Creato da NeroPioggia1981 il 10/08/2005
Il Blog:finalmente uno spazio in cui poter parlare di sè.Nella vita reale è diventato difficile,tutti vogliono farlo e nessuno ci riesce,tante bocche aperte=poche orecchie attente.Qui si cambiano gli equilibri.Lo spero.

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Confessioni (un racconto)

Post n°21 pubblicato il 03 Settembre 2005 da NeroPioggia1981

E così, ci siamo. La mia ora è giunta. Il male dentro di me è partito dal polmone, e da lì ha metastatizzato in tutto il peritoneo. Questo dicono i medici. Ma sono solo parole adesso. Lo capisco da me che sto lasciando questo mondo, a dire la verità lo avevo già capito da un pezzo. Il mio status di agnostico non mi concede nemmeno di vedere il bicchiere mezzo pieno, di poter dire "almeno ti raggiungo nell'aldilà", ma non fa niente, ti ho amata per 30 anni e mi sono fatto una ragione nell'averti persa.

Si dice che il cancro sia una malattia orribile perchè ti fa morire lentamente, perchè ti fa stare male ogni giorno di più. Ma perchè sarebbe preferibile una morte violenta ed istantanea? Questi lunghi mesi di malattia mi hanno fatto preparare a questo giorno, ora sono sereno, i miei figli non si sono preparati e piangono a dirotto, ma hanno tutta la vita per metabolizzare la perdita.

Già, i miei figli. I miei tre soldatini. Loro si arrabbiano quando li chiamo soldatini, perchè ormai hanno quasi 30 anni, ma dietro quel nomignolo infantile è nascosto il mio desiderio di pensarli sempre miei, anche se poi si sono sposati e se hanno costruito una vita tutta loro. I soldatini. I 3 soldatini. Piangono. Io non dico loro frasi del tipo "siate sereni", forse sono un po' egoista, ma ad essere sincero le loro lacrime per me non sono salate, ma hanno un retrogusto dolce. Le loro lacrime e i loro occhi velati significano che anche loro mi hanno voluto bene in quel modo incondizionato che capita di avere con poche persone nella vita, quell'amore che va oltre le difficoltà e le incomprensioni, sospinto di forza propria. Oggi, questo solo importa per me. Che l'amore che io ho dato loro sia sempre stato ricambiato, che lo sia perlomeno ora, che io muoia circondato dall'affetto.

I tempi dei sorrisi verranno, oggi vi ringrazio per le lacrime.

Se mi guardo indietro, cambierei molte cose della mia vita, ma penso che ciò sia inevitabile. Sono però soddisfatto. Dei successi sul lavoro ho solo un vago ricordo ora, capisco ora chi afferma che nella vita il lavoro non è tutto. Ore e ore dedicate agli esperimenti, al laboratorio, sono anche considerato lo scopritore del vaccino anti-AIDS, non bazzeccole. Ma tutti i successi lavorativi sono solo un corollario ora, ora che capisco che la mia felicità me la avete sempre data tu, amore mio, e i miei tre soldatini.

Tre figli. Tre storie diverse, tre grandi soddisfazioni. Il figlio più grande che fin da piccolo si sentiva come un secondo padre, doveva tenere a bada i fratellini, il figlio che al momento di scegliere l'università è andato a fare giurisprudenza, e non gliene era mai importato nulla di leggi e leggine, ed io pensai allora che avesse scelto qualcosa di completamente diverso dal mio lavoro proprio per distinguersi da me.Ora è felice, ha un lavoro diverso dal mio ma la stessa vita circondata dall'amore della moglie e della loro splendida figlia.

Il secondo figlio, il più fragile, forse proprio per questo il mio figlio prediletto. Tutti mi ripetono che si impantanò con l'eroina a causa delle cattive compagnie. Che non era possibile che fossimo noi la causa della sua dipendenza, noi che eravamo una famiglia modello. Non ho mai creduto a queste rassicurazioni, forse non mi importava più nulla di conoscere le cause, volevo solo che uscisse da quello status di zombie, ricordo che il giorno del suo ventesimo compleanno piansi tutto il giorno, mia moglie mi tirava su ma io volevo solo morire, uscii e mi sbronzai, passai la notte in una viuzza della metropoli a piangere come un bambino. Poi mi ripresi, lo aiutai, anzi lo aiutammo, e dopo immensi travagli lui è uscito dalla tossicodipendenza. il mio prediletto. Forse prediletto perchè la tossicodipendenza lo ha fatto restare fragfile e indifeso, e bisognoso di aiuto come un bambino di 10 anni. Ma sono fiero di lui, perchè nella vita ha dovuto sconfiggere un mostro enorme, e lo ha fatto con grande coraggio e forza d'animo. Ora fa il metronotte, forse si è fidanzato ma non lo dice, è una persona alla ricerca della felicità dopo anni bui, e sono sicuro che la troverà.

Il terzo, infine, che ha seguito le mie orme. E' un ricercatore anche lui. Fin da bambino lo è stato. A 14 anni mi faceva delle domande che io avevo incominciato a pormi a 20 anni, non prima. Darà una grande mano alla scienza, mi ha promesso che studierà il cancro ai polmoni, e dedicherà i suoi eventuali successi alla mia memoria. Io gli ho risposto di terminare prima quello che sta facendo ora, tutti i malati hanno bisogno di una cura, e la scienza non deve cedere al sentimentalismo.

