Creato da Mr.Nice.Guy il 07/07/2008

Mr Nice Guy

Trovati un bravo ragazzo!

Messaggi di Febbraio 2014

Il rilevatore di donne sposate

Post n°296 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Sono una persona possessiva, per cui l’ultima cosa che mi va è di dividere la donna con qualcuno. La prima cosa che guardo in una donna attraente quindi, è se porta l’anello sull’anulare della mano sinistra. Se c’è, io giro direttamente al largo. Purtroppo, per qualche misteriosa ragione, molte donne hanno cominciato a portare l’anello al dito anche se sono libere come l’aria. E questa, è una gran seccatura.

Per quelli come me che credono nella fedeltà e nel matrimonio, l’anello sull’anulare sinistro è il segno di divieto più assolutamente inviolabile che esista. Tipo un cartellone lampeggiante con le lettere al neon, che strilla “Proprietà privata – divieto di accesso”. Perchè un biberon, un ciuccio, una foto coi bambini o addirittura la foto con un uomo possono essere tante cose, da figli di un divorzio a fratello, nipote o cognato. Un anello al dito, per come l’ho sempre pensata io, vuol dire solo una cosa: donna già impegnata.

Tuttavia, la deplorevole tendenza di molte a mettere l’anello al dito anche se sono perfettamente single, mi ha costretto ad affinare le mie abilità deduttive nel tentativo di separare le rimorchiabili dalle intoccabili. Ho cominciato a notare tutta una serie di indizi rivelatori, che nemmeno un incrocio fra la Signora in Giallo e Montalbano. Eh sì, perchè non sta mica scritto da nessuna parte che una donna impegnata, poi non si fa rimorchiare lo stesso. In pratica, ho sviluppato il rilevatore di donne sposate.

Tanto per dirne un paio, al supermercato basta guardare il carrello. Se nel carrello almeno un terzo della spesa è costituita da insalata, mozzarella, cracker e cereali, si può intuire che quella è ragionevolmente una spesa da single. Nei luoghi pubblici, invece, l’indizio rilevatore è l’uso del cellulare. Quando una donna scrive a due pollici che nemmeno i ragazzini col gameboy, allora appartiene alla categorie delle superimpegnate, ed è alle prese con millemila amici su facebook e whatsapp, mentre  si barcamena fra un impegno e l’altro. In quel caso, allora è single o in una storiella senza futuro. Come il 99% delle donne superimpegnate, del resto.

La grande difficoltà, invece, l’ho trovata nei locali pubblici. Lì, non c’è stato verso. Un gruppo di donne sedute intorno al tavolo, con o senza uomini d’accompagnamento, può essere benissimo formato da amiche intente a consumare un’odiosissima apericena. Senza contare che in veneto l’aperitivo è quasi una religione, per cui non c’è assolutamente niente di strano nel fatto che delle amiche si ritrovino prima di cena per farsi uno spritz o un prosecchino. Già se l’aperitivo si allunga fino alle 20 comincia ad essere un segnale di singletudine, ma prima di quell’ora, può essere di tutto.

Tuttavia, alla fine mi sono reso conto che tutti questi forzi sono perfettamente inutili. Le donne lo sanno, o per lo meno ad una certa età lo dovrebbero sapere, che gli uomini controllano per prima cosa la presenza di una fede o di un anello di fidanzamento. Se una donna single decide di occupare con un anello l’unico dito che proprio non dovrebbe, allora lo fa con la consapevolezza di attirare automaticamente tutti i soggetti peggiori. Eh sì, perchè se un uomo per bene non andrebbe mai con una donna impegnata, lo stesso non si può dire di tanti altri discutibili figuri.

Per carità, come dico sempre, sono in molti a non condividere le mie posizioni sul diritto e sul possesso, per cui il divieto sulla proprietà altrui e l’obbligo di fedeltà non vengono visti da tutti allo stesso modo. Senza contare inoltre, che ci sono innumerevoli vantaggi nell’andare con la moglie di un altro. Non per ultimo, il fatto che tu ti becchi il sesso e i finesettimana alle terme, mentre tutti i “non sai cosa mi è successo oggi” di ritorno dal lavoro se li sciroppa un altro povero disgraziato. In ogni caso comunque, nessun uomo per bene andrebbe mai con una donna impegnata, soltanto per il gusto di darle una ripassata. E questo, porta inevitabilmente ad una conclusione molto semplice.

