Creato da Mr.Nice.Guy il 07/07/2008

Mr Nice Guy

Trovati un bravo ragazzo!

Messaggi di Giugno 2013

Vantaggi e svantaggi di essere innamorati

Post n°202 pubblicato il 28 Giugno 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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A parlare dell’amore, il commento unanimemente condiviso è che “l’amore è una cosa meravigliosa”. Ed io sono d’accordo, intendiamoci. Quello che la maggior parte delle persone ignora, tuttavia, è che ci sono vantaggi e svantaggi nell’essere innamorati. Come in tutte le cose, del resto. E gli svantaggi, non sono mica una cosa da ridere.

Per quanto riguarda i vantaggi, quelli sono abbastanza evidenti da essere sotto gli occhi di tutti. Il mondo è bello, gli uccellini cantano e la vita vale la pena di essere vissuta. Tra l’altro, posso confermare personalmente. Questa settimana ho realizzato di essere innamorato della Miss, innamorato per davvero, e indiscutibilmente le mie giornate sono più belle. Sento una gran gioia nel petto, ogni tanto faccio un sorriso idiota, ed è assolutamente una figata pazzesca. Tipo essere completamente fatti, ma senza cacciare una lira.

Insomma, ogni volta che penso a quella meraviglia della Miss, mi rendo conto di essere completamente partito. Ma proprio in orbita. Certo, io me ne sono accorto questa settimana, mentre a quanto pare tutti quelli che mi stanno intorno lo avevano capito dall’inizio, ma quando uno è un fessacchiotto, poi succedono queste cose. Tuttavia, in questa faccenda dell’amore, ci sono anche gli svantaggi.

Il primo, ad esempio, è che ti passa la fame. Quando sei veramente innamorato perso, manco ti viene voglia di mangiare. Che non sarebbe un problema, se ad esempio fossi una donna con la cellulite e i chili di troppo, ma visto che già di mio perdo peso a vista d’occhio, ci manca solo che mi passa pure la fame. Un altro po’, e mi tocca cambiare tutto il guardaroba, e visto che sono uomo ed etero, non ci voglio nemmeno pensare.

Il secondo, è che ti becchi il pacchetto completo, quindi parenti, amici, impegni e animali domestici. In sostanza, se la donna che ti ha fatto saltare i fusibili ha una madre impicciona, poi ti arrivano le telefonate della suocera tutti i giorni. Se ha un’amica che sa qual è il senso della vita, ti devi sopportare le prediche su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Se è la classica donna super impegnata, ti devi rassegnare ad essere soltanto un altro dei suoi impegni. Se è abituata a dormire col cane sotto le coperte, i peli di cane diventano la nuova sfumatura di colore di tutta casa, biancheria compresa. E tutto questo, senza tanto rompere le scatole.

Il terzo svantaggio, ben più grave degli altri, è che quella persona diventa il centro del tuo universo. La tua vita ha senso soltanto se c’è lei al centro. Purtroppo però, nel momento in cui decidi di frequentarla, poi sei completamente alla sua mercé. Ma del tipo che prendi la tua autonomia decisionale, l’autostima e il rispetto di te stesso, fai un bel pacchetto, e butti tutto quanto nello scarico del cesso. Perché non puoi scegliere di chi innamorarti.

L’altra sera ho avuto a cena il Fratello, rabbuiato per via della sua inutile fidanzata, la Cheerleader. Che oltre ad essere l’inutilità fatta donna, solo perché ha 24 anni, le tette di marmo ed è una gran gnocca, rompe le balle come uno schiacciasassi. Quando vedo il Fratello in quelle condizioni, di solito gli domando come mai sono 5 anni che stanno assieme. Come mai non l’ha ancora mollata. L’altra sera, mi ha fatto un discorso che ho trovato tragicamente illuminante.