E' ora, gli occhi si chiudono, addio Soldatini, è stata una bella vita la mia, piangete oggi e domani ritrovate il sorriso, è bello sapere che il mio ricordo sarà piacevole in voi...

 
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Un giorno dopo l'altro

Post n°20 pubblicato il 30 Agosto 2005 da NeroPioggia1981

Come cantava il grandissimo Luigi Tenco,

"Un giorno dopo l'altro, la vita se ne va...le strade sempre uguali, le stesse case...la nave ha già lasciato il porto, e dalla riva sembra un punto lontano...qualcuno anche questa sera torna deluso a casa piano piano..."

Luigi vedeva tutto cupo. Almeno in certe canzoni. Almeno in questa canzone. Luigi si è sparato in testa, troppo presto ci ha lasciato uno dei più grandi autori della musica italiana, forse il solo in grado di competere con De Andrè.

Ma i suoi versi restano, fanno riflettere, fanno deprimere, a volte fanno gioire. Come i due versi che vi ho citato, ad esempio, che mi hanno sempre fatto pensare a quale rapporto io abbia con lo scorrere della vita. Della mia vita. La risposta: pessimo. Sono contento della mia vita, a parte certi lati del mio carattere, non ne cambierei una virgola, eppure è costantemente presente in me la sensazione che non sto assoporando la vita appieno, che tra qualche anno sarò pieno di rimpianti per non avere vissuto la mia giovinezza con più spensieratezza, o forse semplcemente di non averla riempita abbastanza di emozioni. Belle o brutte, non importa.

Forse sono pensieri che hanno tutti. Forse è inevitabile trascorrere dei momenti in cui il rimpianto ti riempie il cuore. Dicono che quel momento arrivi tra i 40 e i 50 anni, ma non ti dicono che non per tutti arriva allo stesso modo. Che non da tutti è vissuto bene e con tranquillità. Se ci penso, credo che rientrerò in pieno nella categoria di quelli che non vivranno bene e con serenità certi momenti. Ma forse è troppo presto pen pensarci.

Una cosa alla volta.

 
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Si torna alla vita (?)

Post n°19 pubblicato il 29 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Dunque, oggi si riparte. Si torna in laboratorio. forse si farà qualche esperimento. La voglia c'è, voglio controllare se mi ricordo ancora qualcosa oppure se ho rimosso tutto. Sono comunque fiducioso.

Credo di essere una delle poche persone ad essere contento di tornare a lavorare. Si, stamattina non è che fossi proprio entusiasta, si, ovviamente non fa piacere notare che quando devi rinchiuderti in laboratorio per tutto il giorno spunta il sole.

Ma ci sono i lati positivi. Sono una persona che ha bisogno di lavorare, di fare qualcosa nella giornata, intendo dire qualcosa di impegnativo.  Questo togli tempo ai miei pensieri, che, come avete visto in qualche post precedente, a volte tendono ad andare a ruota libera. E ciò, nel mio caso, non è mai un bene. Mai. Perchè ogni cosa, anche la più positiva, a pensarci bene ha del torbido sotto. E quando penso sono molto bravo a scovare questo torbido.

Procede spedita la lettura di Dalia Nera di J.Ellroy. Oddio, mi aspettavo qualcosa di molto meglio viste le credenziali dell'autre, definito colui che ha inventat il noir e che di questo genere è il maestro insuperato. Invece, ho tra le mani un libro carino, che si lascia legere, ma senza particolarità da ricordare. Forse forse ho preferito Ed Bunker, scrittura atroce come le tematuche, ma scrittura che lascia il segno. E ho preferito di gran lunga D.Peace, che viene definito l'erede di Ellroy ma che a mio parere slo supera ampiamente. Non so. Forse devo aspettare L.A. Confidential, probabilmente il miglior libro di Jimbo, di sicuro il più famoso.

Per ora è tutto, non ho nulla di particolare da racocntare in questa giornata di rientro, dato che questo è semplicemente un momento di attesa. Attesa di un anno durissimo, che mi porterà alla laurea di secondo livello, quindi è l'ultimo anno di studio, e questo mi rende molto contento. Voglio cominciare a lavorare, voglio vivere da solo, voglio provare a stare un paio d'annni all'estero. Tra un anno si vedrà. Ancora un piccolo sforzo.

 

 
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Bronx...the movie

Post n°18 pubblicato il 28 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Ieri sera è stata la volta di Bronx, film di e con Robert de Niro, a casa dell'eccelso Luigi (La citazione e la leccatina sono d'obbligo visto che forse presto passerà da qui). Un film non eccezionale dal punto di vista della regia, infatti è stato l'unico film che De Niro ha diretto. Non eccezionale in quanto ad originalità, dato che film sui ghetti americani ne sono stati sempre fatti, e con risultati anche migliori.

Ma è un film che tocca due tematiche importanti: in primis l'importanza dell'educazione della famiglia da una parte e della strada dall'altra. Il protagonista è figlio di una bravissima persona, che cerca di tenerlo lontano dalla mafia che ha la sua sede nel bar sotto casa. Ci riuscirà solo in parte, ma i suoi insegnamenti rimarranno comunque stampati nel cuore e nella testa del ragazzo per tutta la vita. Egli entrerà in contatto con la malavita, ma si chiamerà sempre fuori da certi eccessi. Molti esempi di quanto conti la situazione familiare e quanto la situazione ambientale ci sono offerti nella vita di tutti i giorni, anche qui in Italia. Personalemente sono convinto che la maggior parte della formazione ricevuta provenga, nel bene e nel male, dalla famiglia. E' essa infatti che ti insegna come relazionarti nel mondo esterna, è essa che agisce nei primissimi stadi della vita, quelli che i biologi considerano più importanti per lo sviluppo e l'apprendimento (le fasi dello sviluppo, ma non mi dilungo...).