Se tutti gli uomini che non andrebbero mai con una donna sposata le staranno alla larga alla vista dell’anello, quelli che rimangono sono le persone che non si fanno fermare dalla presenza di un matrimonio. In pratica, quando una donna libera si mette l’anello al dito, sa che gli unici che si faranno avanti sono quelli a cui non gliene frega assolutamente un tubo di far cornuto un povero disgraziato. Che poi il tizio non c’è, ma loro mica lo possono sapere, e tanto si fanno avanti lo stesso.

Quindi alla fine, se una donna sa di allontanare le brave persone per attirarsi solo il peggio, non vale nemmeno la pena che io mi prenda il disturbo di andare a capire se è impegnata o meno. E possono venire a raccontarmi tutto quello che vogliono, a partire dal fatto che quello è l’unico dito su cui entra quell’anello con un valore affettivo così grande, per finire con la storia che un anello all’anulare sinistro non significa niente. Per quanto mi riguarda, possono andarlo a raccontare a qualcun altro. Se vedo un anello all’anulare, io me ne rimango tranquillamente alla larga.

Alla fine, mica ci rimetto io.

 
 
 

Un inutile spreco di combustibile fossile

Post n°295 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Dopo tutti questi anni di blog, mi sono accorto di essere particolarmente monotono. Non tanto negli argomenti di cui parlo, che comunque, gira e rigira, parlo solo di sesso, donne, relazioni ed occasionalmente di lavoro. Perchè alla fine, quella è la mia vita, e non è che ci posso fare più di tanto. Più che altro, nella gestione del blog. Il punto è che mi sono dato delle regole, e cerco sempre di rispettarle.

Cinque post a settimana modello mattone, fra 7 ed 11 paragrafi, dal lunedì al venerdì trasferte permettendo, pausa di sabato e di domenica, mai scrivere in presa diretta, e almeno 24 ore di giacenza nelle bozze prima di pubblicare. Queste sono “le regole” che mi sono sempre dato per gestire il blog. Non tanto per una questione di stile, contenuti o disciplina, quanto perchè in questo modo sono io a gestire il blog, e non lui a gestire me.

Un’altra regola che mi sono dato, è che il giorno in cui mi trovo senza una bozza da revisionare o niente di scritto da pubblicare, di solito mi prendo una pausa che dura da qualche settimana a qualche mese. Una volta è durata addirittura un paio d’anni. Quando sento di nuovo la spinta a scrivere, ricomincio esattamente come prima. In questo modo, non mi viene l’ansia da pagina bianca e da post del giorno, che a quanto pare è il motivo per cui la gente molla i blog definitivamente. Io invece, fra pause e cambi di piattaforma, aggiorno un blog da quasi 8 anni.

Su altre cose, invece, sono semplicemente trascurato. Ad esempio, c’è sempre la solita veste grafica. La prima di questo blog l’ho scelta nel 2008, l’ho cambiata solo una volta nel 2013, e al massimo una volta l’anno aggiorno i box sulla sinistra. E il motivo, è che mettermi a trappolare per cambiare l’aspetto del blog mi sembra uno spreco di tempo e risorse. Ci ho perso del tempo solo una volta, nel 2006, e mi sono accorto che mi ero concentrato di più sulla grafica che sui contenuti. Imperdonabile.

Ora, io lo so che l’interfaccia del blog è tipo il salotto di casa, che uno dovrebbe tenerlo in ordine per quando gli arrivano gli ospiti, però la verità è che se devo perdere tempo in qualcosa, preferisco farlo nei contenuti. Insomma, nel momento in cui tutto è ragionevolmente pulito, non ci sono i calzini sul divano, c’è la televisione e l’aria non sa di chiuso, anche per il salotto di casa mia non è che mi metta a fare gli affreschi sulle pareti. Al massimo metto su due quadri e giù due tappeti.

Senza contare inoltre che non faccio nemmeno tutte quelle cose che fanno i blogger un po’ più fissati di me, tipo le classifiche di net parade, i cross post fra facebook, twitter, il blog e i newsfeed, che pare una pagina di codice in C++ soltanto a leggere gli hashtag. Del resto, io mica sono un blogger “famoso”, al massimo sono un veterano, e se non diventi fissato con la popolarità nei primi mesi che scrivi, poi non te ne frega più niente. Per quanto mi riguarda so che ci sono qualche centinaio di anime pie che di tanto in tanto passano di qui a leggere le mie cavolate, e certe volte mi pare decisamente una cosa immeritata.