Mister: Com’è che stai ancora insieme alla Cheerleader?
Fratello
: Alla fine è meglio di tante altre.
Mr
: Ma se trovassi una più bella, giovane e intelligente della Cheerleader, una che ti fa perdere la testa, ci andresti?
Fr: No. Intanto mi romperebbe le palle allo stesso modo, e soprattutto, se mi facesse perdere la testa non ci andrei di sicuro.
Mr
: Hm, la prima parte è chiara, ma la seconda non l’ho capita.
Fr
: Guarda, è semplice. Nel momento in cui perdi la testa per una donna, poi ti devi prendere tutto quello che ti arriva. Metti che è cattiva, oppure che vuole manipolarti, mica te ne accorgi subito, te ne accorgi quando è troppo tardi. Oppure metti che mi capita come è successo a te, che hai fatto il domestico, cucinato, lavato e stirato per 4 anni e passa. Con quella che ti tornava a casa alle 10 tutte le sere e aveva tutti i finesettimana impegnati. Fosse successo a me, la pigliavo a calci in culo fino a Napoli. Tu, te la volevi addirittura sposare. Se trovo una che mi fa perdere la testa, e poi mi fa un tiro così, è la fine. Quindi tanto vale che sto con la Cheerleader, che magari mi rompe le palle, ma almeno non è cattiva, non mi manipola, e non sono l’ultimo dei suoi impegni.

Che dire, colpito e affondato.

In sostanza, tutta questa faccenda dell’amore è un po’ un’arma a doppio taglio. Se ti va bene, sei la persona più felice del mondo, ma proprio senza paragoni. Se ti va male, rimpiangi ogni giorno che passi sulla terra, tutti, nessuno escluso. Ti mangi tutta la merda che ti arriva, soffri come un cane, fino al momento in cui arrivi ad odiare te stesso. E non ci puoi nemmeno fare niente, non ci sono alternative.

Quando sei innamorato, ormai la frittata è fatta.

 
 
 

Non toccare la merce esposta

Post n°201 pubblicato il 27 Giugno 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Quando penso al mio modo di gestire una relazione, soprattutto adesso che nella mia vita c’è la Miss, mi accorgo di essere  una persona gelosa. Anzi, una persona possessiva. È inutile che ci faccio tanti giri di parole intorno, nella mia testa sono ancora convinto che l’uomo debba essere uomo, quindi quando sto con una donna, quella donna è mia. È una mia proprietà, e guai a chi me la tocca.

D’altro canto, mi rendo ben conto che dichiarare di essere gelosi, o peggio ancora, possessivi, possa rimandare ad un’immagine non propriamente piacevole. Fortunatamente, non è il mio caso. Il mio concetto di gelosia è più collegato ad un atavico istinto di difesa del territorio. Per cercare di allontanare lo spettro delle corna in tutti questi anni, ho semplicemente seguito il mio istinto primordiale: ho sempre cercato di dare il meglio, e ho sempre marcato il territorio.

Se una donna la fai felice, di solito quella non comincia a zompare da un materasso all’altro appena ti giri dall’altra parte. La concorrenza c’è sempre, ma alla fine è una cosa positiva, perché ti ricorda che se la tua donna non la tratti bene, poi quella va a farsi impanare come una fettina da qualcun altro. È la realtà, mica mi sto inventando niente. Quindi bisogna sempre cercare di dare il meglio, perché altrimenti quella ti piazza un paio di corna, e magari nemmeno ha la decenza di mollarti.

D’altro canto, il momento di debolezza capita a tutti, e il mondo è pieno di gente che non ha rispetto per la proprietà altrui. Prima o poi, arriverà sempre qualche disgraziato, che in barba al mio diritto di ottuso maschio dominatore, proverà ad allungare le zampe su quello che non gli appartiene. In altre parole, potrebbe sempre esserci un momento in cui la mia donna ha la botta di troiume, proprio in prossimità di qualcuno che non condivide i miei stessi principi sul diritto e sul possesso.

Una delle cose che dico più spesso, è che il prezzo che abbiamo pagato per il progresso è stata la perdita di alcune usanze efficaci ed estremamente salutari, prima fra tutte l’uso della clava. Abbiamo sacrificato sull’altare della civiltà uno dei più versatili strumenti mai concepiti dalla mente umana, che con un semplice movimento dall’alto verso il basso poteva portare la pace, dirimere le incomprensioni, appianare le discordie ed evitare i tradimenti. Un solo gesto, una bella mazzata, e tanti problemi che affliggono la nostra società finirebbero nel dimenticatoio.

