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Quando accenno al fatto che sono una persona drammaticamente prevedibile, lo dico con cognizione di causa. Magari è più difficile indovinare cosa penso, ma sulle cose che faccio, come le faccio e quando le faccio, chi mi conosce appena un po’ sa prevedere le mie mosse alla perfezione.
Un po’ come il menù al ristorante, magari non sai cosa c’è dentro un piatto o come lo cucinano, ma puoi leggere alla chiaramente tutto quello che c’è da mangiare, e quando hai ordinato, sai cosa ti porteranno e in che ordine arriverà.
Sul perché sono una persona prevedibile, la risposta è estremamente semplice: perché cerco di fare sempre le stesse cose. Avete presente quelle scenette dei film, dove il tizio di turno fa tutti giorni le stesse cose, da quando si alza la mattina, a quando va a letto la sera, e passa tutto il tempo a lamentarsene con una faccia da funerale? Ecco, stessa storia. Solo che io sono allegro e sorrido, e invece di lamentarmene la trovo una cosa eccezionale.
Sarà che il mio lavoro è abbastanza frenetico da impedirmi letteralmente di pensare ad altro durante la giornata, o sarà perché fra una cosa e l’altra sono in giro per l’italia 3 o 4 giorni a settimana, senza contare che sto diventando campione olimpionico di “salto del pasto” e che partecipo a tornei settimanali di privazione del sonno, ma ho scoperto che l’unica cosa che mi tiene insieme è avere delle abitudini. Dei punti fermi, che cerco di rispettare con religioso scrupolo. E a determinati stimoli, rispondo sempre allo stesso modo.
Ecco la mia giornata ideale:
Sveglia alle 6:45, allungare la mano per prendere la tazza di caffè sul comodino, alzarsi.
Colazione con pane/biscotti e nutella, andare in ufficio a piedi alle 8.
Il lunedì comprare le brioche per l’ufficio al panificio lungo la strada.
Caffè-brioche-sigaretta alle 11.
Tornare a casa alle 13, panino d’inverno e yogurt da 500gr d’estate, caffè sigaretta divano.
Alle 14 in ufficio, pausa caffè-sigaretta alle 16, a casa alle 18 e 30.
Cucinare alle 19, mangiare, cazzeggiare su internet/scrivere un post fino alle 22:30
Film.
Preparare il caffè, metterlo in una tazza e appoggiarlo sul comodino per la mattina dopo.
Dormire.
Venerdì e sabato uscire, domenica stirare e mettere a posto casa, oppure venerdì partire e in giro per l’italia fino a domenica, con destinazione a piacere.
Tutto questo lungo preambolo, come mio solito, per dire una cosa molto semplice. Come avete capito, per me la parola routine ha un significato quasi sacro. Ogni volta che sento quella parola, penso a stabilità, sicurezza, tranquillità, certezze. A momenti rigeneranti nella mia vita frenetica e sempre di corsa, oasi di pace in cui tutto va come dovrebbe andare, in cui ho il tempo di fare tutte le cose che mi piacciono e che mi fanno stare bene.
Quindi l’espressione “la routine uccide l’amore” mi trova incredibilmente in disaccordo.
Immaginate una settimana in cui quando vi svegliate la mattina avete di fianco la persona che amate, con cui condividete i momenti felici della giornata e le piccole attività quotidiane. Di andare a lavorare e di tornare a casa per poter cenare con lei, e di addormentarvi con il suo sorriso negli occhi dopo che avete fatto l’amore. E il fine settimana, farvi un viaggetto di un paio di giorni, per andare a vedere le cose belle che ci offre l’Italia, o di uscire con gli amici e le amiche, tutti insieme, per andare a cena fuori, al cinema o a ballare.
Una settimana in cui la cosa più grave per cui avete occasione di litigare è sul fatto che c’è il tubetto del dentifricio schiacciato a metà e la tavoletta del water alzata, o su chi deve usare il bagno prima o dopo.
E immaginate che dopo di questa, ce ne sia un’altra, e un’altra ancora, e una ancora dopo di questa. Ecco, a quel punto, abbiamo una routine.
Fa veramente così schifo?
CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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