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ORGOGLIO SAMMARINESE

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MATTEO and MATTEO..........

Post n°197 pubblicato il 06 Dicembre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Dal parto al primo giorno di scuola

Dopo il parto difficile e podalico, tanto che si è reso necessario un taglio cesareo che dovrà fare tenere per cinque mesi in incubatrice un paio di deleghe, il pupo è diventato già grande e ieri era al suo primo giorno di scuola. Quello che vivevano un po’ tutti i neofiti dell’aula, di maggioranza e di opposizione.

E al primo giorno di scuola, si sa, si è indulgenti con il maestro che ancora non si conosce, ma se si deve biasimare qualcuno si boccia il preside che ha distribuito le cattedre.

E’ un po’ quello che è accaduto in consiglio dove dall’opposizione si sono criticate, ma non troppo, le scelte fatte sopratutto per gli accorpamenti di giustizia e turismo, ma allo stesso tempo si è lasciata una apertura di credito su come ci si comporterà alla prova dei fatti. Allo stesso tempo dalla maggioranza si è aperto, ma non troppo, al confronto con tutti, descrivendo a grandi linee quello che si vuole fare. Ma al di là delle posizioni politiche di circostanza e di strascico della campagna elettorale, i due interventi da segnalare perché maggiormente concreti rispetto agli  altri, sono stati quelli di due che si chiamano uguale. Matteo. Da un lato Matteo Fiorini, neo Segretario al territorio e ad altre sei deleghe. Dall’altro Matteo Zeppa di Rete. I suoi gli direbbero Gian Matteo, ma a lui non piace tanto.

Ognuno, nel rispettivo ruolo, ha a suo modo piazzato parole concrete.

Intanto, quando ha iniziato a parlare Matteo Fiorini si è capito perché è andata a lui la delega al territorio. Non c’entrano nulla gli equilibri politici. Non c’entrano neppure le competenze che da subito ha dimostrato di avere. No, no. C’entra la “erre moscia”. Così come il suo predecessore. Dopo tanti anni che era in quel Dicastero sarebbe stato troppo traumatico se fosse cambiata anche quella. Glottologia a parte, Fiorini ha messo in fila le cose che intende fare con le sue impegnative deleghe non nascondendo né la preoccupazione per il ruolo da ricoprire, né che il passato, nello sfruttamento del territorio, nella trascuratezza delle politiche giovanili, nelle politiche energetiche e di riutilizzo o gestione dei rifiuti, non ha brillato per oculatezza e lungimiranza. Efficienza energetica e rispetto del territorio. La sovranità passa anche da queste cose.

Da un lato, quindi, chi è chiamato a fare quello per cui è stato incaricato. Dall’altro chi ha il compito di pretendere che ciò che è necessario fare venga attuato. E allora Zeppa interviene con i suoi capelli che definire spettinati è un eufemismo, senza occhiali, con la cravatta che manco voleva mettere e sottolinea che non contano maggioranza o opposizione se poi vedi gente che va fare la spesa e deve lasciare da pagare. E lui che lavora in un supermercato lo sa bene. Non conta sedere a Palazzo se una trentina di famiglie devono avere migliaia di euro da una impresa che ha trovato porte aperte, ha lucrato sugli sgravi e ora se ne strafrega dei lavoratori. “Noi veniamo dalla strada, venite a vedere cosa succede nella vita reale. Basta difendere i privilegi!” Equità, non privilegi. Diritti, non favori.

La sovranità passa anche da queste cose.

Antonio Fabbri

 
 
 

TRE SCHIAFFONI BEN ASSESTATI!!!!!

Post n°196 pubblicato il 15 Novembre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Di DAVIDE GRAZIOSI  direttore di LA TRIBUNA SAMMARINESE

La sorpresa più forte e inaspettata è il risultato

di Rete. 1.243 voti, 6,28% dell’elettorato, 4 seggi in Consiglio Grande

e Generale. Quei ragazzi ci hanno creduto fino in fondo e sono

stati premiati per la loro determinazione. Bravi! La seconda area che però

non rappresenta una sorpresa perchè tutti se lo aspettavano, è formata

dai 1.324 voti di Civico 10, quattro seggi anche loro, 6,69% dei voti

validi, una protesta fatta di proposte, contenuti che colgono la migliore

tradizione della destra sociale, del centro riformista e della sinistra

progressista. Una fortissima novità culturale che ha spiazzato i partiti,

che per nascondere la loro incapacità di interpretare la società rincorrono

ancora le ideologie. Bravi anche a quelli di C10. La terza area

è quella delle schede annullate. Bianche e nulle recita il dato ufficiale,

ma chi era nei seggi ha visto che questa volta non si tratta di errori

non voluti, ma di segnacci, parolacce, insulti, rivolti al mondo della

politica tradizionale. 1.356 schede, 6,41% dei votanti, accidenti mai

visto un dato così. Colpiti più duramente da questa protesta sopratutto

i partiti che si sono presentati con l’unica proposta che aveva la capacità di trasformarsi

in un governo. Decimata Ap, ridimensionate le aspettative del Psd, toccata

in modo minore la Dc, grazie anche all’ottima performance di Noi

Sammarinesi. Ma dopo le sgridate che l’elettorato ha indirizzato proprio

a questi partiti, il senso dello Stato e la necessità di dare una guida

al Paese, hanno comunque condotto gli elettori a riconoscere la maggioranza

a ‘Bene Comune’.

Un soffio, una manciata di voti, che però permette al Paese di avere

un governo da subito.

Pensate cosa sarebbe successo in caso di ballottaggio, con uno Stato

in balia dei venti per altri 15 giorni e la possibilità che a governare

ci andasse per ripicca, chi nei fatti rappresenta solo un quarto degli

elettori, con un premio di maggioranza enorme, di gran lunga superiore

alla cifra conquistata al primo turno. Invece la saggezza popolare, dopo

i quattro schiaffoni ben assestati a Ap, Psd e Dc, gli ha dato le redini in

mano per guidare il carro.

Come si faceva con i figli quando sbagliavano, ma che figli restano

e ai quali va rinnovata la fiducia. Ora San Marino ha una guida, debole,

ma certificata istituzionalmente e quindi con i poteri necessari per essere

portata fuori dalla più grave crisi mai generatasi dal dopo guerra

ad oggi. Il popolo sovrano ha fatto la sua parte, resta solo un dubbio:

che il bambino abbia capito la lezione e da ora righi diritto

Davide Graziosi

 

 
 
 

E tu Popolo Sovrano hai risposto al grido

Post n°195 pubblicato il 14 Novembre 2012 da orgogliosammarinese
Foto di orgogliosammarinese

Lettera aperta al Popolo Sovrano di DOMENICO GASPERONI

Domenica 11 novembre ti sei risvegliato dal tuo letargo di 4 anni. Sopra la tana in cui dormivi è successo di tutto. Crisi economica. Crisi di lavoro per molti. Crisi di credibilità della Repubblica. Politica declassata a esercizio bottegaio. Infiltrazioni mafiose. Purtroppo questo grande sconvolgimento non ti ha disturbato . Forse hai aperto un occhio… ma poi il torpore del disimpegno ti ha riconsegnato al calduccio dei tuoi affari. Anche legittimi.

Per fortuna il tempo del letargo non è stato del tutto perso. Perché hai fatto dei sogni. Hai avuto delle visioni. Ti è apparsa una Repubblica dagli abiti strappati, violentata. La scena sconvolgente ti ha fatto capire che quella era la tua Repubblica. Che ti chiedeva aiuto. Chiedeva di essere risollevata e riprendere il cammino verso nuovi orizzonti.

E tu Popolo Sovrano hai risposto al grido. E senza fare miracoli, hai decretato un cambiamento. L’inizio di un cambiamento. Hai rottamato qualche grande vecchio della politica. Hai aperto le porte del Palazzo ai movimenti. Alle giovani promesse. Ti sei anche divertito,forse troppo, con le tue vignette porno!

Caro Popolo Sovrano,adesso cosa farai? Questo novembre piovoso e uggioso ti farà ricadere in letargo? E per altri 5 anni?

Caro Popolo, riprenditi la tua Sovranità.

Se non controllerai ogni giorno la delega che hai dato ai Sessanta,non sei Popolo Sovrano.

Se dimenticherai le promesse di buona politica che gli eletti hanno proclamato, non sei Popolo Sovrano.

Se non costringerai i tuoi rappresentanti ( che governano) a non tenerti nascosto nulla, a dire la verità sui conti pubblici, sulle spese, sulle iniziative economiche, sugli impegni internazionali, ecc. ,non sei Popolo Sovrano.

Se non caccerai via l’eletto,appena si dimostrerà incapace,disonesto e infedele al suo giuramento di servire i cittadini, non sei Popolo Sovrano.