E invece no, abbiamo scelto la civiltà a posto della clava, per cui adesso dobbiamo fronteggiare i tradimenti, privi dei più elementari e funzionali strumenti per correggere questa riprovevole tendenza. Ma io non ci sto. Io continuo a sostenere, che quando una cosa è mia, non si tocca. La mia donna è in esposizione, non in vendita, per cui siete gentilmente pregati di non toccare la merce esposta. Altrimenti vi spezzo la schiena.

Intendiamoci, non sono una persona violenta, tutt’altro. Sono buono come il pane, ogni tanto faccio i capricci come una checca isterica, sorrido sempre e dico una marea di cazzate, e tolta una volta per difendere un amico da ragazzino, non ho mai alzato le mani su nessuno. Però sono alto, rasato, tatuato, con la  faccia da delinquente, e ho praticato arti marziali, tirato con l’arco e sparato con tutto quello con cui si può sparare, al poligono e fuori.

Quindi ogni tanto mi scappa uno sguardo assassino che fa gelare il sangue. Soprattutto se qualcuno fa troppo il simpatico con la mia donna mentre sono lì. E il bello è che nemmeno me ne accorgo, me lo hanno fatto notare, ma tutto sommato non mi dispiace nemmeno. Alla fine dei conti, è soltanto un pensiero vagante che emerge in superficie, a dispetto della mia natura pacifica. “Ridi ridi, fai il simpatico. Poi ti strappo braccia e gambe, e voglio vederti a fare ancora il galletto. Ti spezzo la schiena.”.

All’atto pratico, è un sistema abbastanza efficace. Non c’è bisogno di lanciare minacce, di opprimere con il controllo o di fare scenate di gelosia. È soltanto una questione di proprietà. Si tratta solo di far capire a tutti che una cosa è mia, e non si tocca. Che è una pessima idea toccare la roba mia.

Ma proprio pessima.

 
 
 

Le zoccole e i bacchettoni

Post n°200 pubblicato il 26 Giugno 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Qualche settimana fa ero a cena con la Chimica, e dopo un’oretta che si spettegolava allegramente, quella mi accusa di essere un bacchettone. Io, che per quanto riguarda le faccende di letto, sono ragionevolmente convinto di aver assaggiato tutto quello che c’è sul menù, comprese pratiche di cui il 90% della popolazione ignora l’esistenza. E magari è pure vero. Però quando una è zoccola, è zoccola.

Eravamo al tavolo, e come ogni volta quando sono fuori con le amiche, vestivo i panni dell’amico gay. Insomma, si stava spettegolando. Ad un certo punto mi racconta di una nostra amica, che da un paio di settimane salta la cavallina con un suo conoscente: lui è cotto come una zucchina, per lei è una cosa di sesso e basta. Motivo, qualche mese di astinenza, nonché il desiderio di consolarsi per la delusione amorosa ricevuta di recente. E quando parlo di delusione amorosa recente, parlo di una settimana di sesso selvaggio a gennaio, con tanto di “unità di crisi sentimentale” appositamente organizzata per raccogliere i cocci.

Nel sentire quella storia, sbotto, e comincio una tirata contro questa deprecabile tendenza a diventare ornitologhe, adducendo come scusa qualche fantomatico desiderio di consolazione. Tra l’altro sottolineando che mentre io stavo ancora elaborando il lutto della separazione, la mia ex, che a novembre voleva darmi dei figli, a marzo già stava cantando il karaoke col microfono di un altro. A quel punto, la Chimica mi accusa di essere un bacchettone.

E forse è anche vero, alla fine dei conti. Poco importa che la Chimica una volta mi abbia tenuto un’ora al telefono per farsi spiegare una cosa che le era successa mentre faceva l’amore col moroso. Con tanto di spiegazione del perché, per come, e soprattutto con i dettagli approfonditi su come fare a ripeterlo. Per quanto riguarda le relazioni, a detta sua sono un bacchettone, e probabilmente ha ragione.

