Creato da Mr.Nice.Guy il 07/07/2008

Mr Nice Guy

Trovati un bravo ragazzo!

Messaggi di Gennaio 2014

La maggioranza silenziosa

Post n°280 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Ogni tanto mi capita di guardare il telegiornale, ed accorgermi che di quello che stanno raccontando, non me ne frega assolutamente nulla. Di molti problemi che affliggono il mondo e la società, io accetto l’esistenza senza farmi troppi pensieri. Inutile che io mi arrabbi o mi indigni, tanto non posso farci niente. Ed in quei momenti, mi accorgo di far parte di una terribile categoria: la maggioranza silenziosa.

Quando si parla di questioni sociali, alla fine ci si accorge che le persone si possono ricondurre ad alcune categorie. Ci sono gli attivisti, cioè quelli che lottano per i diritti di qualcuno, ci sono i manifestanti, ossia le persone che lottano per i propri diritti, e infine ci sono quelli come me, che non fanno niente e restano a guardare. La maggioranza silenziosa. Quando me ne rendo conto, non posso fare a meno di domandarmi se faccio bene o male. Insomma, se invece che stare a guardare, non sarebbe meglio se quelli come me facessero qualcosa.

Sulla maggioranza silenziosa sono stati scritti fiumi di inchiostro e spesi milioni di parole, per cui anche volendo, non ho molto da aggiungere. Tra l’altro, io sono pure meno silenzioso di altri, visto che comunque sono un gran chiacchierone, e ho pure un blog. Eppure, spesso mi accorgo che mi disinteresso completamente di tutto ciò che si trova al di fuori del mio orticello. Non seguo la politica perchè è un macello, il telegiornale lo guardo raramente perchè ci sono solo brutte notizie, e in generale ignoro tutto ciò che non mi riguarda direttamente.

Certo, qualcuno potrebbe dire che gli eventi del mondo che mi circonda mi riguardano direttamente, in un modo o nell’altro, e avrebbe ragione. Tuttavia, ugualmente tendo a concentrarmi solo su ciò che mi tocca immediatamente da vicino. Il motivo, è che sono molto più preoccupato di ciò che succede a me nel breve periodo, di quanto possa preoccuparmi di cosa succede agli altri, o di cosa mi succederà in futuro. Perchè alla fine, è quello il discorso.

Quando ti preoccupi più del tuo tornaconto che del benessere altrui o della società, entri inevitabilmente a far parte della maggioranza silenziosa. Quelli che sono più preoccupati del proprio lavoro, di far andare avanti casa o semplicemente di godersi la vita, di solito non hanno tempo o voglia per occuparsi dei diritti di qualcun altro o delle condizioni della società. Ed io, che mi preoccupo del mio lavoro e penso alla mia vita sociale e di relazione, non ho tempo e voglia di interessarmi al resto del mondo. Non ne parlo nemmeno.

Chiaramente, faccio male, è inutile che mi nascondo dietro ad un dito. Lo so pure io che “la cosa giusta” da fare è un’altra. Che poi, starsene zitti con questi chiari di luna è anche difficile, perchè certe volte le parole te le levano proprio di bocca. Però è altrettanto vero che un conto è chiacchierare al bar con gli amici, e un altro prendere una posizione un po’ più definita. Non dico organizzare una manifestazione, che è un po’ una pagliacciata, però chi crede in qualcosa, dovrebbe agire di conseguenza. Agire, soprattutto, e non rimanere dietro le quinte.

Ora, io non sono uno di quelli che scriverà la storia. Quelli che hanno scritto la storia, erano persone che si preoccupavano del loro tornaconto molto più di me, o molto, molto meno di me. Quello che resterà di me, sarà la mia famiglia e la mia discendenza, se un giorno dovessi averne. Anche se mi rendo conto che chi rimarrà dopo di me, troverà ciò che ho lasciato io, purtroppo non riesco a preoccuparmi della società, perchè sono più preoccupato di cosa mi succederà domani.