Se non caccerai via l’eletto, quando ti accorgerai che il suo conto corrente sarà aumentato, non sei Popolo Sovrano.

Se non caccerai via anche il giovane eletto, appena copierà i difetti degli attori della cattiva politica, non sei Popolo Sovrano.

Se non pretenderai di essere consultato ( con referendum o altro strumento di democrazia diretta), prima dell’approvazione di leggi fondamentali,di impegni finanziari assunti dallo Stato,di scelte di politica internazionale, non sei Popolo Sovrano.

Caro Popolo Sovrano, non ti potrai permettere un secondo letargo. Perché la Repubblica non si sveglierà più.

 
 
 

“Finche avrò un alito di vita, mi sentirò sammarinese nell’anima e nel cuore”

Post n°194 pubblicato il 14 Novembre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

 di Gabriele Nicolini, sammarinese, classe 1929,  sostenitore di RETE. (Grazie Gabriele!)

Ieri sera, come immagino tutti i sammarinesi, ho guardato la televisione di Stato con grande apprensione, conscio che si stava giocando forse una delle più grandi partite politiche del dopo guerra: lo spoglio delle schede elettorali e i commenti dei diversi uomini politici, fatti non sempre correttamente e liberi dalle influenze che ogni partito può generare.

Parlo ora perché, come si suol dire….a bocce ferme il pensiero scorre più fluido, e non sottoposto alla pressione del momento. Sono d’ accordo con chi ha sostenuto che la campagna elettorale sia stata smorta e un po’ bulgara; per esempio non è stata data ai presenti la possibilità di interrogare, di interloquire con i politici. Questo avrebbe dato vivacità e maggior interesse al dibattito. Invece si è ancora ricaduti nell’arrogante pensiero che il popolo deve ascoltare tacere e non “rompere”. Ma quale tipo di politica è mai questa quando il parlare, il contraddire, il mettere i puntini sulle i, rappresenta per l’ascoltatore il massimo della democrazia,della partecipazione, appaga i suoi dubbi e alle volte può addirittura anche convertirlo al ragionamento di chi parla. La democrazia partecipata signori miei è questa, il bene comune appartiene a tutti, e tutti possono esporre le loro idee.

Altra cosa che ho trovato veramente disdicevole, e qualcuno lo ha detto anche in trasmissione, sono stati i pranzi, le cene gli aperitivi che venivano offerti ogni sera. La continuità della cosa non può configurarsi in corruzione? Questo è quello che si è visto, speriamo che traffici nascosti non si siano avverati.

Ma venendo più squisitamente ad argomenti politici ci sono, secondo me, alcune cose sbagliate che vanno riprese e messe al loro giusto posto.

E’ stato detto che i movimenti sono l’antipolitica: no signori miei, i movimenti, come è stato ribadito ripetutamente da alcuni studiosi di questa materia, sono la politica vera. Sono fatti di persone da troppo tempo ignorate, molte volte stigmatizzate, che vogliono partecipare anche loro all’amministrazione del bene comune, della cosa pubblica. Cari politici dovreste essere ben contenti che i giovani si muovano, e vogliano dare il loro contributo, perché nessuno di voi ha l’imprimatur della infallibilità.

Caro Signor Palmieri è troppo facile dire :”RETE ha raccolto i voti di protesta”, perché non è proprio così. RETE ha seminato un programma, ha discusso con i cittadini ed ha raccolto. Forse Lei non ricorda come è nata Alleanza Popolare: si era prima costituita il 16 maggio 1991 come associazione culturale denominata Forum, avente tra i propri scopi anche la diffusione dell’informazione, per rendere sempre più elevato il livello di partecipazione democratica dei cittadini. Lei forse vuole impedire che altri cittadini si costituiscano in associazione o partito, ce lo sappia dire.

Il Signor Gerardo Giovagnoli, bontà sua, ammette che RETE è stata la sorpresa delle elezioni ma non ha usato toni concilianti e questo l’ha evidentemente ripagata e poi si avventura in una profezia dicendo che RETE non potrà mai collaborare con Civico 10 perché i programmi non sono sovrapponibili. Ma mi dica, i programmi del PDCS sono sovrapponibili a quelli del PSD, a quelli di NS, a quelli di AP ?

Il fatto emergente di queste elezioni è che veramente bisogna stare in mezzo alla gente, parlare, discutere anche di problematiche che possono essere spinose ma bisogna farlo! Bisogna parlare dei problemi veri della famiglia, della scuola, dei disabili, dei tossicodipendenti, dello sport, della prostituzione (che purtroppo è di casa anche a San Marino) e che questo Governo in quattro anni, pur da me sollecitato, non ha mai affrontato.

SOPRATTUTTO BISOGNA AVER IL CORAGGIO DI AFFRONTARE I PROBLEMI CHE LA MAFIA E LA MALAVITA ORGANIZZATA CI IMPONGONO E DI CUI IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE NON SI E’ QUASI MAI PARLATO.

Mi piace ricordare cosa rispondevano Falcone e Borsellino quando, riguardo questo problema, qualcuno domandava loro cosa dobbiamo fare. La loro risposta non era bisogna fare un esercito, bisogna mettere un carabiniere in ogni casa, ma semplicemente bisogna parlare,bisogna parlare.  Sembra invece che a SAN MARINO SUCCEDA IL CONTRARIO: BISOGNA TACERE, BISOGNA TACERE, NON SI DEVONO FARE I NOMI.

ALLORA MI SIA CONCESSO DI TERMINARE CON UNA FRASE DI BERNANOS. ESSA DICE.”SE NOI NON PARLIAMO, CHI PARLERA’”

SALVIAMO LA REPUBBLICA TUTTI ASSIEME CON MANI PULITE, NELLA VERITA’ CHE DA’ RAGIONE ALLA GIUSTIZIA.

EVVIVA SAN MARINO E LA SUA REPUBBLICA

Gabriele Nicolini

 
 
 

IL CITTADINO RENZO BONELLI

Post n°193 pubblicato il 04 Novembre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

San Marino piange la scomparsa, avvenuta questa mattina, dell'avvocato Renzo Bonelli, figura di riferimento per tante persone nella Repubblica di San Marino.

Al suo impegno si deve, fra l'altro, la Carta dei Diritti del 1974.

Si ricorda, fra le sue ultime prese di posizione, la difesa della libertà di stampa di fronte a certi politici, per i quali una critica nei loro confronti equivale a un attacco allo Stato. Nonché la sua riflessione sulla Relazione della Commissione antimafia.

Ai familiari le più sentite condoglianze da libertas.

Antonella Zaghini di La Voce di Romagna San Marino: Si è spento Renzo Bonelli. Settantanove anni, a lui si deve la Carta dei Diritti, pietra miliare nella recente storia della Repubblica / Addio avvocato, se ne va un sammarinese vero San Marino in lutto per la morte dell'avvocato Renzo Bonelli. Con la sua scomparsa se ne va un pezzo di storia della Repubblica. 79 anni, compiuti il 19 gennaio scorsi, si è spento ieri all'Ospedale di Stato, dove era ricoverato da un paio di settimane.

A lui si deve la Carta dei Diritti, pietra miliare nella recente storia della Repubblica.

Modi gentili, pensiero vivace, fino all'ultimo lo si incontrava su per le stradine del centro storico di Città: basco, bastone e una parola per tutti. (...)

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: E’ morto venerdì sera nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Stato di Cailungo dove si trovava ricoverato da un paio di settimane / Addio a Bonelli, padre della Carta dei diritti / Si è spento a 79 anni il noto avvocato e giurista: fu segretario di Stato alla giustizia

SAN MARINO. Se n’è andato Renzo Bonelli. All’età di 79 anni, vinto dalla malattia, muore il padre della Carta dei diritti, ex deputato alla Giustizia per la “f a n ta s t ic a ” avventura del Movimento libertà statutarie.«Un uomo di alto livello culturale: con lui e gli altri “ragazzi”sollevammo un paese», ricorda Marino Pasquale De Biagi, tra gli ultimi ancora in vita dell’as -sociazione-partito che nel 1974 firmò la Dichiarazione dei diritti dei cittadini. L’avvocato Renzo Bonelli, padre di due noti legali, Andrea e A n t o n e l l a ( qu es t’ul ti mo , attuale segretario dell’Or di ne degli avvocati), è spirato venerdì sera nell’ospedale di Stato di Cailungo nel cui reparto di Terapia intensiva si trovava ricoverato da un paio di settimane, per le conseguenze dovute a un ictus. Lascia la moglie, Lillina, e, oltre ai figli, un nipotino. Verrà ricordato questa sera a Murata con una veglia di preghiera (a partire dalle 20), mentre il funerale sarà celebrato domani mattina alle 10 in Pieve, in Città. Alto, elegante, affabile, ironico, d’una antica gentilezza. In tribunale, catalizzava l’a t te nzione di colleghi e segretarie. Mai ridondante, sempre pungente. E con un piglio per la politica, nel suo alternato interesse per le istituzioni e la società civile. Assai attento ai dibattiti, e assai critico con la riforma del Consiglio e del congresso di Stato del 2005, quella che prevede la sostituzione del consigliere eletto alla carica di segretario di Stato da parte del primo dei non eletti della stessa lista di appartenenza. Assai noto come giurista, firmò trattati di diritto sammarinese poi usati nelle scuole superiori come manuali di legge. E come politico, se pur per poche e brevi esperienze, fu ancora più in grado di lasciare il segno. Tra tutte, spicca l’e s p erienza a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, quando una decina di giovani professionisti sammarinesi, sotto l’egi -da del medico Leo Dominici, diedero vita al Movimento libertà statutarie. (...)

