Siamo onesti, i modi in cui una donna può scegliere di insultare un uomo sono veramente innumerevoli. Al di là dei sempre gettonatissimi epiteti, che vanno dal classico “stronzo” al più ricercato (e se vogliamo, meno incisivo) “puttaniere”, passando per il sempreverde “sfigato”, la fantasia femminile non è di certo avara nella creazione di gentili eufemismi da indirizzare al malcapitato di turno.
Ma quando una donna vuole veramente insultare un uomo, esiste soltanto la Triade dell’insulto: finocchio – impotente – segaiolo.
Tralasciando l’incredibile ricchezza di varianti che hanno questi insulti, studiati apposta per valorizzare l’intelletto tramite la creazione e la riscoperta di un incredibile universo di sfumature denigratorie, vorrei aprire una piccola parentesi per sottolineare un aspetto che mi lascia sempre perplesso: questi insulti nascono dal desiderio di offendere un uomo, o di dare soddisfazione alla donna? In sostanza, la donna che sfodera la Triade, nel momento di massima frustrazione, lo fa per denigrare un uomo, o per provare una liberazione interiore? E al di là di tutto, perché proprio questi tre? Insomma, d’accordo che noi maschietti siamo fissati col sesso, ma perché la donna sente il desiderio di denigrarci proprio sull’argomento virilità?
Ad ogni modo, chiusa la rapida parentesi interlocutoria, vorrei offrirvi il mio personale punto di vista su questa micidiale modalità espressiva, visto che, volente o nolente, ho a che fare con le donne da parecchi anni…
Finocchio: sempre valido in tutte le sue varianti, dà il meglio di sé nella versione “ciucciaca**i”. Scopo dell’insulto, paragonare la virilità del maschio a quella di una checca, con sottintesa passività. A mia memoria non me l’hanno mai detto in faccia, ma so di per certo che una ragazza ha sparso in giro la voce che “probabilmente” ero finocchio. Motivo, dopo averla riaccompagnata a casa ed essere stato invitato di sopra a bere qualcosa, non le sono saltato addosso come un cavernicolo. Unica spiegazione possibile nella sua testa, era che fossi finocchio. L’idea che non mi piacesse non l’aveva neanche sfiorata.
Impotente: insulto direttissimo e senza sconti. Non ti funziona l’attrezzatura, sei inutile. Valido anche nella versione “i miei orgasmi erano tutti finti!”, è un classico fra i classici., secondo soltanto al terzo illustrissimo membro della Triade. Anche qui, nessuna donna ha avuto occasione di guardarmi in faccia e darmi dell’impotente, ma come ogni uomo la cilecca non mi è sconosciuta, per cui è uno di quei colpi che posso arrivare inaspettati e sempre terribili. E poi le donne si domandano come mai soffriamo di ansia da prestazione…
Segaiolo: questo qui mi infastidisce parecchio, e principalmente per due motivi. Il primo è che lo fanno tutti, uomini e donne, fighi o sfigati, sposati o meno. Il secondo è che l’ho sempre trovata un’attività particolarmente interessante, da solo o in coppia. E non parlo di quella reciproca, mi riferisco proprio a quella tradizionale: tu da un lato, io dall’altro, e ognuno per sé. Eppure, quando si vuole sottolineare l’assoluta mancanza di valore di un uomo, questo è l’insulto per eccellenza.
Crediateci o meno, l’hanno detto anche a me. Una volta soltanto, in una chat, ma ancora me lo ricordo e ancora mi scoccia. Mando un messaggio un po’ sarcastico ad una ragazza, e lei mi risponde, testuali parole, “Vaffanculo, segaiolo!”. Dio, se ci sono rimasto male!
Ma la cosa che più mi scoccia, se ci penso, è di non avere un insulto da scagliare contro una donna che abbia la stessa carica offensiva. Cioè, al di là del fatto che non esiste un sinonimo in versione femminile di “segaiolo”, dirlo ad una donna mi sembrerebbe tutto fuori che offensivo.
Anzi.
Magari mi ci attizzo pure…
Inviato da: Attivista
il 03/11/2024 alle 15:32
Inviato da: dio
il 02/11/2022 alle 22:13
Inviato da: VSPMHEB
il 29/10/2022 alle 20:30
Inviato da: cassetta2
il 21/10/2020 alle 10:34
Inviato da: Gio
il 11/10/2019 alle 11:30