Detta così sembra un po’ una scusa, una giustificazione tirata fuori all’ultimo momento, solo per legittimare il mio egoismo ed il mio disinteresse verso il bene comune. Anche se magari il tempo per impegnarmi socialmente potrei trovarlo, non lo faccio, perchè ho già i miei pensieri. Pensieri nel mio piccolo, giudico più importanti di politica, economia e situazione internazionale. Come semplici, ma con cui devo veramente fare i conti tutti i giorni: portare a casa due soldi, pagare le bollette e assicurarmi un tetto sulla testa. Del resto, dalle mie parti c’è un detto molto semplice.

Tira e taci.

 
 
 

Le Milf e la fedeltà coniugale

Post n°279 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Il mondo del porno su internet è un universo sconfinato, dove tutte le fantasie erotiche hanno il diritto di cittadinanza. Anche le più impossibili. Un genere tuttavia che va per la maggiore, è quello delle MILF, cioè Mothers I’d Like to Fuck. E contrariamente a quanto si crede, non sono certo le “casalinghe annoiate” ad essere le più infedeli.

Per chi se lo stesse domandando, le protagoniste del genere MILF sono donne di età compresa fra i 30 e i 45 anni, che in termini di demografia pornografica stanno fra le “Girls” e le “Mature”. Perchè magari non sarà gentile sottolineare questa cosa dell’età, ma per i pornonauti le donne di 30 anni non sono certo ragazze, e quelle sopra i 45 sono direttamente mature. Inutile che ci prendiamo in giro, insomma, le donne potranno mentire a se stesse definendosi “ragazze di 35 anni”, ma il porno è abbastanza categorico. Sopra i 30, si entra nel gruppo delle MILF.

Ora, se le “teens” hanno il loro nutrito stuolo di ammiratori, e le “girls” sono un classico, le MILF hanno guadagnato moltissima popolarità per un aspetto decisamente pratico. Mentre ci sono sicuramente molte persone che fantasticano sullo spupazzarsi la cheerleader, e altrettanti sognano una notte di fuoco con la modella ventenne, la realtà dei fatti è che nella maggior parte dei casi si desidera ciò che si conosce, e che si fantastica su ciò che si potrebbe avere.

Senza addentrarmi nella questione sulla pornografia in internet e sulle fantasie erotiche, come in tutte le cose, c’è chi sogna cose veramente stravaganti, e chi preferisce rimanere all’interno dei confini della realtà. In molti, quindi, se sognano di fare qualcosa, è generalmente perchè gli piacerebbe farla con qualcuno di loro conoscenza. A giudicare dalle statistiche, il popolo di internet è dotato di un incredibile senso pratico. Perchè quanto pare, andare con una MILF non è affatto un’impresa impossibile.

A sentire i racconti delle mie amiche, ci sono due momenti ben precisi in cui una donna è più propensa a tradire il marito, indipendentemente da reddito, professione o stato della famiglia. Questi due momenti sono intorno ai 40 anni, e un anno dopo il primo figlio. Ma se la faccenda che intorno ai 40 le donne diventano più infedeli del solito, non dico che la capisco, ma di sicuro la sapevo, quella delle neomamme me la sono dovuta far spiegare bene. Non ci volevo credere.

Sembra che dopo 9 mesi di gravidanza, 6 mesi di notti in bianco, e sostanzialmente quasi 2 anni di rotture, le donne per prime arrivino a non piacersi più. Si guardano con occhi crudeli, vedono borse sotto gli occhi, capelli sfatti, smagliature e chi più ne ha più ne metta. Poi pensano a com’erano prima, guardano quello straccio del marito, anche lui provato da 2 anni di tormenti, e dentro di loro maturano la convinzione di non piacergli più. Così, per corroborare l’ego, in molte si concedono la scappatella non appena smettono di allattare.