San Marino Oggi: Era ricoverato all'ospedale in seguito ad un ictus. Aveva 79 anni / E' morto Renzo Bonelli Unanime il cordoglio / Un vita dedicata alle Istituzioni sammarinesi.

Renzo Bonelli è mortovenerdì sera attorno alle 19,30; aveva 79 anni. I funerali si terranno domani mattina alle 10 in Pieve. Renzo Bonelli era ricoverato da oltre un mese nel reparto di geriatria dell’Ospedale per un ictus, dal primo di qualche anno fa sembrava essersi ripreso. Queste le poche righe di cronaca. Per la storia del Paese, politica e giuridica, invece sono numerose gli eventi che lo hanno visto protagonista per un cinquantennio. Spesso in contrasto (politicamente) con la sorella Maria Antonietta a sua volta protagonista della vita istituzionale.

Il Resto del Carlino San Marino: Lutto. Se n'è andato a 79 anni. Stasera il rosario a Murata, domani i funerali nella Pieve / E’ scomparso Renzo Bonelli, giurista e uomo di cultura

Se n'è andato Renzo Bonelli, 79 anni, uno degli avvocati storici e più importanti di San Marino. Bonelli era ammalato da tempo e si è spento ieri nell’ospedale di Stato. L’avvocato Bonelli è stata una figura di riferimento non solo per quanto riguarda la giurisprudenza, ma anche dal punto di vista culturale e per le sue posizioni, anche critiche ma sempre lucide, della situazione e degli eventi che hanno caratterizzato la Repubblica di San Marino in questi ultimi anni. Fra le ultime riflessioni dell’avvocato la difesa della libertà di stampa di fronte alla politica: secondo Bonelli chi subiva una critica la viveva con la stessa drammaticità di un attacco allo Stato. Importante anche la sua presa di posizione sulla relazione della Commissione antimafia. Sempre all’impegno e alla passione dell’avvocato Bonelli si deve, nel 1974, la ‘Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese’, che definisce funzioni e competenze degli organi costituzionali e riconferma le scelte di fondo che la Repubblica ha sempre operato sul versante dell’inviolabilità dei diritti della persona. Per lungo tempo nel Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio e riconfermato alla vice presidenza della Fondazione San Marino, nel 2006 si era candidato con Alleanza Popolare. Bonelli aveva fondato anche la Federazione sammarinese degli scacchi. Per ricordare l’avvocato, oggi alle 20.30, nella chiesa di Murata si terrà il rosario. Domani, alle 10, l’ultimo saluto nella Pieve.

 DA SAN MARINO RTV 79 anni compiuti il 18 gennaio scorso, figura di riferimento e uomo stimato e rispettato da tutti. Lungo il suo impegno in politica, anche se ha registrato periodi intermittenti di coinvolgimento diretto. Fondatore nel 1964 del Movimento per le Libertà Statutarie, è stato negli anni '70 Deputato alla Giustizia. E' in quel periodo e sotto la sua guida politica e giuridica, che nasce la Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell'ordinamento sammarinese, la legge 8 luglio 1974, numero 59, meglio nota come Carta dei Diritti e considerata la carta costituzionale sammarinese. Autore di numerose pubblicazioni giuridiche, guide significative per l'ordinamento sammarinese, l'avvocato Renzo Bonelli è stato per lungo tempo nel Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio e riconfermato alla Vice Presidenza della Fondazione San Marino. Nel 2006 aveva deciso di rimettersi in gioco tornando nell'agone politico alle elezioni politiche, quando si presentò come candidato. La sua presenza in Consiglio Grande e Generale, caratterizzata da un'alta concezione della politica e da un grande equilibrio, si è conclusa però anzitempo per la decisione di lasciare l'aula parlamentare e tornare alla professione forense. Troppo complicati e incomprensibili, per lui, i meccanismi della politica ai quali non intendeva adattarsi. Per tutti, alleati o avversari politici, l'avvocato Renzo Bonelli, uomo di giustizia e di cultura, rappresentava l'icona della sammarinesità, l'orgoglio cioè di appartenenza ad un popolo e il forte attaccamento alle radici. Lunedì mattina, alle 10, nella Basilica del Santo, si terranno i funerali. La San Marino RTV si unisce ai messaggi di cordoglio rivolti ai famigliari.

La Tribuna Sammarinese ricorda Renzo Bonelli. il cui funerale avrà luogo domani alle 10 in Basilica, pubblicando l'ultimo editoriale edito proprio sullo stesso giornale il 24 settembre scorso a pochi giorni dalla pubblicazione della Relazione della Commissione antimafia.

CIAO RENZO

Si tratta di riprendere il filo da ben lontano, proprio dalle radici; che San Marino ce la mandi buona!

 

 
 
 

LA CARTA DEI DIRITTI..LA STORIA RECENTE..

Post n°192 pubblicato il 01 Novembre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

A ciascuno il suo

di Marino Pasquale De Biagi

 

Il P.S.S. (Partito Socialista Sammarinese), attribuendosi il merito

del varo della “Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali

dell’ordinamento sammarinese” (in sintesi: Carta dei Diritti), approvata dal

Consiglio Grande e Generale nella seduta dell’8 agosto 1974, defrauda il Movimento

per le Libertà Statutarie di un esclusivo merito politico che gli spetta di diritto..

Essendo sopravvissuto, insieme a pochissimi altri, al logorìo degli anni

che segnano la distanza fra l’anno 1964 (anno di fondazione del M.L.S.) e l’attualità,

mi corre l’obbligo di puntualizzare. Il M.L.S. ebbe nel dottor Leo Dominici, troppo,

troppo prematuramente scomparso, l’ispiratore del progetto politico del Movimento.

Intorno a lui si raccolsero cittadini di diverso orientamento politico,

con l’obiettivo di riformare lo Stato nel senso di un rafforzamento

della divisione dei poteri; di un sistema per il controllo della legittimità

delle leggi e di certe garanzie per le minoranze. Inoltre, attuare riforme

istituzionali finalizzate alla regolamentazione delle competenze dei Segretari

di Stato e l’istituzione del referendum su importanti questioni riguardanti la vita

del Paese.

Il Movimento si presentò al corpo elettorale alle politiche del 1964 (un seggio

- 2,21% dei voti); del 1969 (1 seggio – 2,11% dei voti); del 1974 (1 seggio – 1,62%

dei voti).

La grettezza culturale della classe politica dell’epoca

si manifestò nel contrastare l’azione del Movimento per le diverse espressioni

politiche dei suoi componenti, in uno alla rozza ironia sul nome che questo si

era dato. Non si voleva capire che il Movimento si batteva per

dotare San Marino di una legge fondamentale (Carta dei Diritti) che garantisse

i diritti di ogni cittadino, indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche

e dei diritti in generale a questo spettanti. Ma la Carta dei Diritti dettava,

inoltre, regole e stabiliva vincoli a coloro che esercitavano o che avessero

esercitato il potere. Un rospo, per una classe dirigente chiusa ed assolutista,

troppo grosso da ingoiare. Ma le vicende politiche, correva l’anno 1974, volsero

per un istante a favore del Movimento. Cadde il Governo formato dal PDCS e dal Partito

Socialdemocratico. Si formò, così, una nuova coalizione, PDCS e PSS, la quale,

senza il voto determinante del Movimento, non sarebbe riuscita a raggiungere la

maggioranza. Questo voto il Movimento garantì imponendo il varo della CARTA

DEI DIRITTI, che aveva redatto avvalendosi anche della collaborazione di un

notissimo costituzionalista italiano dell’epoca. Assunse, quindi, la Segreteria

di Stato per la Giustizia per qualche tempo. La Carta dei Diritti fu votata

nella tarda notte dell’8 luglio 1974, fra il generale disinteresse del Consiglio

Grande e Generale.

Il Movimento suggerì all’autorità competente del momento di farne oggetto

di studio e di discussione in ambito scolastico: nulla accadde.

Il dott. Leo Dominici morì poco tempo dopo. Il Movimento

si sciolse.