Tuttavia, ogni tanto  mi verrebbe anche la voglia di pubblicare qualcosa di perfettamente inutile, lungo soltanto un paragrafo o anche meno, che non c’entra assolutamente niente con le cose di cui parlo generalmente. Qualcosa stile facebook, ma che non mi azzarderei mai a pubblicare in un posto dove mi leggono amici e parenti, ma anche colleghi di lavoro e persone con le quali il concetto di amicizia è abbastanza stiracchiato. Qualcosa che va contro le mie stesse regole, e che io per primo giudico un inutile spreco di tempo e risorse.

Per questo motivo, dopo tanti anni di onorata carriera come blogger, inserisco una nuova regola. Se mi va di pubblicare qualcosa di inutile, qualcosa per la quale la stessa corrente che utilizzo per scrivere è un’inutile spreco di energia derivante da combustibili fossili e fonti non rinnovabili, allora la pubblico di sabato o di domenica. Chiaramente, se ho tempo e voglia, e solo se mi ricordo. E visto che sono metodico, ci vuole pure un nuovo tag. Che con queste premesse, mi sembra pure scontato.

Spreco di combustibile fossile.

 
 
 

Trucco e parrucco (reprise)

Post n°294 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Giusto per rafforzare la mia immagine di maschilista impunito ed impenitente, voglio ribadire un concetto molto semplice. Per quanto mi riguarda una donna può avere tutte le curve che vuole, ed io sarò felice, ma se c’è una cosa che proprio non riesco a guardare, sono quelle che non si truccano e portano i capelli cortissimi. Magari tirando fuori la storia della praticità. Proprio non ce la faccio. Siamo quasi al livello di leggings e ballerine.

Qualche giorno fa sono andato a trovare la mia amica Chimica, e come al solito sono inorridito di fronte al suo taglio di capelli. Ora, Madre Natura è stata incredibilmente generosa con la mia amica per quanto riguarda il balcone di casa, ma le è decisamente scappata la mano sullo spessore dei muri e sul retro dell’edificio, senza contare che è andata notevolmente al risparmio per quanto riguarda l’altezza della struttura. Il risultato è che la mia amica assomiglia un po’ ad una provoletta. Il punto però è che di viso sarebbe pure guardabile, se non si ostinasse a rifiutare ogni tipo di trucco e a portare un taglio di capelli che sembra corto persino in confronto col mio. Che mi pettino col rasoio.

Per l’amor del cielo, capisco che se una donna ha la testa sulle spalle senza l’inutile prolungamento del collo, a portare i capelli lunghi pare che abbia il mento che fa contatto con l’ombelico. In quei casi, un taglio corto è assolutamente d’obbligo. Quello, e degli orecchini piccoli. Tuttavia, da un taglio corto che magari arriva un po’ al di sotto delle orecchie, ad un taglio praticamente rapato, di differenza ce ne corre eccome.

Certo, qualcuno potrebbe dire che quando una donna è bella, è bella in ogni caso. E per carità, è vero. Se prendi una donna che l’ha disegnata il Padreterno ad immagine della perfezione, con le proporzioni di una statua, l’eleganza di una sirena e la carica erotica di una pornostar, coi capelli lunghi, corti o rapati sarà perfetta sempre e comunque. Ma del tipo che se le dai uno straccio per la polvere da mettersi in testa, capace pure che le dona. E che lo straccio per la polvere sembra anche interessante. Tipo che una volta ho visto una Lamborghini di un arancione terrificante, e ho pensato che tutto sommato era pure un bel colore. Tuttavia, per i comuni mortali, non funziona così.

Il punto è che il viso ed i capelli di una donna sono l’immagine diretta della sua femminilità. Se tette e culo, con scollature, tacchi e minigonne rappresentano il lato erotico, il viso ed i capelli rappresentano il lato  femminile. Per questo motivo non c’è assolutamente ragione che vengano trattati nello stesso modo in cui li trattano gli uomini. Così come non riesco a capire le donne che rifiutano di utilizzare anche il minimo make up, ugualmente non riesco a capire quelle che si ostinano a sfoggiare un taglio prettamente maschile. Magari tirando fuori la spiegazione della praticità.