Realizzata la questione, non ho potuto fare a meno di riflettere sull’ironia della cosa. Se la maggior parte degli utenti di pornografia sono uomini sposati con figli, vuol dire che la maggior parte degli appassionati del genere MILF, sono uomini sposati con figli. In pratica, la MILF ce l’hanno in casa, eppure fantasticano su quella di qualcun altro. Ma la cosa veramente comica, è che spesso la loro MILF gli mette le corna con qualcun altro, senza che loro se ne accorgano. E anche se indubbiamente non è una forma di giustizia, di sicuro fa pensare.

Per carità, lungi da me cominciare un discorso su fedeltà, tradimento o pornografia. Intanto perchè un po’ di filmini zozzi ogni tanto fanno pure bene alla coppia, e poi soprattutto perchè per essere infedeli, bisogna essere in due. Per averci le corna basta una persona, ma per metterle, bisogna essere in due. Quindi le zoccolmamme che si concedono ad un uomo sposato sono da biasimare tanto quanto l’uomo sposato che tradisce la moglie, che ci siano figli di mezzo o meno.

Però questo fenomeno riporta ad una considerazione tanto banale, quanto assolutamente incontestabile. Certe persone non sono mai soddisfatte, nemmeno quando hanno ciò che desiderano. Alcune persone guarderanno sempre il vicino, e penseranno che ciò che ha lui, è meglio di ciò che hanno loro. Anche la moglie. Insomma, a quanto pare, i proverbi hanno sempre un fondo di verità.

L’erba del vicino è sempre più verde.

 
 
 

Il veneto e le origini dello spritz

Post n°278 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Visto che ieri si parlava di aperitivi, mi sembra opportuno fare una precisazione su un paio di cose. Primo, in veneto l’aperitivo è una cosa sacra ed inviolabile. Una sorta di religione parallela a quella cattolica, con lo stesso numero di fedeli, ma con la totalità di praticanti. Secondo, che per quanto l’Aperol voglia prendersi il merito della cosa, lo spritz ce lo siamo inventati noi. Loro, stanno solo copiando.

Che in veneto si beva oltre la ragionevole normalità, è un fatto chiaro e ben documentato. Non è che la più alta percentuale di alcolisti per numero di abitanti te la trovi fra capo e collo senza una ragione valida. Per quello che vale, in veneto si beve come fatto sociale. Se esci con qualcuno e quello non prende da bere qualcosa di alcolico, la domanda che gli fai inevitabilmente è se sta assumendo antibiotici o ha problemi di salute. Quelle sono le due uniche motivazioni valide che possono venire in mente.

Qui da noi, se puoi guidare il motorino, puoi bere. Tanto perchè si sappia, la parola “astemio” viene trattata alla stregua di un insulto, e la considerazione sociale di cui godono gli astemi sta fra i pedofili e gli stupratori seriali. O fra vegetariani e comunisti, tanto per capirci. Insomma, in fondo alla gerarchia sociale, fra gli avanzi e i reietti. Nessuna persona a modo è astemia, in veneto. Semplicemente non si fa. Le uniche persone che bevono più dei veneti sono i russi e gli irlandesi, e non a caso li guardiamo tutti quanti con un certo rispetto.

Giusto come nota di colore, il qui presente Mister è nato e cresciuto a Bassano del Grappa, che oltre ad essere famosa per il Ponte Vecchio e per le ceramiche tipiche, è anche la sede della più antica, grande e famosa distilleria di grappa d’Italia, la Distilleria Nardini. Nonché sede dell’altra più grande distilleria d’Italia, la distilleria Poli. Così, tanto per dire. Bassano è l’unica città d’Italia dove le distillerie sono aperte anche a Natale, e se ci vai alle tre di pomeriggio, trovi la coda. Io lo so perchè c’ero.

Inevitabilmente, quando si parla di aperitivo in veneto, la cosa viene giustamente proporzionata. Mentre nel resto del mondo magari c’è l’happy hour, che uno ha gli sconti sulle consumazioni per un’oretta, in veneto ci sono semplicemente due orari per gli aperitivi. Il primo è dalle 12 alle 13:30, e il secondo è dalle 18 alle 20:30. Insomma, c’è l’aperitivo prima di pranzo, e l’aperitivo prima di cena , per un totale di 4 ore di aperitivo in una giornata.

