« Le cose che fanno innamorare | Still Alive » |
Amici, compagni, conoscenti e prodi palombari negli abissi delle mie idiozie, sto seriamente in alto mare. Al di là del fatto che dopo gli agenti immobiliari, sto cominciando ad odiare anche la categoria dei commercialisti, qui seriamente non si vede la riva. Aprire lo studio di sta rivelando più impegnativo di un parto trigemino. Podalici tutti e tre, ovviamente. Tra l’altro, un bel cesareo, e un parto trigemino lo risolvi in qualche modo. A parte la poverella che dopo un cesareo del genere, se la vedono quelli di Amnesty International si convincono che all’ospedale vengono violati i diritti umani, ma lo risolvi. Io qui ancora non ne vengo fuori. Uno pensa che aprire un’attività di ufficio sia una cosa rapida, alla fine il massimo che devi fare è affittare una stanza e comprare due scrivanie e i computer. Mica devi ottenere la licenza per somministrare cibi e bevande, mettere a norma i locali, regolarizzare spogliarelliste moldave o cose strane. Invece scopri che il grande scoglio, una volta che si è circumnavigato quello delle agenzie immobiliari cercando di minimizzare i danni, è rappresentato dai commercialisti. Per passare da dipendente a libero professionista, ti licenzi e apri la partita IVA. Una roba di due secondi, in teoria almeno. Peccato che il commercialista del mio ex datore di lavoro non si sia ancora disturbato a farmi avere la liquidazione, e il commercialista presso cui aprirò l’attività non si sia ancora deciso a prepararmi le carte per avviare l’attività. Che voglio dire, uno li paga pure! Ho trovato l’ufficio, ho una collega che mi chiama un giorno sì e uno no perchè vuole affidarmi dei lavori, ho un cliente che aspetta un preventivo, ma sono ancora fermo in mezzo al mare. Non posso fare il contratto di affitto o l’assicurazione professionale, aprire le utenze, ottenere un numero di telefono e fax, stampare i biglietti da visita, e nemmeno mandare un preventivo, perchè senza la partita IVA non si va da nessuna parte. Capiamoci, io bacio per terra per il fatto che ho già dei lavori che mi aspettano, sia chiaro. Solo che mi piacerebbe farli, e non farli aspettare. Sapete com’è. Purtroppo, sto trascurando il blog, e mi dispiace parecchio. Da un lato non ho la possibilità di leggere quello che scrivono gli altri poveri disperati come me, che navigano da queste parti. Dall’altro non riesco a dedicare due righe di risposta alle anime gentili che ogni tanto mi lasciano un commento. E io vi voglio tanto bene, lo sapete, no? Infine, nemmeno due minuti da dedicare ad un post serio (cioè, serio si fa per dire, ma ci siamo capiti). Perchè non potrò fare i preventivi, ma i conti e la documentazione di base, i modelli e le strutture dei documenti, ho già cominciato a prepararli, perchè devono essere pronti. Ah, e non trascorro nemmeno tutto questo tempo a ripassarmi la Miss, tra l’altro. Anzi. Potrei parlarvi del fatto che si discutono progetti insieme e che va tutto preoccupantemente bene, ma la verità è che pure da quel punto di vista, causa impegni lavorativi di tutti e due, si combina poco. Voglio dire, a me il finesettimana, non è che mi basti poi così tanto. Io sono quello di 3 volte a settimana garantite, meglio tutti i giorni, mentre qua si batte chiodo solo di sabato e di domenica. Che voglio dire, è un po’ pochino. Insomma, un po’ perchè alla fine uno fra le lenzuola sfoga anche un po’ di bassi istinti, se proprio devo fare un commento musicale alla questione, non mi viene certo in mente Whitney Houston con “I will always love you”. Piuttosto i Bloodhound Gang con “the bad touch”, se devo dirla tutta. Qualcosa alla “let’s do it like they do on the Discovery channel”, ecco. Uhm, oltre che in alto mare, mi sa che sono andato un po’ alla deriva. Ma vabbè, intanto si procede. Per tutte le anime giovani e musicalmente impreparate (vergogna!), nonché per chi ha difficoltà con il rap-pop in inglese, ecco la versione con musica e testo.
Ahhh, piccolo attimo alla "quando ero giovane io...!" |
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Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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