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L’apice della passione è arrivato, e tu sei lì, sul letto, fiero di aver adempiuto al tuo compito di maschio riproduttore, soddisfatto di aver usato la forza fisica di cui ti ha dotato Madre Natura senza trattenerti, con le endorfine che ti girano nel corpo e il fiato corto, che desideri solo due cose: girarti su un fianco e dormire. E invece no. Ecco che arriva il momento più temuto da ogni uomo su questo pianeta: il letto della passione che si trasforma nel lettino dello psicanalista.
Ma andiamo con ordine.
Voi fedeli turisti del viaggio fra le cazzate che costituiscono il 90% dei miei pensieri, sapete ormai che con il sesso ho un rapporto molto particolare, sia perché sono afflitto dalle continue confessioni delle donne che mi stanno intorno, che bramano di mettermi al corrente di tutti i dettagli della loro vita sessual-sentimentale, sia perché di mio lo vivo come qualcosa che va al di là dell’atto puramente fisico. Che detto da un uomo, sembra un po’ una barzelletta, ma ricordatevi che (parole vostre) ho pur sempre un lato femminile molto sviluppato. Chiariamoci, femminile “emotivamente”…
E vi ho già accennatoli fatto che il mio modo di fare l’amore è tutto tranne che animalesco. Però capita anche a me, ogni tanto, di perdere decisamente la bussola e dimenticarmi di tutte le stronzate assimilabili a pensieri e sentimenti, trasformandomi in un cavernicolo arrapato desideroso di vendetta. Insomma, io Uomo, tu Donna, ti sbatto come un tappeto.
Il curioso fenomeno a cui mi è capitato di assistere più di qualche volta, nel corso della mia vita, è però che a seconda di come è stata l’attività fra le lenzuola, quello che segue dopo assume caratteristiche completamente diverse. Non mi sto riferendo al fatto che il tutto sia andato bene o male, che giustificherebbe un atteggiamento soddisfatto o insoddisfatto, dico semplicemente che a seconda del modo in cui si fa l’amore con una donna, poi lei si comporta in modi completamente diversi. Che non sono necessariamente una continuazione coerente dell’attività appena conclusa.
In sostanza, se quello che c’è stato appartiene alla categoria di “abbiamo fatto l’amore”, sono il primo che si mette lì a chiacchierare, visto che lo sento come una naturale continuazione di un’esperienza emotivamente coinvolgente. Il tanto temuto momento delle coccole, fortunatamente non mi mette a disagio, anzi. Abbiamo parlato con il corpo, adesso raccontiamocela un po’, ridiamo, giochiamo, abbracciamoci e accarezziamoci, insomma, godiamoci il momento di intimità fisica ed emotiva che abbiamo appena condiviso.
Però se più che ad “abbiamo fatto l’amore” l’oretta precendente assomiglia a “ti ho scopato come un bruto”, le cose cambiano decisamente registro. Anziché condividere pensieri ed emozioni, in un momento di intimità profonda, ho spento il cervello. Anzi, lo abbiamo spento in due. E mi è partito il programma di accoppiamento stile bestia assatanata, durante il quale non c’è stato un solo pensiero nel mio cervello con una complessità superiore a “sgrunt” e in cui ti ho sbattuto di qua e di là sul letto con un’energia che di solito trattengo per paura di fare danni.
E quando la parte preistorica del mio cervello mi comunica che è soddisfatta e decide di restare spenta, vorrei gentilmente spegnermi anche io. Insomma, ho dato, gradirei il riposo del guerriero.
Magari! Peggio che andar di notte…
Quando faccio l’amore, poi le fanciulle sono ben contente di lasciarsi andare alla parte giocosa e coccolosa che ne segue, mentre quando invece il tutto è stato brutale, animalesco e decisamente appagante, ecco che arrivano le noie psicanalitiche. Che col senno di poi, mi sorgono alcune domande.
Sarà una specie di senso di colpa?
Magari il fatto di essersi sentite proprio femmine da letto le trasforma in pettegole inquisitorie su questo e su quello?
Com’è che ti domandi se ti rispetto?
Cosa si muove nel cervello di una donna, che ha avuto la bontà di rimanere spento per il tempo che hai impiegato a darle una ripassata come un muflone ingrifato, pestando come un fabbro, quando alla fine si riaccende?
Sono all’oscuro di qualche dinamica sui sensi di colpa, per cui la stessa donna che due minuti prima gridava cose che è meglio non ripetere, poi sembra trasformarsi in una giornalista di “Psicologia Oggi” alle prese con l’articolo della settimana?
Cos’è, non ti è piaciuto e me lo vuoi far scontare? Cioè, se non ti è piaciuto, dimmelo. La prossima volta correggiamo il tiro, e vedrai che le cose migliorano. Ma se ti è piaciuto, e da quello che ho potuto vedere (e che i vicini hanno sentito…) ti è proprio piaciuto, dimmi una cosa:
Perché devi rompermi i maroni?
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CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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