riduce nel fare due passi in centro per poi infilarsi in qualche birreria affollata e rumorosa. Questo, per il discutibile privilegio di bere una birra costosissima o un cocktail ancora più costoso, in mezzo a un sacco di sconosciuti. O nella peggiore delle ipotesi, finire in qualche locale dove i prezzi sono ancora più alti, e la musica a palla impedisce persino di far due chiacchiere. Voglio dire, e paghi pure.
Per carità, va bene che magari uno si passa tutta la settimana in ufficio, in negozio o in fabbrica, e il finesettimana gli viene voglia di star fuori. È legittimo. E chiaramente se una ha voglia di farsi rimorchiare, o se uno sente il disperato bisogno di darsi all’acchiappo, per forza poi vuole andare ad infilarsi in qualche locale. Sono un po' come il supermercato del rimorchio. Però tutta questa smania di stare fuori anche quando non bisogna rimorchiare, sinceramente non la capisco. A me, il culo pesa da morire.
Chi passa di qui da qualche tempo, sa che 9 volte su 10, l’idea di uscire di casa mi stende come un matterello sulla spianatoia. Se c’è una cosa che ricordo con estremo piacere dell’Attivista, sono proprio i venerdì sera. Pizza con consegna a domicilio, e l’unica tappa prevista per la serata era il divano, sotto la copertina, davanti alla televisione. Tempo al massimo mezz’ora, e stavamo dormendo tutti e due come pensionati di 80 anni, stanchi morti. A quella donna pesava il culo tanto quanto pesa a me, anche lei si faceva i suoi 1000 km a settimana, e da quel punto di vista andavamo d’amore e d’accordo.
Che poi, a dirla così, sembra quasi che io sia una specie di ameba. E invece questa settimana, a partire da sabato scorso ho cenato a casa soltanto ieri sera. Fra trasferte e cene di lavoro, l’unico giorno che ho passato in ufficio è stato mercoledì, e l’unica cena che non ho fatto al ristorante è stata proprio ieri. Di rientro da una trasferta. Questa sera mi aspetta un’altra cena, tra l’altro con la fisioterapista fra le invitate, e sabato, mi aspettano gli amici di qui.
Ed io sto seriamente pensando di tirare il bidone e rimanermene a casa, questo sabato, a fare qualcosa di noioso. Che ne so, guardare un film o leggere un libro. E mentre valuto queste alternative, non posso fare a meno di domandarmi dove la gente trovi tutta questa vitalità. Il finesettimana, io sono a pezzi, e la gente che mi circonda smania invece per vedersi, chiacchierare, interagire. Brama di passare del tempo lontano dalla comodità del divano. E questa cosa, veramente non la capisco.
Ma gli altri, non si stancano mai?
Inviato da: dio
il 02/11/2022 alle 22:13
Inviato da: VSPMHEB
il 29/10/2022 alle 20:30
Inviato da: cassetta2
il 21/10/2020 alle 10:34
Inviato da: Gio
il 11/10/2019 alle 11:30
Inviato da: solfamy
il 27/09/2017 alle 13:00