 

Rag. Marino Pasquale De Biagi

 
 
 

Eppure siamo nati nella povertà, ma eravamo umani. !!!!!!!!!!!!!!

Post n°191 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Alla ricerca della felicità

Ho visto, nei soli ultimi cinque anni, cambiare radicalmente il paese. Che per quanto piccolo invece, si potrebbe gestire. I valori dell’uomo sono stati calpestati e distrutti dall’unico obbiettivo di avere denaro. La civiltà, l’umanità, si sono trasformati in perfidia, falsità, e accumulo di beni materiali.
Paese di conservatori che invece di preservare le persone, si appresta a far rimanere benestanti chi ha più mezzi rispetto ad altri.
Non solo, a dividere in fasce sempre più distanti economicamente gli abitanti, tanto da arrivare alle classi, ed al classismo, che viene usato dalle persone più abbienti come scusa per esercitare il proprio potere anche senza necessità, solo per il piacere personale. E questo secondo me è un’indice di grande insicurezza interiore nata appunto, dai valori sbagliati. Il denaro, è una macchina per vivere, invece dell’obbiettivo fine a se stesso come viene visto in questo momento. Per questo l’anima è denutrita e povera, indi insoddisfatta. La persona non matura più moralmente, anzi, sta indietreggiando.
Eppure siamo nati nella povertà, ma eravamo umani.
Per quelli meno fortunati, i semplici lavoratori intendo, stanno sopportando mobbing contro il ricatto di rimanere altrimenti senza lavoro per poter vivere, e questo non è giusto. Vengono sfruttati, al fine di fruttare di più a chi li comanda.
Vengono chiusi gli occhi su di loro. Quest’apatia generale rispetto alle cose che accadono, fa sì che accadano. È allora che io mi domando, ma perché nessuno fa niente? Io mi sono presa il permesso di parlarne, sperando che serva a qualcosa. Perché invece, se nulla accade, la scia si è vista già dalla partenza, io l’ho vista, e non è certo per il meglio. L’apatia, è stata la più potente carnefice degli errori più gravi nella storia. I giovani, la vedono.
Io come giovane, cosa vedo nel futuro se nulla cambia? Niente di buono. Infatti lo svago adesso è il distruttivo non pensare, l’estraniarsi, perché se si aprono gli occhi è peggio. Cinque anni fa, ci si svagava per divertirsi, oggi no, oggi è per dormire un po’. Opportunità per i giovani? Ora come ora; zero. A partire dal mutuo prima casa, che viene concesso solo a chi sostanzialmente non ne ha bisogno, perché ha già delle garanzie.
Una volta, il lavoro nobilitava l’uomo. Oggi, chi lavora umilmente, è solo lo schiavo, l’ultimo della classe sociale che non avendo denaro, beni materiali o mezzi, un futuro non se lo può permettere.
E vi ricordo, che queste risorse non sono state sperperate da noi giovani. Giovani, che stiamo pagando una colpa che non abbiamo commesso.

Sara Gasperoni

 
 
 

SAMMARINESITA' PERDUTA ?.....

Post n°190 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

ALLA RICERCA DELLA SAMMARINESITA' PERDUTA.............. di Raniero Cavalli

Spesso in momenti difficili ho sentito vari esponenti politici

appellarsi alla nostra sammarinesità. Mi sono chiesto, in cosa consiste

questa sammarinesità? Forse nel fatto di essere un popolo libero ed

ospitale, come testimoniano l’episodio garibaldino e la solidarietà offerta

agli sfollati verso la fine della seconda guerra mondiale; ma poi, visti

gli ultimi eventi come la tassa etnica per i frontalieri e le proposte fatte

da nuovi movimenti politici, mi sono detto che probabilmente la sammarinesità

non era quella, o forse non lo è più. Forse consiste nel fatto

che siamo legati a questo paese e al suo territorio, limitato e unico nel

suo genere, riconosciuto dell’Unesco come patrimonio dell’umanità;

ma visto quello che abbiamo fatto all’ambiente, con una cementificazione

selvaggia e troppo spesso fuori dal contesto paesaggistico di borgo

medioevale…

Oppure dipende dal fatto che abbiamo sempre difeso la nostra peculiarità

di essere residenti allorché sammarinesi, ma vista la proposta di vendere

immobili con residenza ai non sammarinesi… Anche in questo

caso ho pensato che, probabilmente, la sammarinesità non era quella, o

forse non lo è più. Sinceramente non ho ancora capito in cosa consista

questa sammarinesità, anche perché la nostra classe politica in questo

sembra avere ancora meno certezze di quelle che ho io. Dopo la caduta

delle ideologie sembra che il collante più forte che tiene legati i nostri

partiti siano gli interessi economici. In questo passaggio dalla ideologia

(vera o presunta) all’economia, i partiti sono diventati principalmente

difensori di interessi, il più delle volte privati, a discapito di quelli generali

e collettivi.

Un esempio eclatante è il bliz dei mesi scorsi in commissione finanze,

sulla legge tributaria; chi lo ha fatto ha tenuto conto solo dei propri

interessi. In sostanza, in Consiglio Grande e Generale ci si va, il più delle

volte, per interessi propri. Del resto quello che la commissione antimafia

ha messo in luce, non prendiamoci in giro, nella sostanza lo sapevamo

tutti già da tempo, e personalmente, rispetto a ciò, non ho visto una sollevazione

popolare…

E qui voglio chiamare in causa tutti noi sammarinesi, perché se la politica

si è comportata in questo modo è anche per colpa nostra. Ora non

abbiamo più alibi; se vogliamo cambiare ora è il momento di dimostrarlo,

mandando in Consiglio persone che facciano esclusivamente gli interessi

del paese. Se come lavoratori vogliamo difendere i nostri diritti

e l’interesse generale del paese, dando priorità alle necessità delle persone

più deboli, dobbiamo mandare in Consiglio persone che possano

adeguatamente rappresentarci e difendere i nostri stessi diritti. Il Consiglio

Grande e Generale non può più continuare ad essere, come è stato

per tanto anni, una realtà che difende principalmente i poteri forti del

paese.

Cerchiamo tutti di “metterci in gioco”, altrimenti

rischiamo di ritrovarci più o meno con le stesse persone che continuano

a decidere sulle nostre teste, e a pagare saranno sempre i soliti noti.

 

Raniero Cavalli

 

 
 
 

“Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni"!!!!!!!!

Post n°189 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Cicerone e i vizi della campagna elettorale

Winston Churchill diceva: “Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni,durante una guerra e dopo la caccia”. Non contento di questa arcinota sia pur veritiera citazione, mi sono dedicato ad una piccola ricerca. Ripercorrere la storia delle campagne elettorali. Con la speranza di rasserenare il mio cuore. Senza successo Ho trovato un “Manualetto per la campagna elettorale” di Roma antica, attribuito a Quinto Tullio Cicerone, fratello del più illustre Marco Tullio. Sono i consigli dati al fratello che aspirava alla carica di Console. Con nostro estremo interesse,ci viene offerto uno spaccato della società romana del I sec. a.C. In particolare del modo di condurre le campagne elettorali, dei gruppi di potere che le orientano, delle tecniche di ricerca del consenso. Vi accorgerete da soli del “niente di nuovo sotto il sole”. Provo a raccontare qualcosa. Il furbo gioco elettorale era basato su quattro indicazioni. a) La relazione elettore eletto è retta sul principio della reciproca utilità, sullo scambio di favori (beneficium- gratia). Cicerone, secondo i consigli del fratello, doveva chiedere il voto principalmente alle persone che aveva favorito come avvocato. b) Giro elettorale (chiamato ambitio), da svolgersi in modo capillare, salutando tutti e chiamandoli per nome. Il candidato era accompagnato da un largo seguito (i salutatores), portaborse moderni. c) Promettere a tutti, anche quando non si è in grado di mantenere. d) Denigrare gli avversari e spargere sospetti sulla loro buona condotta. Sembra la fotocopia di ciò che accade oggi. Curiosa la vendetta linguistica del termine originario (ambitio = fare un giro), diventato oggi “ambizione”. Che è il motore di molte candidature. A proposito del termine “candidato”. Chi aspirava a cariche importanti, doveva vestire una toga candida e girare nel Foro romano per essere riconosciuto. Giorni fa ho visto anche da noi alcuni simpatici giovani che giravano vestiti di bianco! Il bianco sporco della lana della toga romana veniva trattato con agenti sbiancanti, fino a portarlo alla massima tonalità di splendore. Questo bianco come segno di purezza, di candore, spesso in contrasto con le ambizioni politiche, mi richiama alla mente l’evangelico “sepolcri imbiancati”. I manifesti elettorali erano formati da iscrizioni murarie (dette programmata). I comitati elettorali del candidato erano composti da imbianchini, che preparavano il muro da sbiancare, da scrivani che vi scrivevano gli spot elettorali. C’era anche lo scalarius, che reggeva la scala. Si conservano ancora circa 1500 manifesti elettorali dell’antica Pompei, perfettamente conservati dalle ceneri. Ce n’è uno simpatico che dice: “Vi prego di eleggere Giulio Polibio edile, fa del buon pane”. Non si elogiavano la probità o la dignità, ma la capacità di fare del buon pane. La corruzione elettorale e i brog(Crimen ambitus) erano prassi comune. La compravendita dei voti avveniva mediante elargizioni di denaro, distribuzione di carne, banchetti sontuosi, regalie, perfino posti prenotati a teatro, giochi gladiatori allestiti per l’occasione. Tant’è che una legge vietava di organizzare i giochi nell’arena due anni prima della candidatura ad una carica. Si creava una schiera grande di faccendieri, cortigiane, persone autorevoli, galoppini che facevano confluire i voti verso un candidato. C’era perfino chi assoldava i gladiatori per influenzare l’elettore con la violenza fisica. Erano previsti anche i comizi pubblici. I votanti venivano raggruppati in appositi recinti, prima di legno, poi di marmo (saepta), che potevano contenere fino a 70.000 persone. Qui il candidato elencava le proprie virtù e capacità e faceva le ultime esortazioni e promesse. Anche intimidazioni.