Altra tematica del film: gli scontri razziali. Anche in questo caso il tutto può essere trasportato qualche anno più avanti e a qualche migliaio di kilometro di distanza, qui nella nostra penisola. E in qualsiasi parte del mondo purtroppo. Nel film, gli italiani vivono quella fase particolare che segue l'ostracismo nei confronti dell'ignoto: stanno cioè cominciando ad essere accettati dalla società americana, seppur ghettizzati. Subito dunque avviene, per un processo naturale, che il nemico degli americani diventi anche il loro. Ma che da parte loro questo odio sia esacerbato, forse perchè sanno che in passato la stessa sorta era toccata anche a loro, e per ribadire la loro ormai avvenuta integrazione nella società. E così, si verificano scontri razziali con i ne(g)ri.

E arriviamo dunque all'Italia. Dei problemi razziali, o per meglio dire etnici, è evidente che ci siano anche da noi. L'immigrazione. Ora vi spiego come la vedo io. Sono una persona che si fa molte domande, su me stesso, e su tutto il resto. Mi sono chiesto spesso da dove provengano i problemi tra italiani e musulmani o albanesi io quant'altro. La risposta è che vedo molte più giustificazione dalla parte degli immigrati che non da quella degli italiani che li odiano. Mi focalizzo sugli albanesi, che forse sono l'etnia vista peggio dei padani verdognoli. Arrivano in Italia dopo una traversata fatta di stenti inimmaginabili e di miseria, di ritorno ad una coindizione primordiale dell'uomo. Viaggio pagato coi risparmi di una vita. Per arrivare Nella terra promessa, l'Italia, conosciuta grazie alla televisione e sognata per tutta la vita. Poi, finito il viaggio disumano, sbarcano qui, e scoprono lòentamente quello che li attende. Una presenza inaspettata e atroce: l'odio della gente. Si. Odio. Perchè possono mascherarcelo come vogliono, con la difesa dei propri diritti o altre baggianate, ma la sola parola che mi viene in mente quando sento parlare Borghezio o i suoi figliocci nel mio paese, che vai a comprare il pane e al posto di parlare delle mezze stagioni ti fanno delle battute atroci sugli immigrati e a te passa l'appetito, beh, quello è odio. Odio.

All'odio ogni persona risponde per cultura in modo diverso. Qualche anno fa ad essere odiati erano i neri, anche qui da noi. Loro per cultura rispondevano a quest'odio con la non violenza, e questo ha portato, seppur dopo lunghi travagli, ad essere accettati (anche se non integrati nella società)dagli italiani. Gli albanesi rispondono a quest'ondata di odio di proporzioni bibliche in modo diverso: con altro odio. E' giusto colpevolizzarli per questo? Cerchiamo di capire da dove viene quest'odio. In Albania il comunismo è crolalto da una decina d'anni. Il regime comunista albanese è stato uno dei più cruenti e sanguinari di tutti. Poi il crollo, e la società albanese è sprofondata nel caos, dimenticata dall'occidente che forse poteva intervenire allora. E allora il potere è stato preso dalle mafie, e dai delinquenti, che hanno assoldato i giovani che in loro vedevano un modello di famiglia o di società, seppur completamente distorto. Dunque, credo che i givani albanesi che immigrano da noi, proprio per il loro vissuto, sviluppino una tendenza a rispondere all'odio con altro odio.

Hano le loro cause. Quello che non capisco è se noi abbiamo delle cause per odiare in questo modo. Noi che abbiamo tutto, e che non siamo di certo minacciati dagli albanesi. L'odio genera solo altro odio.

Quando finirà questa reazione a catena?

 
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Signori, D.F.Wallace!

Post n°17 pubblicato il 27 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Altra giornata di probabile pioggia. Salta il giro in bici a Varese, forse si farà domani, non vedo l'ora. Chissà se il mio parziale distacco dalle sigarette darà i suoi frutti. Chissà se i 7 Km di corsa al giorno saranno stati un allenamento sufficiente. Time will tell!

Ho finito il libro di D.F.Wallace, Infinite Jest, di cui vi ho già parlato in un precedente messaggio. Un'avventura lunga due mesi, 1400 pagine di argomenti tosti, la dipendenza e l'intrattenimento, e le loro correlazioni. Consigliato, ,a solo se siete dei buoni lettroi. Io stesso, che leggo davvero tanto, ho avuto dei momenti di stanca impressionanti. Ecco a voi un breve estratto del libro, per farvi capire come diavolo scrive Wallace:

"A volte negli ultimi mesi mi sembrava una specie di miracolo nero che qualcuno potesse tenere tanto a un argomento o a un'impresa, e potesse continuare a tenerci tanto per anni. Che potesse dedicarvi tutta la vita. Mi sembrava ammirevole e patetico allo stesso tempo. Forse non vediamo l'ora, tutti, di dedicare la nostra vita a qualcosa. Dio o Satana, politica o grammatica, topologia o filatelia - l'oggetto sembrava puramente incidentale rispetto a questo desiderio di dedicarsi a qualcosa. Ai giochi o agli aghi, o a qualche altra persona. C'era qualcosa di patetico. Una fuga-da sotto forma di tuffarsi-inMa esattamente un fuga da cosa? A che scopo? Ecco perchè qui ci facevano iniziare da piccolissimi: perchè ci dedicassimo completamente a qualcosa prima dell'età in cui spuntano becchi e artigli alle domande perchè e a cosa."