Però nella mia testa non entra il concetto che si possa condividere un momento di intimità emotiva così intenso, senza che alla base di siano dei sentimenti degni di essere chiamati tali. Perché d’accordo la tecnica, d’accordo l’esperienza, d’accordo persino la biblioteca di pratiche erotiche che ho nel cervello, e va bene anche che dopo un periodo di astinenza, ad una gli possa semplicemente venire la voglia. Ma c’è un momento, quando fai l’amore con una persona, che va chiaramente al di là del contatto fisico.

C’è un momento in cui l’intimità fisica diventa intimità emotiva, e non riesco a concepire che quell’intimità si possa condividere con tanta leggerezza. Perché le cose sono due: o non la condividi, oppure lo fai con tutti. In entrambi i casi, il valore di quell’intimità scende a zero. Non posso credere che esistano persone tanto vuote da far l’amore con qualcuno senza metterci un po’ di sentimento, né persone tanto promiscue da svendere un pezzo di cuore senza pensarci due volte. È buttare via l’anima, e non lo accetto.

Io scherzo sempre sulle faccende di sesso, ma per tagliarla con l’accetta alla mia maniera, le uniche donne in grado di scollegare la patata dal cuore, sono le zoccole. Ci sono le zoccole per professione, e quelle per passione, e fra le due, se proprio dovessi scegliere, preferirei quelle per professione. Perché quelle per professione, quando non devono farlo per campare, smettono. Le zoccole per passione, magari campano per farlo, e quindi non smettono mai.

Quindi magari è vero che sono un bacchettone, ma ugualmente non riesco a concepire che esista “solo una cosa di sesso”. Ogni volta che una donna mi dice che è solo un atto fisico, una cosa bella che si fa per stare bene con qualcuno, senza legami emotivi o magari per consolarsi e cercare conforto, io penso che è una zoccola. Perché saranno cambiati i tempi e ci sarà stata la nascita di una nuova libertà sessuale, ma le zoccole sono rimaste sempre uguali. Quando è solo una cosa di sesso, allora è da zoccole. Non sono io che sono un bacchettone.

Sono loro che sono zoccole.

 

 
 
 

L'alimentazione del single domestico

Post n°199 pubblicato il 25 Giugno 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Chi ha un animale in casa, si sarà accorto che per qualche ragione, con l’arrivo del caldo il suo peloso compagno ha praticamente smesso di mangiare. Tolti i labrador e i gatti castrati più ingordi, qualsiasi animale domestico comincia a dimagrire e ad evitare la ciotola non appena la temperatura supera i 25°C. Il single domestico, al contrario del single selvatico, si comporta esattamente allo stesso modo.

Le differenze di comportamento fra il single domestico e quello selvatico, derivano essenzialmente dalla quantità di tempo che hanno passato per conto proprio. Chi si trova a vivere da solo d’improvviso, inevitabilmente deve affrontare tutta una serie di problemi prima sconosciuti, come la spesa, le bollette, le pulizie e l’alimentazione. In quella fase, un single allo stato brado esibirà tutta una serie di atteggiamenti caratteristici, che vanno dal disordine patologico alla trascuratezza più totale, passando per l’acquaio pieno di piatti sporchi e l’alimentazione assassina.

Dopo un certo tempo, che può andare da alcuni mesi al alcuni anni, anche solo per puro spirito di sopravvivenza, il single adotterà una routine che gli permetterà di sopravvivere alle incombenze quotidiane senza fare i salti mortali. Da single selvatico, passerà quindi allo stadio di single domestico. Magari alcuni comportamenti selvatici tenderanno a riaffiorare di tanto in tanto, soprattutto in certe condizioni ambientali, ma in generale un single domestico si prenderà cura di sé, affidandosi un po’ all’istinto e un po’ a delle abitudini verificate e consolidate.

La differenza più evidente fra gli esemplari allo stato brado e quelli addomesticati risiede proprio nell’alimentazione. Se un single selvatico può nutrirsi di birra, wurstel e sigarette per un certo periodo di tempo, ammonticchiando cartoni della pizza e tazzine sporche di caffè in giro per casa, un single domestico cercherà per quanto possibile di mantenere un’alimentazione sostenibile. Una che non gli massacra il fegato e che ragionevolmente gli permette di espletare le proprie funzioni corporali ogni mattina, tanto per farmi capire.