Poi ogni votante riceveva una tavoletta su cui incidere il nome del candidato prescelto. Con una legge del 139 a.C. il voto diventa scritto e segreto. Prima era solo verbale. L’elettore saliva su una passerella, dove trovava i custodes, incaricati di ritirare i voti e impedire le illegalità. Ma spesso erano proprio loro ad esercitare pressioni sull’elettore, per cui fu varata una legge appositamente per restringere le passerelle! Esisteva anche una specie di finanziamento pubblico. Il candidato riceveva una cospicua somma di denaro (l’ornatio), quale rimborso spese per la campagna elettorale, che erano di solito a suo carico. Tuttavia, secondo Cicerone, occorreva essere molto ricchi per aspirare a cariche politiche. Chi non aveva mezzi propri, difficilmente vi poteva accedere. Un riflessione finale. Oggi i candidati non indossano più la toga candida di lana. Ma la politica ha trovato un sostituto. I partiti e i singoli candidati si rivestono a festa, si rifanno il look. Si avvolgono di luce:simboli, slogan suadenti, foto pulite e sorridenti. Promesse di un futuro felice. Il cittadino è frastornato e fa fatica a riconoscere il candidato. Il buon candidato. Elettori, strappiamo il vestito bugiardo, griffato dalla campagna elettorale. E scopriamo cosa c’è sotto. E appoggiamo solo coloro che hanno capacità, affidabilità e pulizia interna. Ce ne sono tanti. È più probabiletrovare nei candidati giovani questo “candore”. Votiamo per loro.

Domenico Gasperoni

 

 

 

 

 

 
 
 

SAN MARINO PUO' DIVENTARE UNA PICCOLA FINLANDIA!!!

Post n°188 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

 La “storia” di Marino, che lascia la Repubblica dopo il caos antimafia e torna sognando un Paese rinnovato

di Domenico Gasperoni

Marino è un cittadino sammarinese. E’ titolare di una licenza “mille

baciaccoli” del centro storico di San Marino. La stagione è andata

male. Il diario degli incassi degli anni precedenti ha segnato ancora

un brutto meno. Marino è anche un bravo cittadino. Segue le vicende

politiche, partecipa alla vita della comunità. Ma si ritrova arrabbiato

e disperato, perché l’ultima stagione politica è andata male.Anzi malissimo, vicina al tracollo. E’ doppiamente stressato,perché i due cassetti piangono, quello del negozio e quello del bilancio pubblico.

Ha bisogno di riposo,di aria pulita. Approfitta del ponte del primo ottobre e se ne va alle Canarie, con la sua famiglia.

Nei primi due giorni riesce a scaricarsi un po’. Mare,piscina, una cenetta

con menù del luogo.

Anche le prime due notti sono piacevoli, perché moglie e marito ritrovano

passione e complicità. Purtroppo l’Incubo della notte sta in agguato

anche nelle camere degli hotel delle Canarie. La terza notte ha la temuta

apparizione della cattiva divinità. Sotto forma di mega scritte che

saltellano sui muri della camera. Sono spezzoni, brani, frasi che aveva

sbirciato nella relazione della Commissione antimafia. Sì, perché erano

stati i contenuti di quella relazione a farlo scappare, almeno per qualche

tempo, da San Marino. Non poteva tollerare che il suo fosse un

Paese corrotto e di corruttori. Il balletto delle scritte è più o meno questo:

“La commissione stigmatizza il sistema da sottobosco affaristico”;

“qualche rappresentante delle istituzioni si è prestato a coltivare rapporti

con persone afferenti al mondo della criminalità organizzata”; “sono

messi a nudo elementi distorti del nostro sistema- Paese”. C’è una frase

che rimbalza più delle altre: hanno “spalancato le porte a Vallefuoco che si

è radicato nel nostro sistema”.

Ce n’è un’altra in caratteri cubitali,è parola sacra del Consiglio: “questo

sistema si è costruito cercando la tolleranza e la copertura di una parte

del potere politico”.

Marino si sveglia,madido di sudore freddo e percepisce in quello che ha

rivisto, la condanna a morte di un paese per bene. Resta comunque

il suo paese e,come ogni sammarinese,ne sente la nostalgia. E rientra dopo

il 2 ottobre,sperando forse di trovare il miracolo. E questa volta il miracolo

c’è. Forse è la vendetta del pulcino Pio che ha ripulito i palazzi del

potere ! Ritrova una San Marino rivestita di colori, di simboli;

tappezzata di cartelloni, di slogan. Tutti inneggianti ad una

San Marino di successo. Nuova. Del futuro. Nel suo viaggio da Dogana a

Città, dopo aver consultatoil cartello “Per San Marino”, legge: “San Marino

(è) Bene comune” (sembra una postilla alla dichiarazione dell’UNESCO).

C’è l’“Intesa per il Paese”, e finalmente la “Cittadinanza (sarà) Attiva”.

Nel tempo dell’informatica non poteva mancare la “Rete”.

Il cuore gli batte in gola.

Ma le sorprese felici sono solo all’inizio. Troverà: “60 socialisti per un

futuro di certezza”, “33 volti per cambiare il paese”, una “San Marino alternativa”

con case chiuse e casinò aperti. C’è chi si assume il ruolo di “coalizione

alternativa seria e credibile”. C’è chi punta molto in alto: “cerca

nella tradizione cristiana e civile le risorse per intraprendere una stagione

nuova di responsabilità”.

Un simpatico cartello dice di coloro che l’hanno affisso: “Quello

che non siamo”. Gli appaiono altri slogan ambiziosi come : “unire i figli

con i padri, le donne con gli uomini, i residenti con chi vive all’estero”,

e “Noi siamo diversi, i partiti non sono tutti uguali”. Ce n’è uno che

Marino non ha ben capito: “Non si può star qui ad arrovellarsi sulle responsabilità e su chi è

più o meno onesto”. Giunto sul Pianello, abbraccia la statua della Libertà,

ne annusa il profumo. Riassapora il fascino della Repubblica, respirando i colori

di quell’orizzonte unico. Una lacrima scende sulla sua guancia. Chiude

gli occhi e si chiede: sono ritornato a San Marino o sono capitato in Finlandia,

o giù di lì? Poi ha un dubbio: ma cosa c’azzecca il brutto quadro dipinto

dalla Commissione antimafia, con tutto questo mondo nuovo,un

Eden dell’ etica politica? Caro Marino, sei nel tuo Paese. Ma San Marino si

può trasformare in Finlandia, ad una condizione: poiché in politica

l’autocertificazione non ha corso legale, tutti quei cartelli che autocertificano

capacità, onestà ed etica politica, dovranno trovare conferma negli

atti e mai essere sbugiardati. Autocertificazioni che non dovranno fare la

fine di quelle delle spese per le ostriche e le superauto del Fiorito laziale.

A conclusione, per mia onestà intellettuale, devo rendere omaggio e

gratitudine ai 374 cittadini che si sono candidati alle prossime elezioni.

Che ci hanno messo la faccia. Specialmente ai giovani che ci hanno

messo il sogno e la sincera volontà di riconsegnare il futuro alla Repubblica.

Vincano i 60 migliori!