Ammettiamolo, essere donna non è pratico per niente. Anzi, essere donna è l’immagine di tutto ciò che è scomodo e assolutamente poco pratico. Voglio dire, depilazione e ciclo a parte, se fossi una donna mi verrebbero le smanie anche soltanto al pensiero di tacchi e reggiseno. Eppure, c’è qualcosa nel cervello maschile che reagisce automaticamente a tutta una serie di segnali di femminilità, per cui non sfruttare questa cosa è assolutamente ingenuo.  Rifiutarla per principio, è semplicemente stupido.

Ma le peggiori, sono le paladine del fronte di liberazione della donna contro l’oppressione maschile. Quelle convinte che il parrucchiere sia un’invenzione del maschio dominatore, deciso a schiavizzare il genere femminile a forza di permanente e bigodini. Quelle che un uomo dovrebbe apprezzare una donna al naturale, senza trucchi o artifici. Le femministe suprematiste, convinte che un uomo che si fa ingannare da queste cose, non apprezzerà mai veramente la Donna che gli sta di fronte.

Beh, lasciate che io getti un po’ di luce sulla questione. Intanto le donne si truccano e si acconciano i capelli dai tempi in cui eravamo ancora un matriarcato, o per lo meno cacciatori raccoglitori, e cioè da almeno 100'000 anni. E nessuno se ne è mai lamentato, soprattutto le donne, visto che questa cosa l’hanno inventata loro. Poi, un uomo che apprezza una donna anche senza trucco, vestita a sacco, coi capelli rapati e 3 centimetri di pelo sulle gambe, non è certo uno che è più interessato alla persona che all’aspetto fisico. Non è che è affascinato dalla Donna che gli sta di fronte.

È di bocca buona.

 
 
 

Il complesso di Peter Pan

Post n°293 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Tutti a parlare male dei bamboccioni, le donne si lamentano di continuo degli uomini che non si vogliono impegnare, e ad intervalli regolari salta fuori la storia della sindrome di Peter Pan. Eppure, mai un’anima sulla terra che spenda due parole per quei poveretti che vorrebbero crescere per davvero, eppure non ce la fanno proprio. Perchè se ci provi, e tanto ti accorgi che continui a fare le stesse cose che facevi da ragazzo, alla fine te ne fai un complesso. Il complesso di Peter Pan.

Sabato sera ho fatto una grigliatona con gli amici stile irlandese, e domenica mi stavo coccolando un doposbronza di proporzioni ragguardevoli. Così, ho riflettuto su alcune cose. Tanto per dirne una, a quanto pare il mio modo di gestirmi i finesettimana non è cambiato un granchè, negli ultimi 20 anni. E come cosa, lasciatemelo dire, un po’ pesa. Non ho più il fisico.

Poi, a quanto pare la gente ha la crisi dei 40 anni perchè si sente vecchia, ma se a me verrà la crisi dei 40 anni, sarà perchè a quanto pare sono bloccato nei comportamenti della gioventù. Non importa quanto mi ci possa impegnare, alla fine della fiera mi ritrovo sempre con gli amici single, a fare le cose da single, oppure con l’ennesima nuova fidanzata. Ormai, cambiano solo di nome.

Ora, anche se all’anagrafe ho ancora 36 anni, io quest’anno ne faccio 37. Insomma, i 40 anni li vedo proprio da vicino, mica scherzi. D’accordo che ho casa, ho una professione, ho aperto un’attività privata e faccio tutto quello che ci si aspetterebbe da una persona matura e responsabile, però al di fuori della mia vita lavorativa, faccio esattamente le stesse cose che facevo da ragazzo. Anzi, se ci mettiamo che ho pure una taverna tutta mia sempre a disposizione, casomai sono peggiorato. O forse sono solo i postumi ad essere peggiorati, mica dico di no. Comunque, il punto è un altro.