Per rendere l’idea della cosa, basti sapere che lo spritz è nato nel triveneto come alternativa meno alcolica al bicchiere di vino, la classica “ombra”, e si beve da tempi immemorabili. Per i fanatici dell’etimologia, il termine “spritz” viene dal tedesco, e significa “spruzzo”. Lo spritz originale consiste infatti in un bicchiere  con metà acqua frizzante, metà vino bianco, e uno spruzzo di limone. Lo “spritz”, per la precisione. Solo più recentemente, e si parla di una ventina d’anni, sono entrati in uso lo spritz “macchiato Aperol” e lo spritz “macchiato campari”. Chiaramente, l’Aperol lo producono a Padova.

I signori della Aperol, la ditta Barbieri, per la precisione, hanno fiutato l’affare, si sono appropriati del nome “spritz” e hanno cominciato a commercializzare una bevanda ignobile, dolcissima e sostanzialmente imbevibile, chiamandola “aperol spritz”. La cosa drammatica, è che la gente la compra pure, perchè a quanto pare fuori dal veneto è diventata una bevanda di moda. Tanto che lo vendono come un cocktail, dai €4 in su, quando in veneto costa sempre €2. Perchè nessun veneto pagherebbe mai più di 2 euri per una cosa che dentro ha l’acqua.  Sarebbe immorale.

Quindi, a tutti i fanatici delle apericene, e a tutti i bevitori di spritz dell’ultim’ora, mi sento di dire solo una cosa. Noi bevevamo lo spritz prima di voi, e continueremo a berlo anche dopo che smetterà di essere una cosa trendy. Perchè ad un veneto gli puoi togliere tutto, ma non il piacere di bere con gli amici. Quindi continuate pure a sentirvi alla moda, non gliene frega niente a nessuno.

Tanto lo spritz, ce lo siamo inventato noi.

 
 
 

La piaga delle apericene

Post n°277 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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L’aperitivo è l’usanza di ritrovarsi al bar con gli amici, per un brindisi prima di pranzo o di cena. Quel momento in cui la gente si ritrova al bar, e fa quello che è opportuno fare durante un aperitivo: beve l’aperitivo. Mangari anche due o tre aperitivi, se è per quello. Dopodichè se ne torna a casa, e va a mangiare. Da qualche anno a questa parte, invece, si sta diffondendo l'orribile piaga delle apericene.

Per quanto mi riguarda, le ho scoperte girando per l’Italia, ed è stato un trauma. Per i fortunati che ancora ignorassero l’esistenza di questa piaga sociale, il fenomeno si può spiegare in un modo molto semplice. Invece di andare al bar e prendere un aperitivo che costa 2€, accompagnato da un’oliva e una ciotola di patatine, si pagano 5€, e si può prendere quello che si vuole da un buffet pieno di merdate micidiali, tipo crocchette, pizza stantia e torte salate. Quindi invece di andare a bere, si va a mangiare. E io, questa cosa, non la reggo.

Intanto, quando vai a queste benedette apericene, tutte le consumazioni stanno almeno a 5 euro, quindi se uno ha sete, poi gli tocca pagare 5€ per prendersi anche solo un bicchier d’acqua. Tipo che se vuoi berti 2 spritz con gli amici, senza mangiare niente perchè poi vai a cena, invece di pagare 4 euro ne paghi 10. In pratica vuol dire che non puoi andare al bar con gli amici dalle 18 alle 21, perchè altrimenti tocca fare il prestito in banca.

Poi, il concetto stesso dell’aperitivo è di andare da qualche parte, bere a stomaco vuoto, sciogliere le inibizioni sociali e sparare quattro vaccate in allegria. L’aperitivo è una preparazione a qualcosa, oppure un momento di rilassamento fra la fine della giornata lavorativa e il rientro alla normalità di casa. Un’ora della giornata in cui stai fra gente mezza ubriaca che ride e parla a voce alta, in piedi col bicchiere in mano. Non una  stramaledetta cena al bar, dove te ne stai seduto ad un tavolo minuscolo, con un piattino di plastica pieno di schifezze, a ingozzarti perchè hai pagato 5 euro.