DOMENICO GASPERONI

 
 
 

SI RIPROPONE LO SCONTRO DI CICERONE E VERRE ; L'ETICA CONTRO LA CORRUZIONE

Post n°187 pubblicato il 07 Ottobre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Maurizio Gobbi valuta il lavoro della Commissione Antimafia che ha tolto il coperchio sul sistema di corrutela dilagante

 I fatti denunciati sono gravissimi, ma non sono sicuro che la società sammarinese saprà dare la giusta risposta

Ho letto attentamente la relazione conclusiva della commissione antimafia e ho trovato un’unica imprecisione: un fù con l’accento a pagina 78, penultima riga. Mi complimento con tutta la commissione per l’enorme mole documentale prodotta. Condivido pienamente lo sdegno di Mario Venturini per non aver l’O.D.G. consiliare censurato la violazione della legge antiriciclaggio da parte dell’allora Segretario alle Finanze Gabriele Gatti e l’appartenenza occulta ad una società finanziaria del Consigliere Fiorenzo Stolfi. Anche se le proteste d’innocenza degli inquisiti erano prevedibili non si può non rimanere attoniti di fronte a tanta impudenza. Mi sovvengono i miei studi classici e rammento che anche Verre, vero e proprio saccheggiatore, colto in fallo durante il suo governatorato in Sicilia, di fronte alle bordate di Cicerone che lo accusava di accordi sotto banco con i pubblicani (all’epoca gli appalti più redditizi non erano quelli dell’edilizia bensì quelli delle imposte) si proclamò estraneo rispetto ai fatti che gli venivano contestati cercando di accampare mille pretesti e negando ogni addebito. Anzi se la prese con Cicerone che a suo dire cercava di eliminarlo per via giudiziaria, non essendo stato capace di sopravanzarlo politicamente. Quest’accusa non giunge nuova: mi sembra che sia stata utilizzata ampiamente sia in Italia dal grande corruttore, sia a San Marino da qualche suo degno epigono. In un paese dove alcune correnti politiche si configurano alla stregua di società a scopo di lucro quando non addirittura di associazioni per delinquere, invadendo come metastasi l’organismo sano, in un paese dove non solo il voto ma anche la candidatura di scambio costituiscono non l’eccezione bensì la regola, dove la mediocrità diventa valore aggiunto e la competenza è vista con sospetto, dove il senso civico e lo spirito di appartenenza dei cittadini si è pressoché azzerato, ha ancora un senso appassionarsi alle vicende elettorali? Quando un candidato, decidendo di cambiare casacca lo fa invocando valori assoluti identici con il partito di approdo, lasciando intendere che in quelli relativi permangono differenze, non si accorge di bisticciare con la logica in quanto i valori son assoluti per definizione? Potrebbero esistere valori relativi di onestà o di amicizia? Quando il direttore dell’ISS, dopo aver detto, a botta calda, che sarebbero stati presi provvedimenti tempestivi contro i suoi dipendenti corrotti, attenua poi il concetto, dopo “opportuna”metabolizzazione, restando in attesa di elementi sufficientemente certi, non si rende conto che tenta di conciliare gli opposti, appartenendo il sufficiente al campo del relativo ed il certo a quello dell’assoluto? Ma forse ha ragione il buon Matteo quando ci invita a non gettare margaritas ante porcos. Non facciamoci quindi distrarre da simili piccinerie e restiamo al tema della deriva malavitosa in cui il paese rischia di precipitare. Ci rendiamo conto delle gravi accuse lanciate dalla DIA di Napoli (Direzione Investigativa Antimafia)? Collusione tra elementi legati alla camorra ed esponenti politici sammarinesi, atti intimidatori con spari e bombe molotov, business affari-politica-criminalità con navi piene di cemento e zucchero provenienti dalla Grecia, tangenti stratosferiche spacciate per onorari professionali, concessioni allegre di finanziamenti, la promessa di trasformare 32.000 m2 (l’equivalente di 7 campi da Football) di terreno agricolo in edificabile in cambio di consistenti pacchetti di voti e l’elenco potrebbe continuare. Mi chiedo se la popolazione, per faziosità politica, vuol continuare a spalleggiare certa gente, rendendosi compartecipe di scelte scellerate. Intendiamo imprecare contro gli omissis o contro un sistema di corruttela dilagante? Ciononostante, come sempre, mi recherò alle urne ma lo farò con scarso entusiasmo senza farmi soverchie illusioni circa la resipiscenza di una popolazione blandita, narcotizzata, complice. Speriamo solo che l’11 Novembre Martino, uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà, come a suo tempo volle tagliare in due il suo mantello militare e condividerlo con il mendicante seminudo, voglia fare altrettanto col suo quasi omonimo collega Marino, spogliato e reso irriconoscibile dalla famelica rapacità dei moderni pubblicani e dalla smodata avidità di politici indegni

MAURIZIO GOBBI

 
 
 

NON E' MALE DI MAFIA!!

Post n°186 pubblicato il 26 Settembre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Dal lavoro della Commissione An­timafia e dai com­menti che da più parti sono sorti­ti, favorevoli e con­trari ne è uscita una fotografia panora­mica del Paese, che a ben guardare rap­presenta una imma­gine odierna chia­ra e dettagliata, con visioni e riflessi più lontani. Nelle parti della relazione, an­che se sostanzial­mente informali, il lavoro può dirsi ef­ficace per chi cerca­va di sapere

"Chi critica la commissione per il mancato contradditorio ricordi che si è comportato allo stesso modo nei confronti dei cittadini"

Ma dalla prima mos­sa gli ideatori hanno commesso una superficia­lità, forse voluta: l'OCSE, organismo internazionale che sorveglia anche sugli episodi di malavita negli stati europei, ha dirama­to una circolare a tutti gli enti e persone che si occu­pano di operazioni finan­ziarie (banche, finanzia­rie, professionisti, società gestrici di carte di credito, ecc..) per disporre che fra le informazioni che si de­vono raccogliere nel cor­so di qualsiasi operazio­ne economica, dopo i da­ti anagrafici, doveva esse­re annotato nel corso della "adeguata verifica" se il ti­tolare era un politico ovve­ro se in precedenza aves­se esercitato l'attività po­litica.

Ciò non tanto per il so­spetto che i politici potes­sero rivestire un ruolo pe­ricoloso, ma perché erano i più esposti alle pressio­ni della malavita organiz­zata. San Marino è stata sempre del tutto sprovvi­sta di organismi con det­te finalità, per cui inizia­re con una commissione di otto politici in verità ha costituito quanto meno una ingenuità (?). La relazione per un buon terzo indaga sulle impre­se del Notaio Bacciocchi e di un certo Vallefuoco e compagnia che si ritiene appartenesse alla ca­morra napoletana. Per il resto della relazione l'in­dagine si sposta su affa­ri e imprese del tutto lo­cali: mazzette ad impiega­ti, lotti di Valdragone, ter­reno ex Symbol, banche e finanziarie di ogni genere, ecc.. ecc.. Dunque movi­menti del tutto sammari­nesi, che si sono mossi ed hanno agito secondo uno stile che viene da lontano e che è stato così ben di­gerito che è diventato uno stile di vita.

Uno degli accusati ha alza­to la voce ed ha protesta­to per non essere stato in­terrogato dalla Commis­sione, onde dare la propria spiegazione. Fra le altre accuse fondate ha accusa­to i commissari di essersi comportati con grande ar­roganza e arbitrarietà li­mitando in tutto i diritti dell'indagato per decidere secondo preconcetti. Il ri­lievo che si può fare a que­sta affermazione è quello di ricordare a chi protesta per il trattamento di esse­re stato l'artefice, con altri, di un comportamento si­mile per anni nei confron ti di concittadini. Questo è il metodo ap­plicato da decenni e for­se da un secolo, quando nel 1906 la "rivoluzione" dell'Arengo non portò mu­tamenti nelle istituzioni e nella costituzione che at­traversò immutata gli an­ni dopo, il periodo fasci­sta, il periodo social-co­munista, il periodo demo­cristiano, fino ad oggi, do­ve vediamo che l'origina­rio sistema paternalistico, sicuramente sbilanciato e nutrito da continui favori­tismi si è trasformato nel più anarcoide dei sistemi. Anche coloro che oggi al­la lettura della relazione saltellano felici esclaman­do "noi no! Noi no!..." di­menticano che hanno vis­suto questi tempi come le famose tre scimmiette; non vedo, non sento, non parlo.

Credo che questo discorso possa ancora andare avan­ti per molte pagine; cre­do che ricostruire una tra­ma che possa sorreggere un sistema valido per una comunità così esposta ai guai come la nostra sia un impegno troppo gravoso per la gran parte di coloro che oggi hanno le mani in politica.

Si tratta di riprendere il fi­lo da ben lontano, proprio dalle radici; che San Mari­no ce la mandi buona!