Geniale vero? A mio parere, sì. Ora però un piccolo attimo di rilassatezza con la lettura, dunque prima della Trilogia della città di K. di A.Kristoff mi leggerò Dalia Nera di Jimbo Ellroy. Un noir. La mia vecchia passione. Il mio nickname è esplicativo in tal senso. Poi mi butterò su Pavese, di cui ho letto parecchio, ma vorrei rileggere qualcosa. Poi sarò pronto a tagliarmi le vene :-). E poi...si parte con la letteratura russa. Argh!

 
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Torna il sereno. E torno sereno.

Post n°16 pubblicato il 26 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Si, tutto passa. Si, a volte esageri. Una parte caratterizzante del mio carattere, con cui convivi forzatamente ma che proprio non riesci a sopportare, come una moglie sposata troppo in fretta di cui conosci i lati negativi solo dopo che avete bambini in comune, e allora non ti puoi più separare per amore paterno.

Estremizzare. Hai un carattere che estremizza.

Tutto.

In questo caso, i tuoi stati d'animo. Qualche giorno fa ti sentivi sereno con ter stesso e con il mondo, e poi dopo qualche comportamento glaciale, poco soppesato, da parte di persone che forse non sono in grado di soppesare niente di quello che fanno o dicono, beh, dopo queste piccolezze sprofondi nell'umore nero, cioè grigio, cioè grigio ma tendente al nero.

Hai bisogno di lei.

Di una persona che ti dia stabilità. Di una persona estremamente tranquilla, , che ti cheti se ti senti troppo on, e ti adrenalinizzi se ti senti troppo off. Una ragazza ci sarebbe. Ma la tranquillità a volte fa rima con insensibilità. O forse solo con voglia di stare da soli. Quando torna da San francisco si vedrà cosa fare.

Confesso di avere un po' paura, di lei non mi fido.Al diavolo, sia quel che sia. Ormai mi sono ripreso. Ripreso da che?

Dal nulla. La sensazione peggiore che ci sia.

L'unico modo per far fronte a questa condizione psichica è cercare di riempire questo nulla. Non è difficile. Ma sento che appena riempito con mille attività, con il riprendere vecchi e cari contatti, il nulla torna ad avanzare. E' ciclico. E' insopportabile.

Ora però non c'è nulla di tutto questo. Solo felicità per la vita che ho. Alti e bassi, ma una vita felice. Inutile pensare a ciò che sarà.

Vivi l'oggi, pensa il domani come un'altra esistenza.

 
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E' tornata.

Post n°15 pubblicato il 25 Agosto 2005 da NeroPioggia1981

Cazzo.

Ecco che ritorna. Mi assale. Mi prende al basso ventre. Mi cinge le spalle. Il suo abbraccio è stretto, ma sento che non mi protegge.

Cazzo.

Lei è di nuovo qui. Per me. Per farmi comapgnia. Ma la sua compagnia è indesiderata. La sua compagnia è ciò da cui rifuggo.

Lei. Solitudine. Solitudine del cazzo.

Lei. Mi lascia pochi giorni di libertà, e poi la ritrovo dietro ogni angolo, col suo sorriso sghignazzante, sorriso senza labbra che sa che noi due siamo destinati ad andare a braccetto. Che posso tradirla, ma il mio destino è lei.

Solo lei. Solitudine del cazzo.

Se così dev'essere, allora così sia. Ballerò con te, ma non sarai più tu a prenderti gioco di me. Cavalcherò la tigre. Troverò un modo per convivere con te, senza essere schiacciato da te. Solitudine. del cazzo.

Non voglio essere solo, ma questo è il destino verso cui sono indirizzato. Va bene. Così sia.

Cazzo.

(Grazie per l'ispirazione a D.Peace)

 
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Crescere

Post n°14 pubblicato il 24 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Non mi piace crescere. Non mi piace maturare. Almeno, non nel modo in cui ciò sta accadendo.

Ho sempre pensato che maturare significhi riuscire a vedere i problemi in modo più distaccato, più serio, riuscire ad essere meno inglobati da essi. Ed in effetti è proprio così. Questo ti evita delle grandi bruciature sentimentali ed affettive, ti evita liti sterminate e ad alti livelli di decibel. Ma.

Ma. Mi rendo conto che sto diventando impermeabile a tutti i sentimenti, a forza di stare distaccato da essi. Tuttto quello che succede mi scuote al massimo per qualche minuto, poi torno nel mio tiepido limbo di non-sofferenza. Ahimè, è anche un limbo di non-felicità. Per questo è tiepido, moderatamente accogliente.

Questo atteggiamento riguarda tutto. Ricordo che solo qualche anno fa ero impietosito davanti a scene di povertà assoluta, ero sempre pronto a dare il mio aiuto alle persone in difficoltà. Poi ho cominciato a pensare che la sofferenza nel mondo era talmente tanta che un piccolo aiuto non poteva fare nulla. Che anzi non era giusto aiutare qualcuno e essere indifferente con qualcun'altro. Cazzate. Solo cazzate. Che ti racconti per giustificare la tua crescente insensibilità verso tutto ciò che non sia te stesso, e la soddisfazione dei tuoi piaceri.