Mi sono reso conto di questo peculiare fenomeno direttamente sulla mia pelle. Allo stato selvatico, sotto i 25 anni, nonostante la mia passione per la cucina ero perfettamente in grado di nutrirmi a schifezze, senza nessun problema e per periodi decisamente prolungati. Passati i 25 anni, il delizioso Crispy Mac Bacon, con tutta la sua grassa bontà, è diventato un incubo per il mio sistema digerente. Per questo motivo, il contenuto del mio frigorifero si è dovuto adeguare, ed anche se la mia cucina tende comunque ad essere un po’ pesante, perché con una madre umbra e un padre siciliano non ti puoi aspettare certo le carote al vapore, abbandonare i precotti e il fritto doppio unto mi ha permesso di sopravvivere fino ad oggi.

In qualità di single domestico, tra l’altro, anche la mia alimentazione segue una certa stagionalità. Non parlo di prodotti di stagione, parlo proprio di una differenza radicale fra quello che cucino tutto l’anno, e quello che mangio d’estate. Non più tardi di una settimana fa prendevo selvaggiamente in giro la Lisa e la Lolay, colpevoli di aver ordinato delle verdurine grigliate nella terra della mortadella e del tortellino, mentre da 4 giorni a questa parte, vado avanti ad insalata pranzo e cena. Non “insalatone”, insalata e pomodoro. E a farci caso, tutte le estati che ho passato da single, le ho trascorse nutrendomi di yogurt e di verdure crude.

Quando sono in coppia, d’estate o d’inverno cucino lo stesso, perché ritengo il pasto in compagnia come uno dei momenti più piacevoli e appaganti della giornata, a pari merito con le faccende di letto. Quando vivo da solo, al contrario, la Natura mi richiama alle origini. Come ogni animale domestico, in questo periodo praticamente smetto di mangiare e dimagrisco a vista d’occhio. Il che va bene, intendiamoci, l’unico problema sono i vestiti.

Quasi tre quarti delle cose che ho comprato negli ultimi 5 anni, che d’estate non sono dimagrito perché ero in coppia, adesso mi stanno larghe. I pantaloni mi cadono, non mi bastano i buchi sulla cintura, e le camicie mi fanno l’effetto attaccapanni. Un paio di giorni fa sono andato a comprare un paio di magliette, e sono dovuto passare dalla Large alla Medium. Che se non hanno allargato le taglie, io mi sono veramente ristretto tantissimo.

Fortuna che da certe parti non si dimagrisce…

 

 
 
 

La benedizione del cane da guardia

Post n°198 pubblicato il 24 Giugno 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Quando cominci una relazione, prima o poi arriva il momento in cui devi sottoporti al giudizio di parenti e amici. Gente che tiene a te o all’altra persona, e da cui è sempre meglio essere accettati. Certe volte è facile, certe volte è una cosa lunga, ma inevitabilmente ci si deve passare. Quando tutti ti approvano in meno di trenta secondi, la cosa ti prende un po’ in contropiede. Se persino il cane da guardia ti dà immediatamente la sua benedizione, è seriamente il caso di farsi qualche domanda.

Nel descrivere il nostro rapporto alle persone che ci sono vicine, sia io che la Miss non ci siamo spinti oltre il definirlo semplicemente “una simpatia”. Entrambi abbiamo dei trascorsi sentimentali decisamente fallimentari, per cui guardiamo alla nostra frequentazione con un certo sospetto e una buona dose di timore. Del resto, come mi ha detto un’amica, se arrivi a quest’età senza un passato sentimentale importante, vuol dire che hai qualcosa che non va, e d’altra parte non ti capisci al volo, se non hai vissuto più o meno le stesse cose.