Renzo Bonelli


 

 

 
 
 

LA BATTAGLIA DEGLI STRACCI

Post n°185 pubblicato il 21 Giugno 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Lo straccio delle vesti. Matteo Zeppa (movimento Rete)

Ed eccoci qui.
Come ogni mese, si assiste alla “battaglia degli stracci” perpetrata nelle stanze di Palazzo Pubblico. Cominciano gli attacchi, anche e soprattutto personali, propri di una lunghissima campagna elettorale risibile, ma che necessariamente dovrà segnare una sorta di spartiacque tra la altre Repubbliche e quella post Black List.
Ma che accade in realtà? Nulla invero. Si assiste ad una serie di ripicche, sparando nel mucchio, nulla di più. I nervi sono scoperti da parte di tutte le forze politiche, vecchie e nuove (o presunte tali) che nulla hanno da invidiare alle scorribande del povero Brancaleone da Norcia del film di Monicelli di tantissimi anni fa. Uno spettacolo tremendamente deplorevole.
Il copione è bello che scritto: documenti che magicamente emergono da cassetti chiusi con dovizia, riaperti per il proprio tornaconto personale, spacciati quali necessari per una presa di coscienza sociale, con smentite e puntualizzazioni di rito. La gente normale già ne è a conoscenza. Mi sorge un dubbio in merito: come mai quegli stessi documenti non sono emersi prima? Semplice....prima non servivano. Strano anche che siano offerti alla cittadinanza da parte di professionisti del campo. Ma questo se vogliamo dirla tutta, fa parte dello spettacolo indecoroso al quale siamo abituati.
Il vero problema è la “soluzione politica” che attualmente non esiste. Non c'è una logica incentrata sul futuro e di contro v'è una continua rincorsa a porre pezze e pezzuole a destra e sinistra, anche se  la coperta è dannatamente corta. E tra un Consigliere -Alberto Selva- che rifà il verso ad una sua collega, affermando: “I giovani devono smetterla di lamentarsi, piangersi addosso è uno sport molto praticato in questo Paese. Mettetevi di buona lena e conquistatevi gli spazi che vi sono più consoni.”, e tra un Gatti che attacca maggioranza ed opposizione in maniera paritaria, mi domando ove si voglia andare a parare. Si perchè, non c'è un minimo di progettualità in tutto ciò.
Tendono nel dare l'impressione, questi ed altri atteggiamenti a quelli simili alle movenze che deve imparare nel fare una punta del gioco del calcio, per evitare entrate dure e rudi da parte dell'arcigno difensore, tentando si siglare la rete. Ma colui che riveste quel ruolo, è atavicamente egoista, non gioca quasi mai per la squadra. E' il finalizzatore. Sono gli altri che lavorano per lui.
Sarebbe troppo semplice attaccare codesti personaggi ed i loro partiti di affiliazione. Cercherò di essere un poco più lungimirante allora.
Dove eravate VOI tutti, politici e dirigenti, ma anche imprenditori (parte assolutamente forte del Paese) alla fine degli anni '90?
A cosa mi riferisco? Ai primi blocchi della Guardia di Finanza posti in essere ai nostri confini, effettuati allora dal Ministro Visco. Fu un segnale inequivocabile che diede chiaramente l'esempio di come la nostra piccola realtà, in qualsiasi momento, poteva essere stritolata. Avrebbero dovuto dare coscienza a tutti coloro che oggi si stracciano le vesti e che dirigono questo Paese, che era basilare preparare il famoso “piano B”, ed eventualmente anche quello C.
Nulla fu fatto invero. Lo si prese come un atteggiamento occasionale, convinti del fatto che quel sistema San Marino era favorevole anche all'Italia, cosa in parte veritiera. Ed allora via ad una finanza economica smodata, via alle Finanziarie, via alla nascita di tantissimi Istituti Bancari, infischiandosene di ciò che fu. Oggi, ci ritroviamo nel medesimo punto.
Ma la situazione è drammaticamente precipitata nel baratro. La crisi di sistema si attorciglia sempre più a quella economica (come è normale che sia...il problema è che è sempre la seconda che causa la prima), c'è una penuria di “menti” che possano essere in grado di vedere oltre l'orizzonte. Quindi si evitano di risolvere i problemi laddove sarebbe più consono, ossia nell'aula parlamentare, andando a sbirciare dentro i personalissimi armadi per vedere quanti scheletri ci siano. Anzi si usa quel contesto, per enfatizzarli in maniera smodata.
Mentre VOI litigate il Paese se ne va in rotoli, senza una benché minima risoluzione degli atavici problemi. Ma del resto torna tutto; è come un cane che si morde la coda; la Cittadinanza per anni ha votato le stesse persone, in tantissimi casi svendendosi anche per inezie ridicole, manifestando una insensata lontananza dal più alto senso di Comunità.
I nostri nonni l'avevano. Probabilmente erano meno scolarizzati, ma certamente molto più sul pezzo. Sapevano molto bene che un temporale o una nevicata abbondante, potevano pregiudicare il raccolto del campo, necessario per mantenere la propria famiglia, ma anche quella dei vicini, proprio perchè allora vi era davvero un senso di comunità e di solidarietà sociale, di intenti e ci si dava forza l'un con l'altro.
Avete inopinatamente cancellato tutto questo, evidentemente con la complicità della popolazione, ( su questo non vi sono assolutamente dubbi) perseguendo la linea borderline che separa il legale dall'illegale. Come si dice qui, siamo “sempre stati sulla schiena del buratello”, festeggiando sempre la parte della cicale, denigrando quella della formica.
Ed ora siamo a questo a punto: crisi economica mai vissuta, un tasso di disoccupazione altissimo per la nostra realtà, pochissima lungimiranza in tutti i campi, investimenti sbagliatissimi, rappresentati da enormi ecomostri di metallo e cemento e nessun punto da cui partire.
Anzi, da parte di molti di VOI si usa spesso l'assunto: “invece che criticare, fate delle proposte”...nel nostro piccolo le facemmo, utilizzando strumenti di Democrazia Diretta quali le Istanze, inopinatamente cestinate da una stragrande maggioranza di tutti VOI. Domandate il confronto con la Cittadinanza e poi la sbeffeggiate dicendo che “sono Istanze di stampo Ottocentesco”. Sarebbe più facile rispondervi di fare tutto VOI, visto l'enorme senso di onniscenza su tutto, e la visione a 360 gradi che avete. Ma come dice un caro mio amico: “non è possibile che si possa conoscere tutto; bisogna anche essere in grado di ammettere i propri limiti, e se non lo si fa, non c'è nulla da fare: si arriva a questo punto di non ritorno.”...solo che il fio conto lo paga la gente normale.
Signori miei: avete concesso alla malavita organizzata di entrare in Repubblica; avete concesso loro anche licenze!!! Questo basterebbe di gran lunga per richiedere le VOSTRE immediate dimissioni; ma non basta. Trattate un luogo Istituzionale quale una mera stanzetta per difendere i piccoli interessi da bottegai, quando in realtà servirebbe per dare una impronta di ripartenza, anche lenta (visto i nostri esigui numeri) a questa Nazione. Siete andati, chi più chi meno, in trasmissioni di inchiesta, ed ancora sedete lì. Purtroppo -e lo ribadisco ancora- siete stati delegati dal Popolo miope, ma ciò non lenisce i peccati, ma li enfatizza anche di più, poiché dovreste avere ancor maggiormente forte il senso di Comunità e non quello parcellizzato dei piccoli venditori di borgata.
Ci avviciniamo al voto è vero: tanti segnali in tal senso, come possono essere tutte le pratiche messe in atto per dare diritti a persone, penso alle stabilizzazioni o alle naturalizzazioni, strumentalizzate anch'esse, che potevano benissimo essere svolte all'inizio del mandato. O come si sente nei bar, vere scuole di vita: “tra poco si vota, perchè rifanno l'asfalto”.
Ci avviciniamo al voto e contrariamente a quelli precedenti, vi troverete di fronte non le solite “liste civetta”, pronte a coalizzarsi per vincere e comandare, ma qualcosa di più attinente con la realtà. Qualcosa che non potrà promettere nulla in cambio di esso, che non accetta gli attuali assunti, che avrà solo uno scopo: ripartire in maniera umana dalle polveri che lascerete dietro, riportando il Cittadino al centro della vita attiva sammarinese. Gente normale insomma, che sopravvive a tutto questo e che non scenderà a nessun compromesso con voi tutti. Ci sarà da ridere e da divertirsi.
Chiudo questo mio pensiero esortando nuovamente il Tribunale ad attivarsi in maniera tale da porre fine a tutte queste illazioni. Tutti siamo a conoscenza di documenti assolutamente scottanti, presenti in quelle aule. Date una mano a questo Paese anche voi. E' il vostro fine ultimo, credo. Si chiama Giustizia Sociale. E mi spiacerebbe che ciò non avvenisse; sarebbe un poco offrire il fianco nuovamente alla vecchia San Marino. Non si può sperare che certi nomi e certe situazioni siano evidenziate dagli Zavoli di turno, tasselli a quanto emerge di quel sistema morto.
Buona vita.
MATTEO ZEPPA
 
 
 

I SANTI E I FANTI

Post n°184 pubblicato il 13 Giugno 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

E’ stato già rilevato che di santi

in questa firma se ne incroceranno

parecchi: da San Marino,

di cui porta il nome il nostro

Stato, a Sant’Agata, che specifica

il cognome del ministro degli

esteri italiano.

