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Ogni tanto mi capita di guardare il telegiornale, ed accorgermi che di quello che stanno raccontando, non me ne frega assolutamente nulla. Di molti problemi che affliggono il mondo e la società, io accetto l’esistenza senza farmi troppi pensieri. Inutile che io mi arrabbi o mi indigni, tanto non posso farci niente. Ed in quei momenti, mi accorgo di far parte di una terribile categoria: la maggioranza silenziosa.
Quando si parla di questioni sociali, alla fine ci si accorge che le persone si possono ricondurre ad alcune categorie. Ci sono gli attivisti, cioè quelli che lottano per i diritti di qualcuno, ci sono i manifestanti, ossia le persone che lottano per i propri diritti, e infine ci sono quelli come me, che non fanno niente e restano a guardare. La maggioranza silenziosa. Quando me ne rendo conto, non posso fare a meno di domandarmi se faccio bene o male. Insomma, se invece che stare a guardare, non sarebbe meglio se quelli come me facessero qualcosa.
Sulla maggioranza silenziosa sono stati scritti fiumi di inchiostro e spesi milioni di parole, per cui anche volendo, non ho molto da aggiungere. Tra l’altro, io sono pure meno silenzioso di altri, visto che comunque sono un gran chiacchierone, e ho pure un blog. Eppure, spesso mi accorgo che mi disinteresso completamente di tutto ciò che si trova al di fuori del mio orticello. Non seguo la politica perchè è un macello, il telegiornale lo guardo raramente perchè ci sono solo brutte notizie, e in generale ignoro tutto ciò che non mi riguarda direttamente.
Certo, qualcuno potrebbe dire che gli eventi del mondo che mi circonda mi riguardano direttamente, in un modo o nell’altro, e avrebbe ragione. Tuttavia, ugualmente tendo a concentrarmi solo su ciò che mi tocca immediatamente da vicino. Il motivo, è che sono molto più preoccupato di ciò che succede a me nel breve periodo, di quanto possa preoccuparmi di cosa succede agli altri, o di cosa mi succederà in futuro. Perchè alla fine, è quello il discorso.
Quando ti preoccupi più del tuo tornaconto che del benessere altrui o della società, entri inevitabilmente a far parte della maggioranza silenziosa. Quelli che sono più preoccupati del proprio lavoro, di far andare avanti casa o semplicemente di godersi la vita, di solito non hanno tempo o voglia per occuparsi dei diritti di qualcun altro o delle condizioni della società. Ed io, che mi preoccupo del mio lavoro e penso alla mia vita sociale e di relazione, non ho tempo e voglia di interessarmi al resto del mondo. Non ne parlo nemmeno.
Chiaramente, faccio male, è inutile che mi nascondo dietro ad un dito. Lo so pure io che “la cosa giusta” da fare è un’altra. Che poi, starsene zitti con questi chiari di luna è anche difficile, perchè certe volte le parole te le levano proprio di bocca. Però è altrettanto vero che un conto è chiacchierare al bar con gli amici, e un altro prendere una posizione un po’ più definita. Non dico organizzare una manifestazione, che è un po’ una pagliacciata, però chi crede in qualcosa, dovrebbe agire di conseguenza. Agire, soprattutto, e non rimanere dietro le quinte.
Ora, io non sono uno di quelli che scriverà la storia. Quelli che hanno scritto la storia, erano persone che si preoccupavano del loro tornaconto molto più di me, o molto, molto meno di me. Quello che resterà di me, sarà la mia famiglia e la mia discendenza, se un giorno dovessi averne. Anche se mi rendo conto che chi rimarrà dopo di me, troverà ciò che ho lasciato io, purtroppo non riesco a preoccuparmi della società, perchè sono più preoccupato di cosa mi succederà domani.
Detta così sembra un po’ una scusa, una giustificazione tirata fuori all’ultimo momento, solo per legittimare il mio egoismo ed il mio disinteresse verso il bene comune. Anche se magari il tempo per impegnarmi socialmente potrei trovarlo, non lo faccio, perchè ho già i miei pensieri. Pensieri nel mio piccolo, giudico più importanti di politica, economia e situazione internazionale. Come semplici, ma con cui devo veramente fare i conti tutti i giorni: portare a casa due soldi, pagare le bollette e assicurarmi un tetto sulla testa. Del resto, dalle mie parti c’è un detto molto semplice.
Tira e taci.
CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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