Per questo motivo, se da un lato quando stiamo insieme pare che ci hanno appiccicato con la colla, nel preciso momento in cui non siamo nella stessa stanza cominciano le paranoie e i ragionamenti alla “è meglio lasciar perdere tutto”. In sostanza, in modo assolutamente sincronizzato, alterniamo le fasi di rifiuto a quelle cuoriciose, a seconda se siamo assieme oppure no. Ed è abbastanza destabilizzante, se proprio devo dirlo.

In ogni caso, tutti quelli che ci conoscono, genitori, amici e parenti, compresa una coppia di perfetti sconosciuti incontrati in un bar, approvano la nostra “simpatia” in tempi assolutamente da record. Ma cose veramente da 30 secondi di orologio. Separatamente e da persone diverse, entrambi siamo stati addirittura consigliati di non affrettare le cose, e persino la Chimica, che ha votato contro, lo ha fatto dicendo che sennò mi voglio sposare. Che io dico, seriamente abbiamo parlato di “simpatia” e di “una persona che mi piace”.

Per quanto possa sembrare strano, una cosa del genere è parecchio difficile da gestire. Perché ti capita un paio di volte, ed è un simpatico episodio di cui ridere assieme. Alla terza o quarta volta, cominci a notare la tendenza, ma quando succede con tutti quanti, è veramente troppo strano. Sabato sera, incontrata una coppia di amici della Miss, nel momento in cui mi sono alzato per andare a prendere un paio di birre, già l’amica si stava complimentando e faceva le congratulazioni da parte sua e del fidanzato. Quando la Miss me l’ha raccontato, mi sono decisamente stranito.

Perché capiamoci, io mi bombardo di paranoie, e anche se quando stiamo abbracciati sono in pace con l’universo, non appena ci penso un secondo, tutta la faccenda mi spaventa tantissimo. Senza contare che ho questa spiacevolissima sensazione di estrema vulnerabilità, e la situazione che si è creata è talmente strana da non sembrare nemmeno vera. Se io per primo non sono in pace con questa storia, vedere gli altri che stappano già le bottiglie non fa altro che incasinarmi la testa.

Ma la mazzata finale, me l’ha data il cane da guardia della Miss. Noto per ringhiare agli sconosciuti ed esibirsi in concerti di latrati per esternare il suo disappunto, come ogni bravo cane da guardia che si rispetti, la prima volta che mi vede, mi porta il suo pezzo di pane. Il giorno dopo, prima mi dà la zampa, poi mi lecca il braccio, e alla fine si mette a pancia per aria per farsi fare le coccole. Che io ci so fare con gli animali, ma come ha detto la Miss, “è una cosa mai vista prima”.

Di fronte a questa ennesima evidenza, io e quella poveretta abbiamo cercato di raccapezzarci. L’unica spiegazione a cui siamo arrivati, è che gli altri vedono qualcosa che ci sfugge. Perché quando stiamo assieme, siamo decisamente patetici, lo posso garantire. Non mangiamo, ci esprimiamo a monosillabi, stiamo appiccicati, e se non ci guardiamo con gli occhietti a cuore, abbiamo la faccia smarrita di quelli che non sanno dove buttarsi. Insomma, dire che non ce la stiamo vivendo bene, nessuno dei due, è assolutamente minimizzare la questione.

La mia speranza, è che tutto questo scombussolamento prima o poi passi, così magari riusciamo a goderci la cosa. Perché quando non sono divorato dall’ansia e tormentato da mille paure, io con quella donnina ci sto da Dio, nonostante non riusciamo spiccicare una parola. E anche se mi sembra veramente incredibile, ho il sospetto di essere innamorato. Dico “sospetto”, perché sto troppo incasinato per esserne sicuro, ma mi sembra l’unica ipotesi ragionevole. Tra l’altro, anche la Miss è nella mia stessa condizione. Entrambi non ne siamo sicuri, ma probabilmente qualcosa da fuori si vede, e gli altri se ne accorgono istantaneamente. Quindi danno subito la loro benedizione, tutti quanti.

Compreso il cane da guardia.

 

 
 
 

CHI È IL MISTER

Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".

Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.

 

 

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Inviato da venus.veronensis il 30/10/08 @ 12:39 via WEB
Scendi tra noi umani qualche volta.

Inviato da marematite il 21/10/08 @ 10:45 via WEB
ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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