Creato da LoStatista il 11/11/2007
"La differenza fra un politico ed uno statista sta nel fatto che un politico pensa alle prossime elezioni mentre lo statista pensa alle prossime generazioni". (A.De Gasperi). Io intendo considerarmi uno statista e non un politico per almeno due motivi: il primo è determinato dalla convinzione che la mia poca esperienza pratica in campo politico non mi autorizza a definirmi tale, il secondo motivo preferisco lasciarlo in sospeso e lo capirete man mano che proseguiremo nel nostro dialogo. Il mio intento è di criticare in modo corretto e costruttivo gli avvenimenti del giorno prima, ed intervallare il programma di un ipotetico partito che insieme dovremmo far nascere, a cominciare dal nome, dal simbolo e dall’approvazione da parte di tutti delle regole: un nuovo partito politico. Mi auguro che il mio lavoro non sia inutile e spero nella collaborazione di molti di voi
 

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POLITICA SPAZZATURA

Post n°211 pubblicato il 29 Novembre 2009 da LoStatista
 

Mafia, la replica del premier:
''Su di me accuse infamanti''

 

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non è indagato, almeno non a Firenze. La smentita è del procuratore Quattrocchi. Il premier: accuse infondate e infamanti

Il premier Silvio Berlusconi e il senatore Marcello Dell'Utri non sono indagati a Firenze per le stragi di mafia del 1993. Ma l'inchiesta riaperta non è a carico di ignoti: è stato individuato un nuovo possibile esecutore materiale degli attentati. Le indagini, comunque, riguardano «il contesto complessivo della vicenda». Il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, dà la versione ufficiale dei magistrati sull'inchiesta in corso nel capoluogo toscano, dribblando, smentendole, le indiscrezioni giornalistiche secondo cui i due politici sarebbero indagati. «Accuse infondate ed infamanti» le ha definite lo stesso premier. L'iscrizione di Berlusconi e Dell'Utri, sempre secondo le indiscrezioni di stampa, sarebbe stata - o sarà - un atto dovuto, alla luce sia delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza - secondo il quale i boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano, gli parlarono di contatti con Berlusconi e Dell'Utri per avere una sorta di copertura politica dei piani stragisti - sia della riapertura di un'inchiesta archiviata nel capoluogo toscano nel 1998 e che verteva sul premier e sul senatore del Pdl, all'epoca iscritti come “Autore 1 e Autore 2”.

LIBERO La procura fiorentina smentisce. A chi gli mostra il titolo del quotidiano Libero, «Silvio indagato per mafia», Quattrocchi risponde che non è vero: «Non ci sono iscrizioni di questo tipo». Il magistrato conferma, però, che degli indagati ci sono e ricorda di aver già parlato di «concreta speranza di individuare ulteriori esecutori materiali». Un elemento che, aggiunge il procuratore, «non cambia granchè nel panorama delle condanne» per le stragi del 1993, fra cui quelle di Riina e Provenzano: si tratta, fa capire, di un personaggio già condannato, o comunque noto, per mafia. Riguardo Berlusconi e Dell'Utri, il procuratore si limita a ricordare di aver trasmesso gli interrogatori di Spatuzza a Palermo, per il processo d'Appello al senatore. Firenze, spiega, «sta rivisitando tutto quello che riguarda le stragi. La riapertura dell'inchiesta riguarda il contesto complessivo della vicenda». Perchè «nella rivalutazione di quello che è accaduto, se si cercano altre responsabilità, il discorso è globale». In definitiva, i filoni d'inchiesta sulla mafia che stanno facendo fibrillare la politica si incrociano tra le Procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta. E c'è anche un'appendice milanese che riguarda il «contesto» di relazioni tra boss e politici. Molti degli elementi che hanno dato un impulso alle indagini vengono dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, boss di Brancaccio da tempo avviato a un processo di «riflessione teologica», che il 4 dicembre sarà interrogato dalla corte d'appello di Palermo in trasferta a Torino per il processo a Marcello Dell'Utri.

IL PAPELLO Altri pentiti (Giovanni Ciaramitaro, Pietro Romeo, Salvatore Grigoli) hanno offerto contributi ai magistrati che in parte confermano le dichiarazioni di Spatuzza e in parte le integrano. In diversi momenti Spatuzza ha riaperto il capitolo delle stragi del 1992 e del 1993 che, in una nuova prospettiva, sono rappresentate come uno strumento di pressione da mettere in campo per influenzare la «trattativa» tra Stato e mafia di cui ha parlato Massimo Ciancimino: è la storia del «papello», cioè della lista delle richieste di benefici e misure repressive attenuate che Cosa nostra avrebbe formulato per fermare l'attacco alle istituzioni.

Unione Sarda, domenica 29 settembre 2009

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A volte mi chiedo se nella fossa delle Marianne la profondità sia veramente circa ottomila metri oppure se qualcuno riuscirà ad andare più in basso. Se io fossi un Magistrato indagherei l’on. Berlusconi perché ho sentito raccontare da un vecchietto che era il braccio destro del Furer ed organizzo la strage degli ebrei, un’atro ultra centenario mi ha raccontato che sempre l’On. Berlusconi invece di imbarcarsi con la spedizione dei mille di Garibaldi, disertò e si imbarco su di una nave passeggera a fare il cantante.Date tempo al tempo e prima o poi si indagherà anche su questo

 
 
 
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