Infine, l’aperitivo è, e dovrebbe essere, una cosa assolutamente trasversale. Vai al bar, e ci trovi dal padre di famiglia allo studente universitario, gente che si è ritagliata un’oretta per svagarsi, prima di rientrare a casa o andare a fare la serata da qualche parte. Invece, queste cacchio di apericene sono appannaggio esclusivo di single modaioli e donne super impegnate, che invece di andare a casa e prepararsi da mangiare, preferiscono l’alternativa fashion che fa tanto trendy.

Ora, in qualità di single, e cioè il target medio delle apericene, io dovrei anche starmene zitto e salutarne l’invenzione come una gran cosa. Il giorno che non voglio farmi da mangiare, via di apericena, e magari rimorchio pure. Ma al di là del fatto che rimorchio meglio con un bicchiere in mano, invece che con un piattino di schifezze, e che a mangiare quella roba, mi verrebbe un’acidità di stomaco da stroncare un coccodrillo, il punto è un altro. Decisamente, non sopporterei di essere circondato da stronzetti infighettati che fanno “vita sociale”. Gente che utilizza questo sistema per tenere il piede in due staffe.

Insomma, quando non vuoi bere con una persona, non vuoi andarci a cena assieme e non vuoi  passarci la serata, ma vuoi soltanto stare un po’ in giro a farti vedere, seriamente devi domandarti cosa c’è che non va nella tua vita. Nella tua, e nella vita delle persone che ti stanno intorno. Perchè se vuoi passare del tempo con qualcuno, allora gli dedichi la serata, e se non vuoi, ci fai l’aperitivo prima di cena. Ci stai un po’ in compagnia e poi ognuno per i fatti suoi.

Ma la mezza misura “alla moda”, dove non mangi, non bevi e non ti diverti, ma sei convinto di aver fatto tutto, e soprattutto “vita sociale”, proprio non la reggo. Se vuoi fare vita sociale, inviti la gente a casa e gli offri la cena. Non te ne stai due orette nel localino fashion perchè “è una soluzione così comoda…”. Essere circondato da trentenni modaioli che non hanno né una famiglia, né dei compagni di bevute, il cui unico interesse è farsi vedere in giro e stare fuori, proprio non mi piace.

Perchè va bene single, ma stronzetti trendy, decisamente no.

 
 
 

I segreti orientali per rendere un uomo felice

Post n°276 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
Foto di Mr.Nice.Guy

Una celebre massima americana dice che la moglie ideale deve essere cameriera in salotto, cuoca in cucina e zoccola a letto. E per carità sfido qualunque uomo del pianeta a dire che non è d’accordo, ma tipo all’istante. È una cosa di un certo maschilismo, ma oh, non dispiacerebbe a nessuno. Eppure, si può andare molto oltre. Le donne tailandesi, ad esempio, hanno enunciato i segreti per far felice un uomo. Una cosa che va oltre la mia stessa immaginazione.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in questo articolo, in cui vengono riportati i segreti delle donne tailandesi per rendere felice un marito, assicurarsi una vita di coppia soddisfacente ed una famiglia armoniosa. Segreti che possono compiere il miracolo di rendere disoccupati tutti i consulenti matrimoniali del pianeta. Per tutti quelli che non hanno voglia di leggere l’articolo, e per le persone che magari con l’inglese sono un po’ arrugginite, riporto qui di seguito una traduzione abbastanza spiccia dei primi 5 segreti, tanto per rendere l’idea.