A pensarci bene, sto diventando proprio come gli adulti che io vedevo da bambino. Mi chiedevo come facessero a non scoppiare in lacrime davanti a certe scene. Mi chiedevo perchè nessuno desse qualche moneta ai mendicanti che la imploravano. Mi ripromettevo che da grande non avrei ripetuto certe atrocità.

Poi cresci, e piano piano ti assottigli alla massa. Alla massa silenziosa, uniforme, sorda alle grida di aiuto e cieca alle orribili visioni degli angoli di città. Ma.

Ma. C'è un Ma al Ma precedente. Il primo passo verso la catarsi, verso il ritorno all'ottica semplice e immacolata dell'infanzia è proprio porsi queste domande. Sono certo che saranno un buono stimolo per farmi smettere di diventare una testa di cazzo senza scrupoli, perchè davvero è una figura che non mi si addice.

Interrogarsi è un buon primo passo. Il secondo passo è più difficile in questo caso, va perseguito giorno per giorno. Ce la metterò tutta.

 
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Sperimentazione su animali. Spinoso!

Post n°13 pubblicato il 22 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Sono davvero stanco. Ora basta. Stanca dei servizi su Studio Aperto, che piano piano stanno invadendo anche altri telegiornali. Non parlo dei servizi tette e culi. Parlo invece dei servizi su animali vittime della sperimentazione su animali effettuata dagli scienziati. Categoria alla quale appartengo. Sì, sono anche io un seviziatore perverso di animali. Perchè è così che ci dipingono i giornalisti autori di tali servizi. Inquadrano i poveri beagle da vicino, inquadrano da ancora più vicino i segnid ella loro sofferenza. Descrivono in dettaglio le sevizie effettuate dall'uomo. Cioè, non dall'uomo, ma dagli scienziati. I quali si divertono perversamente a fare certe cose, a vedere gli occhi degli animali tristi e velati di lacrime. Almeno secondo i giornalisti.

E allora uso il blog per darvi anche il punto di vista opposto, quello degli scienziati. Personalmente non lavoro con gli animali, ma conosco molta gente che lo fa. Persone normalissime, ve lo assicuro. Non vedo nei lori occhi dei nuovi Mengele. Vedo solo delle persone che per il bene della scienza fanno ciò che fanno, non ne sono contenti, ma scendono a patti con la propria coscienza per espletare il loro altissimo ruolo nella società, che pur li bistratta: migliorare la vita delle persone con la conoscienza. Di tutte le persone. Anche di quelli che li vedono come dei folli torturatori di animali.

Ecco, quello che voglio dire è che si dovrebbero calcare meno i toni di certi servizi. Che la gente dovrebbe prendere con le pinze ciò che viene detto. Ma entrambe le cose, come sappiamo, non accadono. Guardateci come persone che fanno un lavoro a stretto contatto con tanti problemi etici, ma che fanno ciò che fanno per un fine morale altissimo, seppur con mezzi virgolette "antipatici".

Vorrei aprire un mini dibattito su quanto ho scritto. Voi cosa ne pensate?

 
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La fenice è risorta

Post n°12 pubblicato il 21 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Titolo del messaggio un po' altisonante. Chissenefrega, se non lo faccio qui che posso...

Qualche giorno di silenzio nel blog. Non c'è una ragione, se non che piuttosto che accumulare messaggi su messaggi voglio scrivere qui solo se ho qualcosa da dire.

E trovare qualcosa da dire in questi giorni passati in casa, in solitudine, a non fare niente di minimamente costruttivo per me o per il prossimo, è davvero molto duro. Dopo aver accumulato qualche giorno così, e dopo essermi voltato indietro e aver notato che è quasi una settimana, non posso fare altro se non parlare proprio di ciò che ho fatto, anzi che non-ho-fatto.

Ognuno si vive le sue vacanze come meglio crede. Gli obiettivi di quest'estate milanese per me non erano molti, ma significativi. Riprendere a suonare la chitarra, finire Infinite Jest, perdere qualche chiletto e riavvicinarmi allo sport, vedere un po' di persone perse di vista, e, last but not least per dirla all'anglosassone, godermi la casa libera. Quasi tutto fatto. Ma. Col passare dei giorni l'ultimo obiettivo ha inglobato tutti gli altri. Ho impegnato le giornate a fare tutto ciò che non posso fare durante l'anno in casa. O per meglio dire, a non-fare-ciò-che-mi-dicono-i-miei-genitori. Sveglia alle 11, computer (e spegnimento delle sinapsi neuronali), pranzo con tanti fritti, piatti ammucchiati nel lavello, computer, tv, computer, cena con altri fritti, sigaretta, svacco, a letto tardi come obbligo. Cazzo, che vita!

Dopo un po' però ti rendi conto che un motivo per cui i tuoi ti "rovinano la vita" c'è. ti guardi allo specchio e vedi che hai la barba lunga, gli occhi costantemente assopiti, la maglietta con le macchie di sugo, e pensi che di solito sei più stressato ma decisamente più attraente. L'altra faccia della medagli. Lo yin e lo yang. Me la sono goduta, ma capisco che non sono ancora pronto per la vita in solitaria, al massimo poso aspirare al grado di mozzo della nave, per l'ammiragliato si dovrà attendere.

