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« Qualche news dall'oipaInfinito orrore »

CANI IN MOLISE...LA SOLITA VERGOGNA!!!

Post n°34 pubblicato il 11 Luglio 2006 da alice8094

DAL SITO OIPA...

FIRMATE!!!!!!

A Campobasso la situazione dei cani randagi è davvero insostenibile.
Il canile è terribilmente degradato e molti cani vagano liberi sul territorio comunale senza nessuna tutela da parte degli enti che dovrebbero farsi carico di inserirli in una struttura adeguata. I cani
liberi sono in pericolo ed esposti a maltrattamenti da parte dei cittadini, è recente la storia di un cane trovato "impalato" (ne hanno parlato i giornali) e più recentemente è stata data la notizia dai telegiornali del ritrovamento di una fossa comune con parecchi cani morti (uccisi in vari modi tutti cruenti).
I cani, affamati, mettono agitazione fra i cittadini che spazientiti e impauriti reagiscono crudelmente sugli animali.

FIRMA LA PETIZIONE ON LINE!

ALTRO SCANDALO A RIETI

La situazione appare particolarmente grave per il canile “Colle Arpea” di Rieti: circa 450 i cani ospitati, perlopiù in condizioni pessime, mentre nel piazzale adiacente alla struttura gli uomini del Corpo forestale hanno scoperto un vero e proprio cimitero abusivo. Qui, infatti, sono state rinvenute numerosissime carcasse di animali, sulle quali verranno fatte delle analisi volte ad appurare la vera causa di morte degli animali.

Rassegna stampa sul canile Colle Arpea di Rieti, la struttura nella zona di Castelfranco, che ospita 450 cani al confine tra i comuni di Cantalice e Rieti.

FIRMA LA PETIZIONE ON LINE!

ALTRI DETTAGLI SULLO 'SCHIFO'

Fonte: IL MESSAGGERO

L’accusa.
Un’indagine nata dopo un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare le condizioni igienico-sanitarie del canile di Rieti. Presentato dall'associazione ”Codici” per denunciare ”l'inconcludenza dell'amministrazione comunale e dell'Asl Rieti nonché la tendenza al lassismo nella cura degli animali”.
«La nostra associazione non ha mai conosciuto rassegnazione, per questo ci impegneremo affinché il canile di Castelfranco e tutti gli altri coinvolti nelle indagini - dice un rappresentante dell’associazione animalista - diventino strutture efficienti e, soprattutto, a norma di legge».
Secondo il Codici ”gli animali erano tenuti in condizioni vergognose, non esistendo uno standard accettabile delle condizioni igienico-sanitarie, con i cani spesso abbandonati al loro destino, senza cibo per giorni, senz'acqua”.
Proprio l’associazione aveva parlato apertamente di ”carcasse in decomposizione”, le stesse poi scoperte dalla Forestale nell’operazione di ieri mattina.

L’operazione della Forestale a Colle Arpea scattata dopo la denuncia presentata da un’associazione di volontariato.
Cimitero di cani, orrore all’ex Bamby
Decine di carcasse seppellite illegalmente. Veterinario dell’Asl fra i tre indagati
L’ex canile Bamby di Colle Arpea è stato sequestrato dagli uomini del Corpo della Forestale di Rieti e da quelli del Nucleo operativo antibracconaggio di Roma. La struttura nella zona di Castelfranco, che ospita 450 cani al confine tra i comuni di Cantalice e Rieti ed è gestita da una società ternata, è coinvolta nell'operazione estesa ad altre località del Lazio, l'Umbria e le Marche, interessando altri dieci canili.
Nel piazzale adiacente la struttura, gli uomini della Forestale - secondo quanto reso noto dallo stesso corpo - è stato scoperto anche un cimitero abusivo. Qui, infatti, sono state rinvenute numerosissime carcasse di animali, sulle quali verranno fatte analisi volte ad appurare la causa di morte delle bestie. I cani morti, va ricordato, sono destinati all’inceneritore.
All’alba di ieri mattina gli uomini della forestale, diretti dal vice questore aggiunto romano, Maria Rosaria Esposito, hanno compiuto un sopralluogo per verificare le condizioni in cui vivono gli animali ospitati nella struttura gestita della Tecnovet di Terni. «Siamo intervenuti sulla base di segnalazioni fatte da associazioni di volontariato - ha dichiarato ai giornalisti la dottoressa Esposito - che avevano denunciato uno smaltimento illecito di carcasse di animali.

Sono due le società finite nel mirino della Guardia forestale, indagini sulle carcasse trovate nel congelatore. Canili lager, uno strano giro di animali.
Trovati nella clinica di Narni numerosi cani che dovevano stare in altre strutture
Proseguono le indagini della magistratura dopo l’operazione della Forestale che ha portato alla scoperta, a Rieti, di una fossa comune dove sono state rinvenute centinaia di carcasse di cani. L’inchiesta si sta infatti sviluppando tra Rieti e Narni dove la società umbra Tecnovet gestisce tre strutture per il ricovero degli animali. Secondo i primi accertamenti, infatti, sembra che a Narni siano stati trovati cani in realtà registrati come presenti a Colle Arpea e la procura reatina, che coordina l’inchiesta, vuole dare una risposta a questo quesito, vale a dire spiegare i motivi in base ai quali le bestie erano state trasferite.
Per ora sono tre gli indagati (tra questi un medico vetrinario dell’Asl) per i reati di maltrattamento di animali, smaltimento illegale di rifiuti (carogne di cani) e violazione delle norme sanitarie.
Secondo una prima ipotesi investigativa la struttura che sorge al confine tra i territori di Cantalice e Rieti aveva esaurito la disponibilità dei posti, per cui dopo essere stati registrati, i cani venivano ospitati in canili gestiti dalla stessa società. Da tempo, infatti, secondo quanto si è appreso da ambienti investigativi, l’Asl Rieti non autorizzava più il ricovero degli animali a Colle Arpea, limitandosi a svolgere i compiti previsti dalla legge regionale, vale a dire controllo delle condizioni di salute delle bestie e dell’igienicità dei luoghi.
Per il resto ogni altro compito di assistenza viene svolto da un direttore sanitario che, per legge, ogni canile deve avere, figura della quale disponeva anche la ”Tecnovet” di Narni.
A Narni, presso la sede legale della società che gestiva i siti sottoposti a controlli, ospitata all'interno di una nota clinica veterinaria che si trova nei pressi di Castelchiaro, posta sotto sequestro, gli agenti della guardia forestale hanno rinvenuto 13 carcasse di cane conservate dentro un congelatore e hanno travato materiali definiti importanti per le indagini. Sono state sequestrate carte e documenti con gli spostamenti degli animali. Secono la difesa dei gestori della clinica è prassi detenere i cani morti nei congelatori per poterli poi bruciare nell’inceneritore ternano. Ma il magistrato vuole sapere se gli animali sono stati soppressi perché malati o per altri motivi ancora oscuri. Coinvolta anche un’altra società ternana, sempre legata alla gestione dei canili. Un’indagine che nei prossimig iorni porebbe allargarsi, con l’aumento del numero delle persone indagate.
Soprattutto all’interno delle gabbie c’erano numerosi cani provenienti non solo da Rieti, ma anche da altri canili gestiti dalla società narnese nel Lazio e nelle Marche. Infatti, i controlli amministrativi e di polizia giudiziaria proseguono, oltre che a Rieti e Narni, anche a Terni (dove di fatto abitano i titolari delle due società) Viterbo e Osimo.

 
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