Ad un certo punto mi sono messo a pensare a quelli che gli viene la crisi di mezza età, e mi sono accorto che io non sono di certo una di quelle persone che a 40 o 50 anni andrà con la ventenne, magari  comprandosi la macchina sportiva per sentirsi giovane e fuggire da moglie, figli e pannolini. Intanto perchè con la ventenne ci potrei andare già adesso, e idem per la macchina sportiva. Senza contare che la cabrio me la volevo comprare due anni fa, ma già la mia Delta è micidiale per la schiena, quindi con 4 ore di viaggio su un’Audi TT tanto vale che mi sparo, altro che pilates o centri massaggio cinesi. Infine, non ho moglie e figli da cui fuggire.

Che poi, la gente che mi sta intorno è nelle mie stesse condizioni. Per quanto riguarda i miei amici, di sposati ne conosco 2, ma uno è stato cacciato fuori di casa dalla moglie. Tutti gli altri, sono single o fidanzati, ma nessuno con progetti di matrimonio o convivenza “finchè morte non vi separi”. Le mie amiche super impegnate, chiaramente sono single o passano da un uomo all’altro. Per quanto riguarda invece i figli delle coppie amiche dei miei genitori, che siamo tutti quanti fra i 35 e i 40 anni, i maschi sono tutti single, e le femmine sono tutte sposate ad uomini che hanno almeno 10 anni più di loro, ma regolarmente over 40. Che uno, ad un certo punto si fa pure due domande.

A voler dare una spiegazione, quella più classica è la solita storia degli uomini che sono immaturi, inaffidabili e che fuggono dai legami, ecco quindi che le ragazze si sposano uomini over 40. La spiegazione alla “sindrome di Peter Pan”, insomma. Del resto, è un po’ la filastrocca con cui hanno cresciuto quelli della mia generazione, per cui ad uno gli viene pure da pensarci. Eppure, le storie che ci raccontiamo fra uomini sono ben diverse.

Anni di convivenze, fidanzate che da angeli diventano arpie, ed ad intervalli regolari il rientro nel mondo dei single. Così, fra un fidanzamento e l’altro, d’improvviso ti ritrovi a 40 anni che vivi ancora come uno scapolo. Sinceramente, con i 40 anni in vista e nessun progetto per il futuro di coppia, la cosa comincia a sembrarmi preoccupante. Non è che non mi piaccia la mia vita, ma continuo a pensare che nella lista di cose che giudico importanti, la famiglia sta decisamente parecchio in alto in classifica. Se le cose vanno avanti così, la vedo particolarmente dura.

Ecco quindi come nasce, cresce e si sviluppa il “complesso di Peter Pan”. Quello degli uomini che non riescono ad entrare del tutto nella vita adulta. Passi tutta la vita da una relazione all’altra, e poi ti accorgi che non sei arrivato da nessuna parte. Perchè non è che le tacche alla cintura poi ti aspettano la sera a casa per mangiare la cenetta assieme. Quindi se uno alla famiglia ci tiene, se magari ne vorrebbe addirittura una in stile “mulino bianco”, è capace pure che gli vengono le paranoie. Del tipo “rimarrò uno scapolo con la macchina sportiva che passa da una ventenne all’altra per tutta la vita”. Che detta così sembra divertente, ma poi perde decisamente di attrattiva.

Così sono arrivato ad una mia personale teoria, che tra l’altro spiegherebbe la faccenda delle donne che si sposano con gli over 40. Come le donne a 30 anni vengono prese dalla smania del matrimonio, che si sposerebbero il primo che passa, la stessa cosa capita agli uomini single dopo i 40. Vengono presi dalla paura di non riuscire a liberarsi dei comportamenti da eterni ragazzi, abbassano decisamente gli standard, aumentano il livello di sopportazione alle stelle, e poi si sposano la prima che gli arriva a tiro. Insomma, si accasano.

Di solito, con una trentenne.

 

 
 
 

Le occasioni e le opportunità

Post n°292 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Molte persone dicono che la cosa più importante nella vita, è saper cogliere le occasioni quando si presentano. Per quanto mi riguarda, sono d’accordo. Tuttavia, è solo una parte della questione, perchè raramente le occasioni cadono dal cielo. Ecco perchè preferisco pensare non tanto alle occasioni, quanto alle opportunità. Le possibilità di fare piccoli cambiamenti. Il punto però è che le opportunità vanno create, vanno cercate, ma soprattutto, vanno riconosciute.

