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Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 26/09/2021
Col cuore pesante devo ammettere che c'è un maledetto 'uso politico della giustizia' in questo paese. E' una nebbia umida che grava pesante e permanente - e niente consente di distinguere del vero e del falso che si rappresentano e vengono inutilmente evocati negli avvilenti teatri della giustizia. Perché, a suo tempo, ci avevano fatto convinti, i p.m. e i giudici in aula e i giornalisti di grido, che Berlusconi l'avesse fatta grossa più volte e ripetutamente, a tal punto da dirlo indegno del titolo di onorevole senatore, ma l'hanno vinta i suoi cavalli di Caligola, gli avvocati valenti che, in punta di diritto e di rovescio, hanno rovesciato i primi verdetti e le fragili sentenze - e oggi lo vediamo/ascoltiamo pontificare in video e in voce, seppure con quella voce impastata dall'età e fuori e dentro gli ospedali che gli fan da schermo giudiziario, a recitare le tristi, vuote litanie di una politica che quotidianamente ci indigna, ma che ognora ci propina impunita i suoi veleni e le sue evidenti schifezze - e con il conforto e il viatico costituzionali e istituzionali che consentono il durare oltre il limite del lecito delle male cose parlamentari e i vergognosi inciuci dei volta gabbana di turno. E il caso di quel giudice di Sassari, più realista del re, che dà seguito non petito ad un provvedimento giudiziario spagnolo che imbarazza l'Europa e la stessa Spagna – impegnata a mediare con gli indipendentisti catalani una durevole tregua politica – mostra come il teatro della giustizia italica annoveri parecchi attori sfiatati e in conflitto tra loro che, sul proscenio, azzardano la battute amare di un loro teatro dell'assurdo. E Puigdemont, il giorno dopo, è di nuovo libero e più legittimato che mai a trattare da leader politico le condizioni del suo reintegro e ritorno in patria, osannato e in trionfo. E taccio la vicenda di quel Dell'Utri di cui giornali e telegiornali dissero peste e corna e mediatore politico con la 'mafia', nientemeno, e oggi torna sul palcoscenico giudiziario a rivendicare una sua specchiata onestà – e noi telespettatori, basiti, ci chiediamo dove stia il trucco scenico, il marchingegno che sostiene la complessa trama che un narratore di scarso ingegno ha scritto e rappresentato lungo i vent'anni del nostro scontento. E ci arrovelliamo a dargli un titolo che ben si attagli a questa commedia nostra, questo fescennino italico che intesse malamente il riso e il pianto (greco) nel racconto delle disavventure di un visconte dimezzato che dice di volersi ritirare tra i rami dei suoi alberi con appresso i suoi amati libri da collezione - e ammicca sul proscenio al suo pubblico come un attore consumato e fa capire che l'Italia è il paese dove tutto è davvero possibile, il migliore dei mondi di cui narrava Candido ai tempi suoi. The end e scarsi applausi dalla platea semivuota.
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26 settembre 2015 Ha chiuso di recente la meravigliosa mostra 'Alefbet – L'alfabeto della memoria' di Grisha Bruskin alla Stampalia che mostrava, stupendamente raffigurati, i temi e i personaggi della Gnosi della religione ebraica: tanto ricca e fantasiosa quanto mirabile e avvincente nel fascino che promana dalle storie di ognuno dei suoi personaggi. Non so se Bruskin sia 'credente', ma di certo è stato 'colpito sulla via di Gerusalemme' dalle avvincenti narrazioni della religione dei suoi avi e le ha tradotte con abilità artistica straordinaria. Così è stato per me, nei riguardi della sua religione e di tutte le altre che ho conosciuto e approfondito la conoscenza nel corso di molti viaggi iniziatici: in India e nell'estremo Oriente delle moschee frammiste alle pagode e ai templi induisti e le caverne buddiste. Religione e storia dell'uomo procedono tuttora affiancate: sogno e leggenda l'una dell'altro e tormento di una evoluzione che non riesce ad affrancarsi dal peggio della cultura religiosa fondamentalista e 'unicista' – quella di coloro che pretendono di affermare e interpretare 'l'unico e vero Dio' e il suo Verbo. Verbo detto e scritto nel Libro da un Profeta e/o da un 'figlio di Dio' sceso in terra e partorito da una vergine, nientemeno. Miracolo della Fede. E si fatica a mandare a memoria gli episodi storici in cui si sono affrontati, spade (oggi bombe e mitraglie) alla mano, gli aderenti a questa o quella Fede e dottrina o le sette e gli scismatici e le centinaia di migliaia di morti che hanno lasciato sul terreno. E altri sette/ottocento sono rimasti a terra - donne e bambini compresi - l'altro ieri alla Mecca, schiacciati dall'ondeggiare pauroso della calca dei 'pellegrini' che volevano bersagliare con le pietre un qualche loro demone – dei molti partoriti dall'insana follia delle varie e diverse fedi nel corso dei secoli. E mi chiedo perché siamo una ristrettissima minoranza, noi atei (non devoti) che notiamo e additiamo l'incredibilità e la favolistica dei miti e dei riti persi nella notte dei tempi di tutte le religioni e ne denunciamo l'oppio dei popoli – e il veleno, se lo relazioniamo ai morti in battaglia e alle catastrofi ricorrenti dei pellegrini islamici alla Mecca. E, oggi, importiamo a migliaia, dalle nostre frontiere-colabrodo, il virus di un islam medioevale che è destinato a fare danni e alimentare i conflitti etnico-religiosi a centinaia e migliaia nel cuore di un'Europa che più fragile e indifesa non si può – e si arrabatta con provvedimenti-tampone e sempre in ritardo sui tempi e insufficienti nella titanica impresa di arginare a governare i nuovi barbari. Integrarli, poi, è parola davvero grossa, dati i moltissimi casi di immigrati di seconda e terza generazione coinvolti in predicazioni fondamentaliste che alimentano l'odio e armano le mani degli assassini di 'Charlie Hedbo' e del museo del Bardo. |
Inviato da: aracnoid.999
il 23/11/2023 alle 09:43
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 22/11/2023 alle 09:58
Inviato da: cassetta2
il 06/11/2023 alle 12:49
Inviato da: fedechiara
il 04/11/2023 alle 15:48
Inviato da: camillainblu
il 04/11/2023 alle 09:54