Creato da pepitadellapampa il 19/07/2005

VITE TRAT..TENUTE

“ La città è fatta di torri e palazzi che ne rappresentano il potere, la gestione; ma io sento che la sua architettura più armonica e più vera nasce dalla dedizione alla giustizia. Carceri, scuole, ospedali, da focolai di devianza, di isolamento, di emarginazione, possono allora diventare i gangli vitali di questa città”. Architetto Giovanni Michelucci

 

 

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Post N° 1828

Post n°1828 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

film "L'ARIA SALATA"     L'Aria Salata locandina del film

Cast Giorgio Pasotti, Giorgio Colangeli, Michela Cescon, Sergio Solli 

Regia Alessandro Angelini

 Sceneggiatura Angelo Carbone, Alessandro Angelini 

Durata 01:27:00

Data di uscita Venerdì 5 Gennaio 2007

Genere  Drammatico

Distribuito da 01 DISTRIBUTION

'PREMIO FESTA DI ROMA-CAMERA DI COMMERCIO' A GIORGIO COLANGELI COME MIGLIOR INTERPRETE MASCHILE ALLA I^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' (2006).

Fabio lavora in carcere come educatore. Fronteggia ogni giorno, con le sue belle maniere, i volti segnati e gli scatti d'ira dei detenuti che vanno a colloquio da lui e s'impegna per far loro trovare la strada giusta, che conduca a un permesso o a uno sconto di pena.
Un giorno, un collega gli affida il caso di un tizio che è appena stato trasferito da un altro penitenziario: Luigi Sparti, assassino, dietro le sbarre da venti calendari.
Quello che né il collega né il carcerato sanno è che Sparti (Colangeli) è il padre di Fabio (Pasotti), sparito da decenni nel nulla per scontare la pena, mentre la sua famiglia, fuori, si ritrovava ugualmente condannata a una vita segnata dal suo gesto.
Nonostante la sorella Cristina si opponga all'idea di cercare il contatto con quell'uomo, Fabio vuole un padre, per colmare il vuoto del passato ora che si affaccia sulla soglia di una vita adulta e Sparti desidera un figlio, perché questo è il suo modo di immaginare un futuro. Quello che si chiedono a vicenda supera apparentemente le loro forze, perché il vecchio non è un modello d'uomo ma un amaro prodotto del carcere, e il figlio non è pronto ad accettarlo. Però nel momento in cui ci proveranno avranno già vinto, anche se quell'aria salata, che si respira in testa e in coda, suggerisce una circolarità di contenuto che non lascia scampo.

Il titolo è di quelli che si ricordano, quasi un’espressione poetica che evoca, forse, il mare con cui si apre e si chiude il film, un’aria salata ed amara come le tensioni che il racconto affronta. Opera prima, di non grosso impegno economico.

Non si tratta di un rapporto normale genitore-figlio (già complicato di suo), ma di un figlio che di mestiere fa l’educatore in un istituto penitenziario per adulti e di un padre che di mestiere fa il detenuto.

Il confronto padre-figlio si svolge con sullo sfondo la realtà carceraria, punto di partenza e parte integrante del film. A quel mondo chiuso e violento Angelini si accosta con spirito da documentarista e con l’esperienza del volontariato svolto a Rebibbia. Di entrambe le cose il regista sa far tesoro, perché la comprensione di quello che in profondità si agita dietro le sbarre, in ogni persona che ci vive o ci lavora, dà ai dialoghi e alle situazioni un sapore di verità percepito con forza dallo spettatore.

L’autore si mantiene in bilico e con misura doppia territori infidi, ardui da accostare, perché si riferiscono a capisaldi della società, come la famiglia (verminaio degli odi e paradiso degli affetti) o la giustizia, che punisce ma raramente sa rieducare. In questa navigazione Angelini è comunque aiutato dalle due belle prove di Pasotti, che già conoscevamo, ma soprattutto di Colangeli, meno noto, ma il migliore in assoluto nel rendere il personaggio del padre, irredimibile in apparenza ma ricco di sfumature.

Un bel film che vale la pena di vedere, sempre che lo si trovi in giro, data la probabile scarsa fiducia dei distributori.

 
 
 
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PEPITO FRATELLO MIO!!!

 

TESTO ORIGINALE

DI PEPITO DELLA PAMPA 

 ZECCHINO D'ORO DEL 1973

Pepito de la Pampa
Tranquillo sta dormendo,
che cosa sta sognando
nemmeno lui lo sa.
Ma sente che una voce
Lo sveglia all'improvviso:
"Pepito stai dormendo?
La tua casa sta bruciando.
La casa nella Pampa
è già tutta un gran falò!"
Galoppa Pepito de la pampa-ppà
galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
e galò - e galò - e galoppa-ppà!
Galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
chissà quando arriverà!
Cavalca giorno e notte:
Pepito ha le ossa rotte,
finché per un momento
si vuole riposar.
Ma sente quella voce
Ancora che gli dice:
"Pepito, stai scherzando?
La tua casa sta bruciando!
Se non arrivi in tempo
Tutta quanta brucerà!"
Galoppa Pepito de la pampa-ppà
galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
e galò - e galò - e galoppa-ppà!
Galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
chissà quando arriverà!
Galoppa per sei giorni,
ma poi improvvisamente
la mano sulla fronte
si batte e dice "Ohibò!
Adesso che ci penso
che sto correndo a fare?
Ma come può bruciare
la mia casa nella Pampa,
se proprio nella pampa
io la casa non ce l'ho?"
Ritorna Pepito dalla pampa-ppà
E quando la storia racconterà
Che grande risata allora ci sarà
Nella pam - nella pam - nella pampa-ppà.
Chissà quanto tempo ancora passerà,
ma là nella pampa si riderà
e con le chitarre ancora si canterà
la storia di Pepito de la Pampa-ppà.
la storia di Pepito de la Pampa-ppà.

 

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