Tutti arrivano a capire che se ti offrono un contratto da migliaia di euro al mese o la possibilità di trasferirti dall’altra parte del mondo in un paradiso tropicale, fai assolutamente bene a farci un pensiero. Eppure, una cosa del genere non succede quasi mai. Così come raramente avvengono quegli eventi straordinari in cui l’unica fatica che devi fare è pensarci su un pochino, e poi decidere in che modo cambiare la tua vita. La maggior parte delle volte, la vita continua sullo stesso binario, a meno che non si riesca a sfruttare qualche evento per cambiarne il corso.

Per questo motivo, a me piace pensare alle opportunità. Quelle possibilità che appaiono di tanto in tanto per dare una piccola sterzata alla propria vita, alla propria professione, a qualche altro aspetto della nostra quotidianità. Le cose non devono essere necessariamente cambiate in grande, e non c’è la per forza bisogno di fare le Grandi Svolte, per cambiare l’esistenza. Certe volte, basta una piccola deviazione dalla rotta, e si finisce completamente da un’altra parte. Il problema però, è che le opportunità tendono ad essere particolarmente elusive.

Se l’occasione di solito ha un aspetto grande e grosso e si riconosce al volo, le opportunità hanno generalmente un aspetto particolarmente dimesso. Sono la piccola goccia che dà il via all’alluvione, il sassolino che inizia la valanga. Tante volte sono semplici gocce di pioggia o sassolini vaganti, e solo in alcuni rari casi sono in grado di scatenare qualcosa di grosso. Tuttavia, sono e sembrano sempre qualcosa di minuscolo ed inoffensivo, e la cosa veramente difficile è saperle riconoscere. Ma soprattutto, le opportunità vanno cercate, non ti capitano mai fra i piedi.

Nella mia vita, ho sempre cercato di sfruttare tutte le opportunità che mi si sono presentate, e oggi pomeriggio sarà una di quelle volte in cui cercherò di sfruttarne un’altra. Alle 14 di oggi avrò un colloquio sufficientemente informale con il vicepresidente di un’associazione di categoria, che conosco da tempo e con il quale ho collaborato negli ultimi 10 anni nel vecchio posto di lavoro. Scopo della discussione, vedere se posso diventare un consulente ufficiale dell’associazione, esattamente come il mio ex titolare.

È un’opportunità perchè non c’è niente di sicuro e niente di garantito, e soprattutto perchè se anche diventassi un consulente ufficiale dell’associazione, non è che improvvisamente i clienti comincerebbero a fioccarmi intorno stile bufera di neve. Ragionevolmente non cambierebbe molto, se non la menzione sul sito dell’associazione, e la dicitura “Consulente ufficiale” in fondo alla firma sulla mia mail. Tra l'altro, non saprò nulla fino al 7 marzo. Però è una di quelle piccole svolte che possono fare la differenza.

Se ho quest’opportunità, è perchè me la sono andata a cercare, e l’ho fatto semplicemente chiedendo se potevo partecipare ad un convegno. Una di quelle cose noiose ed assolutamente inutili che fanno gli associati, dove l’unica cosa positiva della giornata è il rinfresco. E la cosa bella, è che nonostante non mi abbiano fatto partecipare al convegno perchè non faccio parte dell’associazione, facendo due chiacchiere col vicepresidente è venuto fuori che stanno cercando di ampliare il numero di consulenti riconosciuti. Così, mi ha chiesto di inviargli il mio curriculum, ed oggi vado a farci due chiacchiere.

Inutile dire che sono abbastanza agitato, nonostante le premesse di cui sopra. Non è detto che mi inseriscano fra i pochissimi consulenti ufficiali, e non è detto che sarà una svolta al lavoro, però ugualmente ho impiegato tutto venerdì per riscrivere il mio curriculum. Non ci mettevo così tanto impegno dai tempi della mia prima ricerca di lavoro. Tutto questo, perchè sono fermamente convinto che certe volte basta semplicemente spostare il timone di pochi gradi, per arrivare in un posto completamente nuovo e diverso. Più bello, si spera.

Incrociamo le dita.

 

 
 
 

CHI è IL MISTER

Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".

Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.

 

 

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Inviato da venus.veronensis il 30/10/08 @ 12:39 via WEB
Scendi tra noi umani qualche volta.

Inviato da marematite il 21/10/08 @ 10:45 via WEB
ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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