Questo è tutto, a breve vi arriverà un messaggio impopolare su un argomento che ha a che fare con il mio lavoro. Vi anticipo solo l'argomento: sperimentazione su animali. Andate piano con gli insulti!

 
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Ripenso a taxi driver...

Post n°11 pubblicato il 18 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Ripenso spesso a quel film. Lo ho rivisto ultimamente. E' un film che ti entra nelle ossa, uno di quelli di cui poi ti ricordi le frasi a mesi e anni di distanza, e le citi sempre, magari anche a sproposito. Il monologo che mi ha colpito di più non è il più famoso "ce l'hai con me?", ma quello sulla solitudine.

De Niro-Travis nel suo taxi, di notte, mentre vede sullo schermo-vetro della macchina immagini di infinito degrado, parla della sua vita, parla della sua unica e fedele compagna Solitudine.

In fondo penso che succeda a tutti. Voglio dire, il sentirsi soli. Anche per quanto mi riguarda è un sentimento che mi ha accompagnato spesso. Nonostante non sia solo, in definitiva, la tendenza al piangersi addosso è insita in me. E così, bastano due giorni di telefono muto e già mi sento abbandonato. E non è una sensazione piacevole, pwerchè questo porta a chiedermi come mai, cosa mai posso aver fatto se le persone che ho visto solo una settimana fa non si fanno sentire. E poi, penso, potrei chiamare io. E se poi disturbassi? Meglio stare qui ed aspettare. La telefonata catartica arriverà, ne sono certo. E arriverà anche la sensazione di ansia al mio interlocutore, ansia non dichiarata apertamente , ma ansia che segue la legge di Fick sulla diffusione, e anche se taciuta viene percepita.

A volte, quando mi ingarbuglio in queste situazioni, mi chiedo se la mente labirintica sia una mia prerogativa oppure se esistano altri alieni come me sul pianeta terra. Poi ci rifletto a fondo e giungo alla conclusione che addirittura ci sarà qualcuno in condizioni peggiori. Diturbi bipolari, ansie depressive, tutto il corollario di malattie mentali nascono solo dal porsi domande in continuazione, su tutto. Una certa percentuale di questa sarano perfettamente inutili. Il tuo cervello lavora per nulla. Si logora. E sfocia nella pazzia.

Fermati Pietro, dunque! Rifletti meno, a volte, così mi dicono tutti, soprattutto le ragazze che angustio con i miei problemi, e con le quali mi rendo conto di essere insopportabile (e me ne scuso), ma non so proprio limitarmi.

Grazie a Dio c'è lo sport. Vado a correre e analizzo tutto dall'alto, distaccato. E allora mi tranquillizzo.

Buona giornata a tutti.

 
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"Infinite Jest" di D.F.Wallace...davvero infinito!

Post n°10 pubblicato il 17 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Ci siamo quasi. Mancano "solo" 200 pagine. Nella vita e nell'universo è tutto relativo, e ciò si può applicare anche alla lunghezza dei libri. Già, perchè il libro che sto leggendo è un malloppone di 1400 pagine e passa, quindi cosa sono 200 misere paginette?

Chi mi vede in giro con quel libro mi prende per pazzo. Lo vedo nei loro occhi, che passano dal regalare solo sguardi distratti, tipici di chi ti siede di fronte in un treno di pendolari, allo stupore di chi pensa: "ma allora questo ragazzone con il taglio da zarro legge, e anche parecchio!". Se si vuole analizzare la fomra degli occhi, essi passano dall'essere socchiusi e quasi a mandorla all'essere spalancati modello manga giapponese.

Ma chi me lo ha fatto fare di leggere un libro del genere? Presto detto. Sapevo che il valore del volume era immenso, lo dicono gli esperti e chiunque lo abbia letto. Certo, la dimensione ha spaventato anche me. Avevo già fatto un precedente tentativo 5 anni fa, ma dovete capire che questo non è un libro stile Signore degli Anelli, no, questo è uno di quei libri in cui devi stare attentissimo ad ogni riga, lo scrittore è talentuoso e questo lo rende spesso arzigogolato. Ma torniamo a noi. Ero spaventato, appunto. Poi mi sono detto. Che differenza fa leggere un libro di 50, 200, 2000 pagine per te che tanto passi tutti i 365 giorni dell'anno a leggere?

E così è cominciata l'avventura. E ora sono soddisfatto. Vi parlerò meglio del libro di D.F. wallace (segnatevi questo nome, presto o tardi arriverà al Nobel), qui vi dirò che in tutta la mia lunga epserienza di lettore raramente ho trovato un libro così complesso e maestoso. Si parla di dipendenze di vario tipo. Si parla di Intrattenimento (e della dipendenza che anche esso può dare), in particolare quello televisivo. E' ambientato nell'immediato futuro, ricalcando l'idea di 1984 di Orwell nel descrivere una società non troppo lontana da quella attuale ma completamente degenrata. E' qui che ho trovato il migliore personaggio di cui abbia mai letto. Un ragazzo di 19 anni che ha un aspetto davvero mostruoso per gravi complicazioni nel parto. L'autore ci descrive il suo aspetto nei minimi dettagli, e vi assicuro che è davvero mostruoso. Nonostante questo è il personaggio che ami di più, ma non è per pena, ma perchè comunque lo trovi il più bello, il più puro di animo. Questo è un bell'esempiod el genio dell'autore. che ti descrive la mostruosità esterna, ma che alla fine te la fa amare assieme all'interno immacolato del personaggio.

