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Una volta l’Attivista ha cercato di spiegarmi come mai alle donne prenda un improvviso e irrazionale desiderio di maternità. Ci ha provato con metafore e spiegazioni articolate, ha persino citato l’orologio biologico, insomma, ha dato del suo meglio, ma nonostante tutti gli sforzi io non riuscivo a capire. Alla fine, visto che mi ostinavo a non realizzare come mai in una donna potesse sorgere il desiderio irrefrenabile di partorire un marmocchio, è ricorsa al buon vecchio e semplice paragone. Vi riporto lo scambio di battute:
Attivista: “Hai presente quando provi il desiderio di paternità?”
Io: “No”
Mi rendo conto che questa assoluta incapacità di comprendere un fenomeno tanto naturale per il genere femminile, ad un occhio esterno possa ricordare, neanche troppo da lontano, una bieca e totale ottusità. Non voglio certo mettermi a dire che non sono ottuso, anzi, mi rendo conto benissimo che in più di qualche ambito sono l’emblema stesso dell’ottusità, però questa volta voglio cercare di spiegare per quale motivo, in tutta onestà, l’ultima cosa che desidero è vivere circondato da piccoli mocciosi urlanti.
Vorrei dire che sono i racconti dei miei amici novelli padri, con le loro cronache di notti insonni e di pannolini scagazzati, a farmi passare la voglia di sentirmi un genitore fiero e orgoglioso del frutto dei miei lombi, o che il costante pianto dei bambini nei ristoranti e nelle località pubbliche è in grado di farmi venire l’orticaria e farmi desiderare una ritirata vita monastica, ma la spiegazione è molto più semplice.
Ogni volta che entro in contatto con un piccolo mostro urlante, mi ammalo.
C’è voluto parecchio tempo perché mi accorgessi della correlazione fra le due cose, ma dopo una attenta osservazione, mi sono reso conto di un fatto estremamente chiaro nella sua semplicità: i bambini sono un ricettacolo per tutte le malattie esistenti, un terreno di coltura ambulante per tutti i germi patogeni del pianeta. Non sono state le cene che mi sono andate di traverso per i loro piagnistei o per la loro presenza molesta, né le loro vocette querule ed insistenti praticamente onnipresenti in qualsiasi posto non sia fabbrica o ufficio. No, è stata la realtà che è venuta a bussare alla mia porta. Tu li vedi lì, con la loro faccetta sorridente e sbavante, che chiedono soltanto un po’ di attenzioni, e non ti accorgi che in realtà sono più contagiosi e mortali di un incrocio fra un gremlin, l’ebola e la peste bubbonica.
I bambini dovrebbero avere la targhetta “bio hazard” tatuata sulla fronte, una di quelle cose che vanno via con gli anni, tipo i denti da latte, in modo da mettere in guardia gli incauti passanti. Chi gira intorno ai bambini ha il diritto di essere avvisato del fatto che loro in realtà non sono degli adorabili frugoletti urlanti, sbavanti e scagazzanti, ma delle vere e proprie armi da guerra batteriologica, roba che neanche gli arsenali di Saddam. Come per la vecchia pubblicità dell’aids, intorno a loro ci dovrebbe essere qualcosa tipo un alone viola, e magari una musichetta inquietante che parte in sottofondo quando ti ci avvicini.
Chiaramente, chi per lavoro è a contatto più o meno costante con quei piccoli portatori di morte e distruzione, adatta il proprio organismo affinché resista agli assalti costanti di focolai di epidemie mortali. Tanto per fare un esempio, sono convinto che le maestre d’asilo potrebbero fare le assaggiatrici di veleni e che le hostess abbiano un sistema immunitario che se una vipera le morde, muore in 15 minuti. La vipera…
Quello che però mi sfugge, è come mai quando una donna vede uno di quei piccoli mostriciattoli urlanti e sbavanti, non riesce a trattenere l’impulso autodistruttivo di andare a sbaciucchiarseli amorevolmente. Perché vedete, il problema è che ho una morosa che li adora, e che non resiste alla tentazione di sbaciucchiarseli di continuo.
Ora, direte voi, finchè è lei a prendersi tutte le malattie di questo pianeta, cosa me ne frega?
Beh, indovinate un po’ chi è il secondo ad essere baciato, dopo che lei si è contaminata con 3 diverse specie di virus mortali e con una collezione di germi tutti nuovi, che causerebbero orgasmi a ripetizione ad un ricercatore di genetica a caccia del premio Nobel?
Allora, dico io, già il mio desiderio di paternità è sottozero. Se hai un minimo desiderio di maternità, dovresti cercare di preservare la mia vita, evitando di attentare alla mia salute con tutte le malattie che nascono e si sviluppano dentro uno di quei piccoli mostri.
In sostanza, si può sapere perché stai cercando di uccidermi?
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CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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