 

  1. Il tuo uomo è il re. Ricordati che il tuo uomo/tuo marito viene prima di tutto, prima di te, della tua famiglia, dei tuoi interessi e persino dei tuoi figli.
  2. Alzati presto. Alzati prima che si alzi il tuo uomo. Assicurati di preparargli una colazione sana, così che abbia un buon inizio di giornata. Anche se devi uscire prima di lui, assicurati che abbia una bella colazione che lo aspetta quando entra in cucina alla mattina.
  3. Non brontolare. Mai e poi mai. Se dopo il lavoro vuole fermarsi a bere una qualcosa con I suoi amici, sono affari suoi. Se si dimentica di portare fuori la spazzatura, fallo tu.
  4. Fatti trovare a casa. Assicurati di essere sempre a casa quando ritorna da una dura giornata in ufficio. Anche se lavori, assicurati di tornare a casa dal tuo uomo/tuo marito il prima possibile.
  5. Sorridi. Accogli sempre il tuo uomo con un sorriso sul viso, e se puoi, con una bevanda fresca in mano.

 

Ora, dopo aver letto tutto l’articolo, mi sono trovato a riflettere attentamente sulla questione.  Perchè a leggere una cosa del genere, due domande te le fai per forza. Voglio dire, per quanto dei suggerimenti del genere possano sembrare assurdi ad una prima lettura, a guardar bene non è nemmeno che siano delle cose fuori dalla grazia di Dio. Così, mi sono reso conto di alcune cose. La prima è che il maschilismo di cui vengo regolarmente accusato, alla fine è proprio all’acqua di rose. La seconda, è che per far felice un uomo, bastano veramente quattro vaccate. La terza, è che i grandi classici non tramontano mai.

In merito alla prima considerazione, molto spesso mi dicono che sono un maschilista, e per carità, magari è anche vero. Inutile che mi nascondo dietro a qualche sottigliezza, senza dubbio la mia idea di una relazione di coppia è distante anni luce dalle situazioni attuali, fatte di tradimenti, divorzi e persone che pensano prima a se stesse, e poi alla famiglia. Tuttavia, c’è un limite persino ai nei miei deliri più estremi. E le orientali, quanto a maschilismo, mi stracciano decisamente.

La seconda, è che quattro scemenze come la colazione al mattino, la cena la sera, e un sorriso della tua compagna che ti aspetta a casa la sera, quando torni dal lavoro, possono veramente rendere un uomo felice. Perchè possiamo metterci a discutere di affinità, interessi in comune, visioni della vita e senso profondo dell’esistenza, ma io ho sempre sostenuto che sono le piccole cose che rendono veramente felici. Che ci sono i grandi sogni, i grandi progetti e le grandi mete, ma alla fine la vita è fatta delle cose di tutti i giorni, e se ce le hai, se hai accanto qualcuno che ti dedica delle piccole attenzioni quotidiane, è tutto più bello.

Infine, non c’è veramente niente di nuovo sotto al sole. Per carità, tra i segreti orientali ci sono anche “obbedisci”, “pulisci casa”, “chiedi in anticipo” e “lasciagli il telecomando”, che per quanto non mi dispiacerebbe per niente trovare una donna del genere, mi sembra anche un po’ eccessivo da chiedere. Però se uno ci pensa, le orientali vanno a recuperare quello che le mamme e le nonne hanno sempre fatto per i nonni e i padri. Poi magari gli frantumavano le scatole in altri modi, ma padri e nonni non si sono mai lamentati, perchè a casa trovavano le piccole cose che li rendevano felici.

Del resto, mio nonno materno diceva “il padrone di casa sono io, ma chi comanda è mia moglie”. E mio nonno paterno, siciliano, andava oltre, e più di qualche volta gli ho sentito dire “In famiglia l’uomo è la testa, e la donna il collo”. E mica se ne lamentavano, anzi, ci ridevano e la trovavano una cosa giusta. Le uniche volte che li ho sentiti brontolare, casomai, è stato quando non hanno trovato pronta la cena. Infatti mia nonna materna diceva sempre che “la strada per il cuore di un uomo, passa attraverso il suo stomaco”.

Che uno dice, le cose veramente importanti.

 

 
 
 

CHI È IL MISTER

Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".

Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.

 

 

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Inviato da venus.veronensis il 30/10/08 @ 12:39 via WEB
Scendi tra noi umani qualche volta.

Inviato da marematite il 21/10/08 @ 10:45 via WEB
ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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