Ecco perchè ho letto un libro così lungo...e lo consiglio a tutti coloro i quali sono dei buoni lettori abituali.

Per gli altri...io consiglio sempre di legger eil più possibile, è una delle esperienze più accrescenti che ci siano. Solo, però, cominciate da qualcosa di più abbordabile :-)

 
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Connettersi alle 00.00...

Post n°9 pubblicato il 17 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Che strano connettersi a quest'ora per un diurno come me. Il tuo ritmo circadiano e la società ti dicono che il giorno è fatto per dormire, la notte per riposare e al massimo per sognare un po', poi però provi ad invertire le regole e scopri che quelle della natura e della società a volte non sono così dogmatiche.

Innanzitutto, ecco a voi la prima foto personale che metto qui sul blog. Si parla di amicizia, e qui sono con il mio amico di infanzia Massi. Come crescere, cambiare in modo diametralemnte opposto, e restare sempre amici veri e sinceri. Ah, io sono quello con la fascia sui capelli...

Non riuscirei a fare un sacco di cose durante la notte, perchè la stanchezza affiora. Ma scrivere un blog...che sia meglio farlo di notte? Meno distrazioni, più rilassatezza, più esperienze della giornata ancora fresche da raccontare. Del resto può un oggetto così artificioso come un blog seguire il corso della natura?

Forse il discorso si può estendere ad altro. La notte e il giorno, i due opposti che rendono completa la giornata. Ma questo è solo un concetto trito e ritrito.

Oggi è successo qualcosa di normale e di speciale allo stesso tempo. Sono stato a prendere mio fratello e la sua futura sposa all'aeroporto. Il rapporto con mio fratello è molto particolare, gli voglio un bene dell'anima e sono sicuro che anche per leui è lo stesso, ma siamo così diversi che è molto difficile dimostrarlo, ed è invece estremamente più facile litigare oppure ancora passare tanti momenti di silenzio. Ci vuole qualcosa che faccia da collante, noi due soli non siamo in grado di cementificare il rapporto, che è bello ma per molti lati insoddisfacente. Impossibile chiedere ai miei. Che dal lato umano non sono mai stato disponibili, se non a parole. Hanno milioni di altri pregi, ma questo no.

Oggi...beh, oggi fa storia a sè. Io e lui e la sua lei abbiamo passato tutta la giornata assieme, ed è filato tutto liscio come l'olio. Ed è stato fantastico scoprire che nonostante le differenze ci sono sempre un sacco di cose da raccontarsi.

Ho sofferto quando ho saputo che non sarei stato il suo testimone alle sue nozze, ma poi ho capito, e ora non serbo rancore.Era giusto che i suoi testimoni fossero le persone che gli sono state più vicine nei momenti difficili, come lo sarà per me se e quando mi sposerò.

Conciliante questo Agosto, con il suo clima primaverile. Mi ha fatto rivedere tante persone che avevo un po' perso di vista, ma rivedere non è il verbo giusto, direi piuttosto riavvicinare. E sono state riscoperte positive, persone che c'erano sempre state e la mia miopia mi faceva pensare che ero stanco di loro. Sono gli amici di lunga data...che sono per loro sfortuna destinati a diventare di lunghissima data!

Tra qualche settimana si ricomincia tutto, ma ora non ci penso. Mi godo questo mese ricco di sorprese, vissuto qui a casa, disponibile e sereno per tutti, lontano dallo stress dei mesi di lavoro e studio.

Sono qui per voi, sono qui per tutti voi, e non per sembrare immodesto, ma quando sono in questo status di quiete interna penso di essere una persona davvero speciale. L'offerta dura poco, temo. Il fatto è che non dipende davvero da me.

 
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Il danno è fatto!

Post n°8 pubblicato il 14 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Già...alla fine il danno lo ho fatto. Ho fatto una cosa che ho sempre di sprezzato fare, che mai avrei pensato di poter fare io stesso. Ma l'attrazione a volte è fatale e irresistibile. Nel penultimo messaggio avevo parlato della mia uscita con Anna. Di tutti i problemi etici derivanti dal fatto che lei si è appena lasciata con un mio amico. Di quanto avrei voluto tenere a freno le mie pulsioni e fare in modo che non potesse succedere nulla.

Poi la vedo...e vengo ovviamente travolto dalle pulsioi. In fondo è un processo naturale. La donna sprigiona i feromoni, gli stessi vengono recepiti dal tuo epitelio nasale accessorio, da qui l'impulso che da chimico è diventato elettrico viene trasferito blulbo olfattivo accessorio, e infine arriva ai centri nervosi superiori. E allora vedi le stelle, non vuoi fare altro che stringerla forte a te ed entrare dentro di lei. E' la natura, dicevo, e la società che ci dice continuamente di dominarci perchè tutto ciò che è soddisfazione dei propri bisogni primari è sbagliato, come mangiare, dormire troppo o appunto fare sesso, beh, questa società fallisce in continuazione la sua opera di condizionamento dei cervelli.

E così...dopo due anni e passa sono tornato a baciarla, è stato un bacio tra amici ma al solo ripensarci fremo tutto, la prossima volta che ci vedremo finiremo a letto e i problemi etici vadano a farsi fottere.

Certo...quando vedrò lui mi sentirò un infame. A parti invertiti sarei strabordante di odio. Non lo verrà a sapere, e questo dunque si può tradurre con il verbo mentire, ed è un altro verbo che non mi si addice. Chissà poi se riuscirò a tenergli segreto quanto stronzi siamo stati tutti e due, a spassarcela mentre lui soffre ancora per lei.

Come dice Vasco però...la vita è un brivido che vola via, e io ho passato troppo tempo ad essere razionale, ora è il momento di non farsi troppi problemi, perchè quando mi fidanzerò sarò la persona più fedele e totalizzante di questo mondo, ma ora che sono libero no, non voglio proprio privarmi di nulla.

I benpensanti ben pensino quello che vogliono....io intanto vivo.

 
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Tutti i colori della bicicletta

Post n°7 pubblicato il 13 Agosto 2005 da NeroPioggia1981
Foto di NeroPioggia1981

Ah...la bici.Grande invenzione. Chi come me è appassionato delle due ruote (senza motore) saprà già di quanto sia affascinante questo sport, ma per essere meno riduttivi io lo chiamerei piuttosto un modo diverso di stare a contatto col mondo, di riappropriarsene in un'era in cui la distanza dalla parte più vera di esso appare incolmabile ai più. Questi più non si pongono nemmeno il problema, e non sano cosa si perdono. provare per credere, ma scegliete la zona giusta (verde), la compagnia giusta (rossa), e cercate di non strafare (azzurro è il colore che meglio descrive il concetto).

Un libro che consiglio a tutti, ciclisti e non, per avvicinarsi a questo universo pieno di poesia e di panismo così arduo da trovare nell'anno del Signore 2005. Si chiama Minima Pedalia, è stato scritto da Emilio Rigatti, un professore delle medie che qualche anno fa ha venduto la macchina, e ora si sposta solo in bicicletta. Il libro è un resoconto del suo primo anno senza macchina, e lo scrittore è un signore simpatico che con la penna in mano ci sa fare e parecchio. Quel libro è il manifesto per chi pensa che sia ancora possibile vivere a ritmi accettabili in mezzo allo stress quotidiano. EdiCiclo è la casa editrice.

E basandomi su quel fantastico e spassoso libro, mi è venuta l'idea per questo messaggio. Elencare tutti i colori che si possono scoprire in bicicletta. E' presente tutta la gamma...

Verde: il posto d'onore spetta a lui. se non altro perchè è in assoluto il colore più presente di una gita in bici che si rispetti. Le sue tonalità cambiano a seconda della stagione. C'è il verde opaco e mischiato al bianco del gelo dell'inverno, che comunque la si pensi ha il suo fascino. C'è il verde a pois dei campi strabordanti di fiori della primavera. C'è il verde che ti acceca dell'estate, dei campi di granturco che piano piano diventano molto più alti di te, e ti senti un po' impaurito da quel muro che delimita la stradina di campgna che stai percorrendo. C'è il verde-giallo-rosso dell'autunno, il verde che è sepolto e proprio per questo sembra un dono più prezioso in questa stagione.

Blu: il blu dell'acqua, altra componente fondamentale di un giro che si rispetti. Percorri kilometri e kilometri sulle montagne attorno al lago, per arrivare in cima e scoprire che la moneta con la quale vieni ripagato per tanta fatica è una veduta incantevole con un velo di nebbia su uno specchio d'acqua.Le migliori sensazioni te le regala in lago di Como. Vedi laggiù le barchette a vela con dei puntini che cercano di governarle. Vedi altri puntini che passeggiano sul lungolago, vedi le macchinine che da lassù sembrano addirittura innocue, e poi pensi che ne è valsa la pena di fare tanta fatica. Perchè lo stesso paesaggio te lo puoi assaporare salendo in macchina o in modo, ma te lo assapori molto meno, non c'è l'attesa, è solo un istante.

Azzurro: bien sur, il cielo terso. Non me ne ero dimenticato. Il tuo compagno fedele, quello migliore lo trovi in primavera, quando c'è il vento, e lo stesso cielo lo ritrovi a sprazzi in inverno, fa un freddo cane e stai decidendo se uscire per un giro o no, poi apri le persiane e vedi le montagne nitide e capisci che una chance così rara è troppo preziosa per essere sprecata. E allora vai. E in mezzo a tanto splendore ti dimentichi del freddo e tutti i tuoi problemi quotidiani ti sembrano così piccoli e lontani e di facile soluzione.

Giallo: il sole. Non sai se lo ami o no, dipende dalle stagioni.

Grigio: il colore da cui scappi. Il grigio dell'anima e della città. Bastano due colpi di pedale  e lo lasci alle spalle per ore e ore, lo riincroci a volte se proprio non puoi farne a meno, lo ritrovi su strade troppo trafficate se pensi che solo un attimo fa eri in mezzo al silenzio e al verde. Ma con tutto quello che hai negli occhi lo riesci a sopportare molto meglio del solito.

Rosso: l'autunno, ma anche tutte le sensazioni forti. Sia la salita che la discesa. Il colore del sangue che ti circola all'impazzata quando hai un muro da scalare davanti. L'adrenalina della discesa quando hai i 5 sensi accesi a mille perchè ti rendi conto che stai andando tanto veloce, ma non ti vuoi fermare per nessuna ragione.

 
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