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Messaggi del 20/09/2021

Di votare giusto le amministrative.

Post n°1764 pubblicato il 20 Settembre 2021 da fedechiara
 


Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone
Del pugnare e menar fendenti (elettorali). 19 settembre 2020
Ho fatto un sogno. No, non 'I have a dream', che avete capito?
Di quelli, ormai, non ne abbiamo più perché in settanta e più anni di vita si è dimostrato che i 'dreams' che avevamo erano pura retorica da comizi 'buonisti' d'antan - e al massimo ci resta il ricordo del 'dream team' della Ferrari vincente (che anno era?) o della nazionale di pallavolo femminile.
No, il sogno che ho fatto era un sogno di viaggi. Vari e diversi. Uno con lo zaino in spalla e gente strana che mi accompagnava sulla difficile salita e un secondo, più accosto al risveglio, in cui viaggiavo nell'India delle mie peregrinazioni di trenta e più anni fa al modo dei viaggiatori dell'Ottocento: vestiti ampi e giacche cadenti e bauli di legno intarsiato con portatori e cavalli e muli, ca va sans dire.
E non oso chiedere a un esperto di sogni (ce sono ancora in giro di credibili?) la giusta interpretazione perché, di questi tempi, sognare di viaggiare con tanto di grossi bauli fa scattare l'impulso di toccarsi di sotto – e, al mattino, riecco i menagrami giornalisti iettatori che, in video e in voce, inanellano le cifre dei contagiati, dei ricoverati, dei morti, tutti in salita, maledizione!
Ma di occuparvi di agricoltura biologica, no, eh, che ne abbiamo un gran bisogno - e presto ci sarà il lockdown e torneremo nei supermercati con le cassiere munite di visiera a far scorte di farina e oli.
Però, exultate, iubilate! Domani è il gran giorno: votate, votate, votate. E se voterete a destra in gran numero, come si prevede, e taglierete la pletora degli inutili parlamentari dagli stipendi stellari e nullafacenti per vocazione, forse qualcosa cambierà, forse cadrà lo s-governo della palude miasmatica giallo-rossa e inizierà l'era dell'Acquario.
Alle urne, cittadini! Facciamo suonare le campane a distesa. L'esercito dei giallorossi sarà ricacciato fuori le mura e il Federico imperator pugliese, rinato avvocato azzeccagarbugli politici, se ne tornerà al paese dei trulli e degli ottagoni turriti con le pive nel sacco.
Alla pugna, miei prodi! Impugnate la scheda e menate fendenti!

 
 
 

Il meglio e il peggio (poi venne il greenpass)

Post n°1763 pubblicato il 20 Settembre 2021 da fedechiara
 

Come eravamo e come torneremo ad essere nell'autunno del nostro scontento. 20 aprile 2020
Non è che la detenzione ai domiciliari, causa corona virus, abbia evidenziato 'il meglio e il peggio di noi' – come scriveva quel tale tout court. Il meglio e il peggio l'avevamo dentro da sempre ed è il troppo tempo a disposizione e il girare per casa in pigiama e senza farsi la barba che l'ha reso manifesto oltre il lecito.
Il bene e il male, il meglio e il peggio delle persone sono anfore mitologiche che stanno nelle cantine di ognuno come gli otri pieni di vento regalo di Eolo a Ulisse e ne attingiamo al bisogno. Ma guai a lasciarli scatenare.
'Esser costretti a farsi anche del male per potere, con dolcezza, perdonare.' scriveva un poeta bolognese scomparso anzitempo.
Per dire di quanto siamo strani e complicati, noi esseri umani e poco capaci di ben bilanciare i liquidi arcani delle due anfore che abbiamo a disposizione.
Sempre attingendo alla biblioteca universale di Facebook:
'I cretini sono sempre esistiti, solo che, prima di F/book, ne ignoravamo i nomi e i visi'.
Intendiamoci: ci sono anche i medici valenti, gli studiati, i volonterosi che fanno volontariato, gli eroi promossi sul campo dell'onore – il meglio e il peggio, insomma, di una umanità varia e diversa che, durando la pandemia, ha mostrato la sua difficile composizione e gli equilibri sociali fragili, come vuolsi dimostrare.
E tra il peggio io ci metto i talebani dei d.p.c.m., gli evangelisti del Profeta che, dalla Mecca di palazzo Chigi, ci ha regalato lungo i due mesi del nostro scontento i versetti dalla sharia pandemica – e i suoi scalmanati evangelisti fuori dalle terrazze, a migliaia, intenti a gridare improperi e 'Untori!' agli sconsiderati che se ne uscivano senza mascherina o appaiati. E quegli evangelisti talebani tuttora imperversano ottusi, malgrado sia palese e irresistibile il 'rompete le righe' di intere Regioni e categorie economiche, e ci fracassano gli zebedei già malandati con la loro predicazione furiosa e gli anatemi e i 'Penitenziagite! col capo cosparso di cenere.
Che, se quella loro predicazione fanatica fosse efficace e irreggimentasse i pochi riottosi, costringendoli alla divisa e rigorosamente mascherati, passi.
Vivremmo in un mondo meno libero e conculcati i diritti fondamentali ai fini della riguadagnata salute, ma così non è, non sarà, perché 'grande è la confusione sotto al Cielo', scriveva Mao tse Dong, il grande condottiero cinese.
E concludeva: '...la situazione è, quindi, eccellente'.
Fuor di metafora: possiamo provare a porre in essere i migliori propositi e tutti i 'lockdown' presenti e quelli eventuali futuri e le mascherine che trattengono gli aerosoli incollate sulle facce di ognuno e tutti, ma è sempre con la grande confusione sotto al Cielo che ci misuriamo - e dovremmo farcene una ragione dei nostri limiti e delle incapacità palesi a risolvere i problemi e guarire d'incanto le pandemie.
Questo significa che dobbiamo essere 'pronti alla morte', come cantiamo durante il nostro inno nazionale, dritti in piedi e con gli occhi lucidi. E' così – e se qualcosa ci ha insegnato la lunga detenzione e gli ascolti obbligati delle cifre dei contagi e dei morti e dei dispersi della infodemia televisiva è che: 'A chi la tocca la tocca', come gemeva Tonio nei 'Promessi sposi'.
Perché è la morte il nostro orizzonte mentale, ci ricordava Heidegger, e l'obbedienza in guerra agli ufficiali che guidavano gli assalti fuori dalle trincee maledette ce lo ricorda, ma più perché Il Faust delle vane provette e gli alambicchi fumanti e il tentativo di dare la scalata al Cielo degli uomini-semidei ci ricorda quanto vani siano i nostri sforzi di creare le pietre filosofali.
Penitenziagiamo, fratres.
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