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Liberi di 'volare alto'

Post n°611 pubblicato il 16 Settembre 2018 da fedechiara
 

 

 

Ci sembra buffo, per non dire grottesco, l'appello/intimazione del capo dello stato che dice, con un vigore degno di miglior causa : 'Nessuno tocchi la libertà di stampa!' La libertà di stampa é in pericolo?

Perdirindindina! chi poteva immaginarla una tale gigantesca iattura, una tale raffigurazione fantasy da paese degli elfi, da mondo di mezzo e iperuranio. E noi 'populisti', in sempiterno affanno mediatico e da nessuno letti però tanto votati, che pensavamo che i giornaloni, Il Corriere della Repubblica e la Stampa, per dirne due, facessero e scrivessero un po' il c.... che gli pare, totalmente sganciati dal sentire profondo del paese che ci vota e perciò liberi, liberissimi di volare alti sopra le tragedie infinite dei migranti dei mille barconi attraccati sulle nostre coste e dell'assalto quotidiano al muro di Ceuta e ai muri della Macedonia e dell'Ungheria.

Volano così alti, i nostri giornalisti di grido, tre metri sopra al cielo, da permettersi ingiurie e invettive quotidiane rivolte a noi, buzzurri populisti incapaci di spiaccicare e/o condividere i loro pensieri eleganti, fioriti e aerei, incapaci di volteggiare negli empirei luminosi del globalismo che tutti ci affratella (dovrebbe affratellarci, dicono, è vangelo) – ed è perciò poca cosa e giusto prezzo da pagare se dalle nostre periferie urbane, diventate enclaves islamiche nemiche come a Malmoe, come a Moellenbec, partono i 'radicalizzati sul web' di seconda e terza generazione che fanno le stragi di Parigi, Nizza, Berlino e le seguenti.

Sono così liberi e refrattari ad ogni vergognoso assoggettamento (da parte di chi, chi, chi, chiricchichi?), i nostri giornalisti-maestri di pensiero che levano la pelle a frustate e invettive rabbiose di 'fascistaleghistarazzista' – e invocano la censura sul web – contro quelli che definiscono 'gli odiatori', i 'leoni della tastiera', lazzaroni e miserabili illetterati che ritengono il loro buonismo da un tanto al chilo la malattia senile della politica che ha perso il contatto con la realtà dei conflitti quotidiani post migrazioni - e con il popolo che non li legge più, ma li osserva volare alti, eleganti, tre metri sopra il cielo, stormi migranti (pure loro!) verso un futuro non scritto (che fortuna!) bensì combattuto strada per strada e urna per urna ( a maggio!, a maggio!) finché non tornerà a darsi una ragionevolezza, una sensatezza condivisa e che comprenda la qualità della vita che abbiamo perduto da quando il loro astratto vangelo buonista si è fatto intimazione e invettiva.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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