Ma forse si è trascurato di citare

il Santo che fa un po’ da padrone

di casa in questa circostanza, soprattutto

per la data scelta per lafirma: Sant’Antonio da Padova.

Il 13 giugno, infatti, è proprio il giorno dedicato

a questo gigante di santità e Dottore della

Chiesa che tiene in braccio il bambino Gesù e

nella mano ha il giglio bianco a lui dedicato che

fiorisce proprio in questo periodo dell’anno. Fra

l’altro Sant’Antonio è pure molto vicino alla realtà

sammarinese considerato che a Rimini fece

uno dei suoi più importanti miracoli ricordato

nella cappella di Piazza Tre Martiri. Si narra

che nel 1223 l’eretico Bonisollo, che disconosceva

l’Eucarestia, condusse davanti al Santissimo,

portato in processione da Antonio, la sua mula.

Di fronte all’Ostia l’animale lasciò il fieno che

stava ruminando e, per ordine del frate, si inginocchiò,

così l’eretico fu convertito.

Guai a scherzare con i Santi, ma l’episodio deve

servire ai fanti per capire che non sempre basta

un po’ di fieno per distogliere l’attenzione dalle

cose importanti.

E importante, di certo, è la firma. Ma altrettanto

importante sarebbe sapere che cosa si firma e,

soprattutto, le conseguenze che ha. E queste, fra

proclami e brindisi, nessuno le ha spiegate con

certezza ai sammarinesi e agli italiani.

Di sicuro non ne avrà di positive sulla questione

frontalieri. Anzi, proprio sulla questione

frontalieri di conseguenze non ne avrà affatto.

Con il risultato che le cose, restando come sono,

peggioreranno nel 2013, visto che il governo

italiano ha già detto che per quell’anno la franchigia,

già abbassata per il 2012, verrà eliminata

del tutto.

Appare quanto meno errata l’affermazione del

segretario Dc, dunque, con la quale si è rassicurato

che la firma e la riforma tributaria risolveranno

tutti i problemi dei lavoratori italiani

occupati sul Titano. Quindi, considerato che la

prima, sempre che la ratifica arrivi a breve, non

risolve proprio un bel niente e che la seconda

non ha ad oggi alcuna sicurezza di passare l’esame

dell’aula, azzardare certezze dove si fa fatica

a prevedere possibilità, risulta imprudente. Imprudente

perché si corre il rischio di alimentare

aspettative che non verranno mai soddisfatte.

Poi hai voglia a gridare che si vuole evitare lo

scontro sociale!

La verità è che di santi in paradiso i frontalieri

non sembrano averne neppure uno. Eh sì che un

santo non si nega neppure agli animali. Tanto

che in una storiella si racconta che quando

Sant’Antonio abate, quello che si ricorda a

gennaio, venne chiamato dal Padreterno e gli

venne chiesto che carica volesse avere, questi

avrebbe risposto: visto che il mio omonimo è

Dottore della Chiesa, a me andrebbe bene anche

fare il veterinario. Detto fatto, tanto che divenne

il protettore degli animali che il 17 gennaio di

ogni anno vengono portati in chiesa e benedetti.

La firma, comunque, dovrebbe avere due funzioni,

da un lato quella di riportare il Paese ad

essere virtuoso magari ingenerando un cambio

di mentalità diffusa che ancora proprio virtuosa

non lo è del tutto, e allo stesso tempo dovrebbe

spronare la Repubblica a trovare nuove opportunità

per essere felice. Ora, se è vero, come

suggeriscono reminescenze filosofiche di kantiana

memoria, che l’incontro di virtù e felicità è la prerogativa della santità, allora può essere di

buon auspicio che tutti questi santi concentrino la loro attenzione in questo giorno.

Antonio Fabbri

 
 
 

PANEM ET CIRCENSEM

Post n°183 pubblicato il 12 Giugno 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Qualcuno si chiede: era  possibile sviluppare l’economia  del Paese senza  trascinarlo nella “M….” in  cui si è trovato? 

Politici coinvolti negli affari con imprese che hanno generato le distorsioni più gravi 

L’avv. Luigi Lonfernini mette a nudo il ‘male’ che ha generato la situazione economica attuale

Con quali risorse sarà possibile pagare i default delle banche o gli stipendi di una Pubblica amministrazione con livelli sproporzionati non tanto nel numero degli occupati, ma dell’ammontare degli stipendi?

Con la situazione di  estremo e grave disagio  in cui si è venuto  a trovare il Paese che,  oltre ad essere di natura  materiale, è soprattutto  morale, lo  Stato pensa di porsi,  quale garante, in situazioni  di crisi in cui  potranno trovarsi gli  Istituti di Credito.  Mi chiedo: qualcuno  ha letto il bilancio dello  Stato tra le righe?  Qualcuno si è reso  conto delle risorse che  ha di fronte il Paese?  Mi chiedo: tutti coloro  che oggi dentro o  fuori del Consiglio Grande  e Generale si ergono a  tutela dello stato Sociale,  della moralità, dell’occupazione,  dov’erano quando  si concedevano licenze  di ogni tipo a “pugnaccio”  e che hanno provocato  il disastro sia nei rapporti  economici che politici  con l’Italia?  C’è chi sostiene, ragionevolmente,  che ogni licenza  aveva un suo costo: da  poche decine di migliaia  di euro o di lire, a seconda  dei momenti storici, a  svariati milioni a seconda  del tipo di impresa che  si voleva mettere in atto.  Dov’erano le Associazioni  di categoria, sia di lavoratori  sia di imprenditori,  quando le assunzioni  sotto la pubblica amministrazione  e la relativa  spesa lievitava in maniera  impressionante? Dov’erano  quando si lasciava lievitare  il frontalierato senza  considerare che la “bolla”  imprenditoriale prima  o poi sarebbe esplosa ed  un Paese come il nostro,  con i suoi limiti naturali,  non avrebbe potuto poi  sostenere?  Dov’erano gli amministratori  pubblici quando  aziende sanissime ottenevano  sconti fiscali da favola  semplicemente mettendo  insieme aziende  da rottamare con imprese  sane?  Dov’erano gli Amministratori  pubblici o privati  quando si concedevano  licenze ad operare ad Istituti  Bancari e finanziari  dei quali non si conosceva  nemmeno il carattere  imprenditoriale dei soci e  poi dov’erano quando nominavano  i controllori ed  il tipo di controlli che venivano  effettuati?  Quali cointeressenze esistevano  tra politici ed affari  che si innescavano in  certe imprese?  Se io c’ero o dormivo o mi  faceva comodo assistere  ad uno sviluppo del Paese  in maniera non solo impressionante  ma fuori da  ogni regola.  La qualità della vita: erano  i predicatori che ad  ogni piè sospinto imbonivano  la gente mantenendola  in uno stato di assuefazione  esasperando  il motto “panem et circensem”.  Qualcuno si chiede: era  possibile sviluppare l’economia  del Paese senza  trascinarlo nella “M….” in  cui si è trovato?  Certo che era possibile ma  ad una condizione: che  coloro che direttamente  hanno avuto le responsabilità  di guidare politicamente  la vita economica  e sociale del Paese avessero  assunto quale metro  di comportamento il  buon senso e non si fossero  lasciati trascinare in  una commistione di affari  e politica.  Signor Segretario alle finanze:  con quali risorse  pensa di mantenere in  piedi una Pubblica Amministrazione  che ha raggiunto  livelli sproporzionati  non tanto e non solo  per il numero dei dipendenti,  anche per il fatto  che lo Stato era e rimarrà,  giustamente, il maggiore  datore di lavoro, ma  in quanto le retribuzioni  portano ad un monte  di spesa che non possono  permettersi nemmeno  le regioni a noi limitrofe.  Come è possibile garantire  il default di aziende  che, quando si presenta,  si portano con sé decine  di milioni di deficit?  Sono convinto che i miei  interrogativi non avranno  alcuna considerazione  e si continuerà a sviluppare  un discorso, attorno  alle tavole rotonde, vuoto  e pieno di frasi ad effetto:  si smetta di promettere  cose che la nostra realtà  non potrà ragionevolmente  mantenere né oggi  né in seguito, perché illudere  i giovani con la piena  occupazione?  Da più parti si insiste che  è necessario cambiare politica  rimettendo le cose al  loro giusto posto, ma per  far questo e per rendere  credibile la svolta, i soliti  noti della politica dovrebbero  rientrare nell’ombra;  comprendo che chi della  politica ha vissuto per anni  e ne ha fatto un “modus  vivendi” diventa estremamente  complicato.

LUIGI LONFERNINI